domenica 5 febbraio 2012

BASTA COMICI IN POLITICA

Per chi non l'avesse ancora capito fin dal suo primo ingresso in politica di Beppe Grillo non mi sono mai fidato e più passa il tempo e più mi convinco della mia posizione verso il maggior populista che la scena italiana abbia prodotto negli ultimi tempi.
Memore di altre sue perle(vedi:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2011/05/la-racconteranno-giusta.html e links contenuti)dove appoggia movimenti di ragazzacci tipo Caga Pound oppure attacca frontalmente i rom come un qualsiasi leghista,è dei giorni scorsi la sua fermezza contro il diritto alla cittadinanza italiana per i figli di immigrati nati(mi verrebbe da aggiungere ahiloro)in Italia,rasentando e superando le idee xenofobe della destra del"belpaese".
Il primo articolo tratto da"L'Unità",nonostante gli scheletri che trabordano dai loro armadi,è un pezzo buono che spiega il contrario di quello che accade nel partito del Pd,ovvero che il movimento 5 stelle ha un solo ed unico(e pericolosissimo visto la storia italiana che vuole affidata nelle mani di un unica persona-dittatore le sorti di una nazione)capo incontrastato che può elargire premi e scomuniche già all'interno del proprio gruppo politico.
E mentre il Pd non ha trovato ancora un proprio leader che non significa necessariamente una persona autoritaria come Grillo che con la sua tastiera decide quotidianamente le scelte del suo gregge che ben poco può fare per contrastare qualcosa che secondo loro non va pena l'eliminazione dei commenti,il comico genovese mascherandosi dietro alla sua ovvia demagogia che nel resto dell'Europa sta portando ad un innalzamento di gradimento verso partiti nazionalisti,è stato e rimane un reazionario pronto a cavalcare lo stato di disperazione della gente ignorante pronta a prostrarsi dietro al primo pirla che vuole rappresentare un minimo il loro volere,perché ormai è troppo difficile pensare con la propria testa.
A concludere un articolo preso dal sito"antifa.org"che parla di un nuovo appoggio del movimento 5 stelle verso i fascisti di Fogna Nuova nella città di Rimini,dove un ordine del giorno proposto dalla maggioranza del centrosinistra favorevole all'allontanamento delle merde dalla città visto gli ultimi episodi razzisti che hanno insanguinato l'Italia ha avuto voto favorevole da parte della maggioranza,la minoranza si è astenuta e solo un rappresentante Pdl e un grillino hanno votato contro...due conti e il gioco è fatto.

Grillo cuore di destra

Incontenibile slavina, alla caduta di Berlusconi è seguita la contestazione di Bossi. E dopo i fischi in piazza al leader leghista, è scoppiata la rivolta della rete contro le grossolane sparate di Grillo.
Non corrono più tempi tranquilli per i capi che riducono la politica, da grande vicenda collettiva, a meschina faccenda privata, spesso coincidente con il loro capriccio. Che il leader sia un rude capo territoriale o un comico che dimora nel virtuale spazio della rete, poco cambia: il re è ormai nudo e proprio dal suo pubblico di fedeli non trova più la scontata conferma della supremazia e quindi la reiterata disponibilità all'obbedienza. In nome della rete celebrata come un luogo di libertà assoluta, in omaggio della partecipazione diretta attuata con scambi di mail, Grillo ha definito un inquietante processo politico di concentrazione assoluta del potere. Nel suo movimento personale, la potestà suprema risiede nel suo computer. Grazie a un centralismo computerizzato, il comico può decidere quello che vuole, può lanciare sfide a piacimento, può scagliare invettive alla cieca, può comminare scomuniche. Al movimento non resta che approvare la sortita imprevista o lanciare in rete timidi mormorii di disapprovazione o segnali più espliciti di scontento quando il comico l'ha combinata grossa. L'essenza del fenomeno è che il capo comico gestisce sempre lui i tempi, progetta come meglio crede le provocazioni pronte a rimbalzare dalla rete ai vecchi media. Ammiccando il pubblico con una colorita fraseologia iperdemocratica, agitando un lessico infarcito di metafore orizzontali e spolverando i caldi miti di una costruzione sempre dal basso dell'agenda, Grillo ha in realtà allestito una macchina del tutto sregolata e leggera ma pur sempre impermeabile e poco trasparente. Con il miraggio della rete come veicolo della discussione infinita e della condivisione totale, il movimento si inaridisce nella vita quotidiana e approda nel meccanismo disarmante della assoluta delega in bianco alla persona. Il capo innalza così il proprio sbalzo d'umore a dottrina politica e chiude, nella sua imponderabile possibilità di deviare da un programma evanescente, una esperienza di politica che non garantisce apprendimento collettivo, che non dispone sanzioni verso scelte sbagliate, che non è in grado di imporre al capo sfuggente ed enigmatico degli impegni precisi, dei vincoli ravvicinati, degli atti politici gestiti con coerenza. Sono evidenti, nel modello verticale e unidirezionale di conduzione del movimento, i tratti di una cultura populistica a sfondo autoritario che inneggia alla solitudine di un capo refrattario a convivere con regole, organi, mediazioni. L'immediatezza del capo populista, che si rapporta con il suo semplice corpo con il pubblico irrelato e sguarnito della fisicità dei luoghi di incontro, ha condotto stavolta Grillo a gettare la maschera. Il verbo ultrademocratico della rivolta contro la casta si colora delle tinte più accese della cultura politica reazionaria. Le parole insulse contro il diritto di cittadinanza a favore dei figli degli immigrati si spingono persino oltre le posizioni di una destra decente. Nessun leader di destra in Europa si azzarderebbe a sostenere le ambizioni retrograde di Grillo. Il cancelliere Merkel ha sì annunciato il fallimento del multiculturalismo. Ma il suo governo non ha mai smesso di incoraggiare le politiche di integrazione e ha radunato in Parlamento 200 migranti per dire loro grazie in nome della Germania. Il presidente Sarkozy ha concesso ai migranti il diritto di voto amministrativo. Proprio su una materia che abbraccia i grandi principi etico-politici, Grillo assume invece le coordinate dei movimenti del populismo xenofobo (che esulta dinanzi alle cifre dei respingimenti e alle espulsioni collettive, agli accompagnamenti coattivi). Il ricco comico ha un arido cuore di destra che pulsa non solo nella radicale venatura antipolitica del suo messaggio indirizzato contro la rappresentanza, ma anche nella profonda insensibilità culturale ed etica verso un tema, come quello della cittadinanza ai figli dei migranti, che abbraccia la dignità della persona umana. La retorica della rete aperta si chiude così nella cupa nostalgia dei solidi confini. Per Grillo si può navigare solo nella rete, non nel mondo reale dove non c'è posto per uno ius migrandi e tanto meno possono spalancarsi le porte dello status activae civitatis per i figli dell'errore. Per fortuna nella rete c'è ancora chi si indigna dinanzi a questa follia.
Da Unita.it
 Rimini:Movimento 5 stelle non vota Odg contro Forza Nuova ·

Nella seduta di giovedì del Consiglio Comunale è stato approvato il seguente ordine del giorno, proposto dal consigliere della FDS, Savio Galvani, che ha partire dai gravi fatti accaduti in Italia a dicembre, accende i riflettori sulla presenza di Forza nuova a Rimini e il pericolo eversivo di questo gruppo che attraverso comunicati stampa paventa “che i ragazzi di Forza nuova non sono sprovveduti boy scout, ma legionari pronti a tutto, che sanno sfoderare la spada e combattere per la conquista delle proprie libertà e la difesa dei propri ideali” . Hanno votato a favore i consiglieri di maggioranza e il consigliere Giudici, astenuti il resto della minoranza con il voto contrario di Renzi (Pdl) e Franchini (M5S).
Stupisce il voto contrario della Franchini e in generale l’astenzione del M5S, ma dopo l’uscita di Beppe Grillo sul diritto di cittadinanza dei nativi, la deriva a destra non è più un tabù.

ORDINE DEL GIORNO
CONTRO LA VIOLENZA E IL RAZZISMO
Premesso che
i tragici fatti di Firenze, con l’assassinio di due senegalesi e il ferimento di altri tre, e pochi giorni prima quelli di Torino, dove un campo Rom è stato incendiato dalla folla, segnalano che la crisi italiana non é solo economica, ma più profonda. La tenuta stessa della nostra società è a rischio.
Anche nella nostra città abbiamo riscontrato molti episodi di intolleranza verso il “diverso” e la preoccupante crescita di attività propagandistica a sfondo razziale, oltre a episodi di violenza e terrorismo avvenuti negli anni scorsi e al dileggio dei nostri martiri antifascisti.
Ritenuto
urgente una riflessione sulla qualità del nostro tessuto sociale così come una reazione forte e condivisa a questa violenza assurda e razzista. Italiani, immigrati e Rom: siamo tutti nello stesso Paese e legati a un comune destino. Ogni spirito di cieco antagonismo è distruttivo e sterile e mina le basi stesse della comunità nazionale. Non si pensi che in questo momento difficile la ricerca del capro espiatorio possa essere una soluzione: ci si salva solo insieme. Razzismo e antigitanismo sono malattie che deturpano l’immagine dell’Italia e la rendono più brutta e più invivibile per tutti. L’immagine di una folla urlante e insensata che brucia un campo di Rom, fa tornare in mente tempi bui della nostra storia che portarono solo dolore e distruzione. Ciò di cui ha bisogno il nostro Paese è di una nuova cultura del dialogo, non del disprezzo. Nessuno deve cedere alla rabbia, allo spirito di vendetta o a ulteriore violenza. Troppo spesso in questi ultimi anni le parole hanno contribuito a creare quella cultura del disprezzo che ha prodotto l’attuale clima sociale contaminato e pesante. In questo momento di grave crisi del Paese la presenza dei cittadini stranieri in Italia è fondamentale: essi partecipano pienamente allo sviluppo economico e lo sostengono. Le comunità straniere in Italia sono laboriose e impegnate ad integrarsi nel tessuto sociale, non solo con il lavoro, ma con il loro contributo umano, culturale e di valori.
Il consiglio Comunale
oltre ad esprimere solidarietà e profondo cordoglio ai familiari delle vittime, impegna il Sindaco a promuovere iniziative orientate all’integrazione e alla coesione sociale, accelerando le azioni programmatiche contenute nelle linee di mandato.
Impegna, inoltre, l’A.C. A inibire l’utilizzo della Piazza Tre Martiri da parte di gruppi di estrema, come Forza Nuova, i cui militanti si sono resi protagonisti di volgari appellativi alla Piazza stessa offendendo i martiri della Resistenza a cui sono grati i cittadini della nostra città
Rimini -Savio Galvani FDS

Fonte: Federazione della sinistra

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