Pure quest'anno ecco la nuova commemorazione revisionista creata ad hoc dalla destra italiana per onorare le vittime(solo i fascisti e i civili)delle foibe nelle regioni carsiche d'Italia e della ex Yugoslavia.
Ho messo tra parentesi solo chi ai reazionari al governo e non(anche se per poco visto che a Storace e Musumeci sono state promesse poltrone importanti)importa,di chi sia stato gettato a morire nelle foibe,e certamente di gente innocente e pure di donne anziani e bambini ce ne sono stati eccome,come in tutte le sporche guerre che l'uomo combatte.
Ma gli altri,i non civili ovvero i fascisti,per loro non verserò nemmeno una lacrima e per me non meritano nemmeno considerazioni e perciò nessuna commemorazione per loro che hanno tradito l'Italia seguendo il duce prima,i tedeschi poi(rivelatisi pure loro traditori)sia prima che dopo Salò,con i repubblichini che ora vengono quasi osannati nonostante il disprezzo per l'Italia e gli italiani con gesta di odio e di morte"eroici".
I revisionisti non dicono che i primi ad esserci finiti nelle foibe sono stati migliaia di partigiani,di sloveni e di croati,che hanno fatto da primo strato a tutti che quelli che poi ci sono piombati dentro dopo,che anno dopo anno continuano a moltiplicarsi anche se si stima che le persone(quelle degne di commemorazione da parte dei destronzi italici)decedute nella seconda stagione delle foibe siano state cinque-seimila,su un totale di dieci-dodicimila dispersi alla fine della seconda guerra mondiale.
Di seguito l'articolo pubblicato da"Senza Soste"tratto da http://www.articolozero.org/, con la splendida frase finale che dice"il revisionismo non può vincere,finchè abbiamo una buona memoria",e aggiungo i due post precedenti del 2010 e del 2009 dove oggettivamente sono stato un poco più cattivello con i fasci infognati,forse per chi ha frainteso può dedurre che sono a favore delle foibe per tutti,mentre assolutamente no per i civili ma certamente ancora oggi per i ratti fascisti!
Anzi l'Italia intera è piena di pozzi,grotte,fogne,anfratti dove cacciare chi sputa addosso alla memoria e alla Costituzione antifascista italiana e che conduce una battaglia già persa in partenza per riportare un revisionismo reazionario in cattedra.
I links: http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2010/02/10-100-1000-foibe.html e http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2009/02/foiberiapriamole.html
Il Giorno del Ricordo, ricordiamo tutto!
Anche quest’anno si celebra il giorno del ricordo, per gli eccidi delle Foibe e per gli “esuli” istriani: una specie di “giorno della memoria” ad uso e consumo di una destra post-fascista bisognosa di un appiglio storico per legittimarsi politicamente.
Prima di affrontare questa problematica storico-politica che risulta sempre “smemorata”, si può fare una premessa: il Comune di Mantova quest’anno ha invitato come “testimonial” l’ex giornalista di
Libero Renato Farina. Si dice ex-giornalista perché l’attuale deputato del Pdl è stato condannato per aver prodotto false documentazioni contro Prodi per conto dei servizi segreti italiani per cui lavorava; conseguentamente è stato radiato dall’ordine dei giornalisti. La serietà prima di tutto.
“Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava…non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. I confini dell’Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani”.
Queste le parole del capo del fascismo che diedero il via all’italianizzazione forzata nel territorio istriano. Già nei primi anni ‘20 gli squadristi avevano mano libera nelle loro incursioni violente ai danni della popolazione facendo già uso delle foibe come “strumento” di repressione politica; partì poi nel ‘22 la campagna di italianizzazione vera e propria: divieto di parlare in sloveno, chiusura di scuole “non italiane”, licenziamenti, chiusura di quotidiani e periodici, devastazioni di sedi associative e ricreative e cancellazione della toponomastica slava compresi nomi e cognomi delle persone. L’azione del governo fascista, volte a difendere la “razza italica, molto prima delle infami leggi razziali, annullò l’autonomia culturale e linguistica delle popolazioni slave ed esasperò i sentimenti di inimicizia nei confronti dell’Italia. Il giorno del Ricordo parla di foibe e di “esuli” di italiani accomunando i due fenomeni in modo antistorico e scorretto: a questo proposito non viene ricordato che, tra le due guerre mondiali, gli esuli sloveni e croati dalla Venezia Giulia furono oltre 100.000.
Una situazione destinata a peggiorare con la brutale invasione del Regno di Jugoslavia nel ‘41: insieme ai nazisti, l’Italia fascista occupò Dalmazia, Slovenia e Croazia, imponendo a quest’ultima la crudele dittatura degli Ustascia del nazionalista Ante Pavelic. Furono anni di stupri, massacri, bombardamenti e deportazioni di massa specialmente a danno di serbi e altre minoranze; vi furono deportazioni di cui gli italiani furono parte attiva con la creazione dei campi di concentramento della Risiera di S. Sabba, a Trieste o di Gonars a Udine. Alla fine della guerra la Jugoslavia conterà circa un milione di vittime di cui 300.000 direttamente attribuibili alle truppe d’occupazione italiane.
Come ci si può stupire che si sia giunti ad una resa dei conti alla fine della guerra?
Dopo l’8 settembre ‘43 e fino al ‘45 con le sorti della guerra rovesciate( e con un aumento della crudeltà delle SS e dei Repubblichini) e con il fascismo in rotta, le popolazioni slave oppresse dalla dittatura e dall’occupazione militare ebbero modo, in un coacervo di motivazioni politiche, etniche e nazionali di fare vendetta. L’esercito popolare della nascente Federazione Jugoslava e bande di “irregolari” intensificarono la lotta contro i simboli della dittatura fascista: contro gerarchi, camicie nere e talvolta semplici civili furono eseguite centinaia di fucilazioni e una serie di infoibamenti il cui numero, a fini propagandistici, aumenta di anno in anno nei fogli di calcolo della destra più o meno neofascista . Dopo la fine del conflitto bellico, nessun italiano criminale di guerra è stato processato.
Parliamo di realtà storica, ampiamente testimoniata e documentata anche se indigeribile per alcuni che vorrebbero ridurre il fenomeno delle foibe all’”odio slavocomunista contro chi aveva la colpa di essere italiano”; quegli italiani che, a dispetto della storia, vanno sempre difesi come “brava gente”.
Dunque, chiunque decida di prendere in considerazione la questione delle foibe, il 10 febbraio o tutto l’anno, deve tener conto di questo contesto: non per negarle o per ridurne l’importanza, ma per contestualizzarle. È giusto che si sappia cosa sono state le foibe, il prima, il dopo e soprattutto cosa non sono state.
Il revisionismo non può vincere, finchè abbiamo una buona memoria.
tratto da http://www.articolozero.org/
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