mercoledì 4 febbraio 2009

PREDICARE MALE,RAZZOLARE PEGGIO

Toh,ma guarda qui,l'ex sceriffo di Rovato anti-prostitute e anti-immigrati alla fine ha ottenuto la condanna con rito abbreviato a sei anni di carcere per un fatto accaduto nel 1999.
Roberto Manenti,ex sindaco di Rovato dal 1993 al 2002,balzato agli "onori" delle cronache per la direttiva di mantenere gli immigrati a non meno di 15 metri dalle chiese piuttosto che per le vie della cittadina dedicate ai repubblichini di Salò,è stato condannato per stupro nei confronti di un'immigrata rumena,prostituta,di 19 anni.
Qui sotto,a parte due foto del politico bresciano,una allo stato brado e nell'altra in modo da poter essere riconosciuto e "premiato"come merita in galera,l'articolo tratto da "corriere.it" in cui l'ex sindaco tanto innocente da aver chiesto il rito abbreviato con conseguente riduzione della pena si professa candidamente innocente.
Almeno ai tempi della "Sega lombarda" ci si limitava con la mano e la fantasia...da me uno che dice di essere contro qualcosa o qualcuno ma poi finisce colto in flagrante si chiama "bìgol".
A vederlo meglio sembra la copia esatta del Fulvio Lorenzetti nostrano...attenzione perchè questo mena!
Ex sindaco leghista antiprostitute:condannato per stupro.

Brescia. Sei anni per l'amministratore leghista di Rovato.Ex sindaco antiprostitute condannato per stuproRiconosciuto dalla vittima attraverso una foto sul giornale.
BRESCIA — A finire sulle pagine dei giornali, Roberto Manenti era abituato: in qualità di sindaco leghista era stato protagonista di battaglie infuocate e non prive di inventiva contro clandestinità e prostituzione. Ma è stata proprio una sua foto comparsa su un quotidiano locale a costargli una condanna a sei anni per stupro. Il gup di Verona ha condannato ieri l'ormai ex primo cittadino di Rovato, grosso centro del Bresciano, per una serie di brutali violenze di gruppo ai danni di una giovane lucciola romena, strappata ai suoi aguzzini durante una operazione contro il racket del sesso sul lago di Garda quasi dieci anni fa.«Non so neanche di che cosa mi stanno accusando, non sono stato nemmeno interrogato dal giudice»: così Manenti ha commentato ieri sera con stupore la sua condanna. Contro di lui ha pesato la denuncia di una prostituta romena che nel '99, epoca a cui risalgono i fatti, aveva 19 anni. Liberata dalle forze dell'ordine, la ragazza fece i nomi dei suoi sfruttatori, che furono arrestati e raccontò in particolare di alcune violenze di gruppo subite a ripetizione nei mesi precedenti. Nel maggio del 2000 la giovane vede su un quotidiano di Brescia la foto di Manenti, proprio in un articolo in cui si annuncia un giro di vite contro la prostituzione. «È lui uno di quelli che mi stuprava assieme ai miei aguzzini», dice risoluta la ragazza.Il fascicolo rimane fermo per anni, finché nel 2006 la procura ne chiede l'archiviazione; il gip di Verona sollecita però ulteriori indagini e si arriva così al processo di ieri, per il quale Manenti aveva scelto il rito abbreviato, procedura che dà diritto allo sconto di un terzo sulla eventuale pena. Qui la giudice Monica Sarti ha ritenuto la testimonianza della vittima sufficiente a sostenere la condanna dell'ex sindaco a 6 anni. Manenti, uscito dalla Lega da anni e oggi consigliere di minoranza a Rovato con una lista civica, non sa spiegarsi la sentenza: «Non conosco quella ragazza; la mia faccia, ai tempi, era non solo sui giornali ma anche su tutti i muri perché ero candidato alle europee per la Lega. Chiunque avrebbe potuto prendermi di mira e forse qualcuno me l'ha voluta far pagare per le mie battaglie politiche».L'ex sindaco aveva anticipato a modo suo la stagione delle ordinanze «creative», proibendo ad esempio ai musulmani di avvicinarsi alle chiese, stabilendo multe per chi esercitava la prostituzione sul territorio comunale di Rovato o intitolando una piazza ai caduti della Rsi. «È una condanna che si spiega solo come vendetta politica verso il personaggio — concorda il suo avvocato, Filippo Cocchetti — e sotto la spinta mediatica dei fatti degli ultimi giorni in materia di violenze sessuali. A carico di Manenti infatti non c'è uno straccio né di prova né di indizio, se non la denuncia della vittima che risale a dieci anni fa».
Claudio Del Frate 04 febbraio 2009.

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