domenica 10 maggio 2020
L'AGEVOLAZIONE PER I LUOGHI DI CULTO
La levata di scudi a difesa della libera messa in libero Stato ha portato in settimana il governo a cedere alle pressioni politiche ed ecclesiastiche decretando le celebrazioni nelle chiese a partire da lunedì 18 maggio.
Con le dovute precauzioni e disposizioni i fedeli credo ora di tutte le confessioni potranno riunirsi pregare il loro dio e i propri santi aumentando il rischio di contagio alla faccia delle raccomandazioni scientifiche,mentre altri luoghi saranno ancora chiusi per le stesse motivazioni che non valgono per i luoghi di culto.
Non v'è da parte mia nessun proibizionismo di pregare chi si vuole,ognuno è libero di credere o meno a dei o folletti ci mancherebbe,ma se esistono delle regole e purtroppo ancora restrizioni è per il bene comune e questa agevolazione(left al-via-le-celebrazioni-religiose-solita-corsia-preferenziale-per-la-chiesa )va a scapito di innumerevoli altri luoghi come cinema,teatri e stadi(per questi mi rattrista ma è lunga l'attesa,giustamente)e altro ancora,in quelle ci si può infettare,in chiesa no(vedi anche:madn la-chiesa-porte-chiuse ).
Al via le celebrazioni religiose: solita corsia preferenziale per la Chiesa.
di Left Redazione
Come purtroppo avevamo previsto – noi di Left e la Uaar – il governo ha dato priorità alle riunioni di tipo religioso mentre altri tipi di riunioni continuano a essere vietate: teatro, presentazioni di libri, incontri in centri socio culturali, cinema, lo stesso diritto all’istruzione nella scuola pubblica
«Ancora una volta la politica si mostra debole nei confronti delle richieste di corsie preferenziali che pervengono dalla Chiesa. Così il governo ha dato priorità alle riunioni di tipo religioso mentre altri tipi di riunioni continuano a essere vietate (teatro, presentazioni di libri, incontri in centri socio culturali, cinema, lo stesso diritto all’istruzione nella scuola pubblica)». Il segretario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), Roberto Grendene, commenta così il protocollo firmato da Palazzo Chigi, approvato dal Parlamento, che dà il via libera alle messe coi fedeli a partire dal 18 maggio. «Di fatto – prosegue Grendene – su pressione dei vescovi, il governo ha attuato un regime speciale per le riunioni a carattere religioso, regime speciale proibito dalla sentenza n. 45/1957 della Corte costituzionale. La libertà di riunione non deve consentire privilegi per qualcuno e divieti per altri. Nemmeno se questo qualcuno si ritiene il rappresentante di Dio in terra».
La Uaar, osserva Grendene, ha una biblioteca che non può essere aperta e una sala riunioni inaccessibile: «Le nostre assemblee non si possono tenere: non è discriminazione questa? Suona poi quantomeno forte parlare di norme ferree per la ripresa delle celebrazioni religiose: le regole stabilite dal Protocollo sono in realtà spesso approssimative, un’applicazione di principi affidata a parroci o volontari. E considerato che le inadempienze religiose in fase 1 sono state già tante, le abbiamo documentate, le ha riprese la stampa, chi ci dice che in fase 2 andrà meglio? Insomma – conclude Grendene – ci stupisce che quello stesso comitato tecnico-scientifico che pochi giorni fa sosteneva che le messe presentassero “criticità ineliminabili” ora abbia dato parere favorevole al protocollo. Che fine hanno fatto quelle criticità? Sparite per intervento divino?».
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