L'articolo di Don Zauker analizza il"fenomeno"Renzi con un pezzo che è più un editoriale che un pezzo sarcastico ed ironico come da consuetudine,vi sono ragionamenti interessanti su questo piccolo tiranno che negli ultimi mesi grazie ad un pomposa pubblicità di alcuni mass media è riuscito a passare da sindaco di Firenze a presidente del consiglio a Roma.
A prescindere dal fatto che il Pd non rappresenta per nulla la sinistra vera italiana,essendo farcita di ex democristiani come lo stesso Renzi,si prospetta anche qui l'imminente sfascio del partito che ha i giorni contati,con conseguente vantaggio per la destra:l'analisi si conclude con quello che risulta evidente a molti,con la vittoria della politica del niente,perché è questo che Renzi riesce davvero a comunicare agli italiani.
Sbadiglio.
Premessa: non siamo tra quelli che sono rimasti delusi da Matteo Renzi.
E non lo siamo semplicemente perché non ci eravamo mai fatti illudere, non da lui, non dall’impressionante potenza dei media che hanno contribuito a costruirne il personaggio, non dall’entusiasmo di alcuni suoi elettori, molti dei quali anche nostri cari amici.
Siamo più furbi o più intelligenti di altri? Seee, figuriamoci. Pensiamo solo di essere, dopo tutti questi anni, solamente più cinici; e questo è tutt’altro che un pregio.
Semplicemente, non abbiamo mai creduto che Matteo Renzi potesse essere il salvatore dell’Italia, allo stesso modo in cui non abbiamo mai pensato che possa essere la sua rovina.
E non pensiamo neanche che Renzi possa essere la rovina del PD o della sinistra italiana: il PD è meritatamente in rovina da anni, dall’istante stesso in cui è nato, ma forse anche da prima, col risultato che la cosiddetta “sinistra italiana” non esiste più da anni. O meglio, la cosiddetta “sinistra italiana” esiste e dopo questo bel ventennio di desertificazione morale, culturale e sociale non è stata in grado di produrre niente di meglio di Matteo Renzi.
È questo è quello che ci deprime e che ci preoccupa.
Non Renzi.
Detto questo, auguriamo al pio Matteo di formare il suo governo pescando a piene mani della colonnina di destra di Repubblicapuntoit (suo habitat naturale) con ministri come Baricco e magari anche Benigni, Allevi, Littizzetto, Montezemolo, Prandelli, Jovanotti, Della Valle e altre icone di quella visione della sinistra che ha in lui il proprio naturale sbocco e miglior campione.E non lo siamo semplicemente perché non ci eravamo mai fatti illudere, non da lui, non dall’impressionante potenza dei media che hanno contribuito a costruirne il personaggio, non dall’entusiasmo di alcuni suoi elettori, molti dei quali anche nostri cari amici.
Siamo più furbi o più intelligenti di altri? Seee, figuriamoci. Pensiamo solo di essere, dopo tutti questi anni, solamente più cinici; e questo è tutt’altro che un pregio.
Semplicemente, non abbiamo mai creduto che Matteo Renzi potesse essere il salvatore dell’Italia, allo stesso modo in cui non abbiamo mai pensato che possa essere la sua rovina.
E non pensiamo neanche che Renzi possa essere la rovina del PD o della sinistra italiana: il PD è meritatamente in rovina da anni, dall’istante stesso in cui è nato, ma forse anche da prima, col risultato che la cosiddetta “sinistra italiana” non esiste più da anni. O meglio, la cosiddetta “sinistra italiana” esiste e dopo questo bel ventennio di desertificazione morale, culturale e sociale non è stata in grado di produrre niente di meglio di Matteo Renzi.
È questo è quello che ci deprime e che ci preoccupa.
Non Renzi.
Gli auguriamo – sinceramente – di formarlo e di smentire tutti quelli che si aspettano il suo fallimento e, ancora di più, quelli che, come noi, non si aspettano assolutamente niente.
Perché questo temiamo, più di ogni altra cosa: il niente.
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