mercoledì 18 febbraio 2009

LA STORIA NON SI RISCRIVE-ORDINE DEL TRICOLORE

Sta entrando nel vivo la polemica suscitata dall'ignobile proposta di legge 1630 (pdf) che di fatto equipara i partigiani ed i deportati ai repubblichini fascisti di Salò.
In primis l'ANPI,l'associazione nazionale partigiana italiani,è esplosa in polemiche a ragione visto che la pdl(proposta di legge)non è solo un tentativo revisionistico della storia della seconda guerra mondiale e della successiva stesura della Costituzione Italiana,ma è pure un becero tentativo di riabilitazione di chi ha obbedito al credo nazifascista che ha fatto sprofondare l'Italia nel secondo conflitto mondiale con i risultati noti a tutti.
L'unico e solo fatto positivo di questa guerra è stata la Resistenza che ha accomunato partigiani provenienti da diversi credi politici,soprattutto di sinistra ma pure cattolici,uniti dallo spirito di sacrificio per un bene collettivo che si chiama libertà.
A parte il titolo "Ordine del tricolore" che somiglia troppo ad "Ordine nuovo" o ad una sigla massonica,ci sono anche i 200 Euro annuali e l'onoreficenza che dovrebbero finire nelle tasche di chi alla democrazia ha rinunciato aderendo al nazifascismo,che della democrazia è l'antitesi.
Questa pdl è una vergogna che può essere nata solo da questo cancrenoso regime ed ogni tentativo di far abrogare questo parto di menti malate deve avere la solidarietà e l'appoggio di tutti noi!
Di seguito l'articolo preso dal "L'Unità" citato dal sito Antifa.
«La storia non si riscrive»
L’Anpi contro la proposta di legge revisionista ·
10 febbraio.L'Unità di Luca del Fra.
I partigiani fanno sentire la loro voce forte e chiara nella polemica sulla proposta di legge 1630 (pdf):lo hanno fatto con un’assemblea ieri mattina al Teatro Italia di Roma indetta dall'Anpi, con tanta gente e un numero insperato di giovani...Presentato il 23 giugno del 2008, giunto in Parlamento tra lepolemiche, il provvedimento vorrebbe istituire un ordine del tricolore per i reduci della guerra 1940–1945. Partigiani e repubblichini assieme, tutti insigniti di un cavalierato revisionista all'insegna di una grottesca pacificazione, che i 42 firmatari della 1630, per lo più parlamentari di centrodestra, sperano di far digerire ai partigiani con una prebenda di 200 euro l'anno.
Ma certe cose non sono in vendita: netto il no dei partigiani, el'iniziativa cui hanno aderito Partito Democratico, RifondazioneComunista, Comunisti Italiani, Rete Antifascista Metropolitana, cioè i centri sociali e anche l’Unione di Centro, è stato un modo per manifestarlo. Ad aprire i lavori Massimo Rendina, presidente dell'Anpi di Roma e Lazio, che ha subito lanciato la proposta di un coordinamento delle forze di opposizione nel Lazio offrendo la sede dell'Associazione come casa per riunirsi. Gli interventi che si sono susseguiti, infatti, hanno tutti puntualizzato come questa legge sia parte di un disegno più ampio per scardinare la democrazia e le sue regole.
Il disegno a fianco agli stendardi azzurri dell'Anpi, con effigiate le medaglie d'oro, Paolo Masini, consigliere comunale del Pd, ha ricordato il cruento scontro istituzionale tra il primo ministro e il Presidente della Repubblica sul caso Eluana. I ragazzi dell'Onda, senza dimenticare come parte dell'informazione abbia cercato di far passare l'aggressione fascista a Piazza Navona dell'ottobre scorso per una rissa tra studenti, hanno sottolineato che nelle scuole primarie si sta applicando il testo unico Gelmini che riporta la scuola indietro di decenni. Da parte sua il segretario regionale del Pdci, Fabio Nobile, ha posto l'accento sul decreto sicurezza e sull'obbligo per i medici di denunciare i clandestini che chiedono cure. Messaggi di solidarietà sono arrivati del governatore della Provincia di Roma Nicola Zingaretti e dagli ex Presidenti della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi e Oscar Luigi Scalfaro. In particolare quest'ultimo ha voluto chiarire nelle sue righe come un provvedimento come la legge 1630 non «onorerebbe lamemoria neanche dei repubblichini in buona fede».
Un nuovo Cln.
Falsificare la storia, equiparare chi ha combattuto per la libertà con chi la voleva soffocare, ha ribadito nella conclusione Armando Cossutta, è parte di un progetto contro la democrazia. Un attacco a cui rispondere «ritrovando lo spirito del Cln», così Rendina, quel Comitato di Liberazione Nazionale che dal 1943 vide uniti partiti di matrice diversa per affrontare il fascismo: qualcosa in fin dei conti non lontano da questa iniziativa che ha visto coinvolti dai centri sociali della Ram all'UdC:miracoli che ancora riescono ai partigiani.

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