venerdì 1 maggio 2020

PRIMO MAGGIO

Pensare che la strage della Portella della Ginestra avvenuta il primo maggio 1947 sia stata la prima di una lunga serie di attentati allo Stato italiano organizzati dallo Stato stesso non è un'eresia,così come è il primo vero atto terroristico di massa da parte della mafia nella storia della Repubblica(vedi:madn conclamata-lunione-tra stato,politica,mafia e forze dell'ordine ).
La storia di quella strage dovrebbe essere nota a tutti,e viene riportata nell'articolo di Infoaut(1-maggio-1947-portella-della-ginestra )dove undici persone vennero massacrate a colpi di mitraglia durante un comizio sindacalista per la celebrazione della festa dei lavoratori dalla banda del bandito Salvatore Giuliano,fin troppo decantato come personaggio da romanzo con un certo romanticismo e che alla fine era solo un criminale assassino al soldo dei mafiosi.
Un colpo,uno dei tanti che i siciliani hanno dovuto e che tutt'ora sono costretti a subire,ma che mai,allora come oggi,hanno piegato l'animo delle persone per bene che quella terra meravigliosa ha saputo dare all'Italia e al mondo intero.

1 Maggio 1947: Portella della Ginestra.

Quel primo maggio del 1947, in Sicilia non è una festa del lavoro come le altre. Il Blocco del Popolo (Pci, Psi, Partito d'Azione) ha appena vinto le prime elezioni regionali (20 aprile), in un clima di complessiva e aperta ostilità da parte degli agrari e dello schieramento di centro-destra. Salvatore Giuliano non è rimasto a guardare; durante la campagna elettorale in Sicilia, ha fatto affiggere manifesti in tutti i piccoli centri della provincia di Palermo, incitando a votare contro la "canea rossa".

Il timore è che la "grande ondata rossa" dalla Sicilia arrivi, di li a poco, a sommergere la DC e i suoi alleati anche sul continente, alle successive elezioni politiche del 1948. In quel clima, oltre a Giuliano, anche la mafia ha già fatto le sue scelte, schierandosi con il blocco delle destre e con la DC.

Il governo De Gasperi è in piena crisi (si dimetterà il 13 maggio); e seppure socialisti e comunisti siano ancora al governo, gli apparati di polizia e della sicurezza rispondono al comando di uomini legati alla vecchia classe dirigente. Il clima generale è - dunque - incandescente. Ed è in questo clima - fortemente condizionato dall'opzione atlantista del nostro Paese - che le mafie diventano strumento di controllo sociale e di indirizzo politico del nuovo corso repubblicano.

Il 28 aprile, Salvatore Giuliano riceve una lettera che gli viene consegnata dalla madre. La legge, la distrugge e si rivolge ai suoi uomini: "E' venuto il momento della nostra liberazione". Gli chiedono: che significa? "Bisogna fare un'azione contro i comunisti - risponde Giuliano - sparargli contro il primo maggio, a Portella della Ginestra". A Portella, infatti, il primo maggio è una festa che si concluderà nel sangue. Mentre Giacomo Schirò, calzolaio, segretario della sezione socialista di S.Giuseppe Jato, arringa la folla di contadini e lavoratori convenuti da tutti i paesi dell'entroterra, dalle pendici di monte Pizzuta arriva la prima sventagliata di mitraglia. Ne segue un'altra e un'altra ancora. Il pianoro in cui si svolge la manifestazione è sotto il tiro incrociato delle armi da fuoco, in una geometrica concentrazione di spari appositamente studiata per fare strage di vite umane e che si prolunga per quasi quindici minuti. Il bilancio è di 11 morti, due bambini e nove adulti, e 27 feriti.

Ma perché sparare sulla folla di lavoratori? A quali interessi risponde Salvatore Giuliano quando trasforma la sua banda di predoni in un gruppo di assassini? Domande che inchieste, dibattiti e processi non sono mai riusciti a chiarire fino in fondo.

Una sola cosa è certa. Per le connivenze e per i torbidi e oscuri rapporti venuti a galla tra poteri istituzionali e poteri illegali, Portella della Ginestra può ben definirsi come la prima strage di Stato.

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