sabato 23 maggio 2020
PATXI RUIZ
La vicenda del prigioniero politico basco Patxi Ruiz detenuto nel carcere di Murcia II,che nella tradizione repressiva della Spagna è posto a centinaia di chilometri dal territorio di Euskal Herria per aumentare il distanziamento e i disagi a familiari e amici che vogliono andare a trovare questi detenuti,sta avendo spazio grazie ai simpatizzanti e a tutte le persone amiche e complici del meraviglioso popolo basco.
In sciopero della fame da dodici giorni ieri ha potuto ricevere delle cure presso l'ospedale clinico universitario Virgen de la Arrixaca a El Palmar(un villaggio nel comune della città del sud della Spagna)e successivamente è stato riportato in carcere con dimissione volontaria dove ha potuto ricevere la visita dei parenti mentre il medico familiare dovrebbe essere arrivato in mattinata.
Quello del carcere,assieme al direttore,invece sono tra gli aguzzini e vessatori di Patxi,che unito alle intimidazioni dei carcerieri hanno reso la vita del giovane già peggio di quella che si può avere quando ti privano della libertà con minacce,pestaggi ed insulti all'ordine del giorno.
Tutto questo assieme alla situazione difficile dei detenuti in questo momento di restrizione dovuto alla pandemia,ha portato l'ex militante Eta condannato a trent'anni allo sciopero della fame e della sete(quest'ultimo interrotto)per ottenere maggiori diritti e sicurezza medica per loro,per chi lavora all'interno delle carceri e per i visitatori,chiedendo test e permessi per poter partecipare a funerali di parenti morti.
L'articolo di Infoaut(conflitti globali patxi-ruiz )parla di questo e della necessità di un'amnistia per chi ha una pena ancora minima da scontare e per i malati:un tema questo già discusso in precedenza per potere offrire cure e una morte dignitosa a chi in carcere termina la propria esistenza(madn la-differenza-tra-pena-e-vendetta )o deve viverci parecchi anni.
Patxi Ruiz non sta chiedendo niente per se stesso,lo sta facendo per i compagni imprigionati in tutte le carceri spagnole,e altri detenuti stanno compiendo gli stessi passi sia a Murcia che in altri luoghi,mentre anche altre realtà di amici e di associazioni e movimenti in favore dei movimenti per l'amnistia(madn /lottare-e-legittimoamnistia-totale )e per i diritti dei carcerati e dei loro familiari fanno scioperi della fame a rotazione e piccole concentrazioni(visti i tempi)in varie città anche al di fuori dei confini baschi e spagnoli.
Per aggiornamenti:https://www.amnistiaaskatasuna.com/es .
Patxi Ruiz: en favor de los derechos de todxs lxs presxs.
Da alcuni giorni un prigioniero politico basco sta combattendo una durissima battaglia per la vita, contro la repressione carceraria e per alcuni diritti minimi nel contesto di una crisi sanitaria globale che colpisce duramente le carceri.
Si tratta di Patxi Ruiz, imprigionato nel carcere di Murcia II, perseguitato fino allo sfinimento dal direttore di quel carcere e dalle guardie penitenziarie.
Patxi Ruiz si è procurato lesioni per protestare contro una catena di aggressioni sistematiche, è stato portato d’urgenza in infermeria, lì ha subito insulti da parte del medico e dell’infermiera della prigione che non lo hanno assistito adeguatamente, cosicchè quando è tornato in cella ha deciso di iniziare uno sciopero della fame e della sete a tempo indeterminato, la risposta più estrema che un prigioniero politico o sociale possa fare. In questo sciopero, il prigioniero mette in gioco la sua vita.
Ma non sarebbe bastato il suo slancio che mette in gioco il suo corpo e la sua vita se non si fosse registrata una pressione popolare perché il suo caso fosse diffuso dai mezzi di comunicazione, che avrebbero mantenuto nascosto il suo sciopero e la repressione subita in carcere da parte di due fascisti come il direttore del carcere e il medico chiamato a visitarlo. E così una testata isquierdista come Insurgentes.org ha dato spazio a una lettera dei famigliari di Patxi:
Quali sono le sue richieste: a) la libertà dei detenuti malati e di coloro che hanno quasi scontato la pena, b) che si possano effettuare visite, c) di ricevere materiale per non essere infettati dal virus (maschere, guanti…), c) di far eseguire il test su detenuti e carcerati, d) in caso di morte di un parente, di avere la possibilità di partecipare al funerale, cosa che allo stesso Ruiz era stata negata in una precedente occasione in cui era morto suo padre. A causa della sua misura estrema, Ruiz ha smesso di urinare per sei giorni e soffre di forti dolori ai reni.
Ci si potrebbe chiedere, quindi, fino a che punto arriva la sofferenza in prigione perchè un uomo giovane compia una tale scelta? Le carceri spagnole sono, come tante altre, luoghi di distruzione e annientamento della persona, per questo l’unica e drammatica protesta deve essere quella di ribellarsi e continuare a combattere in qualsiasi modo.
In solidarietà con Patxi Ruiz e le sue richieste, un altro prigioniero politico basco, Mikel San Sebastián, ha appena iniziato uno sciopero simile, e altri si sono chiusi nelle celle a tempo indeterminato e rifiutano il cibo. In diversi paesi alcuni compagni hanno iniziato uno sciopero della fame e ci sono mobilitazioni di protesta in diverse città.
I genitori che, attraversando tutta la Spagna, sono andati a Murcia da Euskadi per accertarsi delle sue condizioni, all’uscita dal carcere sono stati fermati e multati dalla Guardia Civil per non avere rispettato le regole del confinamento.
Abbiamo chiesto a Mario il Lungo del Movimiento Pro Amnistía y Contra la Represión di aggiornarci all’undicesimo giorno di sciopero della fame e della sete di Patxi, e sulla situazione delle lotte in Euskadi, le posizioni dei compagni che si vanno unificando, in solidarietà con Patxi che è sempre stato critico verso gli accordi intercorsi con le istituzioni e contro tutti i partiti che hanno contribuito a creare questa situazione persecutoria.
La vita di Patxi è appesa un filo, potrebbe morire da un momento all’altro. Lottiamo per porre fine alla violazione dei diritti nelle carceri, che i duecento prigionieri politici baschi possano tornare a casa.
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