sabato 17 ottobre 2009

FACCETTA DI BRONZO

Fresca fresca dal giornale che ultimamente ha diversi problemi in Italia,il Times e non solo,la notizia che Mussolini all'inizio della sua carriera politica verso la deriva fasciastoide(parliamo del 1917)ricevette somme considerevoli da parte dei servizi segreti britannici affinchè l'Italia continuasse la campagna interventista mantenendo lo schieramento tenuto durante la grande guerra.
Perchè tanto interesse verso Benito Mussolini?
In quel periodo il giovane Mussolini scriveva sul"Popolo d'Italia",quotidiano fondato da lui stesso dopo i dissapori interni all'altro giornale dove aveva prestato il suo lavoro,"L'Avanti"mezzo d'informazione del Partito Socialista:ebbene nel 1914 da fervente sostenitore dell'anti interventismo e anche molto anti clericale per la verità,cambiò radicalmente idea e venne espulso dal partito e fondò il nuovo quotidiano.
Ma il pagamento durò solo un anno in quanto Mussolini non era ritenuto molto affidabile e perchè vi furono fondati dubbi sul come avesse speso i soldi(in prostitute e in regali alle numerose amanti).
L'articolo segnalato da Senza Soste è tratto dal sito de"Il sole 24 ore"e narra una vicenda finora sconosciuta(almeno a me),degna del faccetta di bronzo,dell'armiamoci e combattete,puro spirito fascista,pura merda.
Mussolini spia degli inglesi per 100 sterline alla settimana.

Mussolini era sul libro paga dei servizi segreti britannici. Nel 1917 l'MI5, l'agenzia degli 007 di Sua Maestà, stipulò un contratto con il giovane socialista italiano Benito Mussolini: per almeno un anno il governo di Londra lo pagò 100 sterline alla settimana (pari a circa 6.000 sterline di oggi) per scrivere propaganda pro-bellica sul suo giornale Il Popolo d'Italia. I dettagli dell'accordo sono stati rivelati dagli storici di Cambridge. La notizia è sui siti di vari media britannici, tra cui Guardian (sulla homepage), Times, Telegraph, Daily Mail.«Per l'agenzia d'intelligence britannica doveva essere sembrato un buon investimento», nota il Guardian. Mussolini, allora giornalista di 34 anni, «non solo voleva assicurare che l'Italia continuasse a combattere a fianco degli alleati nella prima guerra mondiale, pubblicando propaganda sul suo giornale. Era anche disposto a spedire i suoi ragazzi a "persuadere" i dimostranti per la pace a stare a casa». I pagamenti a Mussolini erano autorizzati da Sir Samuel Hoare, parlamentare e uomo dell'MI5 a Roma, che a quell'epoca aveva in Italia uno staff di 100 uomini.Lo storico di Cambridge Peter Martland, che ha scoperto i dettagli dell'accordo fatto con il futuro dittatore, ha spiegato: «L'Italia era allora l'alleato della Gran Bretagna meno affidabile, dopo il ritiro dal conflitto della Russia rivoluzionaria». Oltre a fare propaganda sul Popolo d'Italia, Mussolini disse a Hoare che avrebbe mandato veterani di guerra a picchiare i pacifisti a Milano, una sorta di prova generale delle spedizioni delle sue camicie nere. Cento sterline alla settimana erano tanti soldi per quei tempi. «E' improbabile che il giovane Duce li risparmiasse per mandare aiuti al fronte», scrive il Times. «Sappiamo che era un dongiovanni per eccellenza», afferma Martland. Secondo lo storico, è possibile che molti dei soldi li spendesse per le sue amanti. E per la Gran Bretagna, che spendeva 4 milioni di sterline al giorno per la guerra, 100 sterline erano poca cosa. «E' improbabile che Hoare e il Duce si siano mai incontrati», si legge sul Times. Hoare, che in seguito sarebbe diventato Lord Templewood, menzionò il reclutamento nelle sue memorie del 1954, ma Martland ha trovato i dettagli dei pagamenti per la prima volta esaminando le carte di Sir Samuel. Ci sono voluti 12 anni di lavoro: si tratta di 40mila documenti ed è «una delle più grandi collezioni politiche del mondo». Anche se il patto Mussolini-Hoare era conosciuto, l'entità della paga non era nota. «Non perché fosse un segreto. Non è un segreto da molti anni», dice Martland. Ma quelle carte «ancora nessuno le aveva guardate».

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