giovedì 23 febbraio 2012

CASELLI PRO O CONTRO LA MAFIA?

Il procuratore capo di Torino Gian Carlo Caselli,già Torquemada del panorama rivoluzionario di sinistra negli anni settanta e ottanta ed ora impegnato in prima linea contro il popolo No Tav,proprio per le ultimissime affermazioni su questa fiera gente,paragonata a criminali pericolosi organizzati per uccidere,ha avuto vita non facile negli ultimi periodi in qualità di questuante di promozioni al suo ultimo libro.
Infatti a Lugano,Torino,Milano e Genova tale pubblicità personale è stata contestata oppure cancellata per motivi di"ordine pubblico"in quanto Caselli associa il diritto democratico di protestare della gente con un accanimento minaccioso alla sua persona degna di mafiosi pronti a rivalersi per certi suoi successi dei tempi palermitani.
Il Caselli antimafia che di cose carine ne fece ma senza intaccare i veri vertici politici romani,confonde la piovra con gli interessi palesemente intrecciati da legami malavitosi che l'affaire Tav sta portando nelle tasche di personaggi legati pressochè a tutte le associazioni criminali italiane.
Il primo articolo che mi è piaciuto molto sia per lo stile che per i contenuti è preso da Indymedia Lombardia mentre il successivo porta la firma di Senza Soste.

Il Caselli zittito stizzisce.
di Soggettività Indicibile
In una lunga intervista pubblicata sul Corsera http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_febbraio_21/caselli-..., un vecchio canuto isterico servo dello stato stizzisce sull’impossibilità di dare sfoggio commerciale al suo ultimo libro “Assalto alla Giustizia”. Stiamo parlando ovviamente di quel Caselli che dopo la contestazione di Lugano si è visto fanculizzare dal movimento anche a Torino e a Milano, dove la sua presentazione col compare di toga Spataro è stata annullata per “motivi di ordine pubblico”. Il problema è che il Caselli sta invecchiando ed essendo di pessimo taglio non migliora e anzi, inacidisce appestando l’aria. Per il Caselli in via di decomposizione, ammorbato dal delirio securitario e incurvato sui fasti della prima repubblica fondata sulla polizia, i notav sono un po’ come i familiari dei camorristi… ma “con i dovuti distinguo” . Secondo Caselli, Antonio, Tobia, Mara e gli/le altri/e sono professionisti della violenza, un po’ figli del berlusconismo e un po’ nipoti delle BR. Insomma un mare di minchiate che purtroppo non fanno ridere ma che ci fanno ben capire la portata repressiva in atto: chi la coordina e a quale senso di giustizia faccia riferimento, riguardandoci tutti/e. Caselli non tollera nemmeno di essere zittito in ambienti pubblici, durante manifestazioni pubbliche come è stato il caso dell’USI a Lugano. E il Giancarlo si cura bene di non citare il fatto di essere stato smerdato anche a livello “internazionale”! Non c’è pace per questo ligio servo dello stato: le minacce di morte sono dietro l’angolo, magari scritte sui muri… roba da fare accapponare i capelli (purtroppo già bianchi da almeno trent’anni)! A suo parere il pericolo di contestazione equivale a una minaccia per tutti i convenuti alle sue belle presentazioni… che eroe! Per garantire maggiori condizioni di sicurezza (non per se, ovviamente lui è un duro abituato ad avere a che fare con boss mafiosi e pericolosi terroristi…) il Caselli con lo Spataro presenteranno libri in un bunker, magari quello del maxiprocesso di Palermo, cosi con l’avanzare della demenza senile potrà giocare a far finta di essere Falcone o Dalla Chiesa, crogiolandosi nel ruolo autoproclamato di eroe dell’antimafia. Peccato che gli unici “eroi” dell’antimafia non portavano toghe, ma spesso zappe e forconi! Sì perché se ci si liberasse una volta per tutte anche di questa grande narrazione del potere, fatta di eroi caduti servendo lo stato, magari oggi non ci ritroveremmo con un coglione togato con manie da paladino fobico. La lotta Notav non ha niente a che vedere con la pantomima togachìaca della lotta dello stato contro la mafia. La lotta Notav è Portella delle Ginestre, è Peppino Impastato, è Marzagaglia di Gioia del Colle, è Salvatore Barbagallo e tutti gli/le altri/e! Lo lotta contro le mafie è la lotta contro lo Stato! Una lista di morte lunga e persa nella storia, ma che se avessimo avuto il coraggio di scorrere, dal basso e a sinistra, forse avremmo evitato di coltivare in grembo (quello della “sinistra” parlamentare dal PCI in poi) un mostro securitario e delirante come Caselli. La lotta NoTav è come la storia, la lotta NoTav siamo noi!
Caselli sei un servo dello stato. Caselli sei un servo delle mafie. Caselli sei uno servo dei servi!
La Val Susa paura non ne ha!
La democrazia secondo il procuratore Caselli.
Apprendiamo dalle agenzie di stampa che il procuratore Caselli ha definito, dietro il paravento del "sembra", non democratico il fatto che gli si dia del boia contestandolo. Come capita nei media, il procuratore dovrebbe saperlo, il "sembra" nei titoli è scomparso. Ma conta l'effetto: chi gli dà del boia appare, nel Caselli pensiero, non democratico.
Il procuratore, nelle sue affermazioni, è confortato dal consenso della totalità dei media mainstream italiani. Tutta questa totalità ha molto poco di democratico ma a questo Caselli sembra non badare.
Come sembra non badare ad un dettaglio. Se la magistratura mettesse davvero gli occhi sul complesso dell'operazione Tav molto difficilmente, ad esser buoni, potrebbe partire l'inutile mostro tecnologico così come appetito da cooperative di area PD e grandi imprese. Nel perseguire i manifestanti, senza concentrarsi sulla Tav, la magistratura torinese non fa quindi una scelta puramente giuridica ma una politica e di tutela di precisi interessi. A prescindere dalle indicazioni dell'ordinamento. Tutto molto democratico vero Mr. Caselli?
Come era democratico l'ordinamento che Caselli difendeva alla fine degli anni settanta. Quello che prevedeva "la pena aumentata della metà" in automatico non appena si gridasse alla finalità di terrorismo rispetto al reato commesso. Oppure la sospensione di ogni diritto civile nelle carceri (il famigerato articolo 90 della riforma penintenziaria che aboliva gli altri 89 in caso di necessità cioè sempre).
Si potrebbe continuare a lungo sul concetto di democrazia difeso da Caselli, sul bel mondo che ci ha regalato questo tipo di difesa.
Ma fermiamoci a questa concezione di Caselli. Dargli del boia non gli "sembra democratico", bontà sua. Resta un problema, forse non contemplato da tanto fior di galantuomo. E se uno lo pensa, crede spontaneamente che Caselli sia un boia? Cosa deve fare? Dirlo con il linguaggio dei gesti come per i tg dove c'è anche l'edizione per i diversamente abili?
Semplimente, come capita da quando esiste la politica, se uno lo pensa lo dice o lo scrive.
Anche un uomo delle istituzioni lo potrebbe capire. Ma quando ci sono da tutelare interessi veri, per quanto inutili e dannosi, qualche forzatura è nel conto. Vero Mr. Caselli?
Difenda pure la sua democrazia fatta di gare d'appalto, profitti gonfiati, project financing e di laghi di cemento su territori verdi. Se le piace tanto e magari la difenda convintamente, dica al mondo che appalto è bello senza pararsi dietro le procedure giuridiche. Però ci risparmi di dire agli altri cosa è democratico o no. La Valsusa è un territorio compatto che non vuole la Tav. Cercare di giocare con qualche battuta per dare dell'antidemocratico a chi si è visto sottrarre ogni norma elementare di democrazia non è credibile. Fa ridere, se questo lo consola.

(red)21 febbraio 2012

la fonte
TAV: CASELLI, 'BOIA' SUI MURI NON E' DEMOCRATICO

21:47 21 FEB 2012

(AGI) - Genova, 21 feb - "Se uno protesta, e si limita a protestare, fa quello che la democrazia gli consente e quindi, per carita', non c'e' assolutamente nulla da dire. Altra cosa e' scrivere sui muri, come credo sia accaduto anche qui a Genova, che Caselli, o chiunque altro fa il proprio dovere, e' un torturatore, un boia. Questo non e' proprio simpatico e non mi pare granche' democratico". Cosi' il procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli - oggi a Genova per presentare il suo libro 'Assalto alla giustizia' - ha commentato la contestazione nei suoi confronti messa in atto da alcune decine di No Tav. "Ieri - ha aggiunto il magistrato - abbiamo annullato l'iniziativa a Milano perche' si svolgeva in una situazione che esponeva la gente per bene ad una circolazione non di idee ma di qualcos'altro. Oggi la situazione logistica e' diversa e ha consentito la presentazione del libro". In merito alla richiesta dei No Tav di scarcerare Gabriele Filippi, il giovane genovese in carcere per gli scontri con la polizia avvenuti la scorsa estate in Val di Susa, Caselli ha concluso affermando che "il Pm e' il primo anello di una sequestra che poi prevede il Gip. Ora ci sono tre ordinanze dei Tribunale della Liberta'. In uno stato di diritto - ha concluso il magistrato - si tenga conto anche di questo". (AGI) ge2

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