Ora questo ragazzo di venticinque anni,arrestato di passaggio ad un checkpoint da Gaza alla Cisgiordania nonostante un regolare permesso,è da tre mesi in sciopero della fame e le sue condizioni sono sempre più critiche,e vuoi la kermesse degli europei o una maggior diffusione della notizia,di Sarsak ora se ne parla e parecchio.
Personaggi legati al calcio ma anche allo spettacolo e all'arte hanno fatto da megafono alla Palestina intera e ai familiari,compagni di squadra ed amici di Mahmoud e ai loro proclami di una pronta scarcerazione,cosa che con i dovuti scongiuri dovrebbe avvenire il prossimo mese:articolo preso da Indymedia cui aggiungo un link di Senza Soste:http://www.senzasoste.it/calcio/mahmoud-sarsak-continua-lo-sciopero-della-fame-in-carcere-cantona-al-suo-fianco .
Cresce la campagna per la liberazione del calciatore palestinese Sarsak. E girano le prime voci di una possibile liberazione.
Mahmoud Sarsak, ragazzo di 25 anni, membro della nazionale di calcio palestinese, è giunto ormai a 90 giorni di sciopero della fame. In questo periodo ha perso circa 30kg e affronta concretamente la possibilità della morte.
Lo sciopero è iniziato lo scorso 19 marzo, inserendosi nella cornice della protesta dei prigionieri politici palestinesi, per protestare contro la propria reclusione ed ottenere la libertà.
Sarsak è stato arrestato tre anni fa, il 22 luglio 2009, dalle forze di occupazione israeliane al checkpoint di Erez. L'allora ventiduenne stava viaggiando da Gaza verso la Cisgiordania per andare a giocare una partita di calcio nel campo profughi di Balata. Aveva un regolare permesso. Ma ciò, come spesso accade, non è bastato affinché Sarsak passasse incolume il controllo dei militari israeliani.
Dopo un periodo di 30 giorni in cui è stato sottoposto a duri interrogatori (secondo un rapporto di Amnesty International “è stato legato ad una sedia e costretto a rimanere seduto per lunghe ore, con le braccia legate dietro la schiena e ad un palo fissato al pavimento – una pratica denominata 'shabeh'”) è cominciato il calvario della “detenzione amministrativa”.
Sotto questa forma di detenzione la persona arrestata può essere trattenuta a tempo indefinito senza essere formalmente accusata di nulla e senza essere sottoposta a processo.
Nelle ultime settimane è stata lanciata una campagna di solidarietà con Sarsak, per cercare di ottenerne la scarcerazione e il trasferimento in un ospedale civile, viste le precarie condizioni di salute.
Iniziative a sostegno della campagna si sono tenute in tutt'Europa, da Parigi a Londra a Roma. Diversi esponenti del mondo del calcio, alcuni di primissimo piano (Eric Cantona, ad esempio) hanno sottoscritto e promosso appelli per la liberazione di Sarsak.
Frédéric Oumar Kanouté
L'ultima in ordine di tempo è un'iniziativa di Kanoutè, giocatore maliano fino al mese scorso sotto contratto con il Sevilla (club spagnolo), che già aveva mostrato di avere a cuore la questione palestinese quando il 7 gennaio del 2009, mentre era in corso l'operazione israeliana “Piombo fuso” contro Gaza (che ha causato più di 1440 morti), durante una partita della Copa del Rey mostrò una maglietta in sostegno al popolo palestinese. L'appello per la liberazione di Sarsak, “in nome della solidarietà sportiva” in bella mostra sul suo sito, è stato sottoscritto anche da altri calciatori e sportivi, tra cui i nomi che spiccano sono certamente quello di Anelka (ex attaccante della nazionale francese e del Chelsea), Ba (attaccante del Newcastle), Sissoko (ex Juventus ed attualmente al Paris Saint Germain) e Niang (ex Olympique Marsiglia e Fenerbhace)
Ieri è girata la notizia che le autorità israeliane avrebbero alla fine ceduto ed avrebbero dichiarato che Sarsak sarà liberato il prossimo 15 luglio. Sarebbe una notizia veramente bella. Per Mahmoud ma anche per tutti quelli che si sono impegnati nella campagna di solidarietà. E dimostrerebbe la forza della solidarietà internazionale, l'utilità delle campagne che ci impegniamo, nel nostro piccolo, a portare avanti ogni giorno. Ma il condizionale per ora è d'obbligo. Purtroppo non c'è ancora alcuna conferma ufficiale. Continuiamo a tenere viva la speranza. Ben sapendo che coltivarla significa agire. Cominciando dal boicottare i prossimi europei under 21 di calcio che la FIFA ha deciso che si terranno in Israele nel 2013.
Libertà per Sarsak e per tutti i prigionieri politici palestinesi!
Palestina libera!
Per approfondire la storia di Mahmoud Sarsak: Addamer (english)
Intervista ai familiari di Sarsak
www.caunapoli.org
Lo sciopero è iniziato lo scorso 19 marzo, inserendosi nella cornice della protesta dei prigionieri politici palestinesi, per protestare contro la propria reclusione ed ottenere la libertà.
Sarsak è stato arrestato tre anni fa, il 22 luglio 2009, dalle forze di occupazione israeliane al checkpoint di Erez. L'allora ventiduenne stava viaggiando da Gaza verso la Cisgiordania per andare a giocare una partita di calcio nel campo profughi di Balata. Aveva un regolare permesso. Ma ciò, come spesso accade, non è bastato affinché Sarsak passasse incolume il controllo dei militari israeliani.
Dopo un periodo di 30 giorni in cui è stato sottoposto a duri interrogatori (secondo un rapporto di Amnesty International “è stato legato ad una sedia e costretto a rimanere seduto per lunghe ore, con le braccia legate dietro la schiena e ad un palo fissato al pavimento – una pratica denominata 'shabeh'”) è cominciato il calvario della “detenzione amministrativa”.
Sotto questa forma di detenzione la persona arrestata può essere trattenuta a tempo indefinito senza essere formalmente accusata di nulla e senza essere sottoposta a processo.
Nelle ultime settimane è stata lanciata una campagna di solidarietà con Sarsak, per cercare di ottenerne la scarcerazione e il trasferimento in un ospedale civile, viste le precarie condizioni di salute.
Iniziative a sostegno della campagna si sono tenute in tutt'Europa, da Parigi a Londra a Roma. Diversi esponenti del mondo del calcio, alcuni di primissimo piano (Eric Cantona, ad esempio) hanno sottoscritto e promosso appelli per la liberazione di Sarsak.
Frédéric Oumar Kanouté
L'ultima in ordine di tempo è un'iniziativa di Kanoutè, giocatore maliano fino al mese scorso sotto contratto con il Sevilla (club spagnolo), che già aveva mostrato di avere a cuore la questione palestinese quando il 7 gennaio del 2009, mentre era in corso l'operazione israeliana “Piombo fuso” contro Gaza (che ha causato più di 1440 morti), durante una partita della Copa del Rey mostrò una maglietta in sostegno al popolo palestinese. L'appello per la liberazione di Sarsak, “in nome della solidarietà sportiva” in bella mostra sul suo sito, è stato sottoscritto anche da altri calciatori e sportivi, tra cui i nomi che spiccano sono certamente quello di Anelka (ex attaccante della nazionale francese e del Chelsea), Ba (attaccante del Newcastle), Sissoko (ex Juventus ed attualmente al Paris Saint Germain) e Niang (ex Olympique Marsiglia e Fenerbhace)
Ieri è girata la notizia che le autorità israeliane avrebbero alla fine ceduto ed avrebbero dichiarato che Sarsak sarà liberato il prossimo 15 luglio. Sarebbe una notizia veramente bella. Per Mahmoud ma anche per tutti quelli che si sono impegnati nella campagna di solidarietà. E dimostrerebbe la forza della solidarietà internazionale, l'utilità delle campagne che ci impegniamo, nel nostro piccolo, a portare avanti ogni giorno. Ma il condizionale per ora è d'obbligo. Purtroppo non c'è ancora alcuna conferma ufficiale. Continuiamo a tenere viva la speranza. Ben sapendo che coltivarla significa agire. Cominciando dal boicottare i prossimi europei under 21 di calcio che la FIFA ha deciso che si terranno in Israele nel 2013.
Libertà per Sarsak e per tutti i prigionieri politici palestinesi!
Palestina libera!
Per approfondire la storia di Mahmoud Sarsak: Addamer (english)
Intervista ai familiari di Sarsak
www.caunapoli.org
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