venerdì 13 agosto 2010

UNA VOLTA DI PIETRO...ORA FINI

Sono passati i tempi(e nemmeno tanto cronologicamente,era il 13 gennaio 2009)in cui l'organo di divulgazione del Berluscojoni pensiero,"Il Giornale"(e non per caso il post cui mi riferisco fu intitolato"Cartaculo"http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2009/01/cartaculo.html)
se la sta prendendo da una decina di giorni con Fini colpevole di aver voltato le spalle al fratello dell'editore della carta straccia in questione.
Ai tempi fu Di Pietro a conquistarsi una sequela di prime pagine infamanti da parte del quotidiano del cane guinzagliato dal premier criminale Feltri,ed ora ecco saltato fuori il dossier che da anni non aspettavano che tirar fuori dagli scantinati della redazione.
Sì,perché come in ogni redazione sono presenti pezzi come questi,soprattutto nelle sedi dei giornaletti scandalistici made in Mondadori e biscione in generale,foto,video,dichiarazioni più o meno vere pronte per essere utilizzate quando fa comodo.
L'articolo tratto da"Senza Soste"analizza questo e altro,la paura che l'autunno possa portare Berlusconi definitivamente al di fuori della scena politica italiana(ve lo ricordate la dichiarazione che questa era l'ultima sua legislatura e che ovviamente sarà smentita perché non vorrà dare in mano la nazione in mano ai"comunisti")e lo smembrarsi sempre più accelerato della sua creatura,il partito del predellino o dell'amore dir si voglia.
Questo mio post d'altronde non vuol essere certo a difesa del fascista Fini che non rappresenta per nulla l'alternativa al premier mafioso,che anzi porterà alla nascita di un nuovo blocco destronzo.

Lo scandalo Fini-Tulliani. L'ultima mossa di Berlusconi per evitare di lanciare l'offensiva di autunno.

l coinvolgimento di Fini nell'affaire monegasco, che riguarda una compravendita di un immobile oggi utilizzato dal fratello della compagna del presidente della camera, rivela una cultura del dossieraggio vecchia di almeno mezzo secolo.Il rapporto tra stampa scandalistica e politica emerge infatti in Italia dopo il fascismo, la vicenda di Wilma Montesi ne rappresenta genesi e aspetti paradigmatici.Certamente c'è differenza tra stampa scandalistica e inchiesta. Ma spesso i generi si mescolano. E se si vuol lanciare un'inchiesta seria, piaccia o non piaccia, nella stampa a grandi numeri servono anche particolari da gossip. Come per la vicenda dei massaggi di Bertolaso entro la più vasta inchiesta giornalistica sugli appalti della protezione civile. Naturalmente c'è chi il gossip lo sa soffocare sul nascere, perchè può e sa governare i media, e chi no. Dalle intercettazioni della vicenda Bertolaso era infatti emerso, con riscontri oggettivi e tanto di "pentiti", un grosso scandalo di prostituzione maschile omosessuale legato alle dinamiche di reclutamento dei coristi di una prestigiosa corale vaticana. Oggettivamente, in pieno scandalo pedofilia, per la chiesa sarebbe stato davvero aprire uno squarcio sulla realtà e infatti la vicenda è scomparsa dai giornali senza mai finire in televisione.Ma veniamo alla vicenda Fini. A quale tattica risponde il tentativo di delegittimazione a mezzo stampa del presidente della camera?Intanto, per capire lo spessore culturale messo in campo, fa bene analizzare il linguaggio che usa Il Giornale, l'house organ del berlusconismo politico. L'organo ufficiale del partito dell'amore definisce Fini una "mummia inacidita", ormai cronica nel suo processo di "incarognimento" (basta controllare l'articolo del Giornale citato in fondo). Niente male per un quotidiano che ufficialmente denuncia i toni violenti dell'opposizione in uno spettacolare e sfacciato rovesciamento della realtà dei fatti.Al Giornale non manca poi, tanto per denigrare, la malizia tipica del maschilismo ritardato del centrodestra. Uno degli uomini più vicini al presidente della camera viene definito "il disponibile Bocchino", un uomo capace solo di inginocchiarsi (giusto per non perdere contatto con la metafora che accende le fantasie del lettore di centrodestra) "prono" e quindi "irrecuperabile". Toni che a destra si usano, in un delirio che oggi è considerato norma, per una donna che viene concepita come una zoccola da consumare e gettar via. Poi ci si domanda perchè questa gente smantella fondazioni culturali, università, scuola e ricerca. Francamente siamo ad un livello culturale persino più basso di quello dei fogli di propaganda delle azioni delle squadracce di Mussolini.Comunque non c'è da impietosirsi per la corrente scissionista del Pdl, come non lo ha fatto Fini verso i manifestanti quando era a Genova nella cabina di regia del G8, quanto da capire cosa sta succedendo.Il Pdl, quindi Mediaset, è di fronte a una partita meno facile se paragonata alla sicurezza espressa nei servizi dei media di regime. Non ha più i voti in parlamento per comporre una maggioranza e non ha in mano, per procedura istituzionale, la certezza delle elezioni anticipate.Inoltre, se andasse a votare a novembre, rischierebbe di trovarsi contro uno schieramento antiberlusconiano per sopravvivenza e per convenienza di legge elettorale. Una sorta di ibrido, evocato da molti e anche dalla presidente del PD, che va da Fini a Ferrero. Conti alla mano anche se il Pdl mantenesse i voti del 2008, e la Lega aumentasse, potrebbe essere sconfitta, fine della figura di Berlusconi come politico e reggenza della Lega dell'intero centrodestra.In fondo si tratta del terremoto auspicato dai centristi per raccogliere l'elettorato di Berlusconi e trattare finalmente da pari a pari con la fonte odierna di un potere centrale nella società italiana: Mediaset (che esprime oggi un erede, Piersilvio, per adesso impolitico e persino acalcistico tanto per rimarcare la differenza dinastica).Lo scopo del dossieraggio del Giornale contro Fini non è quindi quello di delegittimare un avversario per andare subito alle elezioni. Rappresenta invece l'ultimo tentativo tattico per evitarle. Che, nella strategia berlusconiana, non passa attraverso una ormai non più ricomponibile alleanza con Fini. Piuttosto Berlusconi cerca di delegittimare più a fondo possibile la figura di Fini per recuperare almeno metà dei deputati del gruppo parlamentare di Futuro e Libertà. In modo da far capire loro che la fedeltà a una leader ormai delegittimato non ha politicamente senso e non garantisce certo rielezione e carriera.In quel modo Berlusconi avrebbe praticamente la maggioranza intatta con i deputati tornati nel Pdl meno i vari Bocchino, Briguglio, Granata e assimilati. Gli articoli del Giornale, come quello citato, servono infatti anche per dividere i finiani stretti, considerati come irrecuperabili, da quelli con cui trattare.La scommessa di Berlusconi è quindi tutta giocata sull'idea che il problema politico della scissione nel Pdl si possa risolvere ricomprandosi una pattuglia di parlamentari. Le possibilità che la scommessa fallisca sono tante perchè in Italia c'è uno scontro tra destre che ha mostrato caratteri strutturali. Interni, legati alle modalità di ristruttuazione del paese nella crisi, ma anche esterni visto che diversi finiani richiamano a una più stretta alleanza con gli Usa e rigettano alleanze con Gheddafi. E c'è anche da considerare che lo stesso alleato Bossi, timoroso che gli eventuali finiani ripescati finiscano per rappresentare una apertura all'UDC, dopo le riserve di qualche settimana fa si è già espresso per le elezioni a novembre.Insomma è prevedibile che Berlusconi, fallito questo ultimo tentativo, si lanci nell'offensiva di autunno. Che, nel caso, sarà piuttosto dura. Si tratterà di usare tutta la potenza mediatica a disposizione per un referendum su quindici anni di berlusconismo per erodere uno svantaggio numerico che al momento c'è nei confronti di un eventuale rassemblement antiberlusconiano di tutta emergenza. Nella speranza di ripetere l'exploit del 2006 quando, partendo da una situazione di marcato calo dei consensi, il centrodestra arrivò alle elezioni ad una incollatura dal centrosinistra.E, come è successo nel 1994, quando si usa tutta la potenza mediale a disposizione si cambia la costituzione materiale del paese. Una questione non da poco che non sembra interessare agli storici, figuriamoci ai contemporanei.Ci sarebbe anche da parlare della sinistra. Ma che dire di una Cgil che ha indetto la prima manifestazione il 29 settembre? O di una sinistra che, con la Fiom, manifesterà solo il 16 ottobre? Si tratta di comportamenti che rischiano di avere effetto, se l'avranno, solo a giochi fatti e in piena mancanza di tempismo politico. Per tacere delle tute bianche, e della loro azione contro gli Ogm ripresa senza critiche dalle tv e lodata dal governatore leghista Zaia, che riemergono mostrando nel migliore dei casi comportamenti fuori sincronia rispetto alla fase politica .E così ci si incammina verso un periodo che determinerà il futuro di questo paese. Come è avvenuto per gli eventi politici dell'inizio degli anni '90. Si spera con esiti migliori. Ma serviranno rotture nette, da parte dei movimenti, rispetto ai comportamenti del passato. E capacità di innovare già nell'immediato. Al momento però il gioco politico è in mano al Giornale. Con la sua cultura dello scandalo, culturalmente radioattiva.

l'articolo de Il Giornale

per Senza Soste nique la police

Nessun commento: