sabato 4 febbraio 2012

STRUPRATORI LIBERI

Una sentenza quella emanata dalla Cassazione in un caso avvenuto nel Lazio ai danni di una ragazza stuprata da due merde,incarcerate in attesa di giudizio e che ora sono libere grazie a tale verdetto che vuole che per chi sia indagato per uno stupro di gruppo non sia necessario subire una custodia cautelare in attesa del processo.
Reazioni indignate da tutti gli schieramenti politici,da associazioni e da tutte le donne che hanno visto nuovamente leso un punto di attaccamento alla difesa e alla giustizia di un fatto già orribile che è la violenza sessuale.
D'altronde in uno Stato dove persino le"divise"possono stuprare senza venire incriminate(vedi:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2011/06/benemeriti-stupratori.html )e che riescono ad imbastire un emendamento come il 1707(che prevede il reato di stupro di lieve entità costruito apposta per la Chiesa,vedi:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2010/06/1707-volte-merde.html )questo non è altro che un passo avanti(indietro)per i diritti di tutte le donne degno dell'Italia sfregiata dall'avvento del berlusconismo e della relativa mercificazione di tutte le nostre madri,sorelle e figlie.

SENTENZA CASSAZIONE
Per lo stupro di gruppo misure cautelari alternative al carcere.
Così la Corte che estende alla violenza del branco i principi interpretativi applicati in altri casi.

MILANO - Nei procedimenti per violenza sessuale di gruppo, il giudice non è più obbligato a disporre o a mantenere la custodia in carcere dell'indagato, ma può applicare misure cautelari alternative. Lo ha stabilito la terza sezione penale Corte di Cassazione, dando un' interpretazione estensiva ad una sentenza della Corte Costituzionale del 2010.
IL CASO - In particolare, la Cassazione, occupandosi di una violenza di gruppo su una minorenne avvenuta a Cassino, ha accolto il ricorso di R.L. e di L.B. nei confronti dei quali il tribunale di Roma, il 5 agosto 2011, aveva confermato la custodia in carcere. Nel caso in questione i giudici spiegano che «l'unica interpretazione compatibile con i principi fissati dalla sentenza 265 del 2010 della Corte Costituzionale è quella che estende la possibilità per il giudice di applicare misure diverse dalla custodia in carcere anche agli indagati sottoposti a misura cautelare per il reato previsto all'art. 609 octies c.p.». In pratica, la Cassazione ha recepito il dettato della Corte Costituzionale come pure quello della Corte si Strasburgo che prevedono la custodia cautelare per gli indagati di criminalità organizzata e di reati di mafia.
Redazione Online

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