La data odierna ricorda il grave ferimento di un vice brigadiere dei carabinieri,Antonio Tuzzolino,che lo portò alla paralisi,e gli esecutori dell'agguato sotto casa non vennero mai presi ma questo avvenimento se non collegato a quello successo l'anno prima non sarebbe completo.
Infatti l'anno precedente,e per essere precisi nelle primissime ore dell'otto luglio 1975,la giovane Annamaria Mantini venne uccisa a Roma durante un'operazione dell'antiterrorismo per un tragico "errore"dello stesso carabiniere colpito successivamente,perché gli sbagli casuali nella storia dei tutori dell'ordine non sono solo quelli recenti delle troppe morti di giovani ammazzati sia con colpi d'arma da fuoco o a botte.
Ebbene la ragazza,il cui fratello Luca perì durante una rapina di autofinanziamento il 29 ottobre 1974(data poi utilizzata dallo stesso Nucleo Armato romano)venne come già detto"erroneamente"colpita da un colpo di pistola in mezzo alla fronte:questo piccolo pezzo di storia di lotta sociale è raccontato qui sotto in un articolo preso da Infoaut.
9 febbraio 1976: "un tragico errore".
Il 9 febbraio 1976 a Roma viene ferito a Roma il
vicebrigadiere di polizia Antonio Tuzzolino, colpito da diversi colpi sparati da
un'auto in corsa; l'azione viene rivendicata due giorni dopo dai Nap con un
comunicato firmato "Nucleo armato 29 ottobre".
L'8 luglio 1975 il vicebrigadiere aveva ucciso una militante dei Nap Annamaria Mantini, sorella di Luca Mantini. Quest'ultimo era un militante dei Nap e fondatore del Collettivo Jackson, prima esperienza di aggregazione di ex detenuti politicizzati. Venne ucciso il 29 ottobre 1974 in una sparatoria durante una tentata rapina ad una banca a Firenze in cui rimase ucciso un altro militante dei Nap, Giuseppe Sergio Romeo, e due vennero catturati.
La sorella si era unita al gruppo proprio dopo la morte del fratello e aveva dato vita in suo onore al Nucleo Armato 29 Ottobre.
L'8 luglio 1975 il vicebrigadiere aveva ucciso una militante dei Nap Annamaria Mantini, sorella di Luca Mantini. Quest'ultimo era un militante dei Nap e fondatore del Collettivo Jackson, prima esperienza di aggregazione di ex detenuti politicizzati. Venne ucciso il 29 ottobre 1974 in una sparatoria durante una tentata rapina ad una banca a Firenze in cui rimase ucciso un altro militante dei Nap, Giuseppe Sergio Romeo, e due vennero catturati.
La sorella si era unita al gruppo proprio dopo la morte del fratello e aveva dato vita in suo onore al Nucleo Armato 29 Ottobre.
Annamaria Mantini era stata
uccisa nell'ambito di un'operazione condotta dall'Antiterrorismo insieme
alll'uffico politico della questura.
Il nucleo
antiterrorismo aveva scoperto un appartamento-covo dei Nap in via Due Ponti alla
periferia Nord della città. La mattina del 7 luglio 1975 avevano ottenuto dalla
Procura un mandato di perquisizione.
Con la doppia
chiave, messa a disposizione dall'amministatore, gli agenti erano entrati
nell'appartamento. Dentro vi avevano trovato, secondo le dichiarazioni fornite
dalla polizia qualche ora dopo l'operazione, i segni di un uomo e una donna che
dovevano viverci abitualmente, e avevano sequestrato documenti falsi, targhe
d'auto rubate, fotografia,32 milioni di lire (5 dei quali risultano provenienti
dal riscatto Moccia) e sessanta cartucce di pistola calibro 32.
Finita la
perquisizione i poliziotti che avevano circondato lo stabile si erano ritirati,
erano rimasti nello stabile due agenti della questura, due uomini
dell'Antiterrorismo e il vicebrigadiere Antonio Tuzzolino.
All'una di notte
circa, Annamaria Mantini aveva fatto ritorno a casa e aveva aperto la porta
dell'appartamento.
Secondo la
versione della polizia, la ragazza, resasi conto della presenza degli agenti,
avrebbe tentato immediatamente di richiudere la porta, bloccando così la mano
del brigadiere che "per un tragico errore" aveva fatto partire un colpo. Le
successive rilevazioni sconfessarono questa ricostruzione. La ragazza aprì la
porta di casa e immediatamente il vice-brigadiere fece partire un proiettile che
colpì, da circa 50 centimetri di distanza, la ragazza in piena faccia, appena
sotto lo zigomo sinistro. Anna Maria Mantini, fino ad allora "non sospettata di
svolgere attività terroristiche" morì poco dopo, all'età di 22
anni.
L'agente venne poi
prosciolto da ogni accusa.
Nei giorni
successivi alla morte, comparvero volantini dei Nap che ricordavano la ragazza
uccisa e promettevano vendetta.
Sette mesi dopo la
promessa venne mantenuta.
Il 9 febraio 1976
Tuzzolino si stava recando a casa della zia in via Scalia nei pressi
dell'Olimpico. All'altezza del portone, davanti al quale Tuzzolino era in
attesa, una vettura rallentò; dal finestrino partirono 4 colpi che colpirono
l'agente, poi l'auto sfrecciò via. La macchina, una Lancia Beta coupè 1600 di
colore scuro targata Perugia, verrà poi ritrovata ad una centinaia di metri dal
luogo dell'azione. Il vice-brigadiere crollò a terra, 3 proiettili l'avevano
colpito alle gambe, uno l'aveva ferito gravemente alla spina
dorsale.
Antonio Tuzzolino
rimarrà poi paralizzato. Per tutta la notte centinaia di posti di blocco
creeranno un fitto setaccio in tutta la città, ma la ricerca non avrà
esito.
"9 luglio
1975: Ieri in un agguato teso dalla polizia, è stata uccisa a freddo la compagna
Annamaria. La volontà del potere di chiudere la partita con i compagni che si
organizzano clandestinamente, ha armato la mano del killer di turno, che con la
precisa coscienza di uccidere, ci ha privato di una compagna
eccezionale.
Annamaria era uno dei compagni
che hanno dato vita al nucleo "29 ottobre". Ha fatto parte del gruppo che ha
sequestrato sotto casa il magistrato Di Gennaro, e il contributo che ha dato
alla costruzione ed esecuzione di questa azione, dimostrando il livello politico
militare che aveva raggiunto. E' enorme l'abisso che separa una compagna
rivoluzionaria da uno sbirro. Non basterebbero la vita di cento Tuzzolino per
pagare la vita di Annamaria.
Questo non significa che
dimenticheremo i Tuzzolino, i Barberis, così come non abbiamo dimenticato i
Conti e i Romaniello.
La mano che uccide un
proletario ci è nemica come i porci che la armano. Ma lo ripetiamo, non è
uccidendo uno o più sbirri che i proletari si possono ripagare del prezzo che
stanno pagando per liberarsi. E per questo prezzo altissimo, in noi come in
tutti i rivoluzionari, non c'è solo la rabbia ma anche la coscienza che il
movimento si sta arricchendo in maniera definitiva del patrimonio di
importantissime esperienze che questi compagni ci lasciano.
Le giornate di aprile, le
innumerevoli azioni armate, gli espropri per autofinanziamento, le azioni nelle
carceri, dimostrano la crescita di una nuova generazione di combattenti, e non
bastano gli omicidi e gli arresti per distruggerla.
La nostra esigenza di
comunismo è indistruttibile.
Luca Mantini, Sergio Romeo,
Bruno Valli, Vito Principe, Gianpiero Taras, Margherita Cagol, Annamaria
Mantini.
Non siete i soli e non sarete
gli ultimi, ma rappresentate per tutti i rivoluzionari una scelta
irrinunciabile.
Lotta armata per il
comunismo
Nucleo Armato 29
ottobre"
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