sabato 31 gennaio 2009
ASPETTANDO
ancora una volta il cielo
che rilassato dorme
aspettando un risveglio.
Arriva un’alba,
oggi o domani od oltre,
che mi farà ridere o piangere
di una decisione spero domata.
Che sfiora i limiti della follia,
che mi fa tremare e pensare,
pure troppo,eccessivamente.
Ma io so che dipendo
da tale risposta,
dipendo da queste parole
che nella mia esistenza
saranno secondi e anni.
Saranno divertimento o pazzia.
Fiori o veleni.
Carezze o pugnalate.
Ma saprò quello che mi aspetta,
piuttosto che attendere invano
un desiderio nato da un palazzo bianco,
che lungo chilometri e giorni
ha aperto le porte del mio cuore.
venerdì 30 gennaio 2009
PROGRAMMA DELLA SETTIMANA INTERNAZIONALE DI SOLIDARIETA' COL POPOLO BASCO
Come anticipato ecco il calendario completo per la settimana internazionale di solidarità per il popolo basco con gli eventi che riguarderanno la Lombardia,mentre per le altre realtà italiane(ci sono eventi pure a Torino,Livorno,Roma,Firenze e Bologna se non mi sbaglio)appena avrò informazioni le posterò.
SETTIMANA INTERNAZIONALE DI SOLIDARIETA’ CON EUSKAL HERRIA
6-15 febbraio 2009
Euskal Herria non cammina da sola - Democrazia e Autodeterminazione
VEN. 6 FEBBRAIO - CS 28 maggio, via Europa, Rovato (BS)ore 20.30 Proiezione del video realizzato in occasione della Conferenza internazionale di Askapena 2008. ore 21.00 Incontro con i rappresentanti di Euskal Herriaren Lagunak / Amici e amiche dei Paesi Baschi di Bologna e Milanoore 22.30 Concerto EGIN - patchanka band da Torino
SAB. 7 FEBBRAIO - CSA Vittoria, Via Muratori 43, Milanoore 22.00 Concerto EGIN - patchanka band da Torino
e BILBOMATIKS - ska band da Bilbao
GIO. 12 FEBBRAIO - COA T28, via dei Transiti 28, MILANOSERATA DI CONTROINFORMAZIONE SU EUSKAL HERRIAore 19.00 APERITIVO con pintxos e tortillasore 21.00 proiezione del VIDEO “AHTgelditu! ELKARLANA” (Coordinamento Fermare il TAV)
VEN. 13 FEBBRAIO - CSA PACI PACIANA, via Grumello 61, Bergamo ore 22.00 hip hop per Euskal Herria 121 krew - Barakaldo, Euskal Herria checkpoint charlie - Bergamo, terre orobiche
SAB. 14 FEBBRAIO - CSA Vittoria, Via Muratori 43, Milano ore 16.00 Proiezione del video realizzato in occasione della Conferenza internazionale di Askapena 2008. ore 16.30 Incontro con Kamaradak / Rete di giovani internazionalisti baschi/eore 22.00 Concerto LINEA - combat rock da Milano ASKATASUNA - ska band da Bergamo
DOM. 15 FEBBRAIO - CSA PACI PACIANA, via Grumello 61, Bergamo ore 12.00 Pranzo sociale (prenotazione obligatoria: euskalherria2009@gmail.com 14.00 Proiezione del video realizzato in occasione della Conferenza internazionale di Askapena 2008. ore 14.30 Incontro con Kamaradak / Rete di giovani internazionalisti baschi/e
SABATO 21 FEBBRAIO - MILANOHAMAIKA HERRI BORROKA BAKARRA! - TANTI POPOLI UN’UNICA LOTTAGiornata di Mobilitazione:ore 15.00 Concentramento Pz. S.Eustorgio / ore 17.00 Partenza CorteoPromuovono: Euskal Herriaren Lagunak Milano, Comunità Kurda Lombardia,Unione Democratica Arabo-Palestinese, Comunità Palestinese Milano
Durante tutte le iniziative banchetto con materiale informativo sulla situazione basca
Amiche e amici di Euskal Herria - MILANO eh-lagunak@gnumerica.org
giovedì 29 gennaio 2009
PIANTO
nella stanza che pesava come una città intera,
con grida e pianti che si ricorderanno.
C’era un forte sole,poi acqua,
c’era la felicità,poi la disperazione.
Non che io potessi cambiare molto la situazione
ma quel poco che potevo fare
non l’ho fatto.
C’era un pezzo di me nella bara,
c’erano le mie lacrime non piante,
il mio freddo,il passato e il futuro.
Tutti c’incontriamo adesso,
tutti si baciano quando è troppo tardi,
in quella stanza finiranno tutti i miei cari,
forse un giorno ci sarò anch’io.
mercoledì 28 gennaio 2009
SEMPRE MENO LIBERTA' D'ESPRESSIONE
Siamo alle solite!Il nuovo regime sta sempre più limitando la libertà d'espressione,in particolare modo negli ultimi periodi quella che concerne Internet,perchè è quella più difficile da monitorare ed è quella in cui la verità che fa male viene a galla.
Mentre l'informazione televisiva e giornalistica tranne sparute eccezioni è già stata
appestata dalla virulenza censoria,e ne è prova il fatto che l'importante iniziativa a Roma(quella dell'articolo successivo)di oggi non sia stata reclamizzata dai media,e ben poche medicine credo che la possano curare.
Una delle ultime proposte di legge del regime che tratta della pirateria informatica fa riferimento anche alla possibilità di disconnessione coatta a chi la meriti(mi fischiano le orecchie,cazzo).
Sì,credo di essere cattivello perchè spesso dico la verità,e non perchè sbaglio un ingrediente di una ricetta o un sostantivo in una poesia...
L'articolo di Indymedia che segue è un sunto di quello che si potrà trovare nei link a piè pagina e che analizzano più approfonditamente questa nuovo gravo atto di censura del governo fascista.
Guardate il video sul sito di D.Martinelli o sul quotidiano Biblioteca Resistente!
Oggi a Roma in piazza Farnese c’è l’iniziativa a sostegno del procuratore Luigi Apicella. Intervengono Marco Travaglio, Carlo Vulpio, Beppe Grillo, Antonio Di Pietro, Sonia Alfano e i familiari dei morti nelle stragi di mafia.Sulle principali testate nazionali, di questa iniziativa, oggi, non c’è una sola parola. Corriere e Repubblica hanno fatto di più: hanno steso il velo della censura persino sulle pagine locali di Roma!Sulle prime pagine domina il negazionismo lefebvriano assieme a quello dell’informazione. I filoni nettamente separati fra la stampa allineata e la stampa libera della Rete fanno emergere 2 italie: una dopata e una acqua e sapone. Oggi se almeno 2 o 3 milioni di italiani sanno di piazza Farnese è soltanto grazie alla Rete. La peggior nemica della casta corrotta italiota che non sa più come fermarla. Non a caso la stessa casta non esita a sfornare provvedimenti comunisti che fanno a pugni con le direttive europee in materie di libertà, diritto degli utenti e concorrenza.
Loro ci provano e ci riprovano. L’ultima bozza di proposta di legge finita sui tavoli del governo, ufficialmente per combattere la pirateria digitale, se passerà, si tradurrà in censura del web a spese degli utenti ma anche di siti come YouTube a vantaggio di Mediaset. Partorita dal neonato Comitato tecnico governativo contro la pirateria digitale e multimediale,a bozza è pubblicata sul sito di Altroconsumo.Protegge gli interessi dei soliti papponi che per intere generazioni hanno fatto il bello e il cattivo tempo nel mercato discografico, ma è contrario alle direttive europee in tema di interessi dei consumatori e dell’innovazione del mercato digitale”.
I punti inquietanti della proposta sono la delega in bianco al governo che si fa “garante” della difesa del diritto d’autore per colpire gli utenti e i provider, che secondo il diritto comunitario recepito anche dall’Italia non possono essere responsabili di quanto fatto dai propri utenti. Ma per gli alleati del presidente del consiglio dei piduisti è vitale far vincere Mediaset contro Youtube, come già anticipato la scorsa estate dal deputato mantenuto Luca Barbareschi. Non solo. La bozza, così com’è comporterà misure di disconnessione coatta degli utenti da internet, apprezzata sia dalla Siae che dalla Fimi. Bocciata dal parlamento europeo, oltre che alla censura dell’informazione grazie alla “attribuzione di poteri di controllo alle Autorità di governo e alle forze dell’ordine per la salvaguardia e il rispetto delle norme imperative dell’ordine pubblico, del buon costume, ivi inclusa la tutela dei minori”. Con tanti saluti alla libertà di informazione e di critica, per esempio, su alcuni fatti potenzialmente diffamanti per un politico. Tengo a precisare che questa forma di censura è già stata dichiarata incostituzionale negli Usa di Obama.
Dunque, Rete 4 può continuare a diffondere Emilio Fede senza concessione, Striscia la notizia potrà continuare a diffondere le immagini di Youtube assieme a Studio aperto, mentre Youtube dovrà pagare Mediaset. Dove sono gli italiani sovrani?
Trovate l'articolo completo con i video e gli approfondimenti sulla pagina di copertina della Biblioteca resistente , cliccate su:http://www.br23.tk poi cercate la Copertina!
Oppure , se,pre per l'articolo intero con i video e gli approfondimenti , nella prima pagina del Blog di D.Martinelli , cliccate su:http://www.danielemartinelli.it e vi appare subito la!
LAPIDE AD IGNOMINIA
di PIETRO CALAMANDREI
Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati
Più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA
Comincio una nuova serie di post dedicata all'analisi di poesie che ritengo meritevoli di essere condivise con tutti,sia per il contenuto(soprattutto) che per lo stile,sono per intenderci poemi che vorrei aver scritto io!
Com'è nata questa splendida poesia?(tratto da Wikipedia):
Albert Kesselring, che durante il secondo conflitto mondiale fu il comandante delle forze armate germaniche in Italia, a fine conflitto (1947) fu processato e condannato a morte per i numerosi eccidi che l'esercito nazista aveva commesso ai suoi ordini (Fosse Ardeatine, Strage di Marzabotto e molte altre). Successivamente la condanna fu tramutata in ergastolo, ma egli venne rilasciato nel 1952 per le sue presunte gravi condizioni di salute. Tale gravità fu smentita dal fatto che Kesselring visse altri otto anni libero nel suo Paese, ove divenne quasi oggetto di culto negli ambienti neonazisti della Baviera.
Tornato libero, Kesselring sostenne di non essere affatto pentito di ciò che aveva fatto durante i 18 mesi nei quali tenne il comando in Italia ed anzi dichiarò che gli italiani, per il bene che secondo lui aveva loro fatto, avrebbero dovuto erigergli un monumento. In risposta a queste affermazioni Piero Calamandrei scrisse la celebre epigrafe, dedicata a Duccio Galimberti, "Lo avrai, camerata Kesselring...", il cui testo venne posto sotto una lapide ad ignominia di Kesselring stesso, deposta dal comune di Cuneo, e poi affissa anche a Montepulciano, in località Sant'Agnese, e a Sant'Anna di Stazzema.
Già dal titolo si evince che il tema trattato sia quasi una derisione,un annientamento verso una persona che tanto di male ha compiuto nella sua esistenza,diabolico al punto di non pentirsi ed anzi di esaltare quello da lui commesso.Nessuna pietra o roccia potrà mai essere talmente dura e simbolica,pesante e sacra come il silenzio degli uomini uccisi dal terribile odio dell'uomo,da non confondersi con la digità che ha mosso l'animo e l'azione dei partigiani nel combattere l'invasore nazista e l'usurpatore fascista.Per queste ultime categorie questo silenzio è assordante ed è un tuonare perpetuo,mentre per i figli della resistenza è sia pace che allerta poichè"Dimenticare significa perdere l'eredità di una lotta che è ancora inconclusa.Non dimenticare obbliga a comprendere,a smascherare,a continuare quella lotta.Per combattere questo nuovo fascismo non ci saranno i vostri nonni,o i padri dei vostri nonni.Affrontarlo toccherà a voi"(partigiano "Foco")...sempre coraggio e tutto sarà niente... Per la biografia dell'autore rimando a:http://it.wikipedia.org/wiki/Piero_Calamandrei
martedì 27 gennaio 2009
CODA ALLA VACCINARA
Ingredienti:
-coda di bovino
-olio
-aglio
-sale
-pepe nero
-vino bianco
-dado
-polpa di pomodoro
Nell'abbondante olio si fa profumare l'aglio sminuzzato fino a quando l'odore si dIffonde per la cucina,dopodichè si rosola a fuoco moderatamente alto la coda tagliata a tocchetti,che può essere di bue o manzo.
Dopo averla fatta dorare da ambedue i lati per una decina di minuti complessivi si alza il fuoco e si fa sfumare un bicchiere di vino bianco(ah,prima la carne si sala!)e si aggiunge il pepe nero in polvere.
Dopo che il vino è evaporato si abbassa il fuoco al minimo e si aggiunge la polpa di pomodoro,e durante la cottura rimanente che può variare dalle due ore e mezza anche fino alle tre abbondanti(dipende dalla grandezza delle fette di coda)si girano ogni tanto i pezzi di carne e si unisce del brodo vegetale.
DE CORATO,ZONA A PENSIERO LIMITATO
Nato politicamente come missino cambia pelle in Alleanza Nazionale al momento della scissione interna del partito rimanendo un fedelissimo di quell'altro coglione di La Russa.
Meglio che lasci spazio ad alcune considerazioni di compagni milanesi che purtoppo hanno avuto modo di conoscerlo meglio di me,soprattutto negli ultimi tempi,testimonianze tratte da Indymedia Lombardia.
Caro casinista,mi duole farle notare che lei sta oltrepassando i limiti,lei è troppo precipitoso ma soprattutto le vorrei fare notare che quando la si vede in tv a sparlare non si capisce un cazzo di nulla dalla sua bocca (oltretutto piena di bava come un cane rabbioso VISTO gli accadimenti)..
dovrebbe parlare più piano (la sua cadenza è incomprensibile pur essendo io meridionale e frequentatore di terroni come lei),scandire le vocali indistintamente dalle sillabe..
Sa'..nel giorno dello sgombero (davanti a 3.348 telecamere come faceva Clint Eastwood,il mio film preferito è "corda tesa" -nb-) quando lei ha pronunciato la parola USUCUPAZIONE,all'istante non ho capito bene,sembrava il suono emesso da un orso marsicano (lei ne ha il pelo,anche se tinto) e tutto arruffato nel suo cappotto si sentiva (uuuuohone uuuuohone)eh?!..
adesso lei Sceriffo,vice sindaco da almeno 13 anni a MI,con Albertini,ora con la Moratti (lei è onnipresente ma non si creda un Santo per questo) è possibile che pur facendo il vice ai milanesi DOC rimanga ancora incomprensibile quando sta davanti ai microfoni? non ricordo se vicesindaco lo era anche con Formentini,in tal caso davvero un bel record...complimenti ma come fa a tenere questa poltrona così "calda" per tutti questi anni?
un milanese DOC che conosca la storia soprattutto di questaq città..forse lei la sa ma di sicuro la rinnega,rinnega la medaglia d'ORO alla Resistenza contro il fascismo (cosa che invece lei è stato e rimane ad esserlo pur dicendo sempre la tiritera che certe dinamiche anni '70 sono passate,cercando di sviare in maniera subdola a chi le ricorda che lei e il suo partito era fascista e lo è ancora,altrimenti che siete?..lei è stato fascista,se lo ricordi,e oggi più che mai dimostra di esserlo tuttora..),lei non conosce la storia del ticinese,quartiere popolare..
Caro Sceriffo da strapazzo. lei considera legale tutto ciò dove girano i soldi per la sua saccoccia.
Lei chiude gli spazi di aggregazione (gente che però le sta sul cazzolino perchè la pensa diversamente da lei) perchè non fruttano i quattrini,ma li prende con piacere dai posti affittati dai nazi neo fascisti di FN,cuore nero,soldi che poi in realtà ritornano a lei dopo che i suoi colleghi di partito gli ha passati come finanziameto a questi sorci di fogna fascista,amici suoi...oppure sono soldi che a questi soggetti arrivano grazie a collaborazioni con calabresi dell'andrngheta,senza andare lontano in merididione,sono soldi che sono frutto della malavita milanese,della mafia,del traffico illecito..ma a lei questi soldi fanno sempre comodo per cui posti in affitto di nazifascisti sono OK,basta che le cacciano i quattrini. non ha importanza da dove vengono o che giro fanno..sono amici suoi e basta.
eh,che peccato sapere di scoprire uno Sceriffo che piglia per il culo la cittadinanza..
comunque ne ho visti tanti da piccolo di film western dove lo sceriffo era un corrotto e la maggior parte delle volte il film finiva male per il buffone..anzi,l'ultimo di recente dove uno sceriffo era corrotto era interpretato da J.Hackman in GLI SPIETATI (film anni '90)..in questo film tutti erano spietati,dallo sceriffo a chi lo affrontava..bel film..tutti spietati come a Mi,tutti spietati....
..come a Milano.
Ci riprovano, le merde, con questa merda di capo di imputazione che dovrebbe essere tirato fuori solo in tempi di guerra (nemmeno nei '70 uscì), da qualche anno diventa la via più facile per reprimere... Fascismo legale lo chiamo, niente di più. Immagino (spero) che il reato venga derubricato, ma intanto dei compagni si addossano un capo d'accusa ridicolo per dei danneggiamenti, perchè questo sono anche da un punto di vista meramente giuridico.
Milano, 24 gen. - (Adnkronos) - "L'ennesimo corteo di questo pomeriggio organizzato dai centri sociali dopo lo sgombero del Cox e' un'inutile prova muscolare". Lo dichiara il vicesindaco di Milano Riccardo De Corato. Corteo che, secondo il vicesindaco, "vedra' di nuovo Milano trasformata un'arena e i milanesi costretti a subire il consueto copione di disordini, minacce e traffico in tilt''.
Grazie a te, brutta merda! De Corato è un deficiente che fa male il suo lavoro, dovrebbe preouccuparsi dell'amministrazione dell'ordine pubblico, e invece non fa che creare casini. L'imbecille non agisce politicamente, ma ideologicamente, perchè era un fascista e rimane tale, e una volta agguantato un briciolo di potere se lo gioca malissimo... Perchè? E' molto semplice, il suo ruolo è quello di contenere il disordine e lui per una sua battaglia tutta personale contro i rossi (non contro l'illegalità, attenzione) va a chiudere un posto occupato da anni che è un contenitore di cultura che giuridicamente ha anche delle carte in tribunale per farsi riconoscere l'occupazione legalmente (quindi non un centro appena occupato in flagranza di reato). Una biblioteca, un centro di documentazione, un posto dove si fanno concerti... Un covo di rossi? Ok, ma caro De Corato, se vuoi fare il lavoro fatto bene allora dovresti avere in mano una legittimità politica, legale o meno, per poter usare il pugno duro, cosa che tu NON hai... Per fare un lavoro serio di repressione, o ti fai approvare una legge (dello Stato perchè regionale non basta) che ti permette di rinchiudere la gente per attività sovversiva vera o presunta, oppure lo fai e te ne fotti dello Stato di diritto con una mossa autoritaria perchè l'autorità te la dai da solo grazie alla forza che puoi schierare in campo... Si tratta di fascismo, ma anche quello bisogna saperlo fare... De Corato, o fai il fascista o fai l'assessore, le due cose insieme non funzionano perchè altrimenti vien fuori una frittata, come quella del Cox... Dove tu chiudi uno spazio e non metti dentro la gente che lo frequenta, così il risultato è che la gente c'è sempre e a piede libero, è sempre più incazzata e si incazza sempre di più, la dialettica politica si radicalizza, e i pericolosi sovversivi invece di leggersi un libro con buona pace della città si metteno a fare cortei non autorizzati, bloccano le strade, e tu di conseguenza tiri fuori una marea di soldi per gestire la situazione (perchè i mezzi dei CC costano, le ore di OP dei celerini costano, il blocco della circolazione ha un costo economico, tutte palanche che ci mette il comune). Fossi la Moratti ti caccerei a calci in culo...
Inutile prova muscolare... A deficiente, che ti aspettavi che ti dicevano pure grazie??? Il fascismo è pericoloso perchè è stupido, ricordatevelo...
lunedì 26 gennaio 2009
REINTEGRAZIONI SOSPETTE
Nel gran casino generale che la chiesa sta vivendo quasi sottotono il papa Ratzinger,uno della gioventù hitleriana per intenderci,ha riabilitato i quattro vescovi nominati nel 1988 da monsignor Lefebvre che ai tempi furono scomunicati dal papa polacco Giovanni Paolo II.
Fin qui nulla di strano o grave penserete,in fondo si tratta di una faida interna alla chiesa che non dovrebe interessare se non esserne addirittura contenti,ma il punto è che questi religiosi sono degli integralisti cattolici,conservatori e tradizionalisti al limite della decenza.
Uno di quei vescovi,Richard Williamson,è addirittura un negazionista dell'Olocausto,convinto che le camere a gas non siano mai esistite e che gli ebrei ammazzati dai nazisti siano stati "solo" qualche decina di migliaia.
A questa notizia i nostri cari rappressentanti dell'ala più razzista della scena politica,Lega e Forza Nuova,hanno esultato poichè questi ultracattolici paragonabili solamente agli integralisti islamici mantengono alti i concetti di "tradizione" e "famiglia" e altri modelli ed ideali buoni da sventolare durante campagne elettorali e dibattisti dai toni xenofobi.
Per non parlare della reintroduzione della messa in latino,che era stata accantonata durante il Concilio Vaticano II del 1962(mai digerito dallo scissionista Lefebvre)...ce li vedete i leghisti che a malapena sanno l'italiano a pregare in latino?
A seguire un articolo tratto da "Il Manifesto" di Paola Bonatelli.
venerdì 23 gennaio 2009
STATE ATTENTI!
A seguire articoli tratti da Indymedia riguardo l'esplosione di una bomba presso la sede di Casa Pound VR con due merde che per puro caso non hanno fatto la fine che meritavano...Tosi pezzo di merda crepa!
In ultimo domani per puro titolo informativo a Lainate in Via Puccini ci sarà una serata danzante organizzata da quei bravi ragazzi della Skinhouse...per chi si vuole divertire a guardare(e anche toccare a spragate!)questi pochi fenomeni da baraccone potrà farlo in anticipo all'uscita del casello autostradale di Lainate(MI-VA)nel tardo pomeriggio,dove si troveranno in branco magari scortati dai loro angeli custodi in divisa perchè se non si muovono assieme non se ne vanno da nessuna parte,ahahah!!!!
L'unico fascista buono è il fascista morto!
E' una notizia di qualche giorno fa ma su vari giornali è riportato che a Verona è stata fatta esplodere nella notte una bomba alla sede di Casa Pound dove all'interno c'erano due neofascisti, che per un pelo non sono saltati in aria con la vetrata e saracinesca!! Prima volta in Italia che viene attaccata una sede di casa pound. I giornali riportano che a Verona tra nazi che uccidono, pestano, rapinano e aggrediscono, gente di tutti i tipi in centro, con vere e proprie squadre punitive...nella notte sempre più spesso ci sono sedi,esercizi commerciali e spazi in genere dei fascisti, che vanno a fuoco o saltano con bombe carta.Un anno fa un nazi, noto esponente della Fiamma, si è beccato un agguato da sconosciuti dove ha avuto 80 punti di lamate e la faccia e la testa spaccati. Dicono anche che a Verona c'è un vero e proprio clima di "guerra", sopratutto per conseguenza del pestaggio degli "eroici" fasci contro una ragazza, che forse perde un occhio per le botte prese!! Sbirri e giornalisti cercano di coprire in ogni modo i fasci, non dandogli una connotazione politica, ma solo dipingendoli come ragazzi "difficili" e un po' "sbandati"....mentre al contrario tra perquise, indagini e denunce, stanno pressando forte certe aree di compagni!! Se gira altro materiale in rete su le ultime di Verona si prega di postarlo...dato che si sa poco e sopratutto sembra che nell'ultimo periodo ci sia una tensione pesante a Verona sul fronte dell'antifascismo.
Ecco un commento a riguardo di un utente.
Verona, attentato contro Casa Pound:ignoti fanno esplodere bomba carta.
VERONA (20 gennaio) - Un ordigno, presumibilmente una bomba carta, è stato fatto esplodere davanti alla sede del Centro culturale Microgramma a Verona, che ospita anche "Casa Pound", un'associazione formata da giovani della destra radicale (Fascisti merdosi e bastardi) che negli ultimi tempi è stata protagonista di alcune azioni dimostrative contro le banche e il caro-mutui(pestaggi aggressioni , anche in quattro o più contro ragazze indifese una delle quali aggredita rischia ora di perdere un'occhio , come al solito sui giornali ste cose vengono coperte, e quel gran bastardo lurido di Tosi li copre e gli da gli spazi!!!!!!!!!!).L'esplosione ha danneggiato la saracinesca e infranto la vetrina, sulla quale è riportata una frase di Ezra Pound: «L'unica cultura che riconosco è quella delle idee che diventano azione»(si come le azioni da stadio , le uniche che vi riescono sul serio!). Sull'episodio indaga la Digos della questura scaligera (che come al solito si impegna per trovare chi ha messo la bomba carta ma non per colpire i Fasci infami).
L'attentato alla sede veronese di "Casa Pound" è l'ultimo di una serie di episodi che hanno avuto come obiettivi luoghi gestiti da militanti di estrema destra o frequentati da simpatizzanti di quell'area politica. Alla fine di novembre del 2007 un'altra bomba carta era esplosa all'alba davanti all'ingresso di un'osteria nel quartiere di Borgo Venezia, ritenuta luogo di ritrovo di persone vicine all'estrema destra. Pochi giorni era stato colpito il Camelot, negozio di abbigliamento di Alessandro Castorina, esponente di spicco della Fiamma Tricolore cittadina, che in precedenza era stato oggetto di altri attentati incendiari. Intimidazioni anche al Black Brain, un locale di proprietà di Francesco Mancini, un altro militante dell'estrema destra veronese. Nessuno di questi gesti è mai stato rivendicato(Non c'è ne bisogno! Non esponetevi!).
Articolo preso da "Il Mattino" e corretto e modificato con le frasi tra parentesi da Casper......
La storia l'ha insegnato,uccidere un fascista non è un reato!
Ora e sempre resistenza!
Scusate il masturbo.....
RIPRENDIAMOCI IL CONCHETTA
La protesta collettiva nata spontaneamente ha già ricevuto numerose adesioni,ed anche stasera e domani ci saranno manifestazioni di protesta e di condanna in Milano,nei modi e negli orari indicati a fine articolo.
I deliranti discorsi di acuni membri della giunta meneghina(che meriteranno adeguato spazio nell'apposita categoria)giustifica la nascita e la conseguente protezione di luoghi infami come "Cuore nero"(dove l'odio razziale e la loro auspicata rinascita di un forte potere nazifascista sono il piatto forte delle loro idee eretiche)col fatto che paghino regolarmente l'affitto e le tasse!
Io domani avendo i soldi posso andare ad aprire un "centro culturale"come il loro parlando di argomenti come la negazione dell'Olocausto piuttosto che aprire un circolo di pedofili o nefandezze simili senza problemi,pago le tasse intanto!
Questi personaggi avranno pane per i loro denti...e non solo!
C'è una petizione on line contro lo sgombero del Conchetta-Cox 18,un giretto ci sta dentro,dai!
Ecco il link:http://www.petitiononline.com/cox18/petition.html
Qui sotto uno degli articoli tratti da "Radio onda d'urto" postati ieri pomeriggio durante una cronaca aggiornata di ora in ora su quello che stava accadendo a Milano.
Irruzione della polizia stamattina nello spazio sociale occupato Cox18 di via Conchetta a Milano. Alle 7 di oggi, senza alcun mandato giudiziario, la polizia di Stato e quella locale hanno approfittato dell'effetto sorpresa per effettuare lo sgombero dei locali occupati dal 1976 da questa storica relatà di movimento milanese. Immediata la risposta dei militanti. Alcune centinaia di compagni e compagne sono giunti in mattinata sul posto per dare man forte agli occupanti, che hanno denunciato da subito quest'atto di polizia illegale e provocatorio. Nel tentativo di avvicinarsi allo stabile sono stati ripetutamente caricati. Ne è nato un presidio nelle vicinanze dal quale sono partiti ripetuti slogan contro il sindaco Moratti e l'assessore De Corato. Verso le 12 è stato deciso di sigillare lo stabile e adesso i compagni e le compagne dovranno ricorrere d'urgenza presso il tribunale. A seguire, circa trecento militanti del movimento milanese hanno dato vita ad un corteo improvvisato per le vie della città, terminato pochi minuti fa. Durante la manifestazione, ci sono stati lanci di oggetti contro la polizia, ma nessuno scontro cruento. Al momento la situazione è in stallo, con diverse centinaia di persone tornate in presidio fuori dal Cox18. Un altro presidio di protesta contro questo sgombero illegale è stato promosso per questo pomeriggio a Milano. L'appuntamento è alle 15.30 in Piazza della Scala, in concomitanza con l'inizio del consiglio comunale che si terrà a Palazzo Marino.
giovedì 22 gennaio 2009
THE NEW BLACK
"The new black"(composta dal'ex bassista Kevin Falk e dal resto della band)fa parte dell'album "Gutter phenomenon"del 2005,il terzo della band metalcore capitanata dai fratelli Buckley e per molti mesi è stata la suoneria del mio cellulare!
Curiosità,la band ha già cambiato 5 bassisti e altri 2 hanno suonato come tournisti...un bel record,mentre il resto dei componenti fa parte dell'head line orginale dall'anno di nascita,il 1998.
Baby, you got me all wrong
And maybe I am not at all down and out
I'm high and I'm in
Don't you know who I am?
I'm the jaded one with pop insensitivity
When I finish struggling, we can make our way to the dance floor and stand like
strangers in an elevator stuck between stories
I always find myself in the middle of your stories
With the cameras as a witness I will suffer
Everything I do is wrong
But by God I do it right
We don't dance no no no
We got class
No we don't have any fun at all
It's the new style and we know it
We're not stunning, we just stunned and we're lying for a living
Don't you know who I am?
I'm the real thing with the low-key sensibilities
I don't need what I've got half as much as everyone covets it
If loving me is wrong, then god damn you do it right
It turns us on to turn you down.
mercoledì 21 gennaio 2009
TREGUA PER CHI?
A Gaza solo i morti hanno visto la fine della guerra. Per i vivi non c'è tregua che tenga alla battaglia quotidiana per la sopravvivenza. Senza più acqua né gas, senza corrente elettrica, senza pane e latte per i propri figli. Migliaia di persone hanno perduto la casa. Dai valichi entrano aiuti umanitari col contagocce, e si ha come la sensazione che la benevolenza dei complici di chi ha ucciso sia solo momentanea. Domani (oggi per chi legge ndr) il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon verrà a visitare Gaza, siamo certi che John Ging, a capo dell'agenzia per i profughi palestinesi, ne avrà da raccontargliene.
Dopo che Israele ha bombardato due scuole delle Nazioni Unite, ha assassinato 4 suoi dipendenti, ha colpito e distrutto il centro dell'Unrwa di Gaza city, riducendo in cenere tonnellate di medicinali e beni alimentari destinati alla popolazione civile. Le macerie di Gaza continuano a vomitare morti in superficie. Ieri fra Jabalia, Tal el Hawa a Gaza City e Zaitun, paramedici della mezza luna rossa con l'aiuto di alcuni volontari dell'International Solidarity Movement (Ism) hanno estratto dalla rovine 95 cadaveri, molti dei quali in avanzato stato di decomposizione. Camminando per le strade della città di Gaza senza più il costante terrore di un bombardamento chirurgicamente mirato alla mia decapitazione, tremo ancora alla vista di cani randagi raccolti in circolo, a ciò che mi si potrebbe parare dinnanzi agli occhi essere il loro pasto. Gli uomini tirano un sospiro di sollievo e tornano a frequentare moschee e caffè, facilmente smascherabile è il loro atteggiarsi alla normalità, per i molti che hanno perso un familiare e per i moltissimi che non hanno più dove abitare. Fingono un ritorno alla routine per incoraggiare le mogli e i figli. Con alcune ambulanze questa mattina ci siamo recati nei quartieri più colpiti della città, Tal el Hawa e Zaitun, muniti di questionario porta a porta abbiamo stilato l'entità dei danni agli edifici, e le primissime urgenze per le famiglie: medicinali per gli anziani e i malati, e riso, olio e farina, il minimo per alimentarsi. Tutto quello che abbiamo potuto consegnare al momento sono metri e metri di nylon, da apporre alle finestre laddove prima c'erano i vetri. Compagni dell'Ism a Rafah mi hanno informato che la municipalità ha distribuito alcune migliaia di dollari a quelle famiglie che hanno visto la casa rasa al suolo da bombe che secondo Israele erano destinate alla distruzione dei tunnel. Al termine del conflitto in Libano, gli Hezbollah staccarono milioni di dollari in assegni per ripagare i civili rimasti senzatetto. In una Gaza sotto assedio ed embargo, ciò che Hamas potrà versare come risarcimento alla popolazione «basterà a mala pena a rimettere su un capanno per il bestiame», mi fa sapere Khaled, contadino di Rafah. La tregua è unilaterale, quindi Israele unilateralmente decide di non rispettarla. A Khan Yunis, un ragazzo palestinese ucciso e un altro ferito. A est di Gaza city elicotteri innaffiavano di bombe al fosforo bianco un quartiere residenziale. Stessa cosa si è verificata a Jabalia. Oggi (ieri per chi legge ndr), sempre a Khann Younis navi da guerra hanno cannonneggiato su uno spazio aperto, fortunatamanete senza fare feriti e mentre scrivo, arriva la notizia di un'incursione di carri armati. Non ci risultano lanci di razzi palestinesi nelle ultime 24 ore. Giornalisti internazionali sciamano affamati di notizie lungo tutta la Striscia, sono riusciti a raggiungerci solo oggi. Israele ha concesso loro il lasciapassare a mattanza finita. Quelli arrivati ancora a bombardamenti in corso, hanno seriamente rischiato di rimanerci secchi, come mi ha raccontato Lorenzo Cremonesi, inviato del Corriere della sera: soldati israeliani hanno bersagliato di proiettili l'automobile su cui viaggiava. Dinnanzi allo scheletro annerito di ciò che resta dell'ospedale Al Quds di Gaza city, un interdetto reporter della Bbc mi ha chiesto come è stato possibile per l'esercito scambiare l'edificio per un covo di terroristi. «Per lo stesso motivo per cui dei bambini in fuga da un palazzo in fiamme, sono entrati nei mirini dei cecchini posti sui tetti dello stesso quartiere in cui siamo ora, cecchini che non hanno esitato a ucciderli spandendo la loro materia cerebrale sull'asfalto». Ho risposto al giornalista inglese, ancora più accigliato. È evidente l'abisso fra noi che siamo testimoni e vittime di questo massacro, e chi ne viene a conoscenza tramite i racconti dei sopravvissuti. Da Roma mi informano che l'Unione europea avrebbe congelato i fondi per la ricostruzione fino a quando Gaza sarà governata da Hamas. Lo ha lasciato intendere il Commissario europeo per le Relazioni estere, Benita Ferrero-Waldner. «Gli aiuti per la ricostruzione della Striscia potranno arrivare solo se il presidente palestinese Abu Mazen riuscirà ad imporre nuovamente la sua autorità sul territorio» . Per i palestinesi di Gaza questo è un chiaro invito dall'esterno alla guerra civile, ad un colpo di stato. Come un legittimare il massacro di 410 bambini che sono morti perché i loro genitori hanno scelto la democrazia ed eletto liberamente Hamas. «Gli Stati uniti sono liberi di eleggere un guerrafondaio come Bush, Israele di scegliere leaders con le mani sporche di sangue come Sharon e Netanhyau, e noi popolazione di Gaza non siamo liberi di scegliere Hamas...», mi suggerisce Mohamed, attivista per i diritti umani che non ha votato per il movimento islamico; non ho argomenti per contraddirlo. I palestinesi vivi imparano dai morti, imparano a vivere morendo, sin dalla tenera età. Tregua dopo tregua, la percezione è quella di una macabra parentesi per contare i cadaveri fra una mattanza e l'altra, verso una pace che non è mai così stata distante. Perlustrando Gaza city a bordo di un ambulanza, per una volta con la sirena muta, la guerra resta impressa nelle rovine di una città saccheggiata di sorrisi e popolata da sguardi spauriti, occhi che insistono a scrutare il cielo verso aerei ancora incessantemente in volo. All'interno di una casa, sul pavimento ho notato dei disegni in pastello, chiaramente una mano infantile li aveva abbandonati evacuando in fretta e furia. Ne ho raccolto uno, carrarmati, elicotteri e corpi ridotti in pezzi. In mezzo al foglio un bambino ritratto con una pietra riusciva a raggiungere l'altezza del sole e danneggiare una delle macchine della morte volanti. Si dice che il significato del sole in un disegno infantile è il desiderio di essere, di apparire. Quel sole che ho visto piangeva, lacrime di sangue. Per lenire questi traumi, una tregua unilaterale basta? Restiamo umani.
Bandiere venezuelane e ritratti di Hugo Chávez sono stati esposti questa settimana nelle marce contro la guerra a Gaza in Cisgiordania, dove i palestinesi vedono il presidente come l'unica voce di dissenso verso Israele e un simbolo di quella forza che manca nei loro leader.La decisione di Chávez, la scorsa settimana, di espellere l'ambasciatore israeliano a Caracas -l'unico Paese oltre alla Mauritania a prendere questa iniziativa come protesta per l'offensiva di Israele a Gaza- lo ha catapultato direttamente al rango di eroe tra la popolazione palestinese, e contemporaneamente ha fatto indignare Israele.Lo Stato ebraico, che accusa il presidente venezuelano di aver ordito alleanze con i "terroristi" di Hamas, contro i quali ha scatenato la guerra a Gaza, ha definito questa decisione "brutale" e "indegna".Il centro ebraico internazionale per i diritti umani Wiesenthal ritiene che Caracas abbia violato la Dichiarazione contro l'Antisemitismo espellendo l'ambasciatore e appoggiando Hamas.Reazioni diametralmente opposte a quelle dei palestinesi in Cisgiordania e dei gruppi nemici di Israele.Hamas ha salutato la decisione definendola coraggiosa ed Hezbollah (il movimento sciita libanese) ha chiesto ai Paesi arabi di seguire l'esempio di Caracas.Il dirigente venezuelano "è un militante, un simbolo della lotta per la libertà. Così come Che Guevara. E' diverso dagli altri presidenti del mondo", dichiara alla AFP Mohammed Al Lahham, deputato di Fatah, partito del presidente dell'Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas.La sua opposizione agli USA, fedele alleato di Israele, alla guerra in Iraq del 2003 e all' offensiva israeliana contro Hezbollah in Líbano nel 2006 è stata interpretata dai palestinesi come un occhiolino a tutti i popoli che "resistono e lottano contro l'occupazione", spiega Al Lahham.Betlemme, Ramallah e Hebrón figurano tra le località cisgiordane dove questa settimana i palestinesi hanno innalzato fotografíe di Chávez e bandiere venezuelane nelle manifestazioni contro la campagna israeliana a Gaza, delle quali l'emittente Al Jazeera ha fornito un'ampia eco.La principale televisione araba ha diffuso inoltre, ripetutamente, un'intervista al cancelliere venezuelano, Nicolás Maduro, nella quale ha attaccato "i criminali che governano Israele" e hanno "perpetrato l'olocausto palestinese per 60 anni"."Mi piacerebbe avere un passaporto palestinese in bianco e consegnarlo a Chávez perché diventasse nostro cittadino. Dopo lo voteremmo e sarebbe il nostro presidente", afferma all'AFP Mahmoud Zwahré, sindaco di Al Masar, una località presso Betlemme, dove vivono in povertà 8.000palestinesi.Di fronte all'egemonia statunitense, il mandatario "è la reazione necessaria. Se non ci fosse, gli Stati Uniti farebbero anche di peggio contro i popoli del mondo", ritiene questo sindaco, che si arrangia come può in questa località senza telefono per scaricare da internet fotografie di Chávez, che dopo distribuisce tra i manifestanti."Qui tutti lo conoscono. C'è sempre più gente che viene a chiedermi immagini per agitarle nelle manifestazioni", informa.Mohammed Brijiá, responsabile di un comitato contro il muro israeliano nella regione di Betlemme, afferma che il "comportamento di Chávez è migliore di quello dell'ONU, che fa solo quel che vuole Israele, e non ha preso nessuna posizione forte" per frenare la campagna militare nella striscia di Gaza."Magari i nostri leader fossero così forti", lamenta Brijiá, un'opinione condivisa con Zwahré: "Ecco qual è il nostro errore. Non abbiamo nessuno dirigente con strategia e missione chiare".Il presidente Abbas si è indebolito nei territori di fronte al pugno di ferro di Hamas e al ricordo troppo imponente del suo predecessore, Yasser Arafat, la cui immagine continua a essere appesa negli edifici pubblici e nelle case dei palestinesi.Iyad, che gestisce un negozio vicino alla chiesa della Natività di Betlemme, lo pensa chiaramente: "Chávez è il miglior presidente, da sempre appoggia i palestinesi"."E' meglio dei leader arabi. Anche Giordania ed Egitto avrebbero dovuto espellere il loro ambasciatore. E' triste per noi non avere nessun dirigente come lui", dichiara Assem, un altro commerciante.
La Bolivia rompe le relazioni diplomatiche con Israele.
La Paz, 14 gen - Il presidente boliviano Evo Morales ha annunciato che il suo Paese ha rotto le relazioni diplomatiche con Israele per protestare contro la sanguinosa offensiva dello Stato ebraico nella Striscia di Gaza.
”Annuncio - ha detto Morales - che la Bolivia ha rotto le relazioni diplomatiche con Israele a causa di questi gravi crimini contro la vita e l’umanita”’.
La decisione di Morales segue quella del presidente venezuelano Hugo Chavez, che lo scorso 6 gennaio ha ordinato l’espulsione dell’ambasciatore israeliano a Caracas, diventando un eroe dei palestinesi.
Lettera del prof. André NOUSCHI all'ambasciatore di Israele.
Il professor André Nouschi, 86 anni, ebreo nato a Constantine, storico di fama mondiale, Professore onorario all'Università di Nizza, ha inviato questa lettera all'ambasciatore di Israele a Parigi. La cosa scotta!
martedì 20 gennaio 2009
LA CAMPAGNA ELETTORALE INFINITA
Ebbene sì,alla fine il nostro eroe dopo tiramolla interminabili(attenzione che tirare e tirare il giocattolino si rompe!)rimane nella nostra nebbiosa pianura padana per la gioia dei milanisti e del calcio italiano.
Ma come detto oggi pomeriggio dal portavoce del Manchester City Garry Cook il patto già in avanzato stato di composizione è saltato soprattutto per questioni politiche e di opinione pubblica...il buon Silvio,vedendo la propria popolarità calare di qualche punto,ha pensato bene di fare questa sceneggiata napoletana per poter accaparrarsi qualche consenso in più,lacrime e cuore contro il dio denaro di cui è uno dei primi adoratori.
Finalmente il lunedì tanto atteso è arrivato e come ampiamente pronosticato,in realtà in Italia da pochi,è successo il miracolo...e ancora in Italia non si no sono accorti della macchinazione mediatica mentre nel resto dell'Europa e del mondo i fini reconditi lapalissiani di tale storiella sono già stati elaborati e commentati.
Di seguito l'articolo de"La Repubblica"on line e uno tratto dal sito ufficiale del Manchester city(in english,ma la solfa è la stessa)entrambi di data odierna.
Il club inglese attacca la società di via Turati: "E' solo colpa loro".
"Eravamo arrivati a un accordo segreto ma hanno bloccato tutto".
Kakà resta, l'ira del Manchester City"Pressioni politiche dietro lo stop"
ROMA - Nessuna scelta di cuore. Solo il Milan che si è inchinato sotto la spinta di pressioni politiche e dell'opinione pubblica. Adesso che il trasferimento di Kakà al Manchester City (dietro il corrispottivo di una montagna di euro), è saltato, Garry Cook, presidente esecutivo del club inglese, si sfoga e punta il dito contro la società di via Turati: "Kakà era in vendita, ma noi non siamo mai riusciti a parlare con il giocatore. Se volete la mia opinione, il Milan lo ha isolato. Lo ha blindato, sotto il peso della pressione politica e dell'opinione pubblica". Ma Cook continua lo sfogo contro la società di Berlusconi. "Il giocatore - ha aggiunto - era chiaramente in vendita. Avevamo raggiunto un accordo confidenziale già diverse settimane fa, ma secondo me il Milan l'ha imbottigliato. Dopo tre o quattro incontri era parso abbastanza chiaro che Kakà fosse in vendita e noi eravamo stati piuttosto chiari sull'intenzione di ingaggiarlo. Nell'ultimo incontro però sono emerse questioni che non potevano essere risolte, credo che la politica e la pressione dell'opinione pubblica abbiamo di fatto cambiato lo scenario". Cook attacca anche i rappresentanti del giocatore, il padre-procuratore in primis, più interessato all'aspetto economico che a quello sportivo della trattativa: "Abbiamo parlato con suo padre, ci ha detto che era interessato al progetto. Quando stavamo discutendo gli aspetti umani legati al trasferimento a Manchester, la conversazione è tornata sulle questioni economiche".
Ieri, quando il traguardo sembrava vicino, è saltato tutto. "A milano ci hanno fatto accomodare in una stanza, senza cibo o bevande. Abbiamo fatto alcune domande e in particolare abbiamo chiesto dei rappresentanti del giocatore. Semplicemente, non ci hanno saputo rispondere - continua Cook - Volevano solo parlare di quanto avremmo pagato il giocatore. Abbiamo deciso di non entrare nei dettagli e non abbiamo fatto un'offerta al calciatore. Ieri il denaro è stato l'argomento principale". Sfumato Kakà, il Manchester si consola con l'arrivo di Craig Bellamy, che ha firmato un contratto di quattro anni e mezzo, mentre Nigel De Jong sta completando le visite mediche, dopo che il City ha raggiunto l'accordo economico con l'Amburgo per una cifra vicina ai 15 milioni di euro.
'They bottled it,' says Cook
Executive Garry Cook has reaffirmed the Club’s stance over last night’s decision to walk away from any deal involving AC Milan midfielder Kaka.
Speaking this morning at the City of Manchester Stadium, Cook told us: “It’s a mixture of disappointment and some frustration too.
“I think the intention from AC Milan was clearly to sell their player and Manchester City’s intention was clearly to bring him to the football club.
“I think there was some political pressure and definitely media space that they engaged in. To be honest, I think they bottled it, simple as that.”
“They live in a different space than we do as a football club and it’s been interesting to watch their behaviour.”
Despite numerous media reports in Italy and throughout the country, Garry continued to set the record straight: “We never met the player, we only met the representatives, we never actually made him an offer on personal terms.
“So it’s very difficult to turn down something that you’ve not been offered.
“We’ve heard everything and there’s been a bit of mudslinging, but we’re going to choose not to get into that, our objective is that we’re building a football club for the long term.
“It would have been great to have had Kaka at this football club, the Premier League would have benefitted, football would have benefitted and we were willing to make that investment on rational terms. Unfortunately, the behaviour that they showed was not what we had expected nor had we anticipated.”
Cook also cleared up reports surrounding the visit to Milan. He confirmed: “We’ve been to Milan four times and the delegation yesterday involved three lawyers that represent the legal counsel for Manchester City football club.
“It also involved a board member who had flown half way around the world from Abu Dhabi, myself and one other senior executive.
“We were confined to a room, with no food or drink, and we asked some questions of the football club and more importantly we asked some questions of the representatives of the player and they simple could not answer the questions.
“What they wanted to talk about was; ‘how much are you going to pay him?’We chose not to get into that and we didn’t make an offer to the player.
“Is he a great footballer? Yes. Does he represent all the values you would want to have as an ambassador of the sport global and were we looking for the opportunity to joint venture in areas that would take this club on to a different platform? Yes, but unfortunately the landscape changed and his representatives wanted to talk about how much we were going to pay him.
“Money was certainly the motive yesterday.”
Leon Collins
GNOCCHI GRATINATI
Piatto splendido in questo freddo periodo con gli gnocchi che si sciolgono in bocca e riscaldano lo stomaco.
Ingredienti:
-gnocchi
-olio
-burro
-dado normale
-dado brodo vegetale
-zenzero
-spezie miste
-porro
-cavolfiore
-grana
-latte
-besciamella
Dobbiamo avere a disposizione dei cavolfiori precedentemente sbollentati in modo leggero,da far si che addentandoli si senta ancora una buona consistenza.
In olio extravergine e un poco di burro si soffrigge il porro tagliato a rondelle sottili,a cui aggiungiamo lo zenzero e le spezie miste(coriandoli,semi carvi,cannella,noce moscata,chiodi di garofano e anice stellato,tutti in polvere).
Si aggiungono man mano i dadi sciolti in acqua bollente per non fare bruciacchiare gli ingredienti,mentre cominciamo a far bollire l'acqua per gli gnocchi che verranno a galla nel giro di un paio di minuti.
Verso fine cottura accorpiamo poco latte e la besciamella(già pronta e confezionata se si ha poco tempo),e quando cominciano a crearsi piccoli crateri e rigonfiamenti in superficie spegniamo tutto e cominciamo a porre gli gnocchi in una pirofila di ceramica ed uniamo il sugo che deve avere un corpo denso,non troppo liquido.
Si mischiano gli gnocchi ed il sugo e in superficie si spolvera con abbondante grana o parmigiano,e si inforna per pochi minuti tenendo acceso il gratìn.
Servire molto caldo,che dopo una titubanza della bocca dovuta al calore il piatto si svuota subito!
lunedì 19 gennaio 2009
SETTIMANA INTERNAZIONALE DI SOLIDARIETA' CON EUSKAL HERRIA
Evento molto interessante quello che avverrà durante la lunga settimana tra venerdì 6 e domenica 15 febbraio che vedrà molti incontri,manifestazioni,dibattiti e concerti in luoghi e città diverse,con un calendario che proporrò quando sarà ufficiale perchè i compagni ci stanno ancora lavorando sopra per le ultime conferme e i dettagli finali.
Di seguito l'appello di EH Lagunak di Milano e un documento dello stesso gruppo composto la scorsa estate ma ancora attuale.
SETTIMANA INTERNAZIONALE DI SOLIDARIETÁ CON EUSKAL HERRIA 2009
EUSKAL HERRIA NON CAMMINA SOLA
Democrazia e autodeterminazioneContinuiamo a lavorare per rafforzare la solidarietá internazionale nei confronti del popolo basco, affinché Euskal Herria non prosegua da sola nella sua lotta verso la democrazia e l’autodeterminazione.Continuiamo il cammino delle mobilitazioni internazionali, a partire da quelle del 1969 e 1970 che furono di protesta contro le nove condanne a morte e i 752 anni di carcere a militanti baschi nell’ambito del Processo di Burgos; da quelle del settembre del 1975 contro le ambasciate e gli interessi dello stato spagnolo, per salvare dalla fucilazione i due militanti baschi Txiki e Otaegi (e altri tre compagni); dalle Giornate Internazionali dell’estate del 1981 contro la centrale nucleare di Lemoiz; dallo sciopero generale dell’agosto del 1994 in Uruguay, contro l’estradizione di tre militanti baschi e la loro consegna nelle mani di torturatori spagnoli. Durante questo sciopero due manifestanti furono uccisi dalla polizia di fronte al Filtro, Ospedale di Montevideo.Continuiamo a camminare insieme a Euskal Herria con il movimento internazionalista che si é creato di recente Amiche e amici di Euskal Herria per difendere i diritti di Euskal Herria, la democrazia e l’autodeterminazione.
Mobilizziamoci durante la settimana di solidarietá con Euskal Herria dal 6 al 15 febbraio 2009.Per inviare le adesioni: eh-lagunak@gnumerica.org
Euskal Herriaren Lagunak - Milano / Amici e amiche di Euskal Herria - Milano
Un saluto a tutti i compagni e un ringraziamento particolare ad Askapena per l’invito, Siamo compagni di E.H.Lagunak Milano , e siamo in rappresentanza di tutte le organizzazioni , movimenti sociali e studenteschi che nel ultimo anno hanno lavorato nel nostro territorio sulla questione basca. E.H. Lagunak Milano è composta da persone appartenenti ad aree di intervento politico diverse tra loro ed in particolar modo da appartenenti alle varie realtà sociali presenti sul territorio milanese ma non solo (anche la provincia e in generale tutta la regione fa’ riferimento , quantomeno logistico alla città di Milano). L’eterogeneità delle persone e delle realtà che hanno lavorato per questo progetto è stato sicuramente un punto di forza , un modo per poter lavorare insieme oltrepassando i diversi modi del agire politico che ci differenziano. Differenze di interpretazione dei bisogni ma per lo piu’ differenze nelle metodologie e nell’apporto pratico alla lotta contro lo sfruttamento del capitale sui popoli e quindi anche sul nostro, l’Italia , la nostra nazione…. Come compagne e compagni anticapitalisti ed internazionalisti abbiamo una certa difficoltà a relazionarci con rivendicazioni nazionaliste, in particolare in un paese come il nostro dove il nazionalismo rappresenta un bagaglio di valori ascrivibili alla destra fascista e identitaria. Le politiche del governo Berlusconi, come quelle della sinistra istituzionale nella discriminazione degli immigrati e dei rom e di chiunque rappresenti il ‘diverso’, ne è oggi l’espressione più eclatante. Valori e politiche esplicitamente razziste come quelle portate avanti dalla Lega Nord, partito di governo, che da anni dietro fantomatiche rivendicazioni indipendentiste nasconde esclusivamente gli interessi economici del capitale e che nel corso di questi anni, sia a livello pratico che ideologico, ha contribuito a spostare radicalmente a destra le politiche governative a livello repressivo e l’opinione pubblica più in generale. Tanto quanto difendiamo e riconosciamo il diritto all’autodeterminazione dei popoli oppressi, tanto ci schiereremo e combatteremo sempre contro organizzazioni politiche fasciste e razziste, come la Lega Nord, che non può essere considerata in nessun modo se non come un nemico. Ci è difficile, per non dire impossibile, parlare di nazionalismo quando vediamo la situazione della Bolivia dove 100 famiglie dell'oligarchia boliviana stanno cercando di ottenere , nella provincia di Santa Cruz , una sorta di autonomia che non è altro che un mezzo per salvaguardare i loro privilegi fascisti , razzisti e capitalisti. Questo situazione si contrappone al processo democratico che il governo Morales sta attuando per una nuova costituzione che rappresenti tutto il popolo boliviano nel segno dell'uguaglianza e per una migliore dignità di vita. Tutt’altro è invece quello che rappresenta il nazionalismo basco e il progetto politico della sinistra abertzale in cui ci riconosciamo: un progetto politico che rivendica da un lato il diritto all’autodeterminazione e dall’altro, in maniera inscindibile, una trasformazione radicale della società in senso anticapitalista. In questo senso la lotta di liberazione di Euskal Herria è la nostra lotta! Così come le diverse espressioni di partecipazione e autorganizzazione sociale e popolare basche rappresentano un esempio in termini di radicamento ed orizzontalità oltre che nella tenacità con cui tutti i movimenti sociali baschi hanno sempre saputo rispondere alle bordate repressive dei regimi franco-spagnoli. Una partecipazione dal basso che rappresenta e ha sempre rappresentato un modello efficace e tangibile di democrazia diretta, in cui un popolo è stato in grado di difendere la propria lingua, la propria cultura e le proprie forme di lotta in modo inclusivo e non escludente. Una lotta giusta, perché orientata a una crescita sociale e politica della società, che vede nelle proposte democratiche la fine del conflitto e della violenza e nello stesso tempo una proposta di vita che distrugga il capitalismo e le oligarchie che a tutt’ora tengono ancorato Euskadi a governi imperialisti. Una proposta democratica che ha la chiave di volta nel riconoscimento di Euskal Herria come nazione e il diritto del popolo basco di decidere autonomamente del proprio futuro. Non riusciranno mai politicanti corrotti ne tantomeno giudici fascisti a fermare la crescita del movimento di liberazione nazionale basco perché è il popolo che parla .. Siamo sicuri , perché è la storia ad insegnarlo , che non potrà mai la repressione dello stato spagnolo e francese , ne tanto meno tribunali speciali come la Audienza Nacional , cancellare la volontà e la determinazione del popolo basco nel perseguire la lotta per la libertà. Libertà di espressione , di autorganizzazione , di rappresentanza politica , di vivere come popolo. Per questo siamo vicini al popolo basco , per questo lavoriamo per portare solidarietà attiva alla causa basca e alle giuste rivendicazioni di indipendenza e autodeterminazione di Euskal Herria. Sicuramente il nostro essere internazionalisti ci fa’ sentire molto più baschi , più irlandesi , più palestinesi , più mapuche che italiani. Il nostro gruppo di solidarietà ad Eukal Herria nasce dal lavoro di compagni che da tempo seguono a vario titolo la situazione di Euskadi e della sua gente e che per questo , da tempo , organizzano occasionalmente delle iniziative all’interno delle varie strutture per portare informazioni che altrimenti i “media” non farebbero arrivare . Alcuni di noi hanno avuto la fortuna di visitare E.H. in più di un occasione e di conoscere più approfonditamente i problemi e le lotte che si sviluppano in questo meraviglioso paese ; ed è anche per questo che abbiamo deciso di condividere questa esperienza in terra basca con la sicurezza che torneremo nella nostra città molto più determinati e convinti che l’internazionalizzazione delle lotte è la strada giusta. Nello specifico come Lagunak Milano abbiamo svolto molte iniziative pubbliche sia all’interno di spazzi liberati o centri sociali (come ad esempio assemblee con rappresentanti della sinistra patriottica basca e di organizzazioni che lavorano in difesa dei diritti del popolo basco , in particolare ricordo la presenza di Joseba Alvarez l’anno passato o di Jullen Arzuaga avvocato e rappresentante di Beathokia molto più recentemente all’interno delle iniziative internazionali svolte contro il macrogiudizio 18/98 e contro la criminalizzazione generalizzata della sinistra patriottica basca) ed iniziative di piazza con presidi , cortei cittadini ed azioni dirette contro strutture di esplicito riferimento istituzionale spagnolo.Abbiamo cercato di unire l’informazione sulla situazione che si vive in Euskadi (assemblee pubbliche) con la presenza forte a livello di strada e nelle piazze e questo perchè uno dei problemi più grandi che si riscontra in Italia , ma crediamo anche in Euskal Herria , sta’ proprio nella mancanza di informazione da parte degli organi di stampa e di conseguenza una disinformazione di tutta società. Fortunatamente anche noi abbiamo radio libere di movimento e network antagonisti che arrivano dalla gente, ma questo non basta…dobbiamo incuriosire gli “altri”, le persone che non vivono nei nostri ambiti politici. Nessuna televisione o giornale di stato descrive la situazione di Euskal Herria per quello che è realmente: dal continuo inasprimento dei disegni repressivi dei governi franco-spagnoli alle torture nei commissariati delle polizie presenti sul territorio basco, dalla criminalizzazione di tutta quella parte di società basca che si riconosce nella sinistra abertzale al dramma dei prigionieri. Il silenzio che circonda la giusta lotta del popolo basco è assordante! I governi del mondo e i media a loro asserviti hanno paura di quello che succede qui perché hanno paura della forza di questo popolo e della sua incrollabile volontà di resistere! Non esiste obbiettività di fronte alle giuste rivendicazioni che arrivano da questo popolo. Sicuramente l’aspetto comunicazione è di rilevanza strategica anche di fronte al fatto che solo l’azione eclatante , l’azione diretta , viene resa pubblica (naturalmente strumentalizzandola) perché più di impatto mentre l’informazione che trasmette la quotidianità della lotta, l’informazione democratica, viene oscurata volutamente da chi gli organi di stampa li ha nelle mani: il governo dei vari paesi e i poteri economici a cui questi sono asserviti. Come Lagunak Milano ci impegneremo sicuramente su questo fronte in modo che ci possa essere più interscambio e più informazioni sulla situazione in EH di quelle che ci nascondono gli organi di stampa mondiale e per questo abbiamo bisogno di intensificare i rapporti con la società basca attraverso le organizzazioni rappresentative di essa. Le ultime iniziative svolte , con rappresentanti baschi che hanno portato la storia di questo popolo in Italia in maniera itinerante , è servita sicuramente per permettere alla società sensibile di trovare modalità e materiale politico per poter supportare attivamente la lotta per l’indipendenza e l’autodeterminazione di Euskal Herria nonchè la lotta contro l’imperialismo fascista che sta’ attanagliando non solo Euskadi ma tutti i popoli. Euskadi è a 1200 Km da noi e questo sicuramente influenza non poco tutta una serie di condivisioni che neanche internet può darci. La lontananza però non ci sarà comunque di ostacolo e continueremo a lavorare per l’indipendenza di questo popolo e contro la repressione fascista che lo stato spagnolo e francese attuano contro Euskal Herria. Nel concludere questo breve comunicato vogliamo porgere il nostro omaggio ai famigliari e agli amici di tutti i prigionieri politici che in tanti anni hanno subito l’incarcerazione e la repressione da parte dello stato spagnolo e francese e a tutti i combattenti per la libertà di Euskal Herria. Non camminerete mai da soli!!
venerdì 16 gennaio 2009
SAPPIAMO CHI SIETE
La foto della vergogna e gli arresti .
E' da questa foto-trofeo della vergogna che è partito tutto. La chiave di volta nelle indagini per il pestaggio e l'aggressione dello studente ghanese Emmanuel Bonsu Foster, scambiato per un pusher durante una operazione antidroga della polizia municipale di Parma. Nella foto, uno dei quattro vigili arrestati ieri e posti ai domiciliari, viene ritratto insieme a Emmanuel. Lo mostra come trofeo poco dopo i pugni, i calci, le bottigliette d'acqua (si vede nella foto) con cui gli agenti lo avrebbero colpito in testa, dopo averlo chiamato "scimmia" ed averlo obbligato ad effettuare dei piegamenti. Quell'immagine era rimasta sul pc di un agente: i vigili hanno tentato di cancellarla, ma la procura con la collaborazione dei periti informatici l'ha recuperata. Eccola, dunque, la foto della vergogna.
Ieri 4 dei dieci vigili indagati sono stati arrestati. Gli altri sei sono sospesi dal servizio. Le accuse dei quattro sono pesantissime e le spiega lo stesso procuratore capo Gerardo Laguardia: “Forse – dice il procuratore – quei vigili non hanno capito la gravità delle accuse. Li abbiamo arrestati dopo una lunga indagine, ci siamo andati con i piedi di piombo, ma era necessario impedirgli di continuare a lavorare al comando. Le accuse sono violenza privata, perquisizione arbitraria, falso, calunnie, e soprattutto sequestro di persona”. E poi c’è, novità, una terribile aggravante: “Discriminazioni razziale, odio etnico o razziale” spiega il procuratore. Tutti e quattro i vigili, Mirko Cremonini, Pasquale Fratantuono, Marcello Frattini e Ferdinando Villani, sono agli arresti domiciliari e saranno interrogati nei prossimi cinque giorni. Poi si attende “se non ci saranno nuove testimonianze – dice Laguardia – e non ce le aspettiamo dato che finora gli agenti non hanno mai parlato”, la chiusura delle indagini preliminari e il rinvio a giudizio. Chiaramente, per i quattro, la situazione adesso è pesantissima, come lo è per le responsabilità politiche del Comune di Parma, fra tutti il dito dell’opinione pubblica è puntato contro l’assessore alla sicurezza urbana Costantino Monteverdi. Secca anche la risposta del procuratore alla domanda “Il Comune ha collaborato alle indagini?”, “no”, ha detto chiaro Laguardia.
Uno degli agenti ha denunciato il padre di Bonsu per calunnie.
Il procuratore capo, oltre ad essersi complimentato con il sostituto procuratore Roberta Licci che coordina l’inchiesta e con il lavoro del Gip Pietro Rogato che ha firmato le notifiche d’a rresto, ha rilevato alcuni dettagli dell’indagine. Ed emerge un particolare inquietante. Non c’è solo la foto trofeo, gli insulti, le botte e il fatto che i vigili finora siano stati in totale silenzio sulla vicenda: uno degli agenti infatti, dieci giorni fa, avrebbe sporto querela nei confronti di Alex Osei Bonsu, il padre di Emmanuel. Lo ha denunciato per calunnie e ingiuria, perché, secondo l’agente, il papà del 22enne avrebbe chiesto “in maniera agitata e preoccupata” il perché di quell’occhio nero e dell’a rresto di suo figlio. Alex riferì a Repubblica, il giorno dopo l’a rresto di Emmanuel, che in caserma i vigili trattarono male lui e il figlio, dicendogli di andarsene e non fare domande. Allora, secondo la versione dell’agente che ha sporto denuncia, il padre del ragazzo prima di andarsene urlò “Ve la faccio pagare”.
Domani, venerdì, spiega Laguardia, cominceranno gli interrogatori degli agenti. Sia dei 4 arrestati che degli altri sei agenti ( Andrea Sinisi, Graziano Cicinato, Giorgio Albertini, Marco De Blasi, Stefania Spotti e Simona Fabbri). Chiusa la fase degli interrogatori si procederà con il rinvio a giudizio.Il problema politicoDopo la lunga notte di ieri, già difficile per la Giunta viste le dimissioni di Vittorio Guasti dal ruolo di capogruppo di maggioranza in consiglio, sono sempre più difficili anche le posizioni dell'assessore alla sicurezza Urbana, Costantino Monteverdi, che rischia le dimissioni. Il sindaco da tempo parla di un rimpasto, sta di fatto che dall'ottobre dello scorso anno la bufera ha coinvolto il corpo dei vigili urbani e il responsabile del settore, l'assessore alla sicurezza Monteverdi che continua a rimanere al suo posto nostante le richieste di dimissioni avanzate da minoranza, da settori della maggioranza e soprattutto dall'opinione pubblica.
“Rivedere quella foto mi dà fastidio”. E’ una delle poche frasi che, chiuso nel suo dolore, riesce a pronunciare Emmanuel Bonsu. Il giovane ghanese è stanco, provato: da quel giorno del 29 settembre in cui fu aggredito, pestato e insultato dai vigili non è mai tornato a scuola. Va solo in chiesa, insieme alla sua famiglia. E quella foto, adesso, che insieme alla notizia dei quattro arresti riporta su tutto, fa male davvero. Il padre Alex Osei è contento che, in qualche modo, si sia fatta giustizia: “Hanno sbagliato, è giusto che li arrestino. Forse adesso, anche con quella foto, la gente capirà davvero che mio figlio ha detto la verità. Vedere questa immagine? E’ una cosa brutta, proprio molto brutta”.
Ma la famiglia Bonsu non grida vendetta, “ci dispiace per le famiglie di quei vigili, degli agenti”. Insomma, non è roba da legge del taglione, tutta questa vicenda: “Vorremmo solo un po’ di tranquillità e che sia fatta giustizia, che ci sia il processo e che la verità sia mostrata a tutti”. Mostrata come l’i mmagine-trofeo, quella dove una agente con la mano stringe la testa di Emmanuel, ruotandola appena, in modo che il viso della “scimmia” venga bene in foto. “Cosa pensate di quell’immagine? E’ razzismo?”. “Sì, quello è razzismo” risponde secco Alex, il capo famiglia.
“Ma interrogano tutti domani? Chi sentono? Quando c’è il processo?” chiede Paulina, la mamma di Emmanuel. I Bonsu vogliono sapere come andrà a finire, tutto il resto è già storia: il giovane ghanese sta male, non esce mai, non riesce a riprendere le lezioni, parla poco, almeno con i giornalisti. “Anche i miei figli – continua Alex – non stanno vivendo bene tutto ciò. La cosa ha fatto il giro del mondo e non è una bella storia di cui parlare. Siamo stanchi, molto stanchi”.Emmanuel dice pochissimo: giusto un cenno di dissenso per quell’i mmagine, qualche domanda sul perché la foto è stata pubblicata, e vuol sapere come procederà tutta la vicenda. Risposte che forniranno solo gli interrogatori di domani mattina e la fine delle indagini preliminari.
A sfogarsi di più è il padre. Ha saputo di essere stato denunciato da un vigile (dieci giorni fa), perché si sarebbe permesso di dire “ qualcuno la pagherà per questo” dopo aver visto il figlio ferito e con l’occhio gonfio all’uscita dalla caserma di via del Taglio. “Io ho reagito come un qualunque padre. Mi avevano detto che era caduto. Mi hanno mandato via. Ma non ci ho mai creduto, quello era un pugno, e adesso mi denunciano anche perché ho protestato”.
Ciò che manca, alla famiglia Bonsu, è una mano sulla spalla. “So che forse, dopo la foto, dopo gli arresti, adesso la gente ci crederà. E allora, che la mostrino, un po’ di solidarietà”.