mercoledì 15 maggio 2013

L'ASKE GUNEA DI ONDARROA

Si è conclusa stamattina presto dopo giorni di resistenza popolare il tentativo di non far arrestare la compagna Urtza Alkorta,accusata dallo stato spagnolo di collaborare con l'Eta,che difesa da centinaia di persone nella città basca di Ondarroa ha passato le sue ultime ore di libertà dietro un muro umano di amici,parenti e militanti.
Gia lo scorso mese a San Sebastian(http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2013/04/lillegalizzazione-sistematica-delle.html )un altro spazio liberato,l'aske gunea del titolo del post preso da Contropiano a firma di Marco Santopadre(http://www.contropiano.org/esteri/item/16582-paese-basco-la-solidarietà-contro-la-violenza ),aveva scaldato la città capoluogo della Gipuzkoa insorta a difesa di sei ragazzi.
Questa disobbedienza civile di giovani,anziani,studenti e operai,è caratterizzata dalla resistenza passiva che i torturatori dell'ertzaintza riescono a sfollare a suon di calci,pungi e manganellate con la minaccia di arresti e denunce.
Il video sotto riassume gli ultimi minuti di libertà della militante basca prima che i porci neri con i caschi rossi la strappino dai suoi parenti ed amici:l'augurio è quello di vederla al più presto libera assieme alle centinaia di cittadini baschi imprigionati per tutta la Spagna e la Francia solo per motivi politici.
Jo ta ke irabazi arte!Borroka da bide bakarra!

Paese Basco. La solidarietà contro la violenza.

Stamattina all’alba centinaia di poliziotti hanno assaltato il piccolo comune basco di Ondarroa. A riceverli, per evitare l’arresto di un’attivista, centinaia di persone. Un braccio di ferro durato tre ore.

Sono arrivate questa mattina alle sette, una trentina di camionette della polizia autonoma basca accompagnate da varie jeep e autopattuglie. Erano venuti più volte negli ultimi sei giorni, per arrestare la giovane Urtza Alkorta, nei confronti della quale i tribunali spagnoli hanno spiccato un mandato di cattura per "collaborazione con l’ETA". Ma finora non avevano neanche tentato veramente di portarla via. Tra loro e l’attivista indipendentista c’erano centinaia di giovani e anziani, militanti e semplici cittadini, pronti a frapporsi tra l’Ertzaintza e la ragazza di Ondarroa per impedirne l’arresto. Il loro nome significa ‘protettori del popolo’, ma la gente li chiama Zipaios. Una versione basca dei Sepoys, gli indiani che prestavano servizio nelle truppe ausiliarie al servizio dell’impero britannico contro il proprio stesso popolo nel subcontinente indiano prima dell’indipendenza di Nuova Delhi.
Nei giorni scorsi avevano più volte fatto marcia indietro, creando non pochi problemi d’immagine e credibilità al Partito Nazionalista Basco, da sempre garanzia di “ordine” e “stabilità” nella regione.
Questa mattina hanno invece ‘finalmente’ ricevuto l’ordine di portarsi via Urtza, costi quel che costi. Sono arrivati in forze, come un esercito di occupazione, hanno completamente circondato Ondarroa, piccolo comune della costa basca mobilitato ininterrottamente ormai dall’inizio della scorsa settimana. Ed hanno letteralmente assaltato il centro della cittadina distribuendo manganellate a destra e a manca. Nonostante l’ora e la pioggia battente in piazza c’erano già centinaia di persone a fare scudo alla ‘ricercata’. In moltissimi avevano dormito in piazza, attorno alla ragazza, pronti a resistere. Molti altri, richiamati anche dalle località vicine, sono accorsi al potente suono della sirena del porto, che nell’ultima settimana ha scandito i momenti più critici del braccio di ferro. Per prima cosa, inascoltati, gli Ertzainas hanno intimato ai presenti di abbandonare la piazza centrale del paese, la Alameda, altrimenti sarebbero scattate denunce e fermi. Inascoltati, hanno poi proceduto a sgomberare la grande tenda montata nei giorni scorsi a rappresentare l’Aske Gunea, lo “spazio liberato’ organizzato all’insegna del movimento per la disobbedienza civile e la resistenza passiva.
Per quasi tre ore i poliziotti, passamontagna calato e manganello alla mano, hanno faticato assai per trascinare via uno a uno centinaia di giovani e vecchi combattenti che si sono ammassati sul ponte pedonale attorno a Urtza Alkorta, rendendo ancora più lunghe e difficili le operazioni di sgombero rispetto a quanto era già avvenuto alcune settimane fa nel centro di Donostia, quando per la prima volta la polizia si era trovata davanti un incredibile ‘muro umano’ di gente solidale con 6 giovani attivisti ricercati.
Tra gli ‘anonimi’ attivisti impegnati a difendere Urtza anche vari parlamentari della sinistra indipendentista. La scrittrice Laura Mintegi e Maribi Ugarteburu non sono state affatto trattate con i guanti dagli agenti incappucciati, che anzi le hanno minacciate di arresto se non si fossero tolte di mezzo, mentre a centinaia gridavano ‘Urtza, il popolo è con te” oppure ‘Assassini’, ‘torturatori' e "avete ammazzato Inigo Cabacas" nei confronti dei forsennati agenti.
Nonostante l’atteggiamento pacifico e passivo degli attivisti, in molti sono stati trascinati via in maniera brutale, manganellati e presi a pugni e a calci. Soprattutto nelle ultimi fasi dello sgombero dei manifestanti dal ponte. La stessa Urtza Alkorta ha chiesto ai poliziotti di smettere di picchiare i suoi compagni, visto che ormai l'avevano raggiunta. Erano le 10 di questa mattina quando gli Ertzainas l'hanno caricata su una camionetta e se la sono portata via tra gli slogan di riprovazione e i fischi degli abitanti di Ondarroa.
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