Ansima come un rapace strangolato il sordo suono del fruscio delle intenzioni mie,lascive quel che basta per essere pestate,striscianti a terra.
La fronte madida di sudore raffredda un attimo il bollore degli spasmi che crescono dentro,irrefrenabili senza questa barriera indistinguibile.
Una strada che ride della mia fatica. Una strada dispettosa e bastarda.
Una strada per tutti quei luoghi che non portano da nessuna parte,irte come linee rette che salgono in alto verso il puro cielo.
Ostacoli e deviazioni,pericoli e contrattempi da ogni dove,massi e fantasmi,Lamia che mi attrae con le sue lusinghe e dopo mi uccide.
Può farlo se davvero ne vale la pena,se proprio è l’unica strada possibile da percorrere senza farmi del male,se mi rende un secondo felice in minuti,
secoli e millenni di staticità opprimente.
Liberazione da un senso unico,da una via senza fondo,buia,come pece che fa sprofondare i miei passi.
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