domenica 8 dicembre 2013

LA RIVOLTA DEI PORCONI

Per chi non l'avesse ancora capito lo sciopero minacciato domani è frutto delle menti dementi di alcuni fascisti che mascherati sotto nomi ed associazioni varie come il"movimento popolare di liberazione"cercano di sollevare un'idea nazionalista che tende a fermare tutto e a cercare un rovesciamento delle istituzioni bloccando in primis strade e attività commerciali,come si evidenzia anche da un comunicato messo a piè pagina che solo uno in grave stato confusionale non capirebbe che abbia toni di estrema destra.
Fatto sta che comunque molti,alcuni pure di sinistra,abbiano abboccato a questo ennesimo tentativo di farsi vedere e notare dai fasci del nuovo millennio,stavolta è Fogna Uova ad avere gran voce in capitolo ma sono stati prontamente pizzicati ed individuati tra i vari messaggi messi in rete.
Storicamente la destra violenta,razzista e nazionalista ha sempre cercato e talvolta avuto proseliti nelle situazioni di grave crisi economica come questa,con risultati aberranti,e la scelta della data di domani,ma che comincia stasera nei loro obiettivi,ricalca pari pari il tentativo di golpe del fascista Borghese nel 1970(vedi:http://www.contropiano.org/politica/item/20785-il-tentato-golpe-dell-8-dicembre-l-immacolata ).
L'articolo è preso da Senza Soste e da Contropiano,i fasci ci hanno provato anche stavolta e peccato che in molti ci credano che essi siano i liberatori dal giogo dei politici e del governo e che non abbiano capito che sono le mani che potrebbero strangolare ancora una volta l'Italia.
L'unico fascista buono è il fascista morto.

Forza Nuova si camuffa e cerca confusioni "rosso-brune".  
La destra fascista ha deciso di tornare in campo, ma in modo “mimetizzato”. Hanno capito che la loro presenza esplicita fa vomitare e quindi cercano di presentarsi sotto mentite spoglie. Come “cittadini qualsiasi” (“qualunque” è termine bruciato già negli anni '50 dell'altro secolo), sfruttando l'ideologia figlia delle stronzate generiche sulla “casta” che hanno gonfiato il grillismo e il vuoto immenso di idee che sotto il gridare scomposto è sempre palese.
La scadenza del “9 dicembre” - su cui abbiamo riportato ieri un documento dell'Osservatorio Democratico – al di là del più che probabile fallimento, è un caso esemplare di “mascheramento”. E, com'è normale in questi casi, si tratta di un piano ragionato a tavolino, che ha tempi lunghi di preparazione, istruzioni per l'uso indirizzate ai propri attivisti.
L'aspetto “interessante”, per chi come noi pratica il conflitto sociale, è l'ennesimo tentativo di utilizzare discorsi, ragionamenti, parole d'ordine “di sinistra” per dare una veste attendibile a un'operazione chiaramente fascista. Non è una novità (“Ordine Nuovo”, “Fronte della Gioventù”, ecc, sono solo alcune delle sigle), ma ogni volta va denunciata ex novo perché le menti malate dei fascisti partoriscono sempre dei copia-e-incolla differenti. In fondo, non richiede un grande sforzo intellettuale....
Un esempio chiarissimo è il video di presentazione che giricchia su Youtube (https://www.youtube.com/watch?v=OSgbK8ce__M), dal titolo “9 dicembre 2013 - l'italia si ferma”. Una serie di immagini tratte dalle manifestazioni del 18 e 19 ottobre, dagli scontri del 15 ottobre 2011, dei movimenti per l'acqua, persino un cartello con “difendiamo la Costituzione”, accenni rosso-bruni alquanto evidenti, camuffamento completo.
Ancora più chiare le istruzioni consegnate ai “camerati” dal consigliere comunale di Forza Nuova di Sezze, provincia di Frosinone, Roberto Reginaldi:
Nei Presidi sono in vigore, per tutti i partecipanti, 4 Regole, Rigide e assolutamente Insindacabili:
1) Nessuno stemma o maglietta o bandiera, o saluto romano, o pugno chiuso o altro simbolo politico di qualsiasi natura. SOLO ED ESCLUSIVAMENTE BANDIERE ITALIANE!Siamo tutti Cittadini Italiani del 2013! Questa Rivoluzione è la Rivoluzione dei Cittadini Italiani.
Non siamo Fascisti, non siamo Comunisti, non siamo del PDL, né del PD, né del Movimento 5 Stelle né di qualsiasi altro schieramento politico che non comprenda in sè l'intero Popolo Italiano. I Partiti Politici rappresentano la Servitù di ciò contro cui combattiamo.
Questo inoltre è necessario affinchè non vi sia alcuna possibilità di strumentalizzazione per mezzo dell'anti-fascismo, dell'anti-comunismo o di qualsiasi altro anti-qualcosa che si possa vigliaccamente utilizzare contro di noi per strumentalizzare la nostra Rivoluzione;
2) Ogni presidio, banchetto ecc. deve avere un Portavoce riconosciuto dal Coordinamento Nazionale o dai vari Coordinamenti Locali riconosciuti a loro volta dal Nazionale. Non sono autorizzati a svolgere funzione di Portavoce rappresentanti, dirigenti o anche semplici tesserati di alcun Partito o Sindacato;
3) E' fatto divieto assoluto a tutti i partecipanti di fare qualsiasi riferimento a fatti, personaggi ed epoche appartenenti al passato. La nostra è una Rivoluzione unica nella Storia e ciò che costruiremo non è mai stato realizzato da alcun Popolo nella Storia della nostra Civiltà. Siamo qui, oggi, in questo momento, qui ed ora, SIAMO IL POPOLO ITALIANO E VOGLIAMO LA LIBERTA', VERA E DEFINITIVA!!!
4) Nessun genere di violenza. Nessuna arma di alcun genere. Nessun bene (Privato o Pubblico) danneggiato, nessuna persona ferita in alcun modo, nessun lancio di oggetti di alcun genere contro le Forze dell'Ordine, nessun vandalismo di alcun tipo. Noi non siamo qui per danneggiare la collettività e la Cosa Pubblica. Noi siamo qui perchè vogliamo che questi parassiti si facciano da parte e lascino entrare il Popolo Italiano in Parlamento ad attuare il Progetto di Ristrutturazione Totale della Nazione.
Qualsiasi manifestante, poliziotto infiltrato, militare o civile, che si presenti a volto coperto e/o si faccia responsabile di danneggiamenti o di qualsiasi genere di violenza (Infami Traditori del Popolo Italiano), sarà energicamente neutralizzato dal Servizio d'Ordine e dai Cittadini Italiani, che provvederanno a bloccarlo, renderlo inoffensivo, identificarlo, pubblicarlo su Internet con Documento di Identità, Tesserino, Distintivo e volto ben visibili e consegnarlo all'Arma dei Carabinieri.
È quasi un manuale, giustificato dalla preoccupazione che l'”esuberanza” dei fascistelli si traduca nella solita parata di “saluti romani”, facendo scappare gli incauti o disinformati che casualmente si erano avvicinati alle “manifestazioni”.
Ma queste sono solo le elucubrazioni di un dirigente locale neofascista? Noo! A conferma e a chiarire giunge la dichiarazione del segretario nazionale di Forza Nuova Roberto Fiore:
"Forza Nuova aderirà alla protesta dei lavoratori italiani che inizierà la notte dell' 8 dicembre e si protrarrà attraverso una serie di manifestazioni e di blocchi in tutta Italia. Sulla scia, infatti, di ciò che avvenne due anni fa in Sicilia e in tutto il centro-sud, agricoltori, autotrasportatori, commercianti, imprenditori e disoccupati scenderanno di nuovo in piazza, a partire dall' 8 dicembre, con le loro specifiche rivendicazioni, e con alcune richieste fondamentali che saranno il comune denominatore di questa lotta: la sovranità monetaria, l' eliminazione delle accise sulla benzina e il blocco delle provvedimenti esecutivi di Equitalia. Questa protesta che passerà alla storia come la "Rivolta dell' Immacolata" sarà il primo atto di una Rivoluzione Italiana che finalmente uscirà dall' orbita dei partiti, dopo vent'anni di frustrazioni legate a Berlusconi prima e a Grillo poi." "Sarà una protesta, continua Fiore, che esploderà con la sua veemenza interclassista, sociale, per la difesa della ricchezza, delle libertà e della dignità del popolo italiano, nello stesso momento in cui con incredibile noncuranza e cinismo, il Governo programma aumenti di tasse, benzina ed Imu, in attesa dell' ulteriore mazzata dei 50 miliardi previsti per il Fiscal Compact, approvato in modo univoco da tutto il Parlamento." "Se la risposta del Governo alla "Rivolta dell' Immacolata" sarà anti sociale e repressiva, per il popolo italiano si aprirà inevitabilmente la strada della protesta ad oltranza e della sciopero fiscale. Con il suo consueto stile di forza radicale ma responsabile, Forza Nuova chiede dunque a tutti i suoi dirigenti e militanti di partecipare attivamente allo sciopero generale che inizierà nella notte dell' 8 dicembre, dando supporto senza simboli di partito, ma da Italiani orgogliosi di sventolare la bandiera della Rivoluzione."
 A parte l'inquietante riferimento all'Immacolata (era il tentato golpe di Junio Valerio Borghese l'8 dicembre del 1970) sul carattere assolutamente di destra dell'iniziativa giova citare un'assemblea tenuta in una bocciofila di Torino – di cui riferisce il sito di informazione “Nuova società” (area dell'ex sindaco del capoluogo piemontese, Diego Novelli):
E si sono ritrovati anche a Torino in una bocciofila di San Mauro. A parlare a una sala abbastanza piena è Danilo Calvani, contadino di Latina, che in questa lotta fatta di passaparola ci crede. In verità le parole di Calvani sono simili a tante altre ascoltate da chi fa del qualunquismo e del populismo un’ideologia. Non manca nulla: dalla meritocrazia ai “traditori della Costituzione”. Poi si dimentica della Carta quando, sbilanciandosi, spiega che dopo la caduta del governo ne servirà uno temporaneo che alla guida veda una figura militare.
Forse ha già in mente un futuro come conducator per il gen. Pappalardo (ex parlamentare del centro-destra) che da tempo funziona un po' come personalità di riferimento di questo mondo. Un “golpe” in piena regola, come nel Cile del 1973 o nella Grecia del 1967. Evidentemente l'immaginario del “contadino littorio” non riesce ad andare più lontano...
Tanto basterebbe per tirare le somme e considerare la questione chiusa, invitando i compagni a tenersi lontani da simili avventure ed avventurieri.
Ma qualche deficiente si trova sempre. E quindi dobbiamo evidenziare quanto andiamo illustrando da mesi, in una situazione di crisi – sociale, politica, culturale, “ideologica” in senso lato – che mette in confusione aree per fortuna ultraminoritarie. Una crisi gestita dal capitale multinazionale, che vede protagonisti attivi del governo di questo – e di molti altri paesi europei – la Troika (Bce, Fmi e Unione Europea); contro i quali si dirige giustamente e con sempre maggiore chiarezza il conflitto sociale. Questo “governo” tecno-burocratico impone tagli spesa, aumenti di tasse, licenziamenti, fallimenti, cancellazione del welfare, ecc, che vanno a colpire in primo luogo il lavoro dipendente (ormai quasi tutto in condizioni di precariato effettivo, al di là della forma contrattuale con cui sta al lavoro), pensionati, disoccupati, utenti dei servizi pubblici (dalla sanità ai trasporti). Ma colpisce anche settori clientelari, piccole rendite di posizione un tempo utilissime in chiave “anticomunista”, piccolissima imprenditoria (“padroncini”, ecc), imprese di subappalto, “uscieri della politica” locale, ecc. Strati sociali diversi, con interessi anche opposti, che reagiscono “ribellandosi” - similitudine nelle forme - per obiettivi radicalmente diversi.
Basta un semplice dato politico-programmatico per orientarsi in modo chiaro. Sulla questione dell'opposizione alla Troika e sull'uscita dall'euro, per esempio, i neofascisti dichiarati o di complemento avanzano come proposta esplicita quello del “ritorno alla lira”, alla “nazione sovrana”, quando non ai ridicoli fasti dell'”autarchia”.
Al contrario, a sinistra, chi si pone – come noi - il problema di “rompere l'Unione Europea”, si pone come obiettivo quello di avanzare verso un'alleanza (e una moneta comune) tra paesi ed economie “compatibili” fra loro; gestendo i rapporti con altre aree (e monete) su un piano di parità. Spezzando dunque il “comando oligarchico” e antidemocratico che si va costruendo a forza di “Fiscal Compact”, “Six Pack”, ecc.
Una visione apertamente internazionalista e di classe, che prende ad esempio l'Alba latino-americana, opposta e contraria ad ogni “nazionalismo” di ritorno; il quale, come ogni “ritorno” è profondamente reazionario.
Chi si avvicina alla scadenza del “9 dicembre”, insomma, non potrà questa volta dire che si tratta di un “equivoco”. Prendiamo l'esempio del cosiddetto “Movimento popolare di liberazione”, che con una nota della “segreteria nazionale” pubblicata sul proprio blog (http://sollevazione.blogspot.it/2013/11/9-dicembre-rivolta-reazionaria-di.html) invita a partecipare alla scadenza neofascista. Non avviene per un incidente di percorso, un abbaglio frutto di scarsa informazione, ma di una “strategia consapevole” di “condivisione” della piazza insieme ai fascisti. Citiamo direttamente, in modo da sgomberare il campo da ogni ambiguità semantica:
Chi come noi partecipa attivamente alla preparazione di questa mobilitazione ha potuto verificare che non si tratta solo di indignazione morale o di cieca rabbia. C'è dietro una consapevolezza tutta politica. Che vogliono coloro che scenderanno in strada? (1) cacciare il governo e farla finita coi partiti, di destra e sinistra che ci hanno accompagnato al baratro; (2) uscire dall'Unione europea, farla finita con l'euro-dittatura e tornare alla sovranità monetaria, ovvero a quella popolare e nazionale; (3) infine, e questo non è meno importante, li unisce tutti la consapevolezza che per cambiare il corso delle cose occorre una generale sollevazione popolare dal basso, che rispettando le compatibilità sistemiche resteremo sempre prigionieri.
E ancora:
Che in questo movimento che sfocerà nella mobilitazione che inizia il 9 dicembre ci siano, e per aadesso in prima linea, strati della piccola borghesia, non c'è dubbio. Che in questa polvere d'umanità massacrata dalla crisi allignino tanti pregiudizi se non proprio posizioni politiche destrorse, per noi, è chiaro. Non è vero, tuttavia, che esse siano dominanti. Alla base c'è invece un sincero comune sentire sovranista democratico
[…]
Il compito dei rivoluzionari è di stare accanto a questi settori sociali che si ribellano, di innervare questo movimento di idee a proposte adeguate. Solo da dentro, eventualmente sulle barricate, dando l'esempio di determinazione e intelligenza tattica, portando la nostra esperienza, si conquista la fiducia di chi lotta, si possono far viaggiare le idee giuste, così contrastando gli avventurieri e i demagoghi reazionari che fanno capolino.
Nessun equivoco, dunque. Qui si dice chiaro e tondo che bisogna stare nelle mobilitazioni fasciste per “spostarle a sinistra”, perché rappresenterebbero “strati popolari”. Noi pensiamo che questo modo di fare, al contrario, sia una porta spalancata per far entrare la destra “dentro la sinistra antagonista”. Ne abbiamo avuti esempi storici, e anche recenti (con il tentativo di alcuni “ex” Forza Nuova di infilarsi dentro Ross@, per dirne una). Come dimostra il video citato in apertura, questo tentativo di creare “zone grigie”, dove “antagonisti di ogni estrazione” si mescolano e confondono, è un progetto fascista consapevole e ben articolato. È la riedizione nel nuovo millennio del solito gioco da “Terza Posizione”, quel gruppo che fece da incubatore per i Nar e da cui provengono i fondatori – guarda un po' – di Forza Nuova.
Non passeranno nemmeno stavolta. L'antifascismo non è una moda culturale transitoria, ma un pilastro dell'identità rivoluzionaria e comunista. In qualsiasi angolo di questo pianeta, in qualsiasi millennio.
Dante Barontini
4 dicembre 2013

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