mercoledì 12 agosto 2009

LA LOTTA PAGA!

Il buon risultato ottenuto dai lavoratori dell'Innse deve essere da monito e da buon viatico per il prossimo autunno e per le prossime stagioni che si annunciano essere caldissime perchè quello che si è risolto stanotte è stato un nodo di un cappio che era stato messo al collo della classe operaia da parte dei padroni e del regime convinti che la crisi loro non la debbano pagare e che questo compito incomba solamente al popolo posto all'ultimo gradino della scala sociale.
Ma il popolo dopo tanti anni ha fatto un passo avanti e non uno indietro,e di passi a gambero la classe operaia non ne vuole più fare visto che ormai ha la consapevolezza che uniti si vince e che la lotta paga.
Il presidio di Via Rubattino e gli operai sulla gru hanno vinto la loro battaglia e con essi tutti gli studenti,gli appartenenti ai centri sociali e tutti quelli che hanno voluto essere solidali con la loro lotta con svariati mezzi.
Un braccio di ferro che permetterà loro di tornare a lavorare,uno dei diritti sacri che la Costituzione offre agli italiani per far sì che gli abitanti possano vivere con decenza,per far sì che le famiglie possano continuare ad esistere e continuare il proprio percorso,col rispetto e la dignità che hanno contraddistinto questi lunghi mesi di battaglia.
Nell'articolo preso da"L'Unità"di oggi suggerito da Indymedia Lombardia mi è balzato agli occhi la verità storica del segretario Fiom Cremaschi che ha detto«È frutto questo successo della lotta eccezionale dei lavoratori»perchè se stavano ad aspettare il sindacato(ormai da maggio del 2008)erano certamente spacciati:la lotta Innse ci ha insegnato che la maggioranza dei sindacati e dei sindacalisti hanno a cuore il proprio tornacono personale e basta e che la classe sindacale italiana deve essere pronta ad una svolta cambiando nomi e prospettive perchè le mani dalla firma facile complici del governo e di Confindustria si sono moltiplicate su tutti i versanti del panorama sindacale nostrano.
La lotta operaia è propria dei compagni e lo si è visto nella scorsa settimana quando una decina di fascisti forzanovisti,notoriamente dalla parte del padrone e del regime,hanno appeso uno striscione di solidarietà per gli operai in sciopero che è durato il tempo di un paio di minuti:sono letteralmente scappati come gli sbirri da stamattina,nemici della lotta di classe e simpatizzanti del padrone(essendo servi)e della dittatura.
Onore agli operai in lotta,(qui ci sono i leoni)e morte al padrone sfruttatore,al regime e a chi lo appoggia(fascisti e sbirri...qui ci sono i coglioni).
Innse, gli operai scendono dalla gru: accordo nella notte.

Gli operai della Innse che da una settimana si trovavano su una gru all'interno dello stabilimento sono scesi e hanno abbracciato i compagni e i parenti, in festa per il raggiungimento dell'accordo che permette di salvare l'azienda e i posti di lavoro.
Nell'accordo, firmato dalla Fiom-Cgil e dalla Rsu dei lavoratori della Innse di Milano, c'è la garanzia della riassunzione immediata di tutti e 49 gli operai che dal maggio del 2008 sono stati messi in mobilità e che hanno portato avanti in questi mesi la loro protesta per tornare a lavorare.
Nell'accordo, secondo quanto si apprende, sono state accolte le richieste del sindacato e dei lavoratori riguardo, oltre alla riassunzione, agli ammortizzatori sociali e al riavvio della fabbrica da settembre.
«È frutto questo successo della lotta eccezionale dei lavoratori», ha spiegato il segretario nazionale Fiom Giorgio Cremaschi.
Al termine di una seconda, interminabile giornata di trattative, è stato raggiunto l'accordo per la vendita della Innse di Milano alla cordata guidata dalla Camozzi di Brescia. Lo stabilimento non sarà smantellato e l'azienda metalmeccanica continuerà a produrre. I quattro operai che con un delegato della Fiom si trovavano da oltre una settimana su una gru all'interno della fabbrica sono scesi. La svolta è avvenuta poco dopo la mezzanotte in prefettura a Milano, sede della trattativa. È stata trovata l'intesa fra Silvano Genta, proprietario della fabbrica metalmeccanica, il gruppo di imprenditori capeggiato dalla Camozzi e la Aedes, l'immobiliare proprietaria del terreno su cui sorge lo stabilimento. La Fiom ha visto accolte le sue richieste, concordate con gli operai della Innse, su piano industriale, riassunzione dei lavoratori, ammortizzatori sociali e cassa integrazione, oltre al riavvio della produzione da settembre.
Nell'accordo, firmato dalla Fiom-Cgil e dalla Rsu, c'è la garanzia del posto per tutti e 49 gli operai che dal maggio del 2008 sono stati messi in mobilità e che hanno portato avanti in questi mesi la loro protesta. A quel punto i lavoratori hanno dato il loro assenso e messo fine alla protesta che ha attirato l'attenzione dell'intero Paese.
"Oggi è una giornata positiva per il lavoro" - ha commentato il segretario generale di Cgil Lombardia Nino Baseotto -. L'accordo raggiunto per il mantenimento e il rilancio delle attività produttive alla Innse è un successo che va ascritto alla lotta caparbia dei lavoratori ed alla mobilitazione del sindacato".
La giornata di estenuanti trattative è stata scandita dalla spola dei rappresentanti sindacali, in testa Maria Sciancati della Fiom-Cgil Milano, tra la prefettura e la fabbrica. La Camozzi aveva fatto sapere nel pomeriggio che non avrebbe portato il negoziato oltre la mezzanotte. Trovata l'intesa fra venditore e acquirente - dopo aver sciolto i nodi del prezzo e dell'ampiezza del terreno richiesto dalla nuova proprietà - tutto si è bloccato per il rifiuto degli operai. Questi ultimi chiedevano maggiori garanzie sull'occupazione e sul riavvio della fabbrica e minacciavano nuove iniziative di protesta. Alla fine tutto si è risolto per il meglio e gli operai che assieme al delegato della Fiom erano saliti per protesta su una gru otto giorni fa sono scesi a terra, provati e con la barba lunga, ma felici per la conclusione positiva della vicenda.
Nel corso della giornata i cinque si erano anche collegati, grazie a Radio popolare, con i quattro lavoratori della Cim di Marcellina (Roma), che a loro volta protestano su una torre alta 37 metri. "Il vecchio tipo di lotta, lo sciopero, non funziona più. Bisogna utilizzare nuove forme di lotta. Dobbiamo resistere. Più punti di resistenza ci sono, meglio è per tutti", ha detto un operaio della Innse al collega della Cim.

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