Favia,il consigliere regionale dell'Emilia Romagna che è risultato il più votato tra i canditati di M5stelle,dopo aver asserito che all'interno del proprio gruppo non esisteva la democrazia adducendo al comico il ruolo di padre padrone,è stato cacciato in mala maniera così come la Salsi,consigliere comunale di Bologna.
Beppe Grillo,che afferma che chi osa far domande e si pone problemi sulla questione democrazia all'interno del M5stelle"va fuori dalle balle",è reduce dalle sue parlamentarie(http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2012/12/il-porcellum-e-il-casaleggium.html )dove un rigido regolamento ha fatto di questa sorta di primarie un voto riservato ad una setta ristrettissima di persone.
Rispolvero per l'occasione,per chi ancora non ha capito chi si celi dietro al personaggio mediatico,chi sia realmente e che cosa voglia l'ennesimo pagliaccio che da comico è entrato in politica:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2009/07/entomologia-politica.html .
L'articolo è preso dal sito"L'Occidentale.it"(http://www.loccidentale.it/node/120042 ).
L'editto di Beppe
Grillo caccia Salsi e Favia: "Non associno più i loro nomi al M5S".
12 Dicembre 2012
“Siamo in una guerra. Siamo con l'elmetto, così come siamo partiti. Chi è dentro il Movimento Cinque Stelle e non condivide questi significati e fa domande su domande e si pone problemi della democrazia del Movimento va fuori! Va fuori dal Movimento. Non lo obbliga nessuno. E andranno fuori”. Inequivocabile Beppe Grillo, ieri, dalle pagine del suo blog.
Un giorno dopo, oggi, la fatwa contro i due consiglieri - rispettivamente al comune di Bologna e in Emilia-Romagna, ndr - dissidenti, sempre dalle colonne del suo blog: "A Federica Salsi e Giovanni Favia è ritirato l'utilizzo del logo del Movimento 5 Stelle. Li prego di astenersi per il futuro a qualificare la loro azione politica con riferimento al M5S o alla mia figura. Gli auguro di continuare la loro brillante attività di consiglieri”. Insomma, il conflitto interno non è ammesso. Men che meno un processo politico in grado di creare elementari standard di democratizzazione all'interno del Movimento medesimo.
Le reazioni dei due 'epurati' non si sono fatte attendere: “Il dissenso non è concepito all'interno del Movimento”, ha affermato Federica Salsi ad Affaritaliani.it. Dal consigliere, poi, un’ulteriore stoccata: “Paradossalmente i partiti, con tutti i disastri che hanno arrecato a questo Paese, sono più controllabili dai cittadini di quanto lo siano Grillo e Casaleggio", le sue parole.
Anche Giovanni Favia, dal suo profilo Facebook, ha voluto testimoniare il suo sdegno nei confronti della decisione del conducator genovese: “Ci siamo messi in marcia in migliaia, in questi anni, per cambiare il paese. Rinnovare la sua cultura politica, marcita in decenni di scempio della cosa pubblica". E ancora, non pago: "Armati di tanto coraggio e buona volontà, abbiamo messo al centro etica e spirito di servizio, ottenendo nelle istituzioni risultati incredibili. Gli interessi privati, i personalismi, la verticalità organizzativa, la fede messianica in un leader, non sono mai state nel nostro DNA, non sono ma state i nostri semi. Accettare una deriva di questo tipo significherebbe arrendersi. E noi invece non ci arrendiamo mai".
''Siamo all'inizio del crollo'', il commento di Valentino Tavolazzi, primo attivista del Movimento Cinque Stelle a essere epurato dalle purghe grilline. Una frasa iniziata “il 5 marzo 2012'', ha tenuto a ribadire Tavolazzi, ricordando la data della sua, di scomunica.
Che brutta fine, caro Beppe. Ti preferivamo di gran lunga ai tempi di Fantastico. Quando eri tu, a tuonare. E, soprattutto, quando eri tu a essere epurato. Ricordi?
Un giorno dopo, oggi, la fatwa contro i due consiglieri - rispettivamente al comune di Bologna e in Emilia-Romagna, ndr - dissidenti, sempre dalle colonne del suo blog: "A Federica Salsi e Giovanni Favia è ritirato l'utilizzo del logo del Movimento 5 Stelle. Li prego di astenersi per il futuro a qualificare la loro azione politica con riferimento al M5S o alla mia figura. Gli auguro di continuare la loro brillante attività di consiglieri”. Insomma, il conflitto interno non è ammesso. Men che meno un processo politico in grado di creare elementari standard di democratizzazione all'interno del Movimento medesimo.
Le reazioni dei due 'epurati' non si sono fatte attendere: “Il dissenso non è concepito all'interno del Movimento”, ha affermato Federica Salsi ad Affaritaliani.it. Dal consigliere, poi, un’ulteriore stoccata: “Paradossalmente i partiti, con tutti i disastri che hanno arrecato a questo Paese, sono più controllabili dai cittadini di quanto lo siano Grillo e Casaleggio", le sue parole.
Anche Giovanni Favia, dal suo profilo Facebook, ha voluto testimoniare il suo sdegno nei confronti della decisione del conducator genovese: “Ci siamo messi in marcia in migliaia, in questi anni, per cambiare il paese. Rinnovare la sua cultura politica, marcita in decenni di scempio della cosa pubblica". E ancora, non pago: "Armati di tanto coraggio e buona volontà, abbiamo messo al centro etica e spirito di servizio, ottenendo nelle istituzioni risultati incredibili. Gli interessi privati, i personalismi, la verticalità organizzativa, la fede messianica in un leader, non sono mai state nel nostro DNA, non sono ma state i nostri semi. Accettare una deriva di questo tipo significherebbe arrendersi. E noi invece non ci arrendiamo mai".
''Siamo all'inizio del crollo'', il commento di Valentino Tavolazzi, primo attivista del Movimento Cinque Stelle a essere epurato dalle purghe grilline. Una frasa iniziata “il 5 marzo 2012'', ha tenuto a ribadire Tavolazzi, ricordando la data della sua, di scomunica.
Che brutta fine, caro Beppe. Ti preferivamo di gran lunga ai tempi di Fantastico. Quando eri tu, a tuonare. E, soprattutto, quando eri tu a essere epurato. Ricordi?
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