mercoledì 17 febbraio 2010

CARNEVALE 2010

Breve post per onorare la fine del Carnevale 2010 con un breve riferimento alla satira che da sempre è stata una delle molle per le rappresentazioni allegoriche di questo evento,e che da parecchi anni vede i politicanti di turno protagonisti(soprattutto in negativo)di tali lavori.
Ecco nella foto d'apertura un'immagine di un carro che sicuramente qui da noi non avrebbe potuto varcare le soglie dei capannoni dove sarebbe stato costruito in quanto sequestrato da zelanti prefetti o questorini pronti a leccare il culo e punire i realizzatori a bastonate.
La foto arriva dal Carnevale di Dusseldorf in Germania dove evidentemente c'è libertà d'espressione e di satira,non maggiore o minore,libertà e basta!
Anche da noi,pure qui a Crema,ci sono state allegorie sulla figura merdosa del premier mafioso,ma a tinte molto tenui...addirittura a Viareggio è stato proibito esporre icone di dio Silvio grazie ad un diktat del sindaco pidiellino.
L'articolo è del sito Indymedia Lombardia,nemmeno a Carnevale si può scherzare,almeno da noi,su ciò che terrorizza il popolo italiano,questo regime dittatoriale che pure durante le feste impone il pugno di ferro della censura.

Germania: carro allegorico su Berlusconi.

DUSSELDORF (GERMANIA) - Non sono solo Rio de Janeiro e Viareggio che ospitano sfilate di carri a Carnevale. Ma mentre il sindaco (rigorosamente del Pdl) di Viareggio ha imposto una pesante censura proibendo di fare carri che riguardassero il Presidente del Consiglio, all'estero non si fanno gli stessi problemi. Per esempio a Dusseldorf, in Germania, hanno fatto il carro allegorico che riguarda Berlusconi. E, come potete vedere dalla foto, è una rappresentazione dei rapporti tra la mafia e il nostro Presidente del Consiglio SIlvio Berlusconi.Alla luce delle tante dichiarazioni fatte dai vari Spatuzza, Massimo Ciancimino, e da altre decine di pentiti; alla luce delle tante leggi fatte - direttamente o indirettamente - a favore della malavita da questo governo; questa è l'impressione che evidentemente diamo all'estero, o almeno alla Germania. E non è qualcosa di cui andare fieri, questo è sicuro.

Nessun commento: