L'articolo di Ecn.org propone l'esempio di un raduno di alcuni gruppi musicali di estrema destra che avrebbero dovuto suonare a metà dicembre presso il teatro Manzoni nel così detto"concerto nazirock",una sorta di riunione di scoppiati nostalgici pronti alle loro cameratesche cinghia-mattanze.
Propongo anche un comunicato in solidarietà al sindaco ed alla giunta della città di Saronno che giustamente ha proibito un banchetto di raccolta firme per un'organizzazione vicina a Fogna Nuova(http://www.ecn.org/antifa/article/3989/saronno-no-a-forza-nuova-la-solidariet-al-sindaco-da-partiti-e-anpi ).
Rinnovo lo schifo e lo sdegno verso questi gruppi che non dovrebbero nemmeno esistere,e come sottolinea la prima vignetta nemmeno nelle fogne,perché anche ratti,topi e altri abitanti underground non li vorrebbero nemmeno lì.
Milano Il dietrofront del teatro Manzoni: niente sala al concerto nazi-rock
La decisione dopo l'articolo di 'Repubblica' che segnalava l'evento del 16 dicembre sul palcoscenico milanese. Il direttore Arnone: "Gli organizzatori non ci avevano illustrato la vera natura di quel raduno"
di MATTEO PUCCIARELLI
Il dietrofront del teatro Manzoni: niente sala al concerto nazi-rock Il Teatro Manzoni
Niente Teatro Manzoni per il concerto neonazista fissato per il prossimo 16 dicembre a Milano. È il primo effetto sortito dopo che Repubblica ha dato notizia dell’evento. Con il direttore della struttura che fa marcia indietro e attacca gli organizzatori: «Avevamo dato l’ok all’affitto seguendo le normali procedure e fidandoci del nostro interlocutore — spiega Alessandro Arnone — poi quando abbiamo aperto il giornale siamo cascati dalle nuvole. Non ci avevano illustrato quale fosse la vera natura del raduno. Che non assolutamente è in linea con la politica del nostro teatro».
In sostanza — è la ricostruzione di Arnone — le sigle di estrema destra avevano mandato avanti il circolo culturale Excalibur, un nome “pulito” e sconosciuto ai non addetti ai lavori grazie al quale poter prenotare un teatro prestigioso, centralissimo e capiente (700 posti) senza troppi problemi. Omettendo il programma dell’iniziativa, che negli ambienti neofascisti era già stata ribattezzata come la “Woodstock nera”. Cioè un festival con ospiti le band più conosciute nei circuiti eversivi e negazionisti. «Abbiamo fatto gli approfondimenti del caso, a volte capitano delle sviste, l’importante è rimediare in qualche modo», rimarca il direttore del teatro.
Adesso resta da capire se il raduno verrà soppresso del tutto o se l’estrema destra cercherà un altro luogo sempre a Milano o nei dintorni. Per questo l’Anpi non abbassa la guardia: «Mentre chiediamo l’intervento delle istituzioni cittadine e delle autorità competenti perché questi raduni che si pongono in aperto contrasto con i principi della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza e con le leggi Scelba e Mancino vengano vietati, chiamiamo i cittadini e gli antifascisti alla massima vigilanza democratica», dice il presidente provinciale Roberto Cenati. Concetto ribadito dalla Cgil: «Milano e i milanesi devono indignarsi e pretendere che tali iniziative vengano proibite». Soddisfatto il presidente del consiglio comunale, Basilio Rizzo, perché «la decisione del Manzoni è un chiaro segnale, le mobilitazioni antifasciste hanno dato fiducia a chi intende rispettare la Costituzione e la Resistenza. Abbiamo fatto capire che in città tira un’aria nuova, sono sicuro che anche altri negheranno i propri spazi».
Già nei giorni scorsi a Milano si sarebbe dovuto tenere il Festival Boreal, una sorta di Internazionale nera; ma le pressioni della giunta comunale avevano costretto lo spostamento a Cantù. «Le diverse formazioni della galassia neofascista da tempo lottano per riconquistare uno spazio di visibilità in città», commenta il deputato pd Emanuele Fiano. Pericolo che anche stavolta sembra sventato.
(19 settembre 2013)
Dopo la denuncia del Fatto, il Teatro Manzoni annulla il concerto nazirock
Il direttore: “Non ci eravamo resi conto della natura dell'evento”, anche se dal sito era chiaro chi fossero gli organizzatori. Gioisce la galassia antifascista milanese. Ora però resta da capire se la “Woodstock nera” verrà spostata in un'altra arena o annullata
di Lorenzo Galeazzi | 19 settembre 2013
Dopo la denuncia del Fatto, il Teatro Manzoni annulla il concerto nazirock
I rocker neonazisti dovranno trovare un altro palco sul quale esibirsi. Dopo la denuncia del fattoquotidiano.it, che aveva raccolto una segnalazione dell’Osservatorio democratico, il sito dedicato al monitoraggio della destra estrema di Milano e dintorni, il Teatro Manzoni ha ingranato la retromarcia e dato il ben servito agli organizzatori della kermesse nazirock.
Doveva essere la “Woodstock nera”, “il concerto più importante dal Campo Hobbit a oggi”, appuntamento fondamentale per gli amanti della svastica e del rock estremo. E i camerati avevano deciso di fare le cose in grande: per commemorare la figura di Carlo Venturino, il fondatore della band di estrema destra Amici del Vento, scomparso 30 anni fa, avevano scelto uno dei teatri più importanti di Milano e d’Italia, il Manzoni, appunto, che dal 1978 è di proprietà della Fininvest.
Nonostante si fosse cercato fino all’ultimo di tenere segreta la location, sul sito che promuoveva l’evento c’era scritto “le indicazioni sul teatro verranno date solo a chi ha già acquistato il biglietto”, l’Osservatorio democratico era riuscito a identificare il luogo nell’arena di proprietà del gruppo Berlusconi. Contattati dal fattoquotidiano.it, in un primo momento lo staff del Manzoni si era trincerato in un “non sappiamo niente della natura dell’evento”. Ma poi, in seguito alla segnalazione di Saverio Ferrari, animatore del sito cane da guardia delle nuove destre, ripresa anche da altri organi stampa, la pressione è diventata troppo forte e così il direttore ha deciso di voltare le spalle all’adunata neonazista.
Contattato dai colleghi di Repubblica Milano, il numero uno della struttura, Alessandro Arnone, spiega la sua versione dei fatti: “Avevamo dato il via libera all’affitto fidandoci del nostro interlocutore, che non vi ha assolutamente informato della vera natura del raduno. Che non è assolutamente in linea con la politica del nostro teatro”. In realtà bastava farsi un giro sul sito promotore dell’evento per rendersi conto della sua “vera natura”. Sì, perché a differenza di altri casi nei quali i neonazisti si nascondono dietro il paravento di associazioni culturali in apparenza innocue, sul portale erano ben visibili i banner di Lealtà Azione e altre consorterie della galassia neofascista milanese. Che, vale la pena ricordarlo, non sono né Forza nuova ne qualche altro raggruppamento della destra sociale, ma gli Hammerskin, la più pericolosa formazione di teste rasate ramificata in molte città del mondo compreso il capoluogo lombardo.
Tira un sospiro di sollievo l’universo antifascista cittadino, dall’Anpi alla Cgil fino a diversi esponenti della maggioranza di centrosinistra in Comune. “Le tante mobilitazioni hanno fatto capire che in città tira un’aria nuova”, dice soddisfatto il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo al dorso locale di Repubblica. Resta però da capire se l’evento sarà annullato oppure spostato in un’altra arena. Quel che conta, per il momento, è che il salotto buono della città, seppure in ritardo, ha detto “No” all’orgoglio neonazi.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/19/dopo-denuncia-del-fatto-teatro-manzoni-annulla-concerto-nazirock/716335/
di MATTEO PUCCIARELLI
Il dietrofront del teatro Manzoni: niente sala al concerto nazi-rock Il Teatro Manzoni
Niente Teatro Manzoni per il concerto neonazista fissato per il prossimo 16 dicembre a Milano. È il primo effetto sortito dopo che Repubblica ha dato notizia dell’evento. Con il direttore della struttura che fa marcia indietro e attacca gli organizzatori: «Avevamo dato l’ok all’affitto seguendo le normali procedure e fidandoci del nostro interlocutore — spiega Alessandro Arnone — poi quando abbiamo aperto il giornale siamo cascati dalle nuvole. Non ci avevano illustrato quale fosse la vera natura del raduno. Che non assolutamente è in linea con la politica del nostro teatro».
In sostanza — è la ricostruzione di Arnone — le sigle di estrema destra avevano mandato avanti il circolo culturale Excalibur, un nome “pulito” e sconosciuto ai non addetti ai lavori grazie al quale poter prenotare un teatro prestigioso, centralissimo e capiente (700 posti) senza troppi problemi. Omettendo il programma dell’iniziativa, che negli ambienti neofascisti era già stata ribattezzata come la “Woodstock nera”. Cioè un festival con ospiti le band più conosciute nei circuiti eversivi e negazionisti. «Abbiamo fatto gli approfondimenti del caso, a volte capitano delle sviste, l’importante è rimediare in qualche modo», rimarca il direttore del teatro.
Adesso resta da capire se il raduno verrà soppresso del tutto o se l’estrema destra cercherà un altro luogo sempre a Milano o nei dintorni. Per questo l’Anpi non abbassa la guardia: «Mentre chiediamo l’intervento delle istituzioni cittadine e delle autorità competenti perché questi raduni che si pongono in aperto contrasto con i principi della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza e con le leggi Scelba e Mancino vengano vietati, chiamiamo i cittadini e gli antifascisti alla massima vigilanza democratica», dice il presidente provinciale Roberto Cenati. Concetto ribadito dalla Cgil: «Milano e i milanesi devono indignarsi e pretendere che tali iniziative vengano proibite». Soddisfatto il presidente del consiglio comunale, Basilio Rizzo, perché «la decisione del Manzoni è un chiaro segnale, le mobilitazioni antifasciste hanno dato fiducia a chi intende rispettare la Costituzione e la Resistenza. Abbiamo fatto capire che in città tira un’aria nuova, sono sicuro che anche altri negheranno i propri spazi».
Già nei giorni scorsi a Milano si sarebbe dovuto tenere il Festival Boreal, una sorta di Internazionale nera; ma le pressioni della giunta comunale avevano costretto lo spostamento a Cantù. «Le diverse formazioni della galassia neofascista da tempo lottano per riconquistare uno spazio di visibilità in città», commenta il deputato pd Emanuele Fiano. Pericolo che anche stavolta sembra sventato.
(19 settembre 2013)
Dopo la denuncia del Fatto, il Teatro Manzoni annulla il concerto nazirock
Il direttore: “Non ci eravamo resi conto della natura dell'evento”, anche se dal sito era chiaro chi fossero gli organizzatori. Gioisce la galassia antifascista milanese. Ora però resta da capire se la “Woodstock nera” verrà spostata in un'altra arena o annullata
di Lorenzo Galeazzi | 19 settembre 2013
Dopo la denuncia del Fatto, il Teatro Manzoni annulla il concerto nazirock
I rocker neonazisti dovranno trovare un altro palco sul quale esibirsi. Dopo la denuncia del fattoquotidiano.it, che aveva raccolto una segnalazione dell’Osservatorio democratico, il sito dedicato al monitoraggio della destra estrema di Milano e dintorni, il Teatro Manzoni ha ingranato la retromarcia e dato il ben servito agli organizzatori della kermesse nazirock.
Doveva essere la “Woodstock nera”, “il concerto più importante dal Campo Hobbit a oggi”, appuntamento fondamentale per gli amanti della svastica e del rock estremo. E i camerati avevano deciso di fare le cose in grande: per commemorare la figura di Carlo Venturino, il fondatore della band di estrema destra Amici del Vento, scomparso 30 anni fa, avevano scelto uno dei teatri più importanti di Milano e d’Italia, il Manzoni, appunto, che dal 1978 è di proprietà della Fininvest.
Nonostante si fosse cercato fino all’ultimo di tenere segreta la location, sul sito che promuoveva l’evento c’era scritto “le indicazioni sul teatro verranno date solo a chi ha già acquistato il biglietto”, l’Osservatorio democratico era riuscito a identificare il luogo nell’arena di proprietà del gruppo Berlusconi. Contattati dal fattoquotidiano.it, in un primo momento lo staff del Manzoni si era trincerato in un “non sappiamo niente della natura dell’evento”. Ma poi, in seguito alla segnalazione di Saverio Ferrari, animatore del sito cane da guardia delle nuove destre, ripresa anche da altri organi stampa, la pressione è diventata troppo forte e così il direttore ha deciso di voltare le spalle all’adunata neonazista.
Contattato dai colleghi di Repubblica Milano, il numero uno della struttura, Alessandro Arnone, spiega la sua versione dei fatti: “Avevamo dato il via libera all’affitto fidandoci del nostro interlocutore, che non vi ha assolutamente informato della vera natura del raduno. Che non è assolutamente in linea con la politica del nostro teatro”. In realtà bastava farsi un giro sul sito promotore dell’evento per rendersi conto della sua “vera natura”. Sì, perché a differenza di altri casi nei quali i neonazisti si nascondono dietro il paravento di associazioni culturali in apparenza innocue, sul portale erano ben visibili i banner di Lealtà Azione e altre consorterie della galassia neofascista milanese. Che, vale la pena ricordarlo, non sono né Forza nuova ne qualche altro raggruppamento della destra sociale, ma gli Hammerskin, la più pericolosa formazione di teste rasate ramificata in molte città del mondo compreso il capoluogo lombardo.
Tira un sospiro di sollievo l’universo antifascista cittadino, dall’Anpi alla Cgil fino a diversi esponenti della maggioranza di centrosinistra in Comune. “Le tante mobilitazioni hanno fatto capire che in città tira un’aria nuova”, dice soddisfatto il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo al dorso locale di Repubblica. Resta però da capire se l’evento sarà annullato oppure spostato in un’altra arena. Quel che conta, per il momento, è che il salotto buono della città, seppure in ritardo, ha detto “No” all’orgoglio neonazi.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/19/dopo-denuncia-del-fatto-teatro-manzoni-annulla-concerto-nazirock/716335/
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