venerdì 22 maggio 2020
SANITA' LOMBARDA:LA VERITA' FA MALE AI LEGHISTI
Proseguo sul lungo elenco degli errori commessi dalla regione Lombardia e sugli immensi danni strutturali che hanno portato attualmente questa zona non solo la peggiore d'Italia per il numero dei contagi e dei morti per coronavirus ma del mondo.
Una lunga scia che ormai da quasi trent'anni la gestione scellerata del centro destra in materia sanitaria(e non solo)con la decisione di privatizzare un bene elementare per la popolazione a scapito del pubblico,non finirò mai di dirlo(vedi:madn la-lombardia-privata-della-salute ).
Che poi è tradotto nel secondo articolo proposto di oggi(contropiano il-tragico-fallimento-della-sanita-lombarda )che ripercorre le tappe e le successioni dei vari governatori da quando l'elezione è stata scelta direttamente dai cittadini(abbiamo tante colpe).
La storia è quella dell'ospedale azienda,che vuole i ricavi,la costruzione o la salvezza economica di istituti privati con i soldi pubblici,le interminabili attese per esami diagnostici che si dimezzano se non azzerano nelle cliniche private,insomma la grande leggenda dell'efficiente sanità lombarda.
Il primo(left quindi-la-colpa-e-dei-morti )richiama la bagarre in Camera avvenuta ieri per le dichiarazioni del pentastellato Ricciardi che ha ricordato tutto questo,la gestione vergognosa della sanità nella regione comandata da Fontana,dei morti,dei numeri impressionanti che stanno ancora uscendo fuori dai resoconti giornalieri se confrontati al resto dell'Italia,i diktat di Confindustria che hanno portato a moltiplicare i casi di contagio e di decessi,tamponi e test sierologici a pagamento e tutto quello detto sopra riguardo alla gestione privata della sanità con iniezioni generose di denaro pubblico.
Le gabbie dei leghisti e del centro destra sono esplose con urla bestiali di quelle persone che hanno ancora uno step da fare nell'evoluzione umana,visto che il nervo toccato è ancora scoperto ed è foriero di successive indagini sul fallimento della gestione della pandemia in Lombardia.
Non interessa loro di certo l'immunità in termini scientifici ma quella penale,sanno che la corda attorno al collo si sta stringendo sempre più perché questa vergogna non può passare impunita e loro sono i primi responsabili di questo macello di vite umane.
La politica deve uscire dalla sanità,questa è una sacrosanta verità visto che la nostra regione ha tutte le bandierine dei partiti della maggioranza nelle varie territorialità(madn fontana-rifarebbe-tuttosalvini.orgoglioso del sistema lombardo )e solamente pochi di loro hanno competenze mediche,il più sono amici di amici,amministratori e burocrati incapaci e criminali.
Quindi la colpa è dei morti?
di Giulio Cavalli
Ieri alla Camera l’onorevole del Movimento 5 stelle Riccardo Ricciardi ha parlato di Lombardia. L’ha fratto in fretta e furia, con un discutibile spessore oratorio ma ha messo in fila la questione dei pazienti Covid all’interno delle Rsa (c’è una delibera di Gallera e ci sono degli indagati, l’inchiesta è in corso), ha parlato del progetto di lungo corso della destra lombarda di distruggere la medicina di base a favore dell’ospedalizzazione, ha citato esattamente i numeri di posti letto che si sono persi in Lombardia nel corso degli ultimi anni (mica solo in Lombardia) e ha citato l’immensa mole di denaro pubblico che viene versato nelle casse dei privati.
L’ha detto male? Sì, del resto il dibattito parlamentare è roba scarso da un bel po’ d’anni, niente di nuovo all’orizzonte? Ha detto cose false? No: del disastro lombardo ne abbiamo scritto lungamente sul numero di Left che abbiamo dedicato alla vicenda. Ovviamente l’abbiamo fatto con l’ampiezza che serve per illustrare una politica che incrocia solo in questi ultimi mesi la questione Covid ma che da anni in molti legittimamente criticano.
Ma delle responsabilità politiche in Lombardia si può parlare? Si può scrivere? Ma davvero in nome del rispetto dei morti si esige il silenzio? Ma davvero vige ancora questa forma di falsa cortesia per cui basta un Salvini qualsiasi che alzi la voce per farsi prendere dal senso di colpa? Se la strumentalizzazione dei morti è una pratica malsana (e lo è) mi piacerebbe capire perché si possano sventolare le vittime per chiedere silenzio (con il trucchetto di chiamarlo rispetto) e cosa c’entri l’analisi delle cause con l’indignazione generale.
Vogliamo condannare la semplificazione di Ricciardi? Prego, fate pure. Ma i morti? Ma tutte le persone che non sono state curate in tempo? Tutte le persone che ancora oggi non hanno avuto la possibilità di fare un tampone nonostante abbiano convissuto con famigliari che sono deceduti? Che ce ne facciamo di quel dolore?
Perché così, altrimenti, alla fine sembra che la colpa sia dei morti. No?
Ah, a proposito: le critiche al sistema lombardo sono arrivate anche dal Veneto di Zaia, oltre che da molti medici sul campo. Davvero, ne vogliamo parlare?
Buon venerdì.
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Il tragico fallimento della sanità lombarda.
di Pierluigi Oreste *
Niente dovrà più essere come prima. La pandemia ha messo a nudo il fallimento politico del modello sanitario della Lombardia. La decantata “eccellenza” ha portato con sé migliaia di morti e il triste primato di essere in pole position nel mondo in relazione a decessi e infettati. Come si è arrivati a questo punto?
L’inizio è da ascriversi al condannato Formigoni, che ha “regnato” sulla regione dal 1995 al 2013. La legge De Lorenzo del 1992 ha aziendalizzato la sanità pubblica e Formigoni ne ha “approfittato”.
Sussidiarietà, competizione, libertà di scelta, eccellenza sono stati i mantra della sua filosofia. La conseguenza più diretta è stata favorire in maniera sfacciata la sanità privata.
Chi non ricorda L’IEO (Istituto Oncologico Europeo), fondato nel 1994 da Enrico Cuccia e da
Veronesi, arrivato vicino al fallimento e salvato dall’accreditamento concesso all’ultimo
momento dalla Regione Lombardia?
Altro esempio il S. Raffaele, ingrandito a dismisura in spregio alle leggi che proteggono l’ambiente e le aree vincolate a verde, oppure le inchieste per truffa ai danni del SSN.
Questo politica è continuata con Maroni fino ad approdare a Fontana. Un business continuo in cui l’80% del bilancio regionale è costituito dalla sanità. La regione riceve 17 miliardi di contributi statali dei quali oltre 7 miliardi vanno alle strutture private.
Viene attuata una riforma regionale che prevede un sistema centralizzato e razionalizzato funzionale a un maggiore equiparamento pubblico-privato con funzioni giuridiche paritetiche (vedi il fallimento delle proposte per la gestione dei malati cronici).
Il risultato di questa onnipotenza porta a uno scontro frontale anche con l’Ordine dei medici, gestore primario della medicina territoriale convenzionata. Il tutto si concretizza con la richiesta della regionalizzazione differenziata, un colpo di stato nello Stato.
In un continuum viene emessa una legge regionale che prevede l’accorpamento di strutture pubbliche ospedaliere e territoriali e una delibera del 2017 che prevede la chiusura di ospedali pubblici con costruzione di uno nuovo (2×1) di minori dimensioni, ma moderno, efficiente e costruito con soldi pubblici, ma a gestione privatistica.
In tal senso va la proposta di chiudere a Milano gli ospedali S.Carlo e S.Paolo con una perdita secca di 300 posti letto.
Ancor peggio, vengono chiusi in continuazione presidi territoriali pubblici, mentre nascono
come funghi laboratori privati che offrono prestazioni dal costo poco superiore, ma con una risposta diagnostica dimezzata nel tempo.
Ultima chicca. Una delibera del maggio 2019 premia i manager “che tengono sotto controllo gli ordinativi dei laboratori“. In pratica, si incentiva a tagliare centinaia di migliaia di euro ai laboratori di Milano, Brescia, Lodi, le zone che oggi sono tra le più colpite dall’epidemia.
La chicca è rappresentata dal fatto che questa delibera è stata approvata anche dall'”opposizione”, il che significa che è passata all’unanimità.
Che fare? Cosa proporre: commissariare la giunta è il minimo che si possa pretendere in conseguenza delle scelte politiche, ideologiche e come tali strutturali attuate dalla giunta Fontana in una lunga continuità con le precedenti.
In questo siamo confortati dalle direttive costituzionali degli articoli 117 e 120 con relativi commi.
Infine, nel 2006, è stato promulgato un regolamento di comportamento sanitario articolato che prevede un accentramento di potere al Primo Ministro in caso di inadempienze regionali.
* Medico
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