Breve post odierno con un rimando ad un storia accaduta più di duemila anni fà ma che ha incredibili coincidenze che ci fanno pensare che il modo di far politica a Roma sia ai tempi antichi che moderni(e forse futuri se non ci diamo una scossa)non siano cambiati poi di molto.
Leggendo il discorso elettorale di Catilina del 64 a.C.(belle parole come in tutti i discorsi)mi viene in mente un personaggio di questi tempi,un certo ducetto imperatore che pensa di poter avere pieni poteri sacri e temporali sui suoi"sudditi"volenti o nolenti,e sulla ricerca del potere e della ricchezza sulle spalle del popolo.
Per un approfondimento sulla figura di Lucio Sergio Catilina cito il link di Wikipedia:http://it.wikipedia.org/wiki/Lucio_Sergio_Catilina ,mentre l'articolo proviene da Indymedia Lombardia e la foto di presentazione è del settimanale tedesco Stern...sveglia!!!
Lucius Sergius Catilina, Discorso elettorale 64 a.C.
«Ora che il governo della RePublica è caduto nel pieno arbitrio di pochi prepotenti, re e tetrarchi sono divenuti vassalli loro; a loro,popoli e nazioni pagano tributo. Noialtri tutti, valorosi, valenti,nobili e plebei, non siamo che volgo: senza considerazione, senza autorità, schiavi di coloro cui faremmo paura, sol che la Repubblica esistesse davvero… Ma chi?, chi - se è un uomo - può ammettere che essi sprofondino nelle ricchezze e che le sperperino nel costruire sul mare e nel livellare i monti, mentre a noi manca il necessario per vivere? Che essi si vadan costruendo case e case, l'una appresso all'altra, e che noi non s'abbia in nessun angolo un tetto per la nostra famiglia? Essi comprano dipinti,statue,vasellame cesellato; abbattono edifici appena costruiti per ricostruirne altri; ma per quanto dilapidino e maltrattino il denaro in tutti i modi, pure non riescono a esaurire la loro ricchezza con i loro infiniti capricci! Per noi, la miseria in casa, i debiti fuori, triste l'oggi, spaventoso il domani. Che abbiamo, insomma, se non l'infelicità del vivere? Perché dunque non vi svegliate?»
Lucius Sergius Catilina, Discorso elettorale 64 a.C.
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