Mancava giusto il piccolo ma importante terzo polo televisivo italiano sotto gli artigli del premier telecratico,fatto già cominciato qualche mese fà(vedi l'approdo del pidiellino Luca Barbareschi conduttore di un programma in prima serata su La7)e conclusosi in settimana con l'elezione di Piero Vigorelli presidente di Timb(Telecom Italia Media Broadcasting),di proprietà di Telecom Italia che controlla direttamente l'emittente ex Tmc e Mtv.
Questo fedelissimo di Berlusconi,anch'egli pidiellino e craxiano della prim'ora,non scavalcherà direttamente Antonello Piroso alla guida del telegiornale de La7 come pronosticato ma sarà il manager capo della parte che riguarda direttamente la branca televisiva del gruppo Timb.
Articolo tratto dal sito"Senza Soste"firmato dalla redazione e contributo di cronaca di"Repubblica.it".
Mentre Cosimi pensa a Senza Soste, Berlusconi conquista La7 e MTV.
Incredulità, scherno e molti attestati di solidarietà. Sono queste le reazioni che hanno accompagnato la giornata della redazione di Senza Soste dopo cheil sindaco Cosimi ha annunciato una richiesta di 30.000 euro per i danni d'immagine che gli avrebbe causato un manifesto della campagna associativa di Senza Soste che lo ritrae. Ma la cosa che più ha colpito l'interesse della nostra redazione oggi, è che mentre il nostro sindaco intraprende una guerra assurda contro un media indipendente e autofinanizato, nelle alte sfere delle telecomunicazioni di questo paese, Berlusconi ha conquistato, come in un Risiko infinito, La7 e MTV come spiega questo articolo apparso oggi su repubblica.it.
Siamo arrivati alla dittatura sotto forma di telecrazia. Ma non vi preoccupate fra un mese ci sono le elezioni e tutto si sistema. Elezioni che sono sempre più un orpello di pura testimonianza di un sistema dove invece i poteri e gli obiettivi sono molto chiari...e non elettivi.
Il giornalista, fedelissimo di Berlusconi, al vertice di un settore strategicoLa società possiede le frequenze concorrenti di Cologno Monzese, La7 e Mtv.
Piero Vigorelli presidente di Timb.L'uomo-Mediaset conquista Telecom.
ROMA - Nel 1994, quando il centrodestra vinse le politiche, lui festeggiò girando per i corridoi di Saxa Rubra avvolto in una bandiera di Forza Italia. Piero Vigorelli, classe 1944, figlio dello scrittore cattolico Giancarlo Vigorelli, uomo-Mediaset per eccellenza, vicinissimo a Silvio Berlusconi, una lunga e prestigiosa carriera a Cologno Monzese, vicedirettore uscente del Tg5, è stato cooptato alla presidenza di Timb, Telecom Italia Media Broadcasting. Si tratta della società che gestisce gli impianti e le reti analogiche del gruppo. Proprietaria di ripetitori televisivi e delle frequenze in concorrenza con le reti Mediaset, ovvero La7 e Mtv (ma è anche socia al 9% degli svedesi Wallemberg in Dahlia, tv a pagamento che sfida Mediaset Premium). Un punto-chiave, insomma, dell'universo Telecom Italia. Di certo più strategico della direzione del Tg di La7, dove si diceva fosse destinato e dove invece resta ben saldo Antonello Piroso.La notizia, che circolava da qualche giorno, è stata ufficializzata oggi. Vigorelli farà il manager e si occuperà della parte televisiva del gruppo, soprattutto di La7. Di fatto, con il giornalista, Telecom - che possiede gran parte delle infrastrutture digitali nel nostro paese - fa un altro passo in direzione del presidente del Consiglio. Chi ha la memoria lunga se lo ricorda negli anni d'oro della Prima Repubblica. Nel 1979 era a Torino, al Congresso del Partito socialista, perché faceva il cronista per il Messaggero ma scriveva anche le sintesi, per le agenzie di stampa, degli interventi dell'onorevole Enrico Manca. Craxiano di ferro (fu l'anima di una corrente, "Svolta professionale", considerata il "braccio armato" dei fedelissimi di Bettino), col quotidiano romano divenne corrispondente da Parigi e in Francia strinse rapporti importanti, tanto che quando Berlusconi tentò l'avventura di La Cinq, fece da mediatore nei contatti con la stampa d'oltralpe. E' stato anche vicesegretario nazionale della Federazione nazionale della stampa italiana.
Lasciato il Messaggero, entrò in Rai ("perché un giorno ho incontrato per caso, al Museo Picasso, Giampaolo Sodano", quest'ultimo all'epoca direttore socialista di RaiDue) e nel 1994 diventò - prendendo il posto di Barbara Scaramucci - direttore della testata giornalistica regionale, cioè l'informazione locale, venti tg per un totale, all'epoca, di circa seicento giornalisti. Anche nella primavera dell'anno scorso il nome di Vigorelli aveva ricominciato a circolare nella riorganizzazione della Rai targata Berlusconi. Per lui s'era parlato di un ritorno alla testata giornalistica regionale nella roulette delle nomine passata alla cronaca e tradotta in polemica perché giocata in casa del premier, a Palazzo Grazioli a Roma. Ma dai tempi del post-craxismo e del suo ingresso in Forza Italia a oggi, la sua carriera si è consumata tutta in casa Mediaset, dov'è entrato nel 1997, quando la Rai passò dalla Moratti a Enzo Siciliano. Il primo incarico fu di rafforzare la redazione giornalistica di Italia1 (per la rete, Mediaset aveva deciso di puntare sull'informazione), redazione della quale faceva parte, all'epoca, anche Michele Santoro. Curò il rotocalco politico Parlamento In, e quando ne parlò in un'intervista a La Nuova Sardegna spiegò che "il nostro motto è togliere i veli ai fatti e le veline alle idee". Fu vicedirettore di Maurizio Crippa per la testata Videonews, nel 2005 passò alla vicedirezione del Tg5 con delega al programma Verissimo (condotto dal 2006 da Silvia Toffanin, la fidanzata di Pier Silvio Berlusconi), nel 2006 Verissimo passò alla testata Videonews e Vigorelli rimase in carica alla vicedirezione del Tg5. Sua figlia Ilaria lavora nella redazione di Studio Aperto, il notiziario di Italia1.
domenica 28 febbraio 2010
NEMMENO UN ANNO!
I quaqquaraquà fognanovisti non possono festeggiare nemmeno un anno di presenza sul territorio di Bergamo in via Bonomelli,in quanto gli inquilini del palazzo stufi del continuo puzzo mefistofelico di carogna in avanzato stato di decomposizione e della presenza(poca per la verità)di ratti sifilitici che appestavano scalinate e luoghi di comune passaggio.
Le merde si difendono vigliaccamente dicendo di spostarsi in via Borgo Palazzo,un frettoloso trasloco come se la riva dove hanno fatto le nidiate fosse crollata,spaventati da piene e da altri atti intimidatori accaduti nel corso dei mesi.
Riporto l'articolo dello scorso anno quando questi illustri personaggi del ribrezzo umano sono riusciti a fare ben 300 metri scortati da polizia in assetto da guerriglia...arrivati sotto protezione usciti con la loro coda rattosa in mezzo alle gambe...a stronzi,non durate un anno nemmeno lì!http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2009/03/che-schifoma-non-tutto-e-male.html.
Articolo del 16 febbraio 2010 tratto dal sito"Bergamonews.it".
Novità - A un anno esatto dalla sfilata neofascista in centro trasferimento da via Bonomelli a Borgo Palazzo, insieme al circolo di "Ordine Futuro". "Non siamo stati sfrattati, avremo più spazi".
Forza Nuova cambia sede"Avremo il nostro centro sociale".
Dal primo marzo Forza Nuova Bergamo cambierà sede. Non sarà più nell'appartamento al piano terra di via Bonomelli 13/E ma in un nuovo spazio che avrà certamente caratteristiche diverse, più da centro ricreativo, o da centro sociale che guarda a destra, per dirla tutta.In via Bonomelli i Forzanovisti hanno passato giusto un anno, non proprio tranquillo. E dal primo marzo se ne andranno in via Borgo Palazzo, anche se l'indirizzo esatto non trapela ancora. E come spiega Dario "Astipalio" Macconi, referente provinciale di Forza Nuova, "nascerà un nuovo club intitolato a Von Galen (cardinale della Germania nazista che si oppose a Hitler in alcuni frangenti), in concomitanza all'apertura di un nuovo circolo di "Ordine Futuro" intitolato al leggendario aviatore Antoine de Saint-Exupéry"."La nuova struttura - prosegue Macconi - potrà ospitare molte iniziative non ancora presentate in provincia. Sarà presenti una biblioteca, una mediateca, un piccolo bar e, quando i lavori di adeguamento saranno conclusi, sarà possibile programmare concerti dal vivo. Avremo quindi un nostro centro sociale".Insieme a Ordine Futuro, circolo culturale corrispondente ad una rivista, Forza Nuova continua quindi a mettere radici. E si sta per chiudere un anno iniziato, giusto il 28 febbraio 2009, non con molta tranquillità. Quel sabato, armati di spranghe e coperti da caschi, con Roberto Fiore in testa al corteo, circa 300 giovani di estrema destra avevano sfilatoc dalla Malpensata fino alla nuova sede di via Bonomelli, per l'inaugurazione. Il tutto al grido di "Boia chi molla".In quello stesso giorno la manifestazione antifascista che contestava l'apertura della sede era finita, per alcuni componenti, in scontri con la polizia e con polemiche aperte tra la questura e molti manifestanti, in particolare componenti del Centro sociale Pacì Paciana che su quella giornata avevano pubblicato un libro bianco.
Le merde si difendono vigliaccamente dicendo di spostarsi in via Borgo Palazzo,un frettoloso trasloco come se la riva dove hanno fatto le nidiate fosse crollata,spaventati da piene e da altri atti intimidatori accaduti nel corso dei mesi.
Riporto l'articolo dello scorso anno quando questi illustri personaggi del ribrezzo umano sono riusciti a fare ben 300 metri scortati da polizia in assetto da guerriglia...arrivati sotto protezione usciti con la loro coda rattosa in mezzo alle gambe...a stronzi,non durate un anno nemmeno lì!http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2009/03/che-schifoma-non-tutto-e-male.html.
Articolo del 16 febbraio 2010 tratto dal sito"Bergamonews.it".
Novità - A un anno esatto dalla sfilata neofascista in centro trasferimento da via Bonomelli a Borgo Palazzo, insieme al circolo di "Ordine Futuro". "Non siamo stati sfrattati, avremo più spazi".
Forza Nuova cambia sede"Avremo il nostro centro sociale".
Dal primo marzo Forza Nuova Bergamo cambierà sede. Non sarà più nell'appartamento al piano terra di via Bonomelli 13/E ma in un nuovo spazio che avrà certamente caratteristiche diverse, più da centro ricreativo, o da centro sociale che guarda a destra, per dirla tutta.In via Bonomelli i Forzanovisti hanno passato giusto un anno, non proprio tranquillo. E dal primo marzo se ne andranno in via Borgo Palazzo, anche se l'indirizzo esatto non trapela ancora. E come spiega Dario "Astipalio" Macconi, referente provinciale di Forza Nuova, "nascerà un nuovo club intitolato a Von Galen (cardinale della Germania nazista che si oppose a Hitler in alcuni frangenti), in concomitanza all'apertura di un nuovo circolo di "Ordine Futuro" intitolato al leggendario aviatore Antoine de Saint-Exupéry"."La nuova struttura - prosegue Macconi - potrà ospitare molte iniziative non ancora presentate in provincia. Sarà presenti una biblioteca, una mediateca, un piccolo bar e, quando i lavori di adeguamento saranno conclusi, sarà possibile programmare concerti dal vivo. Avremo quindi un nostro centro sociale".Insieme a Ordine Futuro, circolo culturale corrispondente ad una rivista, Forza Nuova continua quindi a mettere radici. E si sta per chiudere un anno iniziato, giusto il 28 febbraio 2009, non con molta tranquillità. Quel sabato, armati di spranghe e coperti da caschi, con Roberto Fiore in testa al corteo, circa 300 giovani di estrema destra avevano sfilatoc dalla Malpensata fino alla nuova sede di via Bonomelli, per l'inaugurazione. Il tutto al grido di "Boia chi molla".In quello stesso giorno la manifestazione antifascista che contestava l'apertura della sede era finita, per alcuni componenti, in scontri con la polizia e con polemiche aperte tra la questura e molti manifestanti, in particolare componenti del Centro sociale Pacì Paciana che su quella giornata avevano pubblicato un libro bianco.
sabato 27 febbraio 2010
SE PERDO TE
Come canzone per cuori trafitti e calpestati ma bisognosi di un minimo barlume di speranza che c'è di meglio di questa canzone del 1967 di Patty Pravo che interpreta magnificamente una cover di P.P.Arnold?
La splendida cantante veneziana scioglie l'animo con questa esecuzione di un testo e di una melodia splendide,nostalgia della musica di quegli anni visto la pochezza con cui ci ritroviamo ora,
canzoni come"La bambola","Pensiero stupendo"o"La spada nel cuore"sono le mie preferite dell'artista al secolo Nicoletta Strambelli,che da più di quarant'anni calca le scene italiane ed internazionali.
Se perdo te cosa farò
io non so più restare sola
ti cercherò e piangerò
come un bambino che ha paura.
M'hai insegnato a volerti bene,
hai voluto la mia vita:ecco, ti appartiene
ma ora insegnami, se lo vuoi tu
a lasciarti, a non amarti più.
Se perdo te, se perdo te
cosa farò di questo amore
ti resterà, e crescerà
anche se tu non ci sarai.
La splendida cantante veneziana scioglie l'animo con questa esecuzione di un testo e di una melodia splendide,nostalgia della musica di quegli anni visto la pochezza con cui ci ritroviamo ora,
canzoni come"La bambola","Pensiero stupendo"o"La spada nel cuore"sono le mie preferite dell'artista al secolo Nicoletta Strambelli,che da più di quarant'anni calca le scene italiane ed internazionali.
Se perdo te cosa farò
io non so più restare sola
ti cercherò e piangerò
come un bambino che ha paura.
M'hai insegnato a volerti bene,
hai voluto la mia vita:ecco, ti appartiene
ma ora insegnami, se lo vuoi tu
a lasciarti, a non amarti più.
Se perdo te, se perdo te
cosa farò di questo amore
ti resterà, e crescerà
anche se tu non ci sarai.
venerdì 26 febbraio 2010
GLI AMICI DELLA POLVERINI E DI ALEMANNO
Ecco pronte le foto che confermano la conoscenza del criminale del Pdl Di Girolamo col criminale della 'ndrangheta Pugliese(che poi sono lo stesso tipo di delinquenti)fornite dal settimanale"L'espresso"prese dal sito Roma.Indymedia.
E'presente anche il fascista Mokbel esponente di Terza Posizione che ha mani in pasta dappertutto,dai diamanti di sangue ugandesi a manifestazioni sportive passando per amicizie con assassini come Mambro,Fioravanti e D'Inzillo(banda della Magliana).
Assieme a questi due tra altri indagati nello scandalo del riciclaggio Fastweb-Telecom(vedi http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2010/02/pdl-fucina-di-criminali.html) figurano pure Andrini,appartenente pure lui a gruppi dell'estrema destra capitolina e noto picchiatore,fuggito all'estero(ricorda qualcuno come Fiore?)per aver quasi ammazzato due ragazzi e ultimo tale Colosimo avvocato della destra ed ex portavoce di Storace e uomo d'affari"riciclati".
Tutte queste merde rimangono amiconi di Alemanno e della candidata Pdl Polverini alla presidenza del Lazio:il secondo contributo è di Indymedia Emilia Romagna.
Il senatore del Pdl nega di aver mai avuto rapporti con la malavita organizzata.Ecco le foto.
Il senatore del Pdl nega di aver mai avuto rapporti con la malavita organizzata. Ma "L'espresso" ha trovato le sue immagini amichevoli insieme a un boss della 'Ndrangheta, Franco Pugliese
Il senatore del Pdl Nicola Di Girolamo (la prima) insieme al boss della 'Ndrangheta Franco Pugliese
Il senatore Di Girolamo (la seconda) con alcuni invitati alla festa elettorale dell'aprile 2008: a sinistra, con la giacca chiara, Gennaro Mokbel. Gli altri tre invitati non hanno nulla a che fare con l'inchiesta in corso
Il senatore del Pdl nega di aver mai avuto rapporti con la malavita organizzata. Ma "L'espresso" ha trovato le sue immagini amichevoli insieme a un boss della 'Ndrangheta, Franco Pugliese
E'presente anche il fascista Mokbel esponente di Terza Posizione che ha mani in pasta dappertutto,dai diamanti di sangue ugandesi a manifestazioni sportive passando per amicizie con assassini come Mambro,Fioravanti e D'Inzillo(banda della Magliana).
Assieme a questi due tra altri indagati nello scandalo del riciclaggio Fastweb-Telecom(vedi http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2010/02/pdl-fucina-di-criminali.html) figurano pure Andrini,appartenente pure lui a gruppi dell'estrema destra capitolina e noto picchiatore,fuggito all'estero(ricorda qualcuno come Fiore?)per aver quasi ammazzato due ragazzi e ultimo tale Colosimo avvocato della destra ed ex portavoce di Storace e uomo d'affari"riciclati".
Tutte queste merde rimangono amiconi di Alemanno e della candidata Pdl Polverini alla presidenza del Lazio:il secondo contributo è di Indymedia Emilia Romagna.
Il senatore del Pdl nega di aver mai avuto rapporti con la malavita organizzata.Ecco le foto.
Il senatore del Pdl nega di aver mai avuto rapporti con la malavita organizzata. Ma "L'espresso" ha trovato le sue immagini amichevoli insieme a un boss della 'Ndrangheta, Franco Pugliese
Il senatore del Pdl Nicola Di Girolamo (la prima) insieme al boss della 'Ndrangheta Franco Pugliese
Il senatore Di Girolamo (la seconda) con alcuni invitati alla festa elettorale dell'aprile 2008: a sinistra, con la giacca chiara, Gennaro Mokbel. Gli altri tre invitati non hanno nulla a che fare con l'inchiesta in corso
Il senatore del Pdl nega di aver mai avuto rapporti con la malavita organizzata. Ma "L'espresso" ha trovato le sue immagini amichevoli insieme a un boss della 'Ndrangheta, Franco Pugliese
Mokbel, Colosimo, Andrini La galassia di estrema destra.
ROMA - C'è una galassia nera che ruota attorno agli affari oscuri del senatore Nicola di Girolamo, alla truffa da 2 miliardi delle compagnie di telefonia e al riciclaggio di capitali dell 'ndrangheta. Imprenditori, manager e avvocati con alle spalle una militanza nelle file dell'estrema destra e un presente "ripulito" grazie alle amicizie nel Popolo della Libertà, vicine al sindaco Gianni Alemanno, e sponsor di Renata Polverini nelle regionali nel Lazio.
C'è innanzitutto Gennaro Mokbel, 50 anni, imprenditore della Camilluccia "già esponente dell'organizzazione eversiva di destra Terza Posizione" amico degli ex Nar, Francesco Mambro e Giusva Fioravanti. Tra le sue vecchie frequentazioni figura Antonio D'Inzillo, killer della Banda della Magliana e dei Nar. Per gli inquirenti è la mente dell'organizzazione criminale. Di lui, i pm dell'Antimafia Giancarlo Capaldo, Giovanni Bombardieri e Francesca Passaniti ne sottolineano la "straordinaria capacità di proporsi nei circuiti legali dell'economia con interessi nel settore dei diamanti estratti in Uganda".
Con le sue società produce i film del regista Stefano Calvagna e promuove i match del pugile Vincenzo Cantatore. Qualcuno giura di averlo visto in compagnia dell'ex avvocato di Berlusconi, Cesare Previti. I pm scrivono che Mokbel vanta di "disporre di finanzieri "affittati" e di essere stato "braccio destro" del generale della finanza Francesco Cerretta, consulente della commissione Telekom Serbia".
Il presente di Gennaro Mokbel lo vede al fianco del senatore Di Girolamo. È lui a reclutare i voti dei calabresi in Germania vicini ai clan di Fabrizio Arena e Franco Pugliese. Una persona di sua fiducia con cui fa affari è Paolo Colosimo, avvocato vicino alla destra, difensore di Niccolò Accame, figlio dell'ex deputato Falco ed ex portavoce di Francesco Storace, nel processo Laziogate. Anche per Colosimo, ex legale anche dell'immobiliarista Danilo Coppola, viene chiesto l'arresto.
Ma Mokbel conosce molto bene anche Stefano Andrini, manager dell'Ama sotto la giunta Alemanno, con un passato pesante di picchiatore. Nel 2006, un'informativa della Digos sugli "Irriducibili" della Lazio se ne occupa perché è lui a registrare il sito del gruppo di ultrà formato da tanti militanti di Forza Nuova. "Andrini è conosciuto per la sua pregressa appartenenza - scrive la Digos - ai gruppi d'estrema destra "Movimento Politico Occidentale" e "Alternativa Nazionale Popolare"".
Nel '94 era stato arrestato per l'aggressione ad alcuni studenti di sinistra alla Sapienza. E 4 anni prima aveva ridotto in fin di vita due ragazzi al cinema Capranica. Fuggito in Svezia, era stato poi condannato a 4 anni per tentato omicidio. La svolta avviene nel 2008: Andrini è l'uomo che fa eleggere l'avvocato Di Girolamo, nella liste di Berlusconi in Senato, con i voti degli italiani all'estero. Secondo i pm Andrini e Gianluigi Ferretti, ex segretario dell'onorevole Mirko Tremaglia, sono proprio quelli che con Mokbel scelgono Bruxelles come residenza fittizia di Di Girolamo. Andrini, firma la dichiarazione al consolato di Bruxelles che attesta la residenza di Di Girolamo in Belgio. Nessuno controlla: il console è un suo amico. La truffa viene scoperta dai pm di Roma che chiedono invano l'arresto del neosenatore.
Il 20 ottobre 2008 la Giunta delle Elezioni ordina l'annullamento della nomina. Ma la decisione è sospesa grazie all'intervento del senatore del Pdl, Andrea Augello, uomo ombra delle politiche del Campidoglio ora grande sponsor di Renata Polverini. Nel 2009 Andrini diventa ad di Ama servizi. La nomina scatena polemiche. A sua difesa si schiera il sindaco Alemanno che ieri lo ringrazia "per la sua sensibilità" quando rassegna le dimissioni.
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/02/25/news/galassia_estrema_destra...
ROMA - C'è una galassia nera che ruota attorno agli affari oscuri del senatore Nicola di Girolamo, alla truffa da 2 miliardi delle compagnie di telefonia e al riciclaggio di capitali dell 'ndrangheta. Imprenditori, manager e avvocati con alle spalle una militanza nelle file dell'estrema destra e un presente "ripulito" grazie alle amicizie nel Popolo della Libertà, vicine al sindaco Gianni Alemanno, e sponsor di Renata Polverini nelle regionali nel Lazio.
C'è innanzitutto Gennaro Mokbel, 50 anni, imprenditore della Camilluccia "già esponente dell'organizzazione eversiva di destra Terza Posizione" amico degli ex Nar, Francesco Mambro e Giusva Fioravanti. Tra le sue vecchie frequentazioni figura Antonio D'Inzillo, killer della Banda della Magliana e dei Nar. Per gli inquirenti è la mente dell'organizzazione criminale. Di lui, i pm dell'Antimafia Giancarlo Capaldo, Giovanni Bombardieri e Francesca Passaniti ne sottolineano la "straordinaria capacità di proporsi nei circuiti legali dell'economia con interessi nel settore dei diamanti estratti in Uganda".
Con le sue società produce i film del regista Stefano Calvagna e promuove i match del pugile Vincenzo Cantatore. Qualcuno giura di averlo visto in compagnia dell'ex avvocato di Berlusconi, Cesare Previti. I pm scrivono che Mokbel vanta di "disporre di finanzieri "affittati" e di essere stato "braccio destro" del generale della finanza Francesco Cerretta, consulente della commissione Telekom Serbia".
Il presente di Gennaro Mokbel lo vede al fianco del senatore Di Girolamo. È lui a reclutare i voti dei calabresi in Germania vicini ai clan di Fabrizio Arena e Franco Pugliese. Una persona di sua fiducia con cui fa affari è Paolo Colosimo, avvocato vicino alla destra, difensore di Niccolò Accame, figlio dell'ex deputato Falco ed ex portavoce di Francesco Storace, nel processo Laziogate. Anche per Colosimo, ex legale anche dell'immobiliarista Danilo Coppola, viene chiesto l'arresto.
Ma Mokbel conosce molto bene anche Stefano Andrini, manager dell'Ama sotto la giunta Alemanno, con un passato pesante di picchiatore. Nel 2006, un'informativa della Digos sugli "Irriducibili" della Lazio se ne occupa perché è lui a registrare il sito del gruppo di ultrà formato da tanti militanti di Forza Nuova. "Andrini è conosciuto per la sua pregressa appartenenza - scrive la Digos - ai gruppi d'estrema destra "Movimento Politico Occidentale" e "Alternativa Nazionale Popolare"".
Nel '94 era stato arrestato per l'aggressione ad alcuni studenti di sinistra alla Sapienza. E 4 anni prima aveva ridotto in fin di vita due ragazzi al cinema Capranica. Fuggito in Svezia, era stato poi condannato a 4 anni per tentato omicidio. La svolta avviene nel 2008: Andrini è l'uomo che fa eleggere l'avvocato Di Girolamo, nella liste di Berlusconi in Senato, con i voti degli italiani all'estero. Secondo i pm Andrini e Gianluigi Ferretti, ex segretario dell'onorevole Mirko Tremaglia, sono proprio quelli che con Mokbel scelgono Bruxelles come residenza fittizia di Di Girolamo. Andrini, firma la dichiarazione al consolato di Bruxelles che attesta la residenza di Di Girolamo in Belgio. Nessuno controlla: il console è un suo amico. La truffa viene scoperta dai pm di Roma che chiedono invano l'arresto del neosenatore.
Il 20 ottobre 2008 la Giunta delle Elezioni ordina l'annullamento della nomina. Ma la decisione è sospesa grazie all'intervento del senatore del Pdl, Andrea Augello, uomo ombra delle politiche del Campidoglio ora grande sponsor di Renata Polverini. Nel 2009 Andrini diventa ad di Ama servizi. La nomina scatena polemiche. A sua difesa si schiera il sindaco Alemanno che ieri lo ringrazia "per la sua sensibilità" quando rassegna le dimissioni.
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/02/25/news/galassia_estrema_destra...
giovedì 25 febbraio 2010
OSSESSIONE
Porte chiuse,vicoli ciechi,
neve che imbratta il mio passaggio verso la pace.
Odore scomposto di metano,
luci sfuggenti che appaiono e scompaiono
in un fragore immenso.
Scivolo perpetuo lungo le scale,
mentre piante grasse ridono al mio passaggio.
Osano luci fioche funestare i miei tormenti,
mi osservano quadri inermi
che vorrebbero catturare la mia anima.
E’ uno scempio che assale e turba il mio corpo.
neve che imbratta il mio passaggio verso la pace.
Odore scomposto di metano,
luci sfuggenti che appaiono e scompaiono
in un fragore immenso.
Scivolo perpetuo lungo le scale,
mentre piante grasse ridono al mio passaggio.
Osano luci fioche funestare i miei tormenti,
mi osservano quadri inermi
che vorrebbero catturare la mia anima.
E’ uno scempio che assale e turba il mio corpo.
mercoledì 24 febbraio 2010
PDL FUCINA DI CRIMINALI
Ieri ennesimo putiferio scatenato dal sempre più corrotto sistema politico-imprenditoriale italiano con la scoperta di un'evasione fiscale abissale che ha visto coinvolta in primis la società di comunicazione Fastweb ed ancora Telecom con una sua associata,Sparkle,ree di aver frodato il fisco italiano per ben 400 milioni di Euro.
Tutti soldi che secondo la divisione investigativa antimafia di Roma sono stato riciclati in diverse società italiane ed estere,e a margine di questo ci sono stati 56 indagati(di cui 52 già agli arresti)tra cui il presidente Fastweb Silvio Scaglia e l'ennesimo politico del Pdl,il parlamentare Nicola Di Girolamo(entrambe non ancora arrestati perchè il primo all'estero ed il secondo polito di regime)il quale è al centro di fatti ben più gravi in quanto eletto come senatore all'estero grazie ad un giro di voti comprati alla n'drangheta operativa nella mitteleuropa e soprattutto in Germania,territorio d'eccellenza d'esportazione del made in Italy criminale nostrano.
Il primo commento è della redazione di"Senza Soste"e la cronaca successiva è tratta dal sito dell'agenzia"Adn Kronos".
Fastweb e 'ndrangheta, le nuove alleanze del capitalismo italiano.
La madre di tutte le privatizzazioni italiane, quella del settore comunicazioni voluta da Massimo D'Alema, non cessa di produrre frutti velenosi anche nella seconda e nella terza generazione di aziende.Dopo che la Telecom ha perso decine di migliaia di posti di lavoro in questi anni, dopo che si è infilata in uno scandalo intercettazioni immenso (messo a tacere all'epoca dell'ultimo governo Prodi), adesso la capofila dello scandalo è Fastweb. Una delle aziende di nuova generazione cresciuta grazie ad un settore completamente privatizzato.Fastweb, assieme ad una controllata di Telecom Italia, secondo le accuse mosse ha organizzato un giro di riciclaggio di denaro e di false fatturazioni da due miliardi di euro. Con la attiva collaborazione della 'ndrangheta e di un senatore del PDL (partito che produce un indagato eccellente al giorno).E così il settore che dovrebbe essere quello strategico per il futuro di un paese, grazie alle privatizzazioni, è diventato il terreno di saccheggio di un robber capitalism alleato con la 'ndrangheta. Qui non è tanto questione di frode fiscale o di grave episodio. E' la natura stessa delle privatizzazioni che è in discussione in questi fatti.
Tutti soldi che secondo la divisione investigativa antimafia di Roma sono stato riciclati in diverse società italiane ed estere,e a margine di questo ci sono stati 56 indagati(di cui 52 già agli arresti)tra cui il presidente Fastweb Silvio Scaglia e l'ennesimo politico del Pdl,il parlamentare Nicola Di Girolamo(entrambe non ancora arrestati perchè il primo all'estero ed il secondo polito di regime)il quale è al centro di fatti ben più gravi in quanto eletto come senatore all'estero grazie ad un giro di voti comprati alla n'drangheta operativa nella mitteleuropa e soprattutto in Germania,territorio d'eccellenza d'esportazione del made in Italy criminale nostrano.
Il primo commento è della redazione di"Senza Soste"e la cronaca successiva è tratta dal sito dell'agenzia"Adn Kronos".
Fastweb e 'ndrangheta, le nuove alleanze del capitalismo italiano.
La madre di tutte le privatizzazioni italiane, quella del settore comunicazioni voluta da Massimo D'Alema, non cessa di produrre frutti velenosi anche nella seconda e nella terza generazione di aziende.Dopo che la Telecom ha perso decine di migliaia di posti di lavoro in questi anni, dopo che si è infilata in uno scandalo intercettazioni immenso (messo a tacere all'epoca dell'ultimo governo Prodi), adesso la capofila dello scandalo è Fastweb. Una delle aziende di nuova generazione cresciuta grazie ad un settore completamente privatizzato.Fastweb, assieme ad una controllata di Telecom Italia, secondo le accuse mosse ha organizzato un giro di riciclaggio di denaro e di false fatturazioni da due miliardi di euro. Con la attiva collaborazione della 'ndrangheta e di un senatore del PDL (partito che produce un indagato eccellente al giorno).E così il settore che dovrebbe essere quello strategico per il futuro di un paese, grazie alle privatizzazioni, è diventato il terreno di saccheggio di un robber capitalism alleato con la 'ndrangheta. Qui non è tanto questione di frode fiscale o di grave episodio. E' la natura stessa delle privatizzazioni che è in discussione in questi fatti.
Girolamo e Scaglia. Il Gip: "Gravissima frode all'erario".
Il riciclaggio attraverso una rete di società appositamente costituite in Italia e all'estero
Riciclaggio, arresti per il senatore Di Girolamo e Scaglia. Il Gip: "Gravissima frode all'erario"
Roma - (Adnkronos/Ign) - Maxi operazione antiriciclaggio: 56 ordinanze (VIDEO). Al momento il fondatore di Fastweb risulta latitante. In una nota spiega: "Sono all'estero per lavoro". Indagato anche l'ad Parisi. Il crollo in Borsa: -7,55%. Misura cautelare nei confronti dell'esponente del Pdl: ''Spiegherò tutto''. Coinvolta anche Telecom Italia Sparkle. Chiesto il commissariamento delle due aziende di tlc.
Roma, 23 feb. (Adnkronos/Ign) - "Un danno patrimoniale di eccezionale gravita' per l'Erario". E' quanto scrive il gip della Procura di Roma Aldo Morgigni nell'ordinanza relativa all'operazione Phunchards-Broker condotta dei Carabinieri del Ros e dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza che ha portato alla scoperta di un giro di riciclaggio di denaro per due miliardi di euro e un'evasione dell'Iva per 400 milioni di euro.
Sono "sconcertanti" le modalita' attraverso le quali, secondo gli inquirenti, gli accusati "hanno realizzato una fitta rete di relazioni con appartenenti alla criminalita' organizzata ed ad associazioni di tipo mafioso e prestanomi stranieri al fine di frodare centinaia di milioni di euro al fisco realizzando una stabile struttura criminosa".
Tra i destinatari delle 56 misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Roma, Aldo Morgigni, anche nomi noti: dal senatore del Pdl Nicola Di Girolamo, eletto nella quota europea alle ultime elezioni, al fondatore di Fastweb, Silvio Scaglia. Nessuno dei due e' pero' ancora stato arrestato.
"L'abituale collaborazione di appartenenti alla 'ndrangheta anche per l'intestazione di beni di lusso e ad attivita' economiche degli associati posiziona definitivamente l'associazione contro la quale si procede tra le piu' pericolose mai individuate", dal momento che, prosegue il gip "unisce all'inusitata disponibilita' diretta di enormi capitali e di strutture societarie apparentemente lecite l'eccezionale capacita' intimidatoria tipica degli appartenenti ad organizzazioni legati da vincoli omertosi, la cui violazione - si legge nell'ordinanza - e' notoriamente sanzionata da intimidazioni e violenze che, spesso, giungono a cagionare l'uccisione sia di quanti si oppongano ai progetti delittuosi che degli stessi appartenenti al sodalizio criminale ritenuti non piu' affidabili".
"Le attivita' delittuose del gruppo criminale - viene rilevato - risultano talmente macroscopiche che era sostanzialmente necessario per i membri del sodalizio associarsi con pubblici ufficiali e in particolare ufficiali di polizia giudiziaria, al fine che venissero svolte indagini sui reati commessi o che comunque fosse possibile avere informazioni e notizie sullo stato delle indagini ostacolandole ove necessario".
Nell'inchiesta ci sono anche Fastweb Spa e Telecom Italia Sparkle , contrallata al 100% da Telecom, in persona del legale rappresentante pro tempore. Il reato ipotizzato è quello di associazione per delinquere. Lo stesso è stato ipotizzato nei confronti dell'amministratore delegato di Fastweb Stefano Parisi che però non è stato colpito dal provvedimento di arresto. Sono complessivamente 12 gli esponenti delle società Telecom Sparkle e Fastweb indagati nel procedimento.
Non solo. E' stata avanzata nei confronti delle due società una richiesta di misura interdittiva dell'esercizio dell'attività. A renderlo noto è lo stesso gruppo. La richiesta sarà valutata dal giudice il 2 marzo prossimo. In una nota ufficiale Fastweb sottolinea che "l'azienda garantisce la continuità dell'attività ai clienti e ai 3.500 dipendenti e alle oltre 8mila persone che lavorano per Fastweb".
La società, inoltre, si dice "estranea e parte lesa". "I fatti contestati - precisa il gruppo operante nel settore telecomunicazioni - riguardano una presunta evasione Iva derivante da attività truffaldine di terzi che si sono avvalsi della rete di Fastweb e di altri operatori tlc italiani". Inoltre, sottolinea la società, "la vicenda giudiziaria riguarda fatti accaduti anni fa (relativi ai periodi d'esercizio 2005-2006), già oggetto di contestazione agli allora indagati, e rispetto ai quali la società si ritiene estranea e parte lesa".
Anche Telecom Italia, in una nota della società emessa su richiesta della Consob, si definisce ''parte lesa".
Quanto al senatore del Pdl, Nicola Di Girolamo, "è accusato di essere la mente finanziaria del gruppo che ha commesso gli illeciti" ha spiegato il magistrato Giancarlo Capaldo. Nelle indagini appaiono anche collegamenti con la famiglia della 'ndrangheta di Isola Capo Rizzuto, Arena. E' emerso dalle indagini che in occasione delle elezioni politiche dell'aprile 2008, nel corso della campagna elettorale si sono svolte a Isola Capo Rizzuto alcune riunioni con esponenti della 'ndrangheta per la raccolta di voti tra gli emigrati calabresi in Germania. Il senatore ha annunciato: "Spiegherò tutto quanto nella conferenza stampa che terrò domani alle 10 all'hotel Minerva".
Tra gli arrestati anche un ufficiale della Guardia di Finanza.
I provvedimenti restrittivi scaturiscono dalle indagini condotte nell'ambito di due distinti e autonomi procedimenti penali che sotto la direzione della Procura distrettuale antimafia di Roma hanno consentito di delineare ''una struttura transnazionale dedita al riciclaggio di ingenti somme di denaro, tramite una rete di società appositamente costituite in Italia e all'estero''. Le indagini hanno accertato come i capitali illeciti, riciclati attraverso un sofisticato circuito internazionale finanziario e bancario, provenissero da una serie di operazioni commerciali fittizie di acquisto e vendita di servizi di interconnessione telefonica internazionale, per un valore complessivo di oltre due miliardi di euro. ''Il riciclaggio - secondo quanto accertato dagli investigatori - veniva realizzato attraverso la falsa fatturazione di servizi telefonici e telematici inesistenti''.
Alcuni indagati sono raggiunti da un provvedimento restrittivo in Usa, Inghilterra e Lussemburgo.
Il riciclaggio attraverso una rete di società appositamente costituite in Italia e all'estero
Riciclaggio, arresti per il senatore Di Girolamo e Scaglia. Il Gip: "Gravissima frode all'erario"
Roma - (Adnkronos/Ign) - Maxi operazione antiriciclaggio: 56 ordinanze (VIDEO). Al momento il fondatore di Fastweb risulta latitante. In una nota spiega: "Sono all'estero per lavoro". Indagato anche l'ad Parisi. Il crollo in Borsa: -7,55%. Misura cautelare nei confronti dell'esponente del Pdl: ''Spiegherò tutto''. Coinvolta anche Telecom Italia Sparkle. Chiesto il commissariamento delle due aziende di tlc.
Roma, 23 feb. (Adnkronos/Ign) - "Un danno patrimoniale di eccezionale gravita' per l'Erario". E' quanto scrive il gip della Procura di Roma Aldo Morgigni nell'ordinanza relativa all'operazione Phunchards-Broker condotta dei Carabinieri del Ros e dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza che ha portato alla scoperta di un giro di riciclaggio di denaro per due miliardi di euro e un'evasione dell'Iva per 400 milioni di euro.
Sono "sconcertanti" le modalita' attraverso le quali, secondo gli inquirenti, gli accusati "hanno realizzato una fitta rete di relazioni con appartenenti alla criminalita' organizzata ed ad associazioni di tipo mafioso e prestanomi stranieri al fine di frodare centinaia di milioni di euro al fisco realizzando una stabile struttura criminosa".
Tra i destinatari delle 56 misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Roma, Aldo Morgigni, anche nomi noti: dal senatore del Pdl Nicola Di Girolamo, eletto nella quota europea alle ultime elezioni, al fondatore di Fastweb, Silvio Scaglia. Nessuno dei due e' pero' ancora stato arrestato.
"L'abituale collaborazione di appartenenti alla 'ndrangheta anche per l'intestazione di beni di lusso e ad attivita' economiche degli associati posiziona definitivamente l'associazione contro la quale si procede tra le piu' pericolose mai individuate", dal momento che, prosegue il gip "unisce all'inusitata disponibilita' diretta di enormi capitali e di strutture societarie apparentemente lecite l'eccezionale capacita' intimidatoria tipica degli appartenenti ad organizzazioni legati da vincoli omertosi, la cui violazione - si legge nell'ordinanza - e' notoriamente sanzionata da intimidazioni e violenze che, spesso, giungono a cagionare l'uccisione sia di quanti si oppongano ai progetti delittuosi che degli stessi appartenenti al sodalizio criminale ritenuti non piu' affidabili".
"Le attivita' delittuose del gruppo criminale - viene rilevato - risultano talmente macroscopiche che era sostanzialmente necessario per i membri del sodalizio associarsi con pubblici ufficiali e in particolare ufficiali di polizia giudiziaria, al fine che venissero svolte indagini sui reati commessi o che comunque fosse possibile avere informazioni e notizie sullo stato delle indagini ostacolandole ove necessario".
Nell'inchiesta ci sono anche Fastweb Spa e Telecom Italia Sparkle , contrallata al 100% da Telecom, in persona del legale rappresentante pro tempore. Il reato ipotizzato è quello di associazione per delinquere. Lo stesso è stato ipotizzato nei confronti dell'amministratore delegato di Fastweb Stefano Parisi che però non è stato colpito dal provvedimento di arresto. Sono complessivamente 12 gli esponenti delle società Telecom Sparkle e Fastweb indagati nel procedimento.
Non solo. E' stata avanzata nei confronti delle due società una richiesta di misura interdittiva dell'esercizio dell'attività. A renderlo noto è lo stesso gruppo. La richiesta sarà valutata dal giudice il 2 marzo prossimo. In una nota ufficiale Fastweb sottolinea che "l'azienda garantisce la continuità dell'attività ai clienti e ai 3.500 dipendenti e alle oltre 8mila persone che lavorano per Fastweb".
La società, inoltre, si dice "estranea e parte lesa". "I fatti contestati - precisa il gruppo operante nel settore telecomunicazioni - riguardano una presunta evasione Iva derivante da attività truffaldine di terzi che si sono avvalsi della rete di Fastweb e di altri operatori tlc italiani". Inoltre, sottolinea la società, "la vicenda giudiziaria riguarda fatti accaduti anni fa (relativi ai periodi d'esercizio 2005-2006), già oggetto di contestazione agli allora indagati, e rispetto ai quali la società si ritiene estranea e parte lesa".
Anche Telecom Italia, in una nota della società emessa su richiesta della Consob, si definisce ''parte lesa".
Quanto al senatore del Pdl, Nicola Di Girolamo, "è accusato di essere la mente finanziaria del gruppo che ha commesso gli illeciti" ha spiegato il magistrato Giancarlo Capaldo. Nelle indagini appaiono anche collegamenti con la famiglia della 'ndrangheta di Isola Capo Rizzuto, Arena. E' emerso dalle indagini che in occasione delle elezioni politiche dell'aprile 2008, nel corso della campagna elettorale si sono svolte a Isola Capo Rizzuto alcune riunioni con esponenti della 'ndrangheta per la raccolta di voti tra gli emigrati calabresi in Germania. Il senatore ha annunciato: "Spiegherò tutto quanto nella conferenza stampa che terrò domani alle 10 all'hotel Minerva".
Tra gli arrestati anche un ufficiale della Guardia di Finanza.
I provvedimenti restrittivi scaturiscono dalle indagini condotte nell'ambito di due distinti e autonomi procedimenti penali che sotto la direzione della Procura distrettuale antimafia di Roma hanno consentito di delineare ''una struttura transnazionale dedita al riciclaggio di ingenti somme di denaro, tramite una rete di società appositamente costituite in Italia e all'estero''. Le indagini hanno accertato come i capitali illeciti, riciclati attraverso un sofisticato circuito internazionale finanziario e bancario, provenissero da una serie di operazioni commerciali fittizie di acquisto e vendita di servizi di interconnessione telefonica internazionale, per un valore complessivo di oltre due miliardi di euro. ''Il riciclaggio - secondo quanto accertato dagli investigatori - veniva realizzato attraverso la falsa fatturazione di servizi telefonici e telematici inesistenti''.
Alcuni indagati sono raggiunti da un provvedimento restrittivo in Usa, Inghilterra e Lussemburgo.
martedì 23 febbraio 2010
MONARCO-FASCISMO
Articolo tratto dal caustico sito livornese"Don Zauker"che sbeffeggia quella gran faccia di culo di Emanuele Filiberto che sempre più grazie ai media ed alla recente apparizione di Sanremo cerca di entrare nelle menti malleabili dei suoi"sudditi"italiani,grazie proprio all'emittente Rai 1 che tanto si danna per insabbiare scandali che riguardano il regime ed esaltarne le scellerate attività politiche e non.
Questo rampollo che è molto simile al premier puttaniere(donne,potere,soldi,presenza mediatica)fa proclami alla nazione che ha denunciato per il risarcimento dei danni morali dovuti all'esilio dei Savoia per milioni di Euro proprio dalla tv di Stato...solo qui da noi possono accadere assurdità simili!
Speriamo che novelli Bresci crescano a frotte nella nostra Italia,pronti a prendersi cura di questi monarchici corrotti e puttanieri spalleggiati dal regime fascista...i ruoli si sono capovolti,una volta i vari Mussolini erano appoggiati dal re,ora è il contrario ma la merda finale rimane la stessa.
Per maggiori informazioni sulla casa reale da questo blog rimando a un link dello scorso aprile:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2009/04/lo-spettro-della-criminalmonarchia.html.
Il piccolo principe.
Guardate, non è per supponenza o per ostentato e fasullo anticonformismo, ma vi preghiamo di crederci quando vi diciamo che a noi del Festival di Sanremo non ce ne frega un cazzo nulla.
Davvero, non sappiamo chi c’è, chi non c’è, chi ci va e chi ci viene mandato.
Ma così non è per il nostro amico Santrine che, da buon emigrante, approfitta di queste belle manifestazioni per ricordarsi un po’ del suo Paese e per convincersi ancora di più di aver fatto la scelta giusta.
E, manco a dirlo, non poteva non riconscersi nella bella dichiarazione d’amore all’Italia che il nostro principino Emanuelle Filiberto ha cantato sul palco dell’Ariston, in compagnia del suo nano di corte e di un altro tizio.
La parola, dunque, a Santrine:
No, cari amici, la vita dell’emiCranto non è per niente facile.Puoi ripudiare il tuo paese quanto vuoi, arrivare a fingerti pakistano per fare bella figura, ma l’orgoglio di essere italiano è sempre lì, vigile. E allora ti scopri a raderti con la crema da barba alla menta, a tenere il mandolino sempre a portata di mano, a correre dalla cucina al cesso, come Tardelli al Bernabeu. A volte poi, quando la nostalgia canaglia ti prende proprio quando non vuoi (op.cit.), apri con voracità l’homepage di un quotidiano italiano e la divori in ogni sua parte. E cominci a farti delle domande.Un esempio.Il legittimo (ci mancherebbe altro) futuro pretendente al trono d’Italia è stato malamente sfancvlato® dal Festival di Sanremo, in coppia nientepopodimeno che con il suo nano di corte, Enzo Ghinazzi (rima obbligata). Ora, dimentichiamoci per un momento che Pupo da anni si fa mantenere il vizio del gioco, la moglie e l’amante dal canone RAI e da un patetico revival. Dimentichiamoci anche che, senza il supporto di metà degli Squallor (Daniele Pace e Giancarlo Bigazzi, di nuovo rima obbligata) come autori, sarebbe rimasto null’altro che un nano innocuo. E dimentichiamoci pure che una delle sue canzoni più famose è in realtà stata scritta ad honorem di un mattarello di mogano da quell’alliscia-putipù di Malgioglio.Ma sì, dimentichiamoci di tutto questo e concentriamoci sul principino, che ricorda il presidente del consiglio in carica: un po’ showman, un po’ industriale, un po’ operaio, un po’ artista, un po’ donnaiolo. Il tutto tenuto insieme dal fil rouge della cialtroneria.Infatti il curriculum del (ram)pollo reale lo vede, ancora esule, come conduttore televisivo grazie a quel paraculo di Fazio; come svolazzante ballerino sotto le stelle in coNpagnia di accompagnatrici di riguardo; come fondatore di un movimento politico di spessore nonché candidato (trombato duro, non senza piacere…da entrambe le parti) alle elezioni europee. Infine, mai domo, come irriducibile nemico del congiuntivo, con il quale ha ingaggiato da anni una battaglia senza esclusione di colpi.Ma soprattutto, la sua vena imprenditoriale lo ha portato a chiedere centinaja di milioni di euro ai suoi sudditi (cioé voi, moi non plus: PUPPATEMELO!) per le sofferenze patite durante l’esilio svizzero, delle quali fa velata menzione il testo della canzone, con tanto di richiesta alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.Ovviamente ha fatto questo in copro-duzione col padre, a sua volta riuscito imprenditore ramo omicidi, videopoker e troie, nonché vedette di scazzottate reali ai matrimoni altrui e, dulcis in fundo, iscritto alla P2 ça va sans dire.
Ciononostante, non trovo giusto che si tratti così un testo in cui si parla di orgoglio per la propria religione e per la propria cultura, per di più cantato da due autorità in materia.
Ma tanto, si sa, solo chi ha patito come me e il piccolo principe le pene che ti procura il dover essere costretto a vivere in un Paese nel quale non ti riconosci (per lui la Svizzera, per me l’Italia) può capire il testo di quella bella canzone, la cui aria, tra l’altro, è paripari “Somewhere over the rainbow”.Ah, a proposito di aria, ho letto che uno degli illustri ospiti del festival è stato Causo* Cassano, che ha simpaticamente ammesso di avere scritto più libri di quanti ne abbia letto: due.Ora, considerando che questa sua comparsata è stata meritatamente retribuita con 150.000 dei Vostri euro (e delle Vs. madri, beninteso), ne deriva che il prezzo corrente di mercato è di 75.000eur a libro letto.
Ora la domanda è: ……..?Secondo me, sì.
Vs.Santrine
*Coso, in barese.
Questo rampollo che è molto simile al premier puttaniere(donne,potere,soldi,presenza mediatica)fa proclami alla nazione che ha denunciato per il risarcimento dei danni morali dovuti all'esilio dei Savoia per milioni di Euro proprio dalla tv di Stato...solo qui da noi possono accadere assurdità simili!
Speriamo che novelli Bresci crescano a frotte nella nostra Italia,pronti a prendersi cura di questi monarchici corrotti e puttanieri spalleggiati dal regime fascista...i ruoli si sono capovolti,una volta i vari Mussolini erano appoggiati dal re,ora è il contrario ma la merda finale rimane la stessa.
Per maggiori informazioni sulla casa reale da questo blog rimando a un link dello scorso aprile:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2009/04/lo-spettro-della-criminalmonarchia.html.
Il piccolo principe.
Guardate, non è per supponenza o per ostentato e fasullo anticonformismo, ma vi preghiamo di crederci quando vi diciamo che a noi del Festival di Sanremo non ce ne frega un cazzo nulla.
Davvero, non sappiamo chi c’è, chi non c’è, chi ci va e chi ci viene mandato.
Ma così non è per il nostro amico Santrine che, da buon emigrante, approfitta di queste belle manifestazioni per ricordarsi un po’ del suo Paese e per convincersi ancora di più di aver fatto la scelta giusta.
E, manco a dirlo, non poteva non riconscersi nella bella dichiarazione d’amore all’Italia che il nostro principino Emanuelle Filiberto ha cantato sul palco dell’Ariston, in compagnia del suo nano di corte e di un altro tizio.
La parola, dunque, a Santrine:
No, cari amici, la vita dell’emiCranto non è per niente facile.Puoi ripudiare il tuo paese quanto vuoi, arrivare a fingerti pakistano per fare bella figura, ma l’orgoglio di essere italiano è sempre lì, vigile. E allora ti scopri a raderti con la crema da barba alla menta, a tenere il mandolino sempre a portata di mano, a correre dalla cucina al cesso, come Tardelli al Bernabeu. A volte poi, quando la nostalgia canaglia ti prende proprio quando non vuoi (op.cit.), apri con voracità l’homepage di un quotidiano italiano e la divori in ogni sua parte. E cominci a farti delle domande.Un esempio.Il legittimo (ci mancherebbe altro) futuro pretendente al trono d’Italia è stato malamente sfancvlato® dal Festival di Sanremo, in coppia nientepopodimeno che con il suo nano di corte, Enzo Ghinazzi (rima obbligata). Ora, dimentichiamoci per un momento che Pupo da anni si fa mantenere il vizio del gioco, la moglie e l’amante dal canone RAI e da un patetico revival. Dimentichiamoci anche che, senza il supporto di metà degli Squallor (Daniele Pace e Giancarlo Bigazzi, di nuovo rima obbligata) come autori, sarebbe rimasto null’altro che un nano innocuo. E dimentichiamoci pure che una delle sue canzoni più famose è in realtà stata scritta ad honorem di un mattarello di mogano da quell’alliscia-putipù di Malgioglio.Ma sì, dimentichiamoci di tutto questo e concentriamoci sul principino, che ricorda il presidente del consiglio in carica: un po’ showman, un po’ industriale, un po’ operaio, un po’ artista, un po’ donnaiolo. Il tutto tenuto insieme dal fil rouge della cialtroneria.Infatti il curriculum del (ram)pollo reale lo vede, ancora esule, come conduttore televisivo grazie a quel paraculo di Fazio; come svolazzante ballerino sotto le stelle in coNpagnia di accompagnatrici di riguardo; come fondatore di un movimento politico di spessore nonché candidato (trombato duro, non senza piacere…da entrambe le parti) alle elezioni europee. Infine, mai domo, come irriducibile nemico del congiuntivo, con il quale ha ingaggiato da anni una battaglia senza esclusione di colpi.Ma soprattutto, la sua vena imprenditoriale lo ha portato a chiedere centinaja di milioni di euro ai suoi sudditi (cioé voi, moi non plus: PUPPATEMELO!) per le sofferenze patite durante l’esilio svizzero, delle quali fa velata menzione il testo della canzone, con tanto di richiesta alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.Ovviamente ha fatto questo in copro-duzione col padre, a sua volta riuscito imprenditore ramo omicidi, videopoker e troie, nonché vedette di scazzottate reali ai matrimoni altrui e, dulcis in fundo, iscritto alla P2 ça va sans dire.
Ciononostante, non trovo giusto che si tratti così un testo in cui si parla di orgoglio per la propria religione e per la propria cultura, per di più cantato da due autorità in materia.
Ma tanto, si sa, solo chi ha patito come me e il piccolo principe le pene che ti procura il dover essere costretto a vivere in un Paese nel quale non ti riconosci (per lui la Svizzera, per me l’Italia) può capire il testo di quella bella canzone, la cui aria, tra l’altro, è paripari “Somewhere over the rainbow”.Ah, a proposito di aria, ho letto che uno degli illustri ospiti del festival è stato Causo* Cassano, che ha simpaticamente ammesso di avere scritto più libri di quanti ne abbia letto: due.Ora, considerando che questa sua comparsata è stata meritatamente retribuita con 150.000 dei Vostri euro (e delle Vs. madri, beninteso), ne deriva che il prezzo corrente di mercato è di 75.000eur a libro letto.
Ora la domanda è: ……..?Secondo me, sì.
Vs.Santrine
*Coso, in barese.
lunedì 22 febbraio 2010
LA BANDIERA DELLA LIBERTA'
La notizia è della scorsa settimana e riporta la notizia della morte del soldato sovietico Abdulkhakim Ismailov che fu tra i primi a far sventolare a Berlino sul palazzo del Reichstag la gloriosa bandiera dell'Unione Sovietica,atto immortalato per sempre dal fotografo Evgenij Chaldej nei primi giorni del maggio 1945.
Immagine che più di molte altre ha rappresentato simbolicamente la fine del nazismo in Germania,la fine di Hitler e della sua tirannia estesa su tutto il mondo:il contributo è di"Senza Soste"che cita le fonti delle agenzie Adnkronos-Ign.
Makchachkala, 17 feb. (Adnkronos/Ign) - E' morto all'eta' di 93 anni nel Daghestan Abdulkhakim Ismailov, l'eroe della 'grande guerra patriottica', fra i primi a innalzare nel 1945 la 'bandiera della vittoria' sul Reichstag a Berlino. L'annuncio e' stato dato dalla presidenza della repubblica, che fa parte della Federazione russa. Solo nel 1996, Ismailov aveva avuto il suo primo riconoscimento ufficiale, quando era stato invitato a Mosca al Cremlino, e l'allora presidente Boris Eltsin lo aveva insignito della Stella d'oro dell'Eroe russo ''per il valore e l'eroismo dimostrato nella Grande Guerra patriottica''.
L'immagine del soldato dell'Armata Rossa che issa la bandiera sovietica sul Parlamento tedesco è entrata nella storia diventando il simbolo della liberazione dal Nazismo e della sconfitta di Hitler.
Immagine che più di molte altre ha rappresentato simbolicamente la fine del nazismo in Germania,la fine di Hitler e della sua tirannia estesa su tutto il mondo:il contributo è di"Senza Soste"che cita le fonti delle agenzie Adnkronos-Ign.
Morto a 93 anni il soldato che innalzò la bandiera rossa sul Reichstag.
Makchachkala, 17 feb. (Adnkronos/Ign) - E' morto all'eta' di 93 anni nel Daghestan Abdulkhakim Ismailov, l'eroe della 'grande guerra patriottica', fra i primi a innalzare nel 1945 la 'bandiera della vittoria' sul Reichstag a Berlino. L'annuncio e' stato dato dalla presidenza della repubblica, che fa parte della Federazione russa. Solo nel 1996, Ismailov aveva avuto il suo primo riconoscimento ufficiale, quando era stato invitato a Mosca al Cremlino, e l'allora presidente Boris Eltsin lo aveva insignito della Stella d'oro dell'Eroe russo ''per il valore e l'eroismo dimostrato nella Grande Guerra patriottica''.
L'immagine del soldato dell'Armata Rossa che issa la bandiera sovietica sul Parlamento tedesco è entrata nella storia diventando il simbolo della liberazione dal Nazismo e della sconfitta di Hitler.
venerdì 19 febbraio 2010
MILANO,DOMANI ORE 15 PIAZZA CORDUSIO
Domani dovremo essere tantissimi a Milano per la conclusione della settimana internazionale di solidarietà con il popolo basco che abbraccia ed accomunano diverse realtà mondiali di tutti i continenti che giungeranno direttamente nel capoluogo lombardo per manifestare la ferma voglia di poter cambiare questo mondo attraverso l'informazione e la lotta.
L'appello posto qui avanti dai compagni di EHL Italia(amici ed amiche del paese basco)si conclude con la frase"la solidarietà è un'arma",ed è da questo presupposto che dobbiamo essere pronti a scendere in strada non solo domani per questo grande evento,ma lo scopo finale è quello di riuscirci ogni giorno della nostra vita attraverso la forma che ognuno può dare,tramite il contributo che una persona può fornire!
Quindi alle ore 15 domani pomeriggio tutti in Piazza Cordusio a Milano per partecipare a questa manifestazione che è anche momento di festa e di conoscenza anche grazie alla distribuzione di materiale informativo e la presenza di banchetti dove si potranno avere maggiori delucidazioni sui progetti portati avanti da migliaia di persone in tutto il mondo e si avrà la possibilità di acquistare materiale per contribuire alle spese organizzative ed al proseguimento dei programmi iniziati.
Borroka da bide bakarra!
Tanti popoli un'unica lotta!
La rete Euskal Herriaren Lagunak/Amici e amiche del Paese Basco lancia un appello per ilCORTEO NAZIONALETANTI POPOLI UN'UNICA LOTTAper la libertà, l'indipendenza e l'autodeterminazione dei popoliMILANO - Sabato 20 febbraio 2010 ore 15.00 - Piazza Cordusio.
Sabato 20 febbraio 2010, a conclusione della settimana internazionale di solidarietà con il popolo basco, la rete nazionale Euskal Herriaren Lagunak - amici e amiche del Paese Basco, insieme alla Comunità Curda della Lombardia, alla Comunità Palestinese di Milano e all’Associazione Nuova Colombia, lancia un appello a tutti i movimenti, gruppi, singoli e realtà dell'autorganizzazione per indire un corteo nazionale a Milano per il diritto all'autodeterminazione dei popoli che avrà come parola d'ordine "Tanti popoli un'unica lotta".In un momento di forte crisi economica, politica e sociale cui gli Stati imperialisti rispondono internamente con la repressione e fuori dai propri confini con la guerra, crediamo sia fondamentale rafforzare la solidarietà e i rapporti tra i popoli in lotta che combattono per rivendicare i propri diritti, tra studenti e lavoratori che anche all'interno della cosiddetta "Fortezza Europa" si organizzano per promuovere un modello di società anticapitalista.
In piazza il 20 febbraio sfileremo insieme alle bandiere dei popoli del mondo in lotta per la propria libertà e indipendenza:
le bandiere del popolo basco, che da anni subisce, come in un laboratorio di sperimentazione, la “guerra sporca” con la sparizione e l'omicidio di numerosi militanti, oltre ad arresti preventivi, violenti attacchi ai cortei, deportazione in carceri a migliaia di km da casa, messa fuorilegge di partiti della sinistra, organizzazioni sociali, giovanili, organismi a difesa dei lavoratori e chiusura di organi di informazione.
Le bandiere del popolo kurdo al quale viene tolta, con l'illegalizzazione di ogni struttura politica, la possibilità di una presenza politica organizzata sul territorio. Il popolo kurdo rivendicherà, inoltre, con forza, la libertà per il proprio leader storico Ocalan, da più di 10 anni detenuto dell'isola-prigione di İmralı.
Le bandiere dei diversi popoli del Sudamerica che hanno aperto una strada di rilevanza epocale con la rivendicazione di un nuovo cammino bolivariano che imponga indipendenza e libertà all'ingombrante e oppressiva presenza del gigante imperialista statunitense e dei suoi governi fantoccio.
Le bandiere del popolo palestinese che, ad un anno dal genocidio sionista di Gaza, saranno il segno di chi non si piega all'oppressione sionista e che resisterà e resiste, pagando prezzi altissimi in sangue e vite umane.
Arriveremo da Euskal Herria, Italia, Irlanda, Francia, Germania, Catalunya, Sardigna, Corsica, Kurdistan, Palestina, Venezuela, Colombia, Nicaragua, Cuba e da tutti i numerosi popoli in lotta. Saremo come un vento caldo che indicherà il cammino della globalizzazione delle lotte dove i potenti stanno globalizzando la miseria.
La solidarietà è un' arma.
Promuovono:
Euskal Herriarren Lagunak / Amici e amiche del Paese Basco di Milano, Roma, Torino, Firenze, Bologna, Friuli, Livorno, Valdarno, Apuo-Versila, AltoVicentinoComunità Curda LombardiaComunità Palestinese di MilanoAssociazione Nuova Colombia
Aderiscono:
CSA Vittoria (MI)
CSA Baraonda – Segrate (MI)
CPA Firenze Sud
Coordinamento BolivarianoRete Milanese
Boicotta Israele
CSOA Transiti 28 (MI)
Network Antagonista Torinese - Csoa Askatasuna, Csa Murazzi, Collettivo Universitario Autonomo, Kollettivo Studenti Autorganizzati
Collettivo Politico Scienze Politiche - Firenze
Centro sociale 28 Maggio - Rovato (BS)MIL-Movimiento Internacionalista LibertAmerica
Cantiere Sociale Camillo Cienfuegos - Firenze
Collettivo Politico di Scienze Politiche - Firenze
Rete Antifascista provinciale BresciaSinistra Critica
Collettivo Bujanov – Valdarno
CSA Donchisciotte - Valdarno
Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli
Radio Onda d'Urto
lanostralotta.org
Gruppo Territoriale Autorganizzato - Cologno Monzese
RdB - Federazione delle Rappresentanze Sindacali di Base
Comitato di amicizia con il popolo basco - Napoli
Associazione Italia-Nicaragua
Arbeschida Sarda - circoli degli emigrati sardi
Askapena - organizzazione internazionalista basca
Centro di Solidarietà Internazionalina Alta Maremma
Forum Palestina
Centro Culturale Pablo Neruda (Massa)Piattaforma Comunista
Rete dei Comunisti
Proletari comunisti
Partito Comunista dei Lavoratori (PCL)
Partito dei Comunisti Italiani
Centro Culturale e di Documentazione Bertolt Brecht Schio (Vi)
Circolo Iskra (Viareggio)
CSPAAAL (Comitato di Solidarietà con i Popoli dell’Africa,dell’Asia, dell’America latina)
UDS - Unione degli Studenti di Firenze
Collettivo Oltreilponte di Nerviano (Mi)
Campo Antimperialista
Proletari comunisti di Milano e Bergamo Confederazione Cobas di Milano
Ambulatorio popolare
A FORAS - Atòbiu casteddayu contra a s'ocupadura militari de sa Sardigna
Centro politico 1921 di Livorno
Csa Dordoni - Cremona
ISM Italia - International Solidarity Movement
L'appello posto qui avanti dai compagni di EHL Italia(amici ed amiche del paese basco)si conclude con la frase"la solidarietà è un'arma",ed è da questo presupposto che dobbiamo essere pronti a scendere in strada non solo domani per questo grande evento,ma lo scopo finale è quello di riuscirci ogni giorno della nostra vita attraverso la forma che ognuno può dare,tramite il contributo che una persona può fornire!
Quindi alle ore 15 domani pomeriggio tutti in Piazza Cordusio a Milano per partecipare a questa manifestazione che è anche momento di festa e di conoscenza anche grazie alla distribuzione di materiale informativo e la presenza di banchetti dove si potranno avere maggiori delucidazioni sui progetti portati avanti da migliaia di persone in tutto il mondo e si avrà la possibilità di acquistare materiale per contribuire alle spese organizzative ed al proseguimento dei programmi iniziati.
Borroka da bide bakarra!
Tanti popoli un'unica lotta!
La rete Euskal Herriaren Lagunak/Amici e amiche del Paese Basco lancia un appello per ilCORTEO NAZIONALETANTI POPOLI UN'UNICA LOTTAper la libertà, l'indipendenza e l'autodeterminazione dei popoliMILANO - Sabato 20 febbraio 2010 ore 15.00 - Piazza Cordusio.
Sabato 20 febbraio 2010, a conclusione della settimana internazionale di solidarietà con il popolo basco, la rete nazionale Euskal Herriaren Lagunak - amici e amiche del Paese Basco, insieme alla Comunità Curda della Lombardia, alla Comunità Palestinese di Milano e all’Associazione Nuova Colombia, lancia un appello a tutti i movimenti, gruppi, singoli e realtà dell'autorganizzazione per indire un corteo nazionale a Milano per il diritto all'autodeterminazione dei popoli che avrà come parola d'ordine "Tanti popoli un'unica lotta".In un momento di forte crisi economica, politica e sociale cui gli Stati imperialisti rispondono internamente con la repressione e fuori dai propri confini con la guerra, crediamo sia fondamentale rafforzare la solidarietà e i rapporti tra i popoli in lotta che combattono per rivendicare i propri diritti, tra studenti e lavoratori che anche all'interno della cosiddetta "Fortezza Europa" si organizzano per promuovere un modello di società anticapitalista.
In piazza il 20 febbraio sfileremo insieme alle bandiere dei popoli del mondo in lotta per la propria libertà e indipendenza:
le bandiere del popolo basco, che da anni subisce, come in un laboratorio di sperimentazione, la “guerra sporca” con la sparizione e l'omicidio di numerosi militanti, oltre ad arresti preventivi, violenti attacchi ai cortei, deportazione in carceri a migliaia di km da casa, messa fuorilegge di partiti della sinistra, organizzazioni sociali, giovanili, organismi a difesa dei lavoratori e chiusura di organi di informazione.
Le bandiere del popolo kurdo al quale viene tolta, con l'illegalizzazione di ogni struttura politica, la possibilità di una presenza politica organizzata sul territorio. Il popolo kurdo rivendicherà, inoltre, con forza, la libertà per il proprio leader storico Ocalan, da più di 10 anni detenuto dell'isola-prigione di İmralı.
Le bandiere dei diversi popoli del Sudamerica che hanno aperto una strada di rilevanza epocale con la rivendicazione di un nuovo cammino bolivariano che imponga indipendenza e libertà all'ingombrante e oppressiva presenza del gigante imperialista statunitense e dei suoi governi fantoccio.
Le bandiere del popolo palestinese che, ad un anno dal genocidio sionista di Gaza, saranno il segno di chi non si piega all'oppressione sionista e che resisterà e resiste, pagando prezzi altissimi in sangue e vite umane.
Arriveremo da Euskal Herria, Italia, Irlanda, Francia, Germania, Catalunya, Sardigna, Corsica, Kurdistan, Palestina, Venezuela, Colombia, Nicaragua, Cuba e da tutti i numerosi popoli in lotta. Saremo come un vento caldo che indicherà il cammino della globalizzazione delle lotte dove i potenti stanno globalizzando la miseria.
La solidarietà è un' arma.
Promuovono:
Euskal Herriarren Lagunak / Amici e amiche del Paese Basco di Milano, Roma, Torino, Firenze, Bologna, Friuli, Livorno, Valdarno, Apuo-Versila, AltoVicentinoComunità Curda LombardiaComunità Palestinese di MilanoAssociazione Nuova Colombia
Aderiscono:
CSA Vittoria (MI)
CSA Baraonda – Segrate (MI)
CPA Firenze Sud
Coordinamento BolivarianoRete Milanese
Boicotta Israele
CSOA Transiti 28 (MI)
Network Antagonista Torinese - Csoa Askatasuna, Csa Murazzi, Collettivo Universitario Autonomo, Kollettivo Studenti Autorganizzati
Collettivo Politico Scienze Politiche - Firenze
Centro sociale 28 Maggio - Rovato (BS)MIL-Movimiento Internacionalista LibertAmerica
Cantiere Sociale Camillo Cienfuegos - Firenze
Collettivo Politico di Scienze Politiche - Firenze
Rete Antifascista provinciale BresciaSinistra Critica
Collettivo Bujanov – Valdarno
CSA Donchisciotte - Valdarno
Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli
Radio Onda d'Urto
lanostralotta.org
Gruppo Territoriale Autorganizzato - Cologno Monzese
RdB - Federazione delle Rappresentanze Sindacali di Base
Comitato di amicizia con il popolo basco - Napoli
Associazione Italia-Nicaragua
Arbeschida Sarda - circoli degli emigrati sardi
Askapena - organizzazione internazionalista basca
Centro di Solidarietà Internazionalina Alta Maremma
Forum Palestina
Centro Culturale Pablo Neruda (Massa)Piattaforma Comunista
Rete dei Comunisti
Proletari comunisti
Partito Comunista dei Lavoratori (PCL)
Partito dei Comunisti Italiani
Centro Culturale e di Documentazione Bertolt Brecht Schio (Vi)
Circolo Iskra (Viareggio)
CSPAAAL (Comitato di Solidarietà con i Popoli dell’Africa,dell’Asia, dell’America latina)
UDS - Unione degli Studenti di Firenze
Collettivo Oltreilponte di Nerviano (Mi)
Campo Antimperialista
Proletari comunisti di Milano e Bergamo Confederazione Cobas di Milano
Ambulatorio popolare
A FORAS - Atòbiu casteddayu contra a s'ocupadura militari de sa Sardigna
Centro politico 1921 di Livorno
Csa Dordoni - Cremona
ISM Italia - International Solidarity Movement
giovedì 18 febbraio 2010
BRIGATA DI SOLIDARIETA' ATTIVA
Post odierno in risposta a chi ultimamente ha detto che chi in Italia fà viene crocifisso,riferimento esplicito a Bertolaso e la"sua"protezione civile,che guai ha fatto parecchio per aiutare persone in difficoltà(nello specifico oggi parlo del terremoto che ha colpito l'Abruzzo)ma come si può dedurre dall'articolo sotto hanno preferito dare priorità a zone più sotto ai riflettori piuttosto che paesini che sono stati raggiunti dopo parecchi giorni in quanto non poi così visibili mediaticamente.
L'intervista della redazione di"Senza Soste"ad alcuni esponenti delle Brigate di Solidarietà Attiva proposta oggi racconta la coesione tra compagni di città differenti unitisi all'indomani della disastro naturale(ma in cui l'uomo con le sue inosservanze e negligenze ha posto il suo zampino)e su come siano stati visti dalle forze dell'ordine(con sospetto),dalla protezione civile(con invidia)e dagli stessi abitanti delle zone colpite(prima con diffidenza e poi con rispetto).
Intervista con le Brigate di Solidarietà Attiva
Nelle ore immediatamente successive al terremoto che ha colpito l’Abruzzo il 6 aprile 2009, una rete di compagni di tutta Italia ha promosso un’intensa attività di solidarietà concreta con le popolazioni colpite dal sisma. In poco tempo hanno organizzatoraccolta e distribuzione aiuti arrivando in molti luoghi anche prima della Protezione Civile. Soltanto nell’area di Pescara hanno attivato 10 depositi di raccolta e 8 furgoni che facevano una spola quotidiana con i luoghi colpiti dal terremoto.
Un’esperienza durata 6 mesi che ha coivolto più di 700 volontari accorsi da tutta Italia con l’allestimento di 3 cucine e la gestione di oltre 1000 pasti al giorno.
Insomma, una bella realtà cresciuta dal basso e che dopo la fine dell’esperienza del terremoto abruzzese ha deciso di costituirsi in un’associazione di solidarietà che opera in ambiti solidali, emergenziali ma anche a sostegno delle lotte sociali.
Le BSA hanno strutture associative in Lazio, Lombardia, Veneto, Toscana, Umbria, Puglia, Abruzzo e Campania. Noi li abbiamo incontrati a Livorno il 23 gennaio scorso a un pranzo di autofinanziamento nella palazzina di via dei Mulini dove hanno sede il Csa Godzilla e il CP 1921, alla vigilia della partita Livorno-Napoli dove le BSA hanno fatto una raccolta fondi per Haiti.
Come siete nati? Avevate già contatti tra di voi?
Siamo nati nell’emergenza del terremoto abruzzese, molti di noi si conoscevano già per una comune militanza in Rifondazione Comunista che ci ha fornito la maggior parte delle strutture, ma in quell’occasione moltissimi compagni e volontari si sono uniti a noi.
Com’è stato il vostro intervento subito dopo il terremoto?
Siamo andati subito in Piazza d’Armi nel campo più grande dell’Aquila ma lì c’era la Protezione Civile che voleva la gestione esclusiva del campo e vedeva malissimo tutti coloro che volevano fare un intervento orizzontale con la popolazione come noi. Volevano solo volontari ai loro ordini in un rapporto quasi militare con la popolazione.
Allora siamo andati a Tempera (4 km dall’Aquila) dove la Protezione Civile è arrivata dopo di noi. La strada era crollata e per arrivare lì c’era da fare un giro larghissimo. Quando siamo arrivati la gente era lì senza più niente in una situazione grave sotto tutti i punti di vista.
Abbiamo montato un campo con cucina, mensa, bagni, docce, ludoteca e biblioteca con internet e sportello informativo. La questione della comunicazione era importante nel rapporto con le persone, cosa del tutto trascurata dalla Protezione Civile. Abbiamo messo insieme ingegneri e architetti per spiegare agli abitanti di Tempera cosa avrebbe fatto la Protezione Civile.
Poi con due furgoncini giravamo fra i paesi a portare i beni di prima necessità. Facevamo le assemblee di campo per capire cosa serviva e procurarlo a tutti in modo diretto (per avere anche un bagno schiuma con la Protezione Civile c’era una lunga trafila burocratica) e poi andavamo sulle strade a distribuire quello che avevamo raccolto con lo “Spaccio popolare Giuseppe Di Vittorio”. Un carrozziere ci ha messo a disposizione uno spazio per lo spaccio gratuito sulla Statale.
Che differenza c’era dunque fra il vostro campo e gli altri?
Le persone con cui parlavamo ci raccontavano di campi troppo militarizzati dove non potevano entrare nemmeno i parenti. Anche la gestione mediatica era militarizzata, non potevano avere accesso giornalisti e cameraman se non un paio (uno de Il Tempo) decisi dalla Protezione Civile. Noi tutte le mattine compravamo tutti i giornali per dare a tutti la possibilità di fare una rassegna stampa ampia sulla situazione.
Quando è arrivata la Protezione Civile?
Dopo un po’ di giorni. Ci guardavano malissimo perché vedevano che il campo funzionava ma aveva un sistema di gestione molto diverso dal loro e molto apprezzato dalla popolazione. Comunque ci hanno chiesto di andare via e di andare a Camarda dove loro non erano ancora arrivati. Siamo andati lì e si è montato una cucina da campo in una notte con gli attrezzi degli abitanti stessi. La cosa più bella è che quando andavamo via la gente continuava ad usare il nostro metodo con le assemblee e con tutti che davano una mano a fare tutto. La Protezione Civile invece voleva che facessero tutto i volontari e che la popolazione ricevesse solo un “servizio” senza collaborare. A noi sembrava automatico che nella gestione delle loro quotidianità anche più intima la gente avesse voce in capitolo più di Berlusconi e Bertolaso.
Avete mai avuto problemi con le istituzioni?
Avevamo sempre Nas e Carabinieri alle calcagna, pronti a trovare qualcosa che non andava. Con noi c’erano militanti politici, ultras, ex carcerati e come primo impatto qualcuno era diffidente. Alcuni anziani del paese pensavano che quelli con i tatuaggi avessero una malattia. Dopo poco però si sono messi a lavorare con noi.
Quand’è che avete capito che era nata un’esperienza riproducibile anche in altre situazioni?
Infine siamo andati ad Aranio dove la popolazione si era già attrezzata con le strutture della sagra locale. Siamo stati là per 6 mesi ma nel frattempo abbiamo cercato di strutturarci come gruppo ed a pensare cosa fare anche dopo. Ad esempio a Ferragosto siamo andati as Melfi con gli operai della Lasme (186 licenziati) a fare il pranzo di Ferragosto. Ma in ogni territorio cerchiamo di intervenire a fianco degli operai visto che abbiamo un’impostazione di classe. Abbiamo infatti sostenuto nel periodo natalizio la lotta dei lavoratori ex Eutelia aiutando nella cucina nel periodo di occupazione. In toscana abbiamo sostenuto i lavoratori della Answer (call center di Pistoia) con l’iniziativa “Arancia Metalmeccanica” con una raccolta fondi e beni di prima necessità. In Toscana siamo andati anche a spalare nei giorni di alluvione del Serchio. Insomma, ci diamo da fare in parecchi campi.
Per tutte le iniziative e la produzione politica visitate il sito www.diariodallabruzzo.it
Anche a Livorno ci sono referenti delle BSA?
Sì, le BSA sono fondate a livello territoriale i “briganti” locali portano avanti le iniziative di intervento e diffusione sui territori. Siamo venuti qui in questo caso per fare una raccolta fondi per Haiti da consegnare al progetto internazionale guidato dai medici cubani e poi per un progetto nel sud Italia (sempre da definire) di sostegno agli immigrati sfruttati nel lavoro neri dei campi.
Come ha risposto Livorno nell’emergenza del terremoto?
Bene come sempre a livello popolare, meno a livello istituzionale. Siamo andati a chiedere l’amuchina da portare in Abruzzo al presidente delle Farmacie Comunali. Nonostante abbia dato garanzie e spiegato chi eravamo mi ha risposto che loro facevano tutto con la Protezione Civile.
Per il futuro abbiamo in mente di fare iniziative nelle scuole. Ci preme in particolare sottolineare la differenza fra solidarietà attiva e solidarietà passiva. La nostra è un solidarietàattiva, che non si ferma solamente alla donazione di un prodotto ma anche alla partecipazione di un metodo e ad un approccio di autorganizzazione.
L'intervista della redazione di"Senza Soste"ad alcuni esponenti delle Brigate di Solidarietà Attiva proposta oggi racconta la coesione tra compagni di città differenti unitisi all'indomani della disastro naturale(ma in cui l'uomo con le sue inosservanze e negligenze ha posto il suo zampino)e su come siano stati visti dalle forze dell'ordine(con sospetto),dalla protezione civile(con invidia)e dagli stessi abitanti delle zone colpite(prima con diffidenza e poi con rispetto).
Intervista con le Brigate di Solidarietà Attiva
Nelle ore immediatamente successive al terremoto che ha colpito l’Abruzzo il 6 aprile 2009, una rete di compagni di tutta Italia ha promosso un’intensa attività di solidarietà concreta con le popolazioni colpite dal sisma. In poco tempo hanno organizzatoraccolta e distribuzione aiuti arrivando in molti luoghi anche prima della Protezione Civile. Soltanto nell’area di Pescara hanno attivato 10 depositi di raccolta e 8 furgoni che facevano una spola quotidiana con i luoghi colpiti dal terremoto.
Un’esperienza durata 6 mesi che ha coivolto più di 700 volontari accorsi da tutta Italia con l’allestimento di 3 cucine e la gestione di oltre 1000 pasti al giorno.
Insomma, una bella realtà cresciuta dal basso e che dopo la fine dell’esperienza del terremoto abruzzese ha deciso di costituirsi in un’associazione di solidarietà che opera in ambiti solidali, emergenziali ma anche a sostegno delle lotte sociali.
Le BSA hanno strutture associative in Lazio, Lombardia, Veneto, Toscana, Umbria, Puglia, Abruzzo e Campania. Noi li abbiamo incontrati a Livorno il 23 gennaio scorso a un pranzo di autofinanziamento nella palazzina di via dei Mulini dove hanno sede il Csa Godzilla e il CP 1921, alla vigilia della partita Livorno-Napoli dove le BSA hanno fatto una raccolta fondi per Haiti.
Come siete nati? Avevate già contatti tra di voi?
Siamo nati nell’emergenza del terremoto abruzzese, molti di noi si conoscevano già per una comune militanza in Rifondazione Comunista che ci ha fornito la maggior parte delle strutture, ma in quell’occasione moltissimi compagni e volontari si sono uniti a noi.
Com’è stato il vostro intervento subito dopo il terremoto?
Siamo andati subito in Piazza d’Armi nel campo più grande dell’Aquila ma lì c’era la Protezione Civile che voleva la gestione esclusiva del campo e vedeva malissimo tutti coloro che volevano fare un intervento orizzontale con la popolazione come noi. Volevano solo volontari ai loro ordini in un rapporto quasi militare con la popolazione.
Allora siamo andati a Tempera (4 km dall’Aquila) dove la Protezione Civile è arrivata dopo di noi. La strada era crollata e per arrivare lì c’era da fare un giro larghissimo. Quando siamo arrivati la gente era lì senza più niente in una situazione grave sotto tutti i punti di vista.
Abbiamo montato un campo con cucina, mensa, bagni, docce, ludoteca e biblioteca con internet e sportello informativo. La questione della comunicazione era importante nel rapporto con le persone, cosa del tutto trascurata dalla Protezione Civile. Abbiamo messo insieme ingegneri e architetti per spiegare agli abitanti di Tempera cosa avrebbe fatto la Protezione Civile.
Poi con due furgoncini giravamo fra i paesi a portare i beni di prima necessità. Facevamo le assemblee di campo per capire cosa serviva e procurarlo a tutti in modo diretto (per avere anche un bagno schiuma con la Protezione Civile c’era una lunga trafila burocratica) e poi andavamo sulle strade a distribuire quello che avevamo raccolto con lo “Spaccio popolare Giuseppe Di Vittorio”. Un carrozziere ci ha messo a disposizione uno spazio per lo spaccio gratuito sulla Statale.
Che differenza c’era dunque fra il vostro campo e gli altri?
Le persone con cui parlavamo ci raccontavano di campi troppo militarizzati dove non potevano entrare nemmeno i parenti. Anche la gestione mediatica era militarizzata, non potevano avere accesso giornalisti e cameraman se non un paio (uno de Il Tempo) decisi dalla Protezione Civile. Noi tutte le mattine compravamo tutti i giornali per dare a tutti la possibilità di fare una rassegna stampa ampia sulla situazione.
Quando è arrivata la Protezione Civile?
Dopo un po’ di giorni. Ci guardavano malissimo perché vedevano che il campo funzionava ma aveva un sistema di gestione molto diverso dal loro e molto apprezzato dalla popolazione. Comunque ci hanno chiesto di andare via e di andare a Camarda dove loro non erano ancora arrivati. Siamo andati lì e si è montato una cucina da campo in una notte con gli attrezzi degli abitanti stessi. La cosa più bella è che quando andavamo via la gente continuava ad usare il nostro metodo con le assemblee e con tutti che davano una mano a fare tutto. La Protezione Civile invece voleva che facessero tutto i volontari e che la popolazione ricevesse solo un “servizio” senza collaborare. A noi sembrava automatico che nella gestione delle loro quotidianità anche più intima la gente avesse voce in capitolo più di Berlusconi e Bertolaso.
Avete mai avuto problemi con le istituzioni?
Avevamo sempre Nas e Carabinieri alle calcagna, pronti a trovare qualcosa che non andava. Con noi c’erano militanti politici, ultras, ex carcerati e come primo impatto qualcuno era diffidente. Alcuni anziani del paese pensavano che quelli con i tatuaggi avessero una malattia. Dopo poco però si sono messi a lavorare con noi.
Quand’è che avete capito che era nata un’esperienza riproducibile anche in altre situazioni?
Infine siamo andati ad Aranio dove la popolazione si era già attrezzata con le strutture della sagra locale. Siamo stati là per 6 mesi ma nel frattempo abbiamo cercato di strutturarci come gruppo ed a pensare cosa fare anche dopo. Ad esempio a Ferragosto siamo andati as Melfi con gli operai della Lasme (186 licenziati) a fare il pranzo di Ferragosto. Ma in ogni territorio cerchiamo di intervenire a fianco degli operai visto che abbiamo un’impostazione di classe. Abbiamo infatti sostenuto nel periodo natalizio la lotta dei lavoratori ex Eutelia aiutando nella cucina nel periodo di occupazione. In toscana abbiamo sostenuto i lavoratori della Answer (call center di Pistoia) con l’iniziativa “Arancia Metalmeccanica” con una raccolta fondi e beni di prima necessità. In Toscana siamo andati anche a spalare nei giorni di alluvione del Serchio. Insomma, ci diamo da fare in parecchi campi.
Per tutte le iniziative e la produzione politica visitate il sito www.diariodallabruzzo.it
Anche a Livorno ci sono referenti delle BSA?
Sì, le BSA sono fondate a livello territoriale i “briganti” locali portano avanti le iniziative di intervento e diffusione sui territori. Siamo venuti qui in questo caso per fare una raccolta fondi per Haiti da consegnare al progetto internazionale guidato dai medici cubani e poi per un progetto nel sud Italia (sempre da definire) di sostegno agli immigrati sfruttati nel lavoro neri dei campi.
Come ha risposto Livorno nell’emergenza del terremoto?
Bene come sempre a livello popolare, meno a livello istituzionale. Siamo andati a chiedere l’amuchina da portare in Abruzzo al presidente delle Farmacie Comunali. Nonostante abbia dato garanzie e spiegato chi eravamo mi ha risposto che loro facevano tutto con la Protezione Civile.
Per il futuro abbiamo in mente di fare iniziative nelle scuole. Ci preme in particolare sottolineare la differenza fra solidarietà attiva e solidarietà passiva. La nostra è un solidarietàattiva, che non si ferma solamente alla donazione di un prodotto ma anche alla partecipazione di un metodo e ad un approccio di autorganizzazione.
mercoledì 17 febbraio 2010
CURVA DI MERDA PER POLITICI FASCISTI
Due piccioni con una fava per questo post,ovvero due ratti di fogna con un pezzettino di formaggio a dire il vero con un contorno di centinaia di topastri che fanno da corollario a questo bel quadretto di degrado sociale italiano.
Procediamo con ordine:i due ratti in questione sono la candidata Pdl alla regione Lazio Renata Polverini ed un candidato della sua lista tal Luigi Celori,mentre la nidiata di roditori sono gli ultras Lazio che minacciano ritorsioni contro la società nel caso che il presidente Lotito non faccia le valigie e se ne torni a casa.
Questo è l'ennesima prova che in molte curve italiane l'ideologia di estrema destra influisca enormemente in politica,casi analoghi si sono verificati a Milano,sia sponda rossonera che neroazzurra,e dalla parte Roma nella capitale,con candidati proposti all'interno delle tifoserie.
La Polverini,vicinissima al fascismo vecchia maniera in quanto segretario generale dell'Ugl(il sindacato di destra voluto dall'Msi)ed indagata per aver gonfiato di parecchio il numero dei suoi iscritti per avere più potere ai tavoli sindacali e per evasione fiscale(chi di loro non lo e?).
Invece Celori è passato alla ribalta della feccia umana in quanto ha proposto come gadget personale un calendario del Dux me lo sux pieno di motti del ventennio.
Il primo contributo è di"Senza Soste"(dal Manifesto)e narra la vicenda dei piagnucolosi ultras Lazio che sono pronti a barattare il loro voto con decisioni prettamente calcistiche che includono pure personaggi(fascistoidi)come il fratello di Gabriele Sandri.
Il secondo articolo è tratto da Roma.Indymedia che cita"Repubblica"e racconta le gesta eroiche del candidato consigliere Celori che altri non è che un classico nostalgico uomo di merda.
Storie di miserie fra ultras laziali ed elezioni regionali.
Il fratello di Gabo non ci sta, Polverini perde la curva Nord.
I guai di Lotito coinvolgono anche Renata Polverini. La candidata del Pdl alla regione Lazio è stata costretta ieri ad esprimersi sulla vicenda che, in questi giorni, ha visto protagonisti Il presidente Lotito, i tifosi laziali e Francesco Storace leader della «destra», che ha deciso si sostenere il nome della Polverini alla corsa per le elezioni regionali 2010. Era da giorni, infatti, che, nell'etere romano, i tifosi più irriducibili della Lazio avanzavano l'ipotesi di un possibile voto di protesta alle elezioni regionali del prossimo 28 marzo, proprio a danno della Polverini. Smascherando così, quel connubio fra politica e calcio che troppe volte è passato sotto silenzio. Esasperati ed arrabbiati per il rischio di una retrocessione in serie B della loro squadra, i tifosi che da tempo invocano la cacciata del presidente Lotito, avevano ricordato, tramite le radio locali, l'antica amicizia dell'imprenditore romano con l'allora presidente della regione lazio, Francesco Storace.
Preoccupata di perdere una parte del suo elettorato più irriducibile, la candidata ha fatto sapere tramite un comunicato stampa che «il problema Lazio non esiste». Invece, le indiscrezioni di questi giorni dicono che esiste eccome, tanto da far riflettere Renata Polverini su un possibile inserimento nella lista civica a lei vicina, di Cristiano Sandri, fratello di Gabriele, il tifoso biancoceleste ucciso da un poliziotto l'undici novembre 2007. Cristiano Sandri, interverrà probabilmente oggi nella trasmissione radiofonica «La voce della nord» per comunicare il suo rifiuto alla canditatura proposta. Renata Polverini ha visto materializzarsi l'ipotesi di perdere voti, a quanto pare importanti, e ciò l'ha spinta ad un colpo a sorpresa per riacquistare consensi, tanto che in merito alla questione Sandri aveva risposto con un «vedremo». A confermare il tutto Gianluca Tirone, laziale e conduttore della trasmissione radiofonica dove interverrà Sandri: «Ci hanno contattato forze politiche di tutti gli schieramenti . Non solo da destra ma anche da sinistra. Abbiamo massimo rispetto per la Bonino e per la sua storia politica ma la candidatura di Cristiano Sandri non c'entra nulla, e domani sarà lui a chiarire la sua posizione. Il messaggio è comunque arrivato, i tifosi hanno espresso uno spontaneo "voi avete messo Lotito presidente, voi lo togliete"-continua- noi chiediamo che la politica abbia attenzione per le vicende della Lazio perché coinvolgono migliaia di appassionati». A nulla dunque, sembra essere servito il comunicato di ieri della Polverini che conclude con : «E come cittadini e tifosi, sia riguardo al passato sia al presente, non possiamo non avere a cuore il destino della Lazio. Ogni nostra scelta e ogni nostro pensiero deve essere, infatti, unicamente volto al bene della squadra, che in questo momento è in oggettiva difficoltà». La candidata del Pdl sembra subire un altro goal dai tifosi dal momento che l'uomo scelto per calmare le acque, non sembra disposto a inserire il suo nome tra le file dei candidati che la sostengono. E' stato probabilmente l'ennesimo tentativo della candidata del centro-destra di raccogliere consensi nelle frange più estreme del suo elettorato. E' di ieri, infatti, la notizia dei gadgets «revisionisti» utilizzati, da un altro candidato del Pdl alla regione Lazio che è proprio nella lista per la Polverini presidente.
Nicola Mastrangelo.
Luigi Celori propone un nostalgico omaggio per il 2010 "ottantottesimo anno dell´Era Fascista". "Dovete mantenere nel cuore la fede"
Il duce in marsina, cilindro e posa gladiatoria campeggia sulla copertina. Affianco, stampato in caratteri cubitali, il titolo del lunario distribuito in centinaia di copie a ogni appuntamento elettorale: "Calendario storico 2010 - LXXXVII E.F.". Ovvero ottantottesimo anno dell´Era Fascista: iniziata nel 1922 con la marcia su Roma ed evidentemente mai finita per il candidato Pdl in consiglio regionale Luigi Celori, autore del nostalgico cadeau destinato a militanti che come lui non rinnegano. Né il passato né le gloriose origini. Riassunti nel distico riportato in basso: «Dovete sopravvivere e mantenere nel cuore la fede. Il mondo, me scomparso, avrà bisogno ancora dell´idea che è stata e sarà la più audace, la più originale (...). La storia mi darà ragione». Firmato: Benito Mussolini. Il suo lascito morale, l´eredità politica. Che l´ex capogruppo di An alla Pisana, in corsa per un terzo mandato, non ha alcuna intenzione di ripudiare.
Alla faccia di Gianfranco Fini e del suo giudizio sul Ventennio «male assoluto». Di Berlusconi e dei forzisti che camerati non lo sono stati mai. E persino di Renata Polverini, che dopo aver ottenuto il ritiro di Adriano Thilgher (già condannato per ricostituzione del partito fascista) dalle liste della Destra, si ritrova ora sotto lo stesso tetto un appassionato supporter del duce. Talmente fiero di quel che pensa, il consigliere Celori, da tradurlo in materiale elettorale. Il suo indirizzo internet stampato su ogni pagina per evitare confusioni o errori: l´idea è sua, e se ne vuol vantare.
Sfogliare il calendario, summa apologetica di Benito Mussolini e relative gesta, è come fare un salto indietro nella storia. Per ogni mese un fascio littorio, una ritratto in bianco e nero, uno slogan fascista: «I lavoratori devono amare la Patria. Come amate vostra madre...». «Molti nemici molto onore». «Credere, obbedire, combattere». A gennaio ecco il Duce in divisa, accanto ai contadini; appare di profilo e con l´elmetto, ad aprile, intento a leggere un dispaccio; in abito scuro e bombetta a luglio; a dicembre col braccio teso, insieme a tre ragazzini che lo imita nel saluto romano. Quasi tutti i giorni scanditi da un avvenimento del Ventennio: l´11 febbraio si segnala che nel «1929 Mussolini e il cardinal Gasparri firmano i patti lateranensi»; il 12 marzo che nel «1940 Mussolini annuncia l´intervento dell´Italia a fianco della Germania»; il 28 aprile - evidenziato in verde - che nel «1945 viene assassinato a Giulino di Mezzegra». E via così. L´esaltazione del fascismo che non muore perché «è l´idea, la storia mi darà ragione».
http://roma.repubblica.it/multimedia/home/23089029
Procediamo con ordine:i due ratti in questione sono la candidata Pdl alla regione Lazio Renata Polverini ed un candidato della sua lista tal Luigi Celori,mentre la nidiata di roditori sono gli ultras Lazio che minacciano ritorsioni contro la società nel caso che il presidente Lotito non faccia le valigie e se ne torni a casa.
Questo è l'ennesima prova che in molte curve italiane l'ideologia di estrema destra influisca enormemente in politica,casi analoghi si sono verificati a Milano,sia sponda rossonera che neroazzurra,e dalla parte Roma nella capitale,con candidati proposti all'interno delle tifoserie.
La Polverini,vicinissima al fascismo vecchia maniera in quanto segretario generale dell'Ugl(il sindacato di destra voluto dall'Msi)ed indagata per aver gonfiato di parecchio il numero dei suoi iscritti per avere più potere ai tavoli sindacali e per evasione fiscale(chi di loro non lo e?).
Invece Celori è passato alla ribalta della feccia umana in quanto ha proposto come gadget personale un calendario del Dux me lo sux pieno di motti del ventennio.
Il primo contributo è di"Senza Soste"(dal Manifesto)e narra la vicenda dei piagnucolosi ultras Lazio che sono pronti a barattare il loro voto con decisioni prettamente calcistiche che includono pure personaggi(fascistoidi)come il fratello di Gabriele Sandri.
Il secondo articolo è tratto da Roma.Indymedia che cita"Repubblica"e racconta le gesta eroiche del candidato consigliere Celori che altri non è che un classico nostalgico uomo di merda.
Storie di miserie fra ultras laziali ed elezioni regionali.
Il fratello di Gabo non ci sta, Polverini perde la curva Nord.
I guai di Lotito coinvolgono anche Renata Polverini. La candidata del Pdl alla regione Lazio è stata costretta ieri ad esprimersi sulla vicenda che, in questi giorni, ha visto protagonisti Il presidente Lotito, i tifosi laziali e Francesco Storace leader della «destra», che ha deciso si sostenere il nome della Polverini alla corsa per le elezioni regionali 2010. Era da giorni, infatti, che, nell'etere romano, i tifosi più irriducibili della Lazio avanzavano l'ipotesi di un possibile voto di protesta alle elezioni regionali del prossimo 28 marzo, proprio a danno della Polverini. Smascherando così, quel connubio fra politica e calcio che troppe volte è passato sotto silenzio. Esasperati ed arrabbiati per il rischio di una retrocessione in serie B della loro squadra, i tifosi che da tempo invocano la cacciata del presidente Lotito, avevano ricordato, tramite le radio locali, l'antica amicizia dell'imprenditore romano con l'allora presidente della regione lazio, Francesco Storace.
Preoccupata di perdere una parte del suo elettorato più irriducibile, la candidata ha fatto sapere tramite un comunicato stampa che «il problema Lazio non esiste». Invece, le indiscrezioni di questi giorni dicono che esiste eccome, tanto da far riflettere Renata Polverini su un possibile inserimento nella lista civica a lei vicina, di Cristiano Sandri, fratello di Gabriele, il tifoso biancoceleste ucciso da un poliziotto l'undici novembre 2007. Cristiano Sandri, interverrà probabilmente oggi nella trasmissione radiofonica «La voce della nord» per comunicare il suo rifiuto alla canditatura proposta. Renata Polverini ha visto materializzarsi l'ipotesi di perdere voti, a quanto pare importanti, e ciò l'ha spinta ad un colpo a sorpresa per riacquistare consensi, tanto che in merito alla questione Sandri aveva risposto con un «vedremo». A confermare il tutto Gianluca Tirone, laziale e conduttore della trasmissione radiofonica dove interverrà Sandri: «Ci hanno contattato forze politiche di tutti gli schieramenti . Non solo da destra ma anche da sinistra. Abbiamo massimo rispetto per la Bonino e per la sua storia politica ma la candidatura di Cristiano Sandri non c'entra nulla, e domani sarà lui a chiarire la sua posizione. Il messaggio è comunque arrivato, i tifosi hanno espresso uno spontaneo "voi avete messo Lotito presidente, voi lo togliete"-continua- noi chiediamo che la politica abbia attenzione per le vicende della Lazio perché coinvolgono migliaia di appassionati». A nulla dunque, sembra essere servito il comunicato di ieri della Polverini che conclude con : «E come cittadini e tifosi, sia riguardo al passato sia al presente, non possiamo non avere a cuore il destino della Lazio. Ogni nostra scelta e ogni nostro pensiero deve essere, infatti, unicamente volto al bene della squadra, che in questo momento è in oggettiva difficoltà». La candidata del Pdl sembra subire un altro goal dai tifosi dal momento che l'uomo scelto per calmare le acque, non sembra disposto a inserire il suo nome tra le file dei candidati che la sostengono. E' stato probabilmente l'ennesimo tentativo della candidata del centro-destra di raccogliere consensi nelle frange più estreme del suo elettorato. E' di ieri, infatti, la notizia dei gadgets «revisionisti» utilizzati, da un altro candidato del Pdl alla regione Lazio che è proprio nella lista per la Polverini presidente.
Nicola Mastrangelo.
Luigi Celori propone un nostalgico omaggio per il 2010 "ottantottesimo anno dell´Era Fascista". "Dovete mantenere nel cuore la fede"
Il duce in marsina, cilindro e posa gladiatoria campeggia sulla copertina. Affianco, stampato in caratteri cubitali, il titolo del lunario distribuito in centinaia di copie a ogni appuntamento elettorale: "Calendario storico 2010 - LXXXVII E.F.". Ovvero ottantottesimo anno dell´Era Fascista: iniziata nel 1922 con la marcia su Roma ed evidentemente mai finita per il candidato Pdl in consiglio regionale Luigi Celori, autore del nostalgico cadeau destinato a militanti che come lui non rinnegano. Né il passato né le gloriose origini. Riassunti nel distico riportato in basso: «Dovete sopravvivere e mantenere nel cuore la fede. Il mondo, me scomparso, avrà bisogno ancora dell´idea che è stata e sarà la più audace, la più originale (...). La storia mi darà ragione». Firmato: Benito Mussolini. Il suo lascito morale, l´eredità politica. Che l´ex capogruppo di An alla Pisana, in corsa per un terzo mandato, non ha alcuna intenzione di ripudiare.
Alla faccia di Gianfranco Fini e del suo giudizio sul Ventennio «male assoluto». Di Berlusconi e dei forzisti che camerati non lo sono stati mai. E persino di Renata Polverini, che dopo aver ottenuto il ritiro di Adriano Thilgher (già condannato per ricostituzione del partito fascista) dalle liste della Destra, si ritrova ora sotto lo stesso tetto un appassionato supporter del duce. Talmente fiero di quel che pensa, il consigliere Celori, da tradurlo in materiale elettorale. Il suo indirizzo internet stampato su ogni pagina per evitare confusioni o errori: l´idea è sua, e se ne vuol vantare.
Sfogliare il calendario, summa apologetica di Benito Mussolini e relative gesta, è come fare un salto indietro nella storia. Per ogni mese un fascio littorio, una ritratto in bianco e nero, uno slogan fascista: «I lavoratori devono amare la Patria. Come amate vostra madre...». «Molti nemici molto onore». «Credere, obbedire, combattere». A gennaio ecco il Duce in divisa, accanto ai contadini; appare di profilo e con l´elmetto, ad aprile, intento a leggere un dispaccio; in abito scuro e bombetta a luglio; a dicembre col braccio teso, insieme a tre ragazzini che lo imita nel saluto romano. Quasi tutti i giorni scanditi da un avvenimento del Ventennio: l´11 febbraio si segnala che nel «1929 Mussolini e il cardinal Gasparri firmano i patti lateranensi»; il 12 marzo che nel «1940 Mussolini annuncia l´intervento dell´Italia a fianco della Germania»; il 28 aprile - evidenziato in verde - che nel «1945 viene assassinato a Giulino di Mezzegra». E via così. L´esaltazione del fascismo che non muore perché «è l´idea, la storia mi darà ragione».
http://roma.repubblica.it/multimedia/home/23089029
CARNEVALE 2010
Breve post per onorare la fine del Carnevale 2010 con un breve riferimento alla satira che da sempre è stata una delle molle per le rappresentazioni allegoriche di questo evento,e che da parecchi anni vede i politicanti di turno protagonisti(soprattutto in negativo)di tali lavori.
Ecco nella foto d'apertura un'immagine di un carro che sicuramente qui da noi non avrebbe potuto varcare le soglie dei capannoni dove sarebbe stato costruito in quanto sequestrato da zelanti prefetti o questorini pronti a leccare il culo e punire i realizzatori a bastonate.
La foto arriva dal Carnevale di Dusseldorf in Germania dove evidentemente c'è libertà d'espressione e di satira,non maggiore o minore,libertà e basta!
Anche da noi,pure qui a Crema,ci sono state allegorie sulla figura merdosa del premier mafioso,ma a tinte molto tenui...addirittura a Viareggio è stato proibito esporre icone di dio Silvio grazie ad un diktat del sindaco pidiellino.
L'articolo è del sito Indymedia Lombardia,nemmeno a Carnevale si può scherzare,almeno da noi,su ciò che terrorizza il popolo italiano,questo regime dittatoriale che pure durante le feste impone il pugno di ferro della censura.
Germania: carro allegorico su Berlusconi.
DUSSELDORF (GERMANIA) - Non sono solo Rio de Janeiro e Viareggio che ospitano sfilate di carri a Carnevale. Ma mentre il sindaco (rigorosamente del Pdl) di Viareggio ha imposto una pesante censura proibendo di fare carri che riguardassero il Presidente del Consiglio, all'estero non si fanno gli stessi problemi. Per esempio a Dusseldorf, in Germania, hanno fatto il carro allegorico che riguarda Berlusconi. E, come potete vedere dalla foto, è una rappresentazione dei rapporti tra la mafia e il nostro Presidente del Consiglio SIlvio Berlusconi.Alla luce delle tante dichiarazioni fatte dai vari Spatuzza, Massimo Ciancimino, e da altre decine di pentiti; alla luce delle tante leggi fatte - direttamente o indirettamente - a favore della malavita da questo governo; questa è l'impressione che evidentemente diamo all'estero, o almeno alla Germania. E non è qualcosa di cui andare fieri, questo è sicuro.
Ecco nella foto d'apertura un'immagine di un carro che sicuramente qui da noi non avrebbe potuto varcare le soglie dei capannoni dove sarebbe stato costruito in quanto sequestrato da zelanti prefetti o questorini pronti a leccare il culo e punire i realizzatori a bastonate.
La foto arriva dal Carnevale di Dusseldorf in Germania dove evidentemente c'è libertà d'espressione e di satira,non maggiore o minore,libertà e basta!
Anche da noi,pure qui a Crema,ci sono state allegorie sulla figura merdosa del premier mafioso,ma a tinte molto tenui...addirittura a Viareggio è stato proibito esporre icone di dio Silvio grazie ad un diktat del sindaco pidiellino.
L'articolo è del sito Indymedia Lombardia,nemmeno a Carnevale si può scherzare,almeno da noi,su ciò che terrorizza il popolo italiano,questo regime dittatoriale che pure durante le feste impone il pugno di ferro della censura.
Germania: carro allegorico su Berlusconi.
DUSSELDORF (GERMANIA) - Non sono solo Rio de Janeiro e Viareggio che ospitano sfilate di carri a Carnevale. Ma mentre il sindaco (rigorosamente del Pdl) di Viareggio ha imposto una pesante censura proibendo di fare carri che riguardassero il Presidente del Consiglio, all'estero non si fanno gli stessi problemi. Per esempio a Dusseldorf, in Germania, hanno fatto il carro allegorico che riguarda Berlusconi. E, come potete vedere dalla foto, è una rappresentazione dei rapporti tra la mafia e il nostro Presidente del Consiglio SIlvio Berlusconi.Alla luce delle tante dichiarazioni fatte dai vari Spatuzza, Massimo Ciancimino, e da altre decine di pentiti; alla luce delle tante leggi fatte - direttamente o indirettamente - a favore della malavita da questo governo; questa è l'impressione che evidentemente diamo all'estero, o almeno alla Germania. E non è qualcosa di cui andare fieri, questo è sicuro.
martedì 16 febbraio 2010
LA CACCIA SDOGANATA A"PORTA A PORTA"
Incuriosito stamattina da una nuova trasmissione targata Mario Giordano su Mediaset("Jekyll,la vera faccia della tv"condotta da Gianluca Nicoletti)e memore di una passatina su"Porta a porta"di ieri sera ho seguito dapprima la vicenda della sospensione Bigazzi per aver suggerito di cucinare gatti e poi lo sdoganamento della caccia sul programma del leccaculo Bruno Vespa.
Nel salotto che praticamente è la terza camera del Parlamento italiano ieri si è visto Vespa per la prima volta portare qualcuno al guinzaglio senza che sia lui ad essere legato al collare(in questo caso più unico che raro un cane da caccia,un bracco)ed approvare pienamente le nuove norme proposte in materia di caccia in Italia girando con un fucile per lo studio esaltandone le qualità e la bellezza"di un prodotto d'eccellenza del lavoro italiano"con tanto di pubblicità esplicita verso una marca produttrice di strumenti di morte.
Il famigerato disegno di legge del senatore Orsi è stato difeso a spada tratta dal conduttore che a volte sbeffeggiava e toglieva la parola a chi era contro tale proposta legislativa,e fornisco qui sotto tratto da Toscana.Indymedia un post che contiene una petizione on-line del Wwf(dello scorso 6 febbraio).
Successivamente propongo un articolo di sabato scorso relativo alla registrazione della trasmissione mandata in onda ieri sera che già aveva creato polemiche tratto dal sito"Pianeta verde"http://natura.forpassion.net/2010/02/13/anche-arcicaccia-contesta-il-governo-e-il-pd-attacca-vespa-solo-cacciatori/ a firma di Giovanni Gagliardi.
In ultimo vorrei soffermarmi sui soliti luoghi comuni per difendere i cacciatori come"...con tutte le tasse che pagano..."oppure"...amano tanto la natura..."o"...mantengono l'equilibrio naturale...",i cacciatori sono e restano assassini che per il gusto di uccidere(da decenni non c'è più la necessità di procurarsi il cibo perchè si muore di fame)sterminano centinaia di migliaia di animali indifesi.
In ultimo vorrei soffermarmi sui soliti luoghi comuni per difendere i cacciatori come"...con tutte le tasse che pagano..."oppure"...amano tanto la natura..."o"...mantengono l'equilibrio naturale...",i cacciatori sono e restano assassini che per il gusto di uccidere(da decenni non c'è più la necessità di procurarsi il cibo perchè si muore di fame)sterminano centinaia di migliaia di animali indifesi.
Non ho trovato altri materiale oggi riguardo quello trattato odiernamente su questo blog e ho dovuto arrangiarmi sulla mia memoria,spero che esca qualcos'altro in altri siti e blog successivamente.
Petizione on line contro la Caccia Selvaggia.
firma la petizione on line del WWF!
CACCIA, FERMIAMO LA LEGGE SPARATUTTO!FIRMA CON NOI LA PETIZIONE.
Diciamo No ai fucili in mano ai ragazzi di 16 anni, No ai richiami vivi, No alla caccia aperta tutto l’anno, No all’aumento delle specie cacciabili… NO ALLA LEGGE SPARATUTTO!Firma la petizione contro il disegno di legge OrsiAl Senatore Franco OrsiXIII Commissione territorio, ambiente, beni ambientaliA tutti i membri della CommissioneOggetto: ritiro del Disegno di legge sulla modifica della legge n. 157 del 1992È stato depositato in Commissione ambiente del Senato il disegno di legge della modifica della legge sulla protezione della fauna e per il prelievo venatorio che, da oltre 16 anni, è considerata il punto di equilibrio tra gli interessi dell’ambiente, dell’agricoltura e dell’attività venatoria regolamentata.Oggi però, con la presentazione di questo disegno di legge, le regole che fino ad ora hanno consentito la convivenza dei diversi interessi stanno per essere stravolte e con esse le regole basilari della conservazione della natura nel nostro Paese.
Questo disegno di legge, che se approvato porterebbe l’Italia indietro di trent’anni e ci porterebbe davanti alla Corte di Giustizia europea, presenta delle proposte davvero inaccettabili e tra queste:
* la possibilità di aprire la caccia tutto l’anno a certe specie,
* calendari venatori differenziati per regione,
* la possibilità di avere un numero illimitato di uccelli da richiamo, comprese le specie protette
la possibilità dei prefetti di aprire la caccia,
* la licenza di caccia a 16 anni,
* il nomadismo venatorio per le specie migratrici
* la caccia alle specie migratrici fino a un’ora dopo il tramonto…
Il rischio è dunque gravissimo. Questa è una proposta che non prende in considerazione la scienza, che non rispetta le norme comunitarie e neanche la stessa Costituzione italiana che dà allo Stato la competenza esclusiva sulla protezione dell’ambiente.Se questa è la situazione, bisogna evitare che venga approvato e chiedere che vi sia l’immediato ritiro dello stesso disegno di legge.Sottoscrivo la petizione alla paginahttp://www.wwf.it/client/PetizioneCacciaOrsi.aspx
Related Link: http://www.wwf.it/client/PetizioneCacciaOrsi.aspx
Related Link: http://www.wwf.it/client/PetizioneCacciaOrsi.aspx
Anche Arcicaccia contesta il governo e il Pd attacca Vespa: “Solo cacciatori”.
Roberto Della Seta (Pd) critica Porta a Porta: “Perché nel ‘pollaio’ di Vespa solo ‘galli’ armati di fucile?”.
ROMA - Non si placano le polemiche sul caso caccia e sull’emendamento all’articolo 38 della legge comunitaria approvato al Senato, che ha reso, di fatto, possibile usare le doppiette tutto l’anno. Dopo la levata di scudi di tutte associazioni animaliste e del ministro per l’Ambiente, Stefania Prestigiacomo che lo definisce un “colpo di mano”, ora arriva anche il sospetto di incostituzionalità. Ad accendere ulteriori critiche arriva anche la puntata di Porta a Porta, che dovrebbe andare in onda lunedì prossimo: “In studio ci saranno solo ‘galli’ armati di fucile”, dichiara il senatore del Partito democratico Roberto Della Seta, capogruppo in commissione Ambiente.
Arcicaccia. A formulare l’ipotesi di una norma incostituzionale e quindi impugnabile è il presidente di Arcicaccia, Osvaldo Veneziano, che, in relazione alla ripresa della discussione alla Camera sull’articolo 43 - quello che al Senato era l’articolo 38 - della legge Comunitaria, ha inviato una lettera ai parlamentari in cui auspica “un ruolo del governo e del Parlamento affinché la norma futura sia rispettosa delle indicazioni dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca scientifica) per evitare al Paese ulteriori polemiche sul tema dell’attività venatoria”. La preoccupazione di Veneziano è “per le conseguenze negative sull’attività venatoria che potrà produrre una normativa ambigua e impugnabile”.
I ministri come i parlamentari, continua la lettera, interessati all’emendamento “prospettato” dovrebbero “tener conto che in sede scientifica è stata riaffermata l’inapplicabilità delle aperture differenziate per la caccia ai migratori nel mese di febbraio”, mentre il rimedio del “parere vincolante da parte dell’Ispra, non è proponibile perché inciderebbe sulla potestà legislativa delle Regioni”. L’articolo 117 della Costituzione, si legge nella missiva, “obbliga il legislatore a rispettare il principio che equipara la forza della legge regionale a quella dello Stato e sottopone la potestà legislativa, sia dello Stato che delle regioni, al rispetto della normativa comunitaria”.
Secondo Veneziano “il vero rimedio è costituito dall’abrogazione dell’articolo 43 oppure del suo rinvio in commissione per adeguare il contenuto”. Quello che servirebbe, conclude, è “un provvedimento, non ambiguo e che, di contro, dia certezza di diritto e scongiuri la possibilità del moltiplicarsi dei ricorsi ai Tribunali amministrativi regionali”.
Porta a Porta. Della questione caccia si sta occupando in queste ore anche Porta a Porta. Nel pomeriggio Bruno Vespa ha registrato la puntata che dovrebbe andare in onda lunedì prossimo. Ma la scelta degli ospiti ha fatto irritare il naso al senatore del Pd Roberto Della Seta, capogruppo in commissione Ambiente: “Nel ‘pollaio’ di Vespa si parla di caccia - spiega il senatore facendo riferimento alla battuta di Berlusconi sui talk show televisivi - ma viene escluso il Pd, che guida in Parlamento l’opposizione ai tentativi di introdurre una deregulation dell’attività venatoria. In studio ci saranno solo ‘galli’ armati di fucile”, dice riferendosi ai due parlamentari Franco Orsi del Pdl e a Gabriele Cimadoro dell’Idv presenti in studio.
“È grave - spiega Della Seta - che nella puntata di Porta a Porta dedicata alla caccia siano presenti due parlamentari entrambi cacciatori, ma nessun parlamentare del Partito Democratico che al Senato come alla Camera sta cercando di impedire il ritorno a una caccia senza regole e senza limiti”.
“Forse Vespa - prosegue il parlamentare Pd - vuole, come si dice a Roma, ‘buttarla in caciara’, facendo credere che sia il centrosinistra che il centrodestra siano divisi al loro interno. Ma questa è una evidente falsità: in tutte le occasioni in cui si è votato su proposte di deregulation della attività venatoria, i deputati e i senatori dell’opposizione si sono espressi in maniera compatta per difendere il necessario equilibrio tra tutela della fauna e l’esercizio della attività venatoria”.
E la presenza di una intervista registrata alla collega di partito Roberta Pinotti non migliora il giudizio di Della Seta sulla puntata: “Hanno realizzato tre interviste ad altrettante donne parlamentari, facendo domande del tipo: ‘Lei sposerebbe mai un cacciatore?’, e senza coinvolgerle nella discussione di merito. Non mi sembra che questo permetta di dire che il Partito democratico, e più in generale i parlamentari contrari a questa dereguletion della caccia, abbiano potuto illustrare la propria posizione”.
Il ministro dell’Ambiente. “Il blitz al Senato non mi è piaciuto e non fa il bene della caccia e dei cacciatori. Avevamo concordato un testo diverso che invece è stato modificato”, ha detto il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, durante la registrazione di Porta a Porta. Per il ministro ci troviamo di fronte ad “una deregulation che è incostituzionale e in contrapposizione con la normativa comunitaria”. Per la Prestigiacomo “è vero che la caccia è di competenza delle Regioni, ma la tutela dell’ecosistema e dell’ambiente è dello Stato e non si può derogare dalla legge quadro”. Oltretutto secondo il ministro siciliano “la caccia è una barbarie culturale” e “oltre l’80% degli italiani la abolirebbe”.
lunedì 15 febbraio 2010
GLI ITALIANI DELINQUONO COME GLI STRANIERI
Premetto che la Caritas italiana spesso più che opera pia si trasforma in una vera e propria società a fini di lucro con volontari(stipendiati)che sono stati pizzicati a"filtrare"ciò che la carità umana dona per rivendere la merce ancora buona(parlando solo del vestiario non solo si trattano abiti usati ma a volte interi stock di capi imperfetti oppure regalati).
Premessa dovuta in quanto il post di oggi si basa sull'apporto di uno studio commissionato da Caritas e Fondazione Migrantes a cura di Pietro Scaglione intitolato"Chia ha paura dell'uomo nero"e che praticamente sfata i miti divulgati dalle tivù e dai giornali del regime che ritengono gli immigrati i principali autori delle gesta criminose sul suolo Italiano.
Che la dittatura berlusconiana abbia nostalgia della sana e vecchia,nonchè italica mafia e criminalità organizzata in generale,è risaputo...e la crociata contro lo straniero e il diverso è solamente un altro passo della strategia della paura imbastita dai piani alti dei Reich per incutere timore nella gente(gentaglia di merda)che in questo momento è la maggiornaza degli italiani.
Il lavoro presentato parla di cifre e percentuali,ed è stato preso da Indymedia Lombardia,mentre l'ultimo schema ci parla degli Usa nel 1908 dove gli immigrati in cella per reati gravi negli States furono proprio i nostri connazionali(sono cento anni fa ma facendo le proporzioni temporali tra i flussi migranti di allora con quelli di oggi i dati sono ammissibili)http://www.spazio22.eu/I%20LAVORI%20DELLE%20SCUOLE/Quando_i_vu_cumprà _er_noi_ITCG_Vittoria/Criminalità /criminalità _italiana_in_usa.htm e la lunga stringa qua sopra è il link di riferimento dove si possono analizzare altri numeri.
Berlusconi smentito dai dati. Gli immigrati non portano criminalita'.
DOSSIER. lo studio della Caritas che sfata luoghi comuni e pregiudizi sugli immigrati e smentisce clamorosamente Berlusconi.
CHI HA PAURA DELL'UOMO NERO
di Pietro Scaglione
La maggioranza dei reati è commessa dai cittadini italiani, mentre gli immigrati regolari non hanno affatto un tasso di criminalità superiore ai residenti. I clandestini proporzionalmente commettono più reati degli immigrati regolari, ma soltanto per la condizione di irregolarità, non per un fantomatico “dna criminogeno”.A ristabilire la verità e a rendere giustizia ai migranti è una recente indagine “controcorrente”, promossa dall’agenzia “Redattore sociale” e realizzata dalla Caritas e dalla Fondazione Migrantes. Il rapporto (dal titolo “La criminalità degli immigrati: dati, interpretazioni e pregiudizi”) sarà pubblicato integralmente all’interno della “Guida per l’informazione sociale 2010”, promossa dal Redattore sociale.Il dossier della Caritas assume notevole importanza soprattutto dopo la bufera scatenatasi per lo slogan (“meno clandestini, meno reati”) utilizzato dal premier Silvio Berlusconi, durante una recente conferenza stampa sui provvedimenti antimafia del governo.Il mondo cattolico, i volontari, i partiti del centro-sinistra, gli intellettuali e le associazioni hanno contestato la frase del premier, evidenziando che gli immigrati clandestini commettono un reato per la loro semplice condizione di irregolari (reato introdotto dal centro-destra e sommerso dalle accuse di incostituzionalità). Persino la Conferenza episcopale italiana è intervenuta per ricordare che gli immigrati delinquono, proporzionalmente, quanto gli italiani e che non esiste alcuna predisposizione “etnica” ai reati.Il dossier della Caritas ridimensiona l’allarmismo sull’immigrazione, sin dalle premesse: non esiste, infatti, alcuna corrispondenza tra l’aumento dei cittadini stranieri e l’aumento dei reati in Italia. Mentre, tra il 2001 e il 2005, le presenze di immigrati regolari sono cresciute più del 100%, le denunce nei confronti degli stranieri sono aumentate soltanto del 45 % (meno della metà).Nonostante le condizioni sociali e normative sfavorevoli, dunque, il “tasso di criminalità” degli immigrati regolari è sostanzialmente proporzionale al tasso di criminalità degli italiani: risulta superiore soltanto a livello giovanile, ma addirittura inferiore nelle fasce di età superiori ai 40 anni. Pertanto, se si tenesse conto delle condizioni socio-economiche più svantaggiose, la bilancia penderebbe senz’altro dalla parte degli stranieri.Un discorso a parte meritano gli immigrati clandestini, che rappresentano i ¾ degli stranieri denunciati. Ma ciò non significa affatto che i clandestini siano “antropologicamente” predisposti alla criminalità. Infatti, la maggioranza dei reati commessi dai clandestini è legata alla stessa condizione di irregolarità. Se avessero il permesso di soggiorno, non commetterebbero il reato di immigrazione clandestina, non violerebbero la legge Bossi-Fini e le statistiche sarebbero ben differenti.In particolare, la più alta incidenza degli stranieri riguarda le denunce per violazioni delle leggi in materia di immigrazione (87%) o per false dichiarazioni sull’identità (74%). Risulta, invece, bassissima l’incidenza degli immigrati nelle denunce per reati gravi come le rapine in banca (3%), gli assalti negli uffici postali (6%) e l’associazione per delinquere (10%).Un altro capitolo della ricerca della Caritas riguarda la tematica del carcere, sulla base del dato ufficiale in base al quale circa il 35% dei detenuti è di origine straniera. Nonostante sia maggioritaria la presenza di italiani nei penitenziari (65%), il “tasso di incarcerazione” degli immigrati risulta superiore al “tasso di criminalità”, ovvero al numero di reati commessi. Per quale motivo?La Caritas riconduce il problema sempre al fenomeno della clandestinità: il “tasso di incarcerazione” (similare per italiani e immigrati regolari) risulta più alto per gli stranieri irregolari, in quanto quest’ultimi possono usufruire meno degli arresti domiciliari e delle altre misure alternative alla detenzione.La funzione “custodialistica” del carcere nei confronti degli immigrati risulta ancora più evidente se si considera l’alta percentuale di stranieri in attesa di giudizio (63%).Il dossier della Caritas e dell’agenzia Redattore Sociale invita, dunque, ad affrontare il tema dell’immigrazione sotto l’aspetto dell’integrazione, piuttosto che sotto l’aspetto della repressione.
Premessa dovuta in quanto il post di oggi si basa sull'apporto di uno studio commissionato da Caritas e Fondazione Migrantes a cura di Pietro Scaglione intitolato"Chia ha paura dell'uomo nero"e che praticamente sfata i miti divulgati dalle tivù e dai giornali del regime che ritengono gli immigrati i principali autori delle gesta criminose sul suolo Italiano.
Che la dittatura berlusconiana abbia nostalgia della sana e vecchia,nonchè italica mafia e criminalità organizzata in generale,è risaputo...e la crociata contro lo straniero e il diverso è solamente un altro passo della strategia della paura imbastita dai piani alti dei Reich per incutere timore nella gente(gentaglia di merda)che in questo momento è la maggiornaza degli italiani.
Il lavoro presentato parla di cifre e percentuali,ed è stato preso da Indymedia Lombardia,mentre l'ultimo schema ci parla degli Usa nel 1908 dove gli immigrati in cella per reati gravi negli States furono proprio i nostri connazionali(sono cento anni fa ma facendo le proporzioni temporali tra i flussi migranti di allora con quelli di oggi i dati sono ammissibili)http://www.spazio22.eu/I%20LAVORI%20DELLE%20SCUOLE/Quando_i_vu_cumprà _er_noi_ITCG_Vittoria/Criminalità /criminalità _italiana_in_usa.htm e la lunga stringa qua sopra è il link di riferimento dove si possono analizzare altri numeri.
Berlusconi smentito dai dati. Gli immigrati non portano criminalita'.
DOSSIER. lo studio della Caritas che sfata luoghi comuni e pregiudizi sugli immigrati e smentisce clamorosamente Berlusconi.
CHI HA PAURA DELL'UOMO NERO
di Pietro Scaglione
La maggioranza dei reati è commessa dai cittadini italiani, mentre gli immigrati regolari non hanno affatto un tasso di criminalità superiore ai residenti. I clandestini proporzionalmente commettono più reati degli immigrati regolari, ma soltanto per la condizione di irregolarità, non per un fantomatico “dna criminogeno”.A ristabilire la verità e a rendere giustizia ai migranti è una recente indagine “controcorrente”, promossa dall’agenzia “Redattore sociale” e realizzata dalla Caritas e dalla Fondazione Migrantes. Il rapporto (dal titolo “La criminalità degli immigrati: dati, interpretazioni e pregiudizi”) sarà pubblicato integralmente all’interno della “Guida per l’informazione sociale 2010”, promossa dal Redattore sociale.Il dossier della Caritas assume notevole importanza soprattutto dopo la bufera scatenatasi per lo slogan (“meno clandestini, meno reati”) utilizzato dal premier Silvio Berlusconi, durante una recente conferenza stampa sui provvedimenti antimafia del governo.Il mondo cattolico, i volontari, i partiti del centro-sinistra, gli intellettuali e le associazioni hanno contestato la frase del premier, evidenziando che gli immigrati clandestini commettono un reato per la loro semplice condizione di irregolari (reato introdotto dal centro-destra e sommerso dalle accuse di incostituzionalità). Persino la Conferenza episcopale italiana è intervenuta per ricordare che gli immigrati delinquono, proporzionalmente, quanto gli italiani e che non esiste alcuna predisposizione “etnica” ai reati.Il dossier della Caritas ridimensiona l’allarmismo sull’immigrazione, sin dalle premesse: non esiste, infatti, alcuna corrispondenza tra l’aumento dei cittadini stranieri e l’aumento dei reati in Italia. Mentre, tra il 2001 e il 2005, le presenze di immigrati regolari sono cresciute più del 100%, le denunce nei confronti degli stranieri sono aumentate soltanto del 45 % (meno della metà).Nonostante le condizioni sociali e normative sfavorevoli, dunque, il “tasso di criminalità” degli immigrati regolari è sostanzialmente proporzionale al tasso di criminalità degli italiani: risulta superiore soltanto a livello giovanile, ma addirittura inferiore nelle fasce di età superiori ai 40 anni. Pertanto, se si tenesse conto delle condizioni socio-economiche più svantaggiose, la bilancia penderebbe senz’altro dalla parte degli stranieri.Un discorso a parte meritano gli immigrati clandestini, che rappresentano i ¾ degli stranieri denunciati. Ma ciò non significa affatto che i clandestini siano “antropologicamente” predisposti alla criminalità. Infatti, la maggioranza dei reati commessi dai clandestini è legata alla stessa condizione di irregolarità. Se avessero il permesso di soggiorno, non commetterebbero il reato di immigrazione clandestina, non violerebbero la legge Bossi-Fini e le statistiche sarebbero ben differenti.In particolare, la più alta incidenza degli stranieri riguarda le denunce per violazioni delle leggi in materia di immigrazione (87%) o per false dichiarazioni sull’identità (74%). Risulta, invece, bassissima l’incidenza degli immigrati nelle denunce per reati gravi come le rapine in banca (3%), gli assalti negli uffici postali (6%) e l’associazione per delinquere (10%).Un altro capitolo della ricerca della Caritas riguarda la tematica del carcere, sulla base del dato ufficiale in base al quale circa il 35% dei detenuti è di origine straniera. Nonostante sia maggioritaria la presenza di italiani nei penitenziari (65%), il “tasso di incarcerazione” degli immigrati risulta superiore al “tasso di criminalità”, ovvero al numero di reati commessi. Per quale motivo?La Caritas riconduce il problema sempre al fenomeno della clandestinità: il “tasso di incarcerazione” (similare per italiani e immigrati regolari) risulta più alto per gli stranieri irregolari, in quanto quest’ultimi possono usufruire meno degli arresti domiciliari e delle altre misure alternative alla detenzione.La funzione “custodialistica” del carcere nei confronti degli immigrati risulta ancora più evidente se si considera l’alta percentuale di stranieri in attesa di giudizio (63%).Il dossier della Caritas e dell’agenzia Redattore Sociale invita, dunque, ad affrontare il tema dell’immigrazione sotto l’aspetto dell’integrazione, piuttosto che sotto l’aspetto della repressione.
domenica 14 febbraio 2010
VIALE PADOVA,TIFIAMO RIVOLTA!
Grande impatto sui media già dai notiziari di ieri notte e di stamattina dove gli scontri tra immigrati egiziani e sudamericani avvenuti ieri a Milano nella zona di Viale Padova hanno occupato le prime pagine dei giornali ed i titoli di testa dei notiziari televisivi.
Naturalmente con frecciatine ed interviste ad italiani residenti a Milano che sono stufi dei continui problemi che gli stranieri causano(perchè loro sono dei santi della n'drangheta,degli angioletti che ritirano tangenti e cherubini in divisa che stuprano nei Cie)la rivolta ha preso una piega,secondo l'informazione di regime,molto negativa nei confronti della"sicurezza"dei residenti italiani(o ce l'hanno con la presunta italianità che salta fuori solo all'occorenza?).
La rabbia che gli stranieri,gli immigrati ed i clandestini(non dimentichiamoci che sono persone)ultimamente trova sfogo nell'unico modo in cui la disperazione si fa sentire,la rivolta...e mi auguro che questa rabbia possa sfogarsi contro chi faccia loro del male(fascisti,polizia,politicanti del regime)naturalmente evitando di creare danni a casaccio come quelli di ieri,che comunque sono dettati dalla prostrazione ed in un certo modo se non leciti comunque comprensibili.
Solidarietà ai fratelli di tutto il mondo che devono unirsi nella lotta contro la tirannia fascista!
L'articolo è tratto dal sito dei Corsari Milano.
Milano: è rivolta. In seguito all' omicidio di un ragazzo nord africano, dilagano rabbia e odio in via Padova.
"un compagno corsaro si è recato sul luogo ieri sera e questo è il suo
racconto e qualche foto",
E' una testimonianza. E' cronaca.
Arriviamo sul posto poco dopo lo scoppio della ribellione per l'omicidio a coltellate di un diciannovenne egiziano, Hamed Mamoud El Fayed Adou, a opera di un gruppo di sudamericani incontrati sull'autobus. Lo scenario che ci troviamo davanti è davvero sconvolgente. Macchine rovesciate, cartelli stradali divelti, vetrine in frantumi e gruppi di 30 persone che girano con pali in mano, sassi e bastoni, come se aspettassero il momento migliore per ricominciare la rivolta. Inizialmente se la prendono con i negozi dei sudamericani in particolare, ma dopo poco la rabbia dilaga, e se la prendono con tutto e tutti.
Decidiamo di stare li, è il nostro quartiere, alcuni di noi ci sono cresciuti e vogliamo vedere cosa succede. Il cellulare squilla continuamente, ''Attenzione che sui giornali dicono che se la prendono anche con italiani'', ci guardiamo intorno ma devo dire che nessuno ci sta guardando male, anzi...
Continuiamo a girare per le vie intorno al casoretto, a via leoncavallo, via padova, la polizia non capisce bene cosa fare, si spostano continuamente da un posto all'altro senza riuscire a controllare la situazione.
Ecco che si muovono, sirene spiegate con già caschi in testa, ma quando arrivano non c'è piu nessuno, si vede solo in lontananza qualcuno che si dilegua, la polizia cammina in mezzo a macchine rovesciate e fioriere spaccate. I gruppi dopo essersi frammentati si ricompattano poco più distanti e ricominciano a rovesciare macchine, sradicare cartelli stradali e raccogliere pietre. Ad un certo punto si ha la netta sensazione che la rabbia contro i sudamericani si sia trasformata in rabbia contro simboli istituzionali e contro la polizia. Inizia un assalto contro il consolato egiziano, la polizia è nel panico totale e non riesce a intervenire.
Qui ci rendiamo conto che in realtà quello che sta succedendo è un qualcosa di annunciato da anni. Sono decine e decine i ragazzi che si uniscono alle bande che girano con sassi e bastoni, si distrugge e si rovescia tutto quello che si trova in giro a portata di tiro.
Dopo un po' tutti si dirigono in fondo a via Padova dopo il ponte della ferrovia, dove è stato ammazzato il ragazzo. Chiediamo il perché e ci rispondono, molto pacatamente: ''E' l'ora della preghiera, dobbiamo vegliare sul nostro fratello''. Vediamo le camionette della polizia che arrivano di corsa, i celerini che scendono e corrono in mezzo alle macchine, ma quando arrivano nei pressi della preghiera si fermano e si mantengono a timoros a distanza.
Di lì a breve si innesca la classica dinamica vista altre volte: gruppi di cittadini italiani che ai margini della strada commentano l'accaduto, e ne sentiamo di ogni: ''italia agli italiani, animali, a casa, tornate a casa, siete delle bestie''. Sembra di essere a Rosarno e per un momento ci scorrono nella mente le orrende immagini dei rispettaibli cittadini di Rosarno che incitavano all'odio razziale. Ma invece siamo in via Leoncavallo, a 10 minuti di motorino da piazza Duomo. Siamo a Milano, la vetrina d'Italia che ospiterà Expo 2015.
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