venerdì 23 novembre 2012

VOLEMOSE BENE

L'assalto stile rappresaglia compiuto indistintamente da fascisti romanisti e laziali contro alcuni tifosi del Tottenham giunti nella capitale per la partita di Europa League contro la Lazio,ha da subito avuto i connotati di un'aggressione xenofoba e razzista in quanto notoriamente il quartiere londinese del team inglese è considerato,assieme ai propri tifosi,zona e tifoseria a maggioranza di religione ebraica.
A supporto di tale ipotesi i continui insulti razzisti urlati sia nell'occasione della devastazione del pub a Campo de'Fiori e del successivo inseguimento in un vicolo adiacente che ha comportato il ferimento di dieci tifosi inglesi dei quali uno molto grave,ripetuti pure durante la gara di ieri sera.
L'articolo preso da"Il Messaggero"parla dell'arresto di due dei delinquenti responsabili della spedizione punitiva dei fascisti locali,della cronaca e delle motivazioni:un altro link parla dello strano fenomeno che spesso accomuna nell'ideologia di estrema destra due tifoserie che da sempre si odiano e che si sono affrontate violentemente(http://www.ilmessaggero.it/ ).
Del resto,quando due tifoserie sono unite dall'amore per l'odio razziale a scapito della storica rivalità è una festa per tutto il mondo del calcio e per la società.Merde.

Raid antisemita contro gli inglesi
guerriglia a Roma.
L'attacco notturno a Campo de' Fiori: sette feriti inglesi. Fermati due tifosi della Roma. Si cercano i complici.Di Sara Menafra

ROMA - Il primo l’hanno arrestato mentre cercava di fuggire da Campo de’ Fiori e nascondersi su un autobus. Francesco Ianari, classe 1987 e un daspo, cioè un ordine di non avvicinarsi allo stadio emesso nel 2007, è un tifoso romanista che allostadio è più o meno una presenza fissa anche se non è mai arrivato al grado di capo ultrà. C’era anche lui l’altra notte quando circa quaranta persone, compatte e ben organizzate, si sono presentate alla porta del Drunken Ship per aggredire alcuni dei 1600 tifosi del Tottenham arrivati a Roma per seguire la partita con la Lazio. È accusato di lesioni pluriaggravate, rissa, tentato omicidio in concorso con altri e possesso di stupefacenti.

VIDEO
- la devastazione del pub
- il giorno dopo l'assalto

Nel corso della nottata ha chiamato più volte l’altro arrestato, Mauro Pinnelli pure lui romanista e quasi coetaneo (è dell’86). Stesse accuse ma indizi più pesanti visto che nella sua automobile gli uomini del commissariato Trevi diretto da Lorenzo Suraci hanno trovato proprio lo stemma del Tottenham che aveva addosso il più grave dei sette feriti dalla nottata, Mills Asmley, quello che a lungo è stato in pericolo di vita e solo ieri pomeriggio è emerso dal codice rosso. Pinnelli a casa ha anche armi da taglio portate immediatamente alla scientifica per le analisi.

LE MOTIVAZIONIMa se agli arresti fatti nelle prime ore potrebbero aggiungersene altri basati sulle telecamere a circuito chiuso presenti nella zona del pub nel pieno centro storico della capitale (almeno una decina di volti sarebbero già stati identificati) ora per gli uomini della Digos e per il pm Stefano Pesci quello che conta è capire le ragioni del gesto sicuramente premeditato.

Anche se i testimoni ascoltati dalla polizia non hanno parlato di urla razziste o di simboli chiaramente nazifascisti, a far scattare il raid punitivo potrebbe essere stata la storia del Tottenham, squadra nata nel quartiere ebraico di Londra e accompagnata da tifosi che espongono la stella di David o incitano i giocatori gridandoli «joden» o «yid». Fumo negli occhi per la parte più estremista ed organizzata delle tifoserie romane, specie i laziali, che ieri hanno gridato allo stadio «Juden Tottenham» e potrebbero aver acceso la miccia dell’aggressione di mercoledì notte.

Le tifoserie inglesi, poi, sono da sempre un simbolo da attaccare e sfidare per tutti gli altri gruppi organizzati, tant’è che non c’è partita con gli anglosassoni che non sia stata accompagnata almeno da un aggressione. «Ad agire - spiegano gli investigatori - potrebbe essere stato un gruppo misto, fatto di tifosi laziali e romanisti che probabilmente si conosce e si è mosso insieme anche in altre occasioni».

Un’azione a metà tra la criminalità, il puro razzismo e una logica da stadio capace di superare persino la rivalità tra Roma e Lazio. Che potrebbe inserirsi in una complessiva riorganizzazione delle tifoserie violente della città, fiaccate da arresti e norme antistadio ma che ora vogliono alzare la testa. Solo nell’ultimo mese, i raid violenti sono stati almeno due, l’ultimo a Colle Oppio la sera prima del derby.
 

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