martedì 20 gennaio 2009

LA CAMPAGNA ELETTORALE INFINITA

Un po di vergogna la provo scrivendo questo articolo,ma pensandoci bene la questione Kakà esula il mondo prettamente calcistico approdando in pieno territorio politico-religioso con Dio che scende in terra trascurando gli impegni importanti che dovrebbe assolvere per porre fine a questa assurda telenovela(d'altronde i due personaggi in questione sono un brasiliano ed un mafioso,argomenti e origini di spicco delle soap opera).
Ebbene sì,alla fine il nostro eroe dopo tiramolla interminabili(attenzione che tirare e tirare il giocattolino si rompe!)rimane nella nostra nebbiosa pianura padana per la gioia dei milanisti e del calcio italiano.
Ma come detto oggi pomeriggio dal portavoce del Manchester City Garry Cook il patto già in avanzato stato di composizione è saltato soprattutto per questioni politiche e di opinione pubblica...il buon Silvio,vedendo la propria popolarità calare di qualche punto,ha pensato bene di fare questa sceneggiata napoletana per poter accaparrarsi qualche consenso in più,lacrime e cuore contro il dio denaro di cui è uno dei primi adoratori.
Finalmente il lunedì tanto atteso è arrivato e come ampiamente pronosticato,in realtà in Italia da pochi,è successo il miracolo...e ancora in Italia non si no sono accorti della macchinazione mediatica mentre nel resto dell'Europa e del mondo i fini reconditi lapalissiani di tale storiella sono già stati elaborati e commentati.
Di seguito l'articolo de"La Repubblica"on line e uno tratto dal sito ufficiale del Manchester city(in english,ma la solfa è la stessa)entrambi di data odierna.


Il club inglese attacca la società di via Turati: "E' solo colpa loro".
"Eravamo arrivati a un accordo segreto ma hanno bloccato tutto".
Kakà resta, l'ira del Manchester City"Pressioni politiche dietro lo stop"

ROMA - Nessuna scelta di cuore. Solo il Milan che si è inchinato sotto la spinta di pressioni politiche e dell'opinione pubblica. Adesso che il trasferimento di Kakà al Manchester City (dietro il corrispottivo di una montagna di euro), è saltato, Garry Cook, presidente esecutivo del club inglese, si sfoga e punta il dito contro la società di via Turati: "Kakà era in vendita, ma noi non siamo mai riusciti a parlare con il giocatore. Se volete la mia opinione, il Milan lo ha isolato. Lo ha blindato, sotto il peso della pressione politica e dell'opinione pubblica". Ma Cook continua lo sfogo contro la società di Berlusconi. "Il giocatore - ha aggiunto - era chiaramente in vendita. Avevamo raggiunto un accordo confidenziale già diverse settimane fa, ma secondo me il Milan l'ha imbottigliato. Dopo tre o quattro incontri era parso abbastanza chiaro che Kakà fosse in vendita e noi eravamo stati piuttosto chiari sull'intenzione di ingaggiarlo. Nell'ultimo incontro però sono emerse questioni che non potevano essere risolte, credo che la politica e la pressione dell'opinione pubblica abbiamo di fatto cambiato lo scenario". Cook attacca anche i rappresentanti del giocatore, il padre-procuratore in primis, più interessato all'aspetto economico che a quello sportivo della trattativa: "Abbiamo parlato con suo padre, ci ha detto che era interessato al progetto. Quando stavamo discutendo gli aspetti umani legati al trasferimento a Manchester, la conversazione è tornata sulle questioni economiche".
Ieri, quando il traguardo sembrava vicino, è saltato tutto. "A milano ci hanno fatto accomodare in una stanza, senza cibo o bevande. Abbiamo fatto alcune domande e in particolare abbiamo chiesto dei rappresentanti del giocatore. Semplicemente, non ci hanno saputo rispondere - continua Cook - Volevano solo parlare di quanto avremmo pagato il giocatore. Abbiamo deciso di non entrare nei dettagli e non abbiamo fatto un'offerta al calciatore. Ieri il denaro è stato l'argomento principale". Sfumato Kakà, il Manchester si consola con l'arrivo di Craig Bellamy, che ha firmato un contratto di quattro anni e mezzo, mentre Nigel De Jong sta completando le visite mediche, dopo che il City ha raggiunto l'accordo economico con l'Amburgo per una cifra vicina ai 15 milioni di euro.

'They bottled it,' says Cook

Executive Garry Cook has reaffirmed the Club’s stance over last night’s decision to walk away from any deal involving AC Milan midfielder Kaka.
Speaking this morning at the City of Manchester Stadium, Cook told us: “It’s a mixture of disappointment and some frustration too.
“I think the intention from AC Milan was clearly to sell their player and Manchester City’s intention was clearly to bring him to the football club.
“I think there was some political pressure and definitely media space that they engaged in. To be honest, I think they bottled it, simple as that.”
“They live in a different space than we do as a football club and it’s been interesting to watch their behaviour.”
Despite numerous media reports in Italy and throughout the country, Garry continued to set the record straight: “We never met the player, we only met the representatives, we never actually made him an offer on personal terms.
“So it’s very difficult to turn down something that you’ve not been offered.
“We’ve heard everything and there’s been a bit of mudslinging, but we’re going to choose not to get into that, our objective is that we’re building a football club for the long term.
“It would have been great to have had Kaka at this football club, the Premier League would have benefitted, football would have benefitted and we were willing to make that investment on rational terms. Unfortunately, the behaviour that they showed was not what we had expected nor had we anticipated.”
Cook also cleared up reports surrounding the visit to Milan. He confirmed: “We’ve been to Milan four times and the delegation yesterday involved three lawyers that represent the legal counsel for Manchester City football club.
“It also involved a board member who had flown half way around the world from Abu Dhabi, myself and one other senior executive.
“We were confined to a room, with no food or drink, and we asked some questions of the football club and more importantly we asked some questions of the representatives of the player and they simple could not answer the questions.
“What they wanted to talk about was; ‘how much are you going to pay him?’We chose not to get into that and we didn’t make an offer to the player.
“Is he a great footballer? Yes. Does he represent all the values you would want to have as an ambassador of the sport global and were we looking for the opportunity to joint venture in areas that would take this club on to a different platform? Yes, but unfortunately the landscape changed and his representatives wanted to talk about how much we were going to pay him.
“Money was certainly the motive yesterday.”
Leon Collins

Nessun commento: