Ecco come da promesso nei giorni passati quando si parlò degli applausi insanguinati dei sindacalisti sbirreschi ai tre dei quattro assassini di Federico Aldrovandi,la storia della morte di Riccardo Magherini,sulle cui cause del decesso si sta indagando tutt'ora,decesso avvenuto dopo un intervento dei carabinieri arrivati per bloccarlo mentre era in preda a deliri dovuti all'assunzione si pensa di cocaina.
L'articolo preso da Infoaut(http://www.infoaut.org/index.php/blog/varie/item/11521-caso-magherini-un-altro-omicidio-di-stato )ha delle foto della salma di Riccardo ed i lividi presenti su di essi portano alla memoria di Stefano Sandri e di Marcello Lonzi,con tutto il corpo ricoperto da segni di evidente aggressione fisica avvenuta dai carabinieri che lo hanno pestato a morte.
Come sempre la giustizia avrà il suo corso ben indottrinato dai poteri forti dello Stato,ed il tutto credo si possa risolvere come una morte per arresto cardiaco dovuta all'assunzione di stupefacenti come da copione scritto e riscritto nelle vergognose pagine del grande libro degli abusi della polizia italiana(in questo caso i colleghi carabinieri).
Questo episodio,oltre a ricordare i due sovracitati,ricorda fedelmente anche quello di Riccardo Rasman(http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2010/06/omicidio-di-stato.html )che venne messo in posizione coercitiva,ovvero schiacciato da più persone per immobilizzarlo e che ha avuto come conseguenza in entrambi la morte dei due uomini.
Caso Magherini, un altro omicidio di Stato.
Di nuovo le foto di un corpo straziato sbattute sulla grande rete, sulle pagine
dei giornali, ad affiorare dai tablet dei pendolari, sugli schermi dei tg di
prima serata. La decisione estrema di una famiglia di fronte all'atroce
incredulità di chi dovrebbe indagare sulle ragioni di quella morte.
Come furono costrette a fare Ilaria Cucchi, Patrizia Adrovandi, Lucia Uva, e
altre donne, oggi è Andrea Magherini, fratello di Riccardo, a mostrare le immagini dell'ex calciatore morto il 3
marzo a Borgo San Frediano, a Firenze, dopo essere stato bloccato dai
carabinieri in seguito a una crisi di panico, secondo la procura provocata
dall'assunzione di cocaina. Secondo alcune testimonianze, due dei quattro
carabinieri intervenuti avrebbero dato dei calci a Magherini mentre era a terra,
ammanettato a faccia in giù, con le braccia dietro la schiena e a torso nudo. I
video e le foto sono appena stati presentati in Senato in una conferenza con
Luigi Manconi e Fabio Anselmo, appena nominato legale della famiglia. Sono le
immagini e le voci di un fermo violento in una strada di Firenze. La vittima che
grida ripetutamente aiuto. I carabinieri su di lui, le manette ai polsi,
l'ambulanza senza un medico.Ma perché pubblicare foto così crude? Perché partecipare - involontariamente, certo - alla spettacolarizzazione indotta dal modo di fluire della comunicazione? Per inceppare il meccanismo scattato immediatamente dopo la morte di Magherini. Manconi si riferisce a lui e a uomini morti in questo modo come persone dalla «doppia morte», uccise dalla morte violenta e poi uccise con un'operazione di riscrittura della propria biografia, «enfatizzando o inventando elementi che possano compiere l'opera di degradazione della vittima». Ecco perché Popoff pubblica le foto dell'autopsia di Riccardo Magherini, sebbene sia stata condotta in modo «così approssimativo e superficiale», dice ancora Manconi, da dover essere ripetuta quanto prima. Anche questo fa parte di quella costruzione della verità putativa iniziata con indagini avviate dagli stessi carabinieri coinvolti nei fatti di quella sera. E proseguita poche ore dopo con giornalisti compiacenti che riportavano testimonianze anonime che descrivevano un contegno quasi non violento dei carabinieri.
Testimoni che ci hanno messo la faccia, nome e cognome, infatti, hanno visto i calci durante la fase dell'arresto. Manconi, che ha promosso la conferenza stampa assieme ad altri parlamentari, è convinto che gli atti visibili nel filmato siano sicuramente illegali, «l'atto del contenere non prevede quello che abbiamo potuto vedere». Ci sono vincoli e limiti. «E ci sarebbe anche un codice etico europeo che prevede che le indagini non siano gestite dal corpo di polizia coinvolto nella vicenda - ricorda Fabio Anselmo - tantomeno che le facciano gli stessi uomini coinvolti. Se quella scena fosse stata interpretata da quattro civili (il codice lo prevede) sarebbero già indagati per omicidio, quantomeno preterintenzionale». Altro che morte da cocaina com'è stato dettato ai giornali fiorentini. «Abbiamo visto scenari terribilmente simili in altri casi», ricorda Fabio Anselmo di fronte a Ilaria Cucchi, Claudia Budroni e Rudra Bianzino seduti tra il pubblico. Il rischio è che spuntino anche in questa storia (come fu tentato per Aldrovandi) ipotesi come la Excited delirium syndrome, e adoperare la cocaina «per marchiare il morto».
da PopOff
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