mercoledì 27 giugno 2012

TIRA DI PIU' UN PELO DI FIGA CHE UN CARRO DI BUOI

L'articolo di oggi è preso da Don Zauker,e chi conosce la fonte sa che sarà un pezzo ironico che toccherà sullo scherzoso un tema molto importante in Italia,ovvero la professionalità dei giornalisti che è sempre più messa in discussione,almeno quella di molti di quelli italiani al punto che c'è chi vorrebbe l'abolizione dell'ordine dei giornalisti stessi.
Un tema che fa discutere e anche se l'idea è molto etremista c'è da dire che,senza parlando di leccaculo modello Libero o Il Giornale,molti"professionisti"cadono spesso nell'orrido:qui è proposto l'esempio del sito on-line del Corriere della Sera diretto da De Bortoli che da un pò di tempo sembra quello di Novella 2000(se esiste ancora)piuttosto di rappresentare un quotidiano tra i più venduti in Italia.
Si vede che le notizie della Minetti interessano di più di quelle di cronaca o di cultura,d'altronde più che in altri paesi in Italia tira di più un pelo di figa che un carro di buoi.

Nuovi corsari.

Dopo diversi anni passati all’estero ho forse finalmente capito una cosa: dell’Italia si può criticare tutto, spesso a ragione, dall’ignoranza alla corruzione al malaffare, alla chiesa al traffico, all’ignoranza (già detto, ma vale la pena ribadire). Ma in cucina non ci batte nessuno.
Hai voglia a provare con frites, moussaka, burger, pudding, goulash* e simili, ma tutti vi confermeranno che i manicaretti**, i sofficini*** e le bevande**** delle Vs. mamme sono di un altro livello. Sia chiaro però: a parte il talento, l’estro e gli ingredienti, un buon risultato ai fornelli si può ottenere solo con gli adeguati strumenti. E, guarda caso, anche i nostri tegami® non temono alcun confronto. Inoltre, già che ci troviamo a spezzare lance a favore di questo bistrattato paese, l’Italia ha dato i natali a giornalisti di statura eccelsa come Biagi, Montanelli, Serao e tanti altri. E, secondo voi, cosa succederebbe se si provasse per una volta a combinare queste eccellenze?
Presto detto.
Il maggiore quotidiano italiano (non di colore rosa) è diretto da un giornalista che, già una decina d’anni fa, si dimise dalla direzione per protesta contro le pressioni di un governo invadente, dichiarando che “l’impressione è che vogliano un’informazione vassalla”. Poi però decise di ritornare sui suoi passi dopo che lo stesso governo vinse con una maggioranza bulgara (a proposito d’ignoranza) le successive elezioni, chiaro segnale che le pressioni sulla stampa sarebbero diminuite. Ebbene, ormai da diverso tempo il sito web del suo giornale, sotto la sua illuminata direzione, ha intrapreso un’appassionata campagna per la valorizzazione di una delle migliori eccellenze del Made in Italy. E per giunta in maniera del tutto scollegata dall’ormai defunto (forse) governo bulgaro e dalle sue magagne legali! Ecco quindi susseguirsi, con cadenza fissa, un florilegio di perle di giornalismo quali:
“La Minetti diserta Pitti. E resta a Milano”, “Nicole Minetti shopping sportiva”, “Le scarpe borchiate della Minetti” (legato al servizio “Tra le star scoppia la moda della borchia”, perché lei è sì star, ma brodo®), “L’abitino estivo (e scollato) di Nicole Minetti”, “Minetti, leggings e occhiali a specchio per la bella consigliera”, “Minetti e il look scaccia-crisi”, “Nicole Minetti e gli sguardi dei passanti”, “Nicole e il chirurgo dei vip”, “Cortina, anche la Minetti in vacanza”, “Nicole Minetti pilota di rally”, “Quella T-shirt della Minetti”, “La svolta mistica di Nicole Minetti”, “La T-shirt della Minetti” (perché quella era “quella”, questa è “la”), “Nicole in aula, con crocifisso” e l’ultima perla, fresca di giornata: “Duetto Corona-Minetti al piano bar”.
Oltre a comparsate in numerosi approfondimenti quali ad esempio “Poncho, che passione” e “Donne (vip) al volante”.
Poco importa che la signorina sia stata eletta in una lista depositata con firme false, che sia stata raccomandata da un prete bancarottiere e probabilmente puttaniere, che sia sotto processo per favoreggiamento della prostituzione minorile, che sia gonfia di plastica come una tartaruga nel Pacifico, che percepisca uno stipendio pubblico folle per le sue insulse qualifiche.
Quando si parla di giornalismo vero, non ci si può fermare a invidie e gelosie di basso livello ma bisogna anzi puntare il più in alto possibile, magari seguendo le orme dei maestri che prima di noi hanno reso grande un giornale.
Ecco, in questi casi pensiamo che il buon DeBortoli si ispiri molto più a un Giorgio Mastrota che non a un Pasolini e ai sui Scritti Corsari.
Trattandosi di tegami.

Santrine e Paguri.

*ammamm’t
**manicotti
***soffocotti
****chinotti

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