giovedì 8 ottobre 2009

DI SINISTRA!

Ogni volta che rivedo il minuto e poco più dello sfogo di ieri sera del premier incazzato rido e mi chiedo:"Come cazzo fa a coniugare il mestiere di politico,corruttore,mafioso e pagliaccio nello stesso tempo?"e mi ritrovo col pensiero angosciante che c'è gente peggio di lui,tutti quelli che hanno votato questo pezzo di merda ed i suoi alleati.
Penso che avesse già pronta nella sua testa la risposta alla bocciatura del Lodo Alfano,e nonostante questo gli è partito un embolo di rabbia che l'ha fatto imbestialire di brutto,stava persino diventando verde alla Hulk!
E nel suo discorso quante volte ha pronunciato la parola"di sinistra",tante volte come se fossimo negli anni cinquanta in Unione Sovietica...un Don Chisciotte che combatte contro mulini a vento che non esistono:rispondendo alla domanda posta nella prima foto risponderei"B"con la modifica da pochi a pochissimi,perchè i comunisti veri non possono e non devono venire confusi con la marmaglia del PD ed affini!
Il premier è arrivato ai limiti dell'esaurimento nervoso scomunicando i giudici della Corte Costituzionale,Napolitano,tutta l'opposizione...ieri sera sono certo che l'abbiano sedato sennò non avrebbe dormito nemmeno cinque minuti d'orologio.
Berlusconi ha ancora disordine in capa perchè è sceso dal piedistallo di status divino ed ora è pari pari(vabbè non esageriamo,sarà sempre un privilegiato soprattutto in materia giudiziaria)alla plebaglia che ha sempre guardato dall'alto al basso,dal suo eremo dove tutto è oro e la crisi non esiste.
Poi,cosa già ripetuta,secondo me uno che parla in terza persona("meno male che c'è Silvio")oltre ad avere qualche problema mentale ha dentro se l'assoluta certezza dittatoriale propria di un tiranno medievale...e svegliati che son già passati seicento anni idiota!
L'articolo a firma di Francesco Bei di"Repubblica"elenca le frasi cariche di rabbia ed odio vomitate durante la prima intervista ufficiale dopo il ripristino dell'articolo 3 della Costituzione oltre a qualche dichiarazione dal confessionale di"Porta a porta"di Vespa(di sinistra):alla fine di tutto il suo sfogo ai microfoni Sky Tg24 di ieri by YouTube.
Berlusconi: "Napolitano mi aveva garantito, se chiamava i giudici la legge passava. Gli italiani sono sempre stati la mia vera immunità".

Il Cavaliere a raffica contro tutti"Giudici di sinistra, l'Italia è con me".

"IO VADO avanti, con o senza Lodo Alfano". Dopo un vertice di guerra a Palazzo Grazioli con lo stato maggiore di Lega e Pdl, messa da parte ogni prudenza, come pure gli aveva consigliato Fini, Berlusconi carica a testa bassa. E la sua furia travolge tutti: il presidente della Repubblica, "espressione della vecchia maggioranza di sinistra", la Corte costituzionale, la magistratura, la stampa, le trasmissioni televisive. "Abbiamo - esordisce davanti ai giornalisti chiusi in un recinto di transenne a palazzo Grazioli - una minoranza di magistrati rossi che usano la giustizia ai fini di lotta politica. Abbiamo il 72% della stampa che è di sinistra. Abbiamo tutti gli approfondimenti della tv pubblica che sono di sinistra. Ci prendono in giro anche con gli spettacoli comici. Il capo dello Stato sapete da che parte sta... Abbiamo inoltre i giudici della Corte eletti da tre capi di Stato di sinistra, che fanno della Consulta non un organo di garanzia ma politico". Il Cavaliere non risparmia nessuno, è furibondo. E la stessa atmosfera di via del Plebiscito è elettrica, con decine di agenti e carabinieri schierati per tenere lontana la folla. L'incubo del premier è ora quello di una condanna a Milano con interdizione dai pubblici uffici. "I processi che mi scaglieranno contro sono autentiche farse. Andrò là a sbugiardarli tutti". La sera, in una telefonata a Porta a Porta, annuncia che andrà a difendersi "non solo in tribunale ma anche alla radio, in tv, sui giornali". In un crescendo, attacca come un toro: "Queste cose qua a me mi caricano, agli italiani li caricano. Viva Berlusconi!". Entra poi a passo spedito a palazzo Venezia, per visitare una mostra sui santi insieme al cardinal Bertone. E persino lì dentro non rinuncia alla stoccata: "Manca il ritratto di san Silvio da Arcore che fa sì che l'Italia non sia in mano a certi signori di sinistra".
Quanto alla replica del Quirinale, Berlusconi non se ne cura e risponde seccato: "Mi sento preso in giro, non mi interessa cosa dice". Da Vespa aggiungerà poi un retroscena destinato a suscitare altre polemiche: "Il presidente della Repubblica aveva garantito con la sua firma che la legge sarebbe stata approvata dalla Consulta, posta la sua nota influenza sui giudici di sinistra della Corte". Su Napolitano, aggiunge, "le mie dichiarazioni potrebbero essere anche più esplicite e più dirette". Tanta rabbia, sostengono i berlusconiani, è dovuta al fatto che proprio dal Quirinale erano arrivati segnali tranquillizzanti sulla sorte del Lodo. Per questo il Cavaliere ieri era convinto di essere finito in una "trappola", si è sentito "tradito", e la sua irritazione è esondata anche contro gli avvocati e il ministro Alfano. "Mi avevate detto - ha tuonato - che il lodo era inattaccabile, che l'avevate scritto a quattro mani con Napolitano". Uno sfogo tanto duro che il Guardasigilli sarebbe arrivato ad offrire le proprie dimissioni sul tavolo. Nella lunga riunione a palazzo Grazioli sfilano uno dopo l'altro tutti i big della coalizione, da Alfano a Cicchitto, da La Russa a Quagliariello e Gasparri. E poi Letta, Nicolò Ghedini, molti leghisti. Ma soprattutto Umberto Bossi, che Paolo Bonaiuti definisce "un vero amico sincero". Quasi a distinguerlo da altri leader. Si valutano insieme scenari, qualcuno suggerisce di andare subito in piazza convocando una manifestazione "oceanica", il Cavaliere vorrebbe ripartire con la riforma della Corte costituzionale, rimettendo immediatamente in pista la separazione delle carriere tra pm e giudici. E si pensa a un decreto legge per anticipare alcune norme della riforma del processo penale in modo da far saltare il processo Mills. Un altro momento clou della giornata è la telefonata di Gianfranco Fini, che manifesta solidarietà e spinge Berlusconi ad andare "avanti" con il governo. Su questo, del resto, Fini aveva convenuto all'ora di pranzo in un faccia a faccia con Umberto Bossi. "Silvio, io e Bossi siamo con te, rispettiamo i patti", gli ha ripetuto il presidente della Camera. Salvo consigliare "prudenza" e "toni bassi", quelli che si convengono a "un uomo di Stato" nella risposta. Così a Montecitorio, quando Fini legge la nota ufficiale di palazzo Chigi, tira un sospiro di sollievo. "Non posso non rispettare il responso della Corte nel quadro di un sistema democratico", fanno dire al premier. Ma è un illusione che dura poco, il tempo che Berlusconi incontri le telecamere piazzate sotto casa sua. E la rabbia esplode incontrollabile. È soprattutto l'attacco al capo dello Stato, a impensierire il presidente della Camera. Che i suoi descrivono ora come "molto preoccupato" per l'eccesso di reazione del premier. L'inquilino di Montecitorio mantiene fede all'asse con il Colle. Adesso Berlusconi è convinto di poter ribaltare la situazione con un colpo di forza e il terreno scelto è quello delle prossime regionali. Il premier ne vuole fare un'ordalia, un "referendum" per stabilire chi ha torto o ragione nell'eterna contesa tra lui e i giudici. "La mia vera immunità - ha ripetuto ieri ai suoi - sono sempre stati gli elettori italiani".

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