E'questo che è saltato fuori dopo otto anni di indagi,contro-indagini,depistaggi ed insabbiamenti,silenzi complici e dichiarazioni false,corruzione ed abusi di potere abilmente architettati da governo,digos e polizia italiana.
Il pronunciamento di Strasburgo ha finalmente fatto finire l'incubo a quel bastardo assassino di Placanica carabofascio che si sentiva oppresso e che si sentiva malissimo peggio che in carcere...e pure Gasparri portavoce del Pdl che rimarca che siano stati confermati i fatti...tra cani grossi non ci si morde e il regime italiano e la corte europea si sono lavate le mani sporche di sangue a vicenda,che schifo.
Noi non staremo di certo zitti di fronte a questo ennesimo assassinio che Carlo ha subito e chi dovrà pagarla la pagherà,chi è colpevole avrà la sua condanna che non sarà formulata nè dalla corte suprema d'Europa nè da quella italiana ma dalla giustizia del popolo partigiano.
L'articolo è tratto da Infoaut.org e traccia un profilo di giusta condanna contro la sentenza.
Carlo Giuliani è stato ucciso per legittima difesa: la corte europea di Straburgo conferma le conclusioni della magistratura italiana sulla morte di Carlo, ucciso dallo sbirro in servizio Mario Placanica durante il G8 del luglio 2001.Il carabiniere che al G8 di Genova uccise Carlo Giuliani agi' quindi"per legittima difesa" , con buona pace dei sinistri che guardano sempre all'Europa per lamentarsi di un'Italia dominata dai Berlusconi, quella stessa Europa ce impone le direttive infami che permettono ad un governo come quello italiano di licenziare in parlamento leggi disumane come quelle contenute nel famigerato "Pacchetto Sicurezza".
Secondo la sentenza della corte il militare che sparo' a Giuliani non e' ricorso a un uso eccessivo della forza, ma ha risposto a quello che ha percepito come un "reale e imminente pericolo per la sua vita e dei suoi colleghi". La Corte ha dato invece ragione ai familiari di Carlo Giuliani riconoscendo come l'Italia avrebbe dovuto svolgere un'inchiesta per stabilire se il fatto potesse essere ascrivibile a una cattiva pianificazione e gestione delle operazioni di ordine pubblico.Un colpo al cerchio, uno alla botte: in questo la Giustizia Europea è migliore di quella italiana...
Infine i giudici di Strasburgo hanno ritenuto che, a differenza di quanto sostenuto dalla famiglia Giuliani, il governo italiano abbia cooperato sufficientemente con la Corte, consentendo di condurre un appropriato esame del caso. Nessuna violazione, dunque, dell'articolo 38 della convenzione che impone agli Stati contraenti di fornire tutte le informazioni richieste dai giudici di Strasburgo. Come dire: tra comprimari non ci si pesta i piedi.Carlo era uno di noi, ed era dalla parte giusta, e lo sarebbe stato anche in futuro se un carabiniere "in servizio" non avesse messo fine alla sua giovane vita. Per la legge la sua vita vale 40.000 euro, lo ha deciso la corte dei diritti dell'uomo, uno di quei mitici organismi che sembrano al di sopra del bene e del male.
Secondo la sentenza della corte il militare che sparo' a Giuliani non e' ricorso a un uso eccessivo della forza, ma ha risposto a quello che ha percepito come un "reale e imminente pericolo per la sua vita e dei suoi colleghi". La Corte ha dato invece ragione ai familiari di Carlo Giuliani riconoscendo come l'Italia avrebbe dovuto svolgere un'inchiesta per stabilire se il fatto potesse essere ascrivibile a una cattiva pianificazione e gestione delle operazioni di ordine pubblico.Un colpo al cerchio, uno alla botte: in questo la Giustizia Europea è migliore di quella italiana...
Infine i giudici di Strasburgo hanno ritenuto che, a differenza di quanto sostenuto dalla famiglia Giuliani, il governo italiano abbia cooperato sufficientemente con la Corte, consentendo di condurre un appropriato esame del caso. Nessuna violazione, dunque, dell'articolo 38 della convenzione che impone agli Stati contraenti di fornire tutte le informazioni richieste dai giudici di Strasburgo. Come dire: tra comprimari non ci si pesta i piedi.Carlo era uno di noi, ed era dalla parte giusta, e lo sarebbe stato anche in futuro se un carabiniere "in servizio" non avesse messo fine alla sua giovane vita. Per la legge la sua vita vale 40.000 euro, lo ha deciso la corte dei diritti dell'uomo, uno di quei mitici organismi che sembrano al di sopra del bene e del male.
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