mercoledì 7 ottobre 2009

BERLUSCONI IN GALERA!

Contro ogni pronostico il"Lodo Alfano"non è passato all'esame della consulta della Corte Costituzionale perchè già ieri l'aria che si respirava non era delle migliori(vedi il post di ieri,http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2009/10/modifiche-in-atto.html)ma un piccolo miracolo è avvenuto e anche se Berlusconi non è ancora in galera è bello poterlo pensare possibile.
A dire il vero sembra anche un poco stupido e vergognoso nel senso che si esulta perchè sia stato sancito un fatto che dovrebbe essere una cosa normalissima in uno stato democratico,ovvero l'uguaglianza di un cittadino di fronte alla legge senza che ciò comporti a favoritismi rispetto a chicchessia.
Comunque ora a meno che non invii i militari fasci per le strade,il premier ora processabile dovrà comparire davanti ai giudici almeno in quattro processi tanto per cominciare:il caso Mills,quello Mediaset,il Mediatrade e quello dei senatori.
Voglio esprimere il mio odio verso questo uomo di merda in parecchie lingue partendo dall'articolo de"La Repubblica"di Claudia Morgoglione passando a"Liberation"(fonte AFP),"Guardian"a firma di John Hooper e lo spagnolo"El Pais"con Miguel Mora.
Affinchè subisca questi processi da parte delle toghe di"sinistra"(gli stessi che oggi hanno prosciolto De Gennaro e Mortola per la mattanza della scuola Diaz a Genova)e venga condannato per tutti i crimini che ha commesso mi auguro che questi comincino e terminino in tempi brevi perchè non cadano in prescrizione o altre beghe da avvocati corrotti(e corruttibili).
Pronuncia a maggioranza dei giudici della Corte costituzionale sulla legge che sospende i processi per le prime quattro cariche dello Stato. "E' in conflitto col principio di uguaglianza dei cittadini"
Consulta: lodo Alfano illegittimo"Non basta una legge ordinaria"
Bonaiuti: "Sentenza politica, il premier continuerà a governare".
Prima del verdetto minaccia di Bossi: "Non sfidare l'ira dei popoli".

Palazzo della Consulta, sede della Corte costituzionale
ROMA - Il lodo Alfano è illegittimo, perché viola ben due norme della nostra Carta costituzionale: l'articolo 3, che stabilisce l'uguaglianza di tutti i cittadini (anche di fronte alla legge); e l'articolo 138, che impone l'obbligo, in casi del genere, di far ricorso a una legge costituzionale e non ordinaria. Lo hanno deciso, a maggioranza, i giudici della Consulta, riuniti in seduta plenaria dalla mattinata di ieri, a proposito del provvedimento che sospende i processi per le prime quattro cariche dello Stato.
LE REAZIONI DEL MONDO POLITICO:Palazzo Grazioli: "Sentenza politica". La bocciatura a tutto campo, da parte della Corte costituzionale, colpisce un provvedimento fortemente voluto da Silvio Berlusconi. Che lascia commentare l'esito della vicenda al sottosegretario Paolo Bonaiuti: "Una sentenza politica, ma il presidente, il governo e la maggioranza continueranno a governare come, in tutte le occasioni dall'aprile del 2008, hanno richiesto gli italiani con il loro voto". Subito dopo arriva il commento del ministro della Giustizia che porta lo stesso cognome del Lodo: "E' una sentenza che sorprende, e non poco, per l'evocazione dell'art.138 della Costituzione. La Corte Costituzionale - afferma il Guardasigilli - dice oggi ciò che avrebbe potuto e, inevitabilmente, dovuto dire già nel 2004 nell'unico precedente in materia".
Duro anche l'avvocato Niccolò Ghedini, avvocato del premier: "Questa è una sentenza con cui la Corte rinnega principi da se stessa già enunciati. Si pretende, contro la volontà popolare, che il presidente del Consiglio anzichè occuparsi dei problemi nazionali ed internazionali, sia costretto a seguire evanescenti processi". Berlusconi ritorna imputato. La sentenza, sul piano pratico, pratico, sblocca i due processi milanesi a carico del premier (per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato Mills, e per reati societari nella compravendita dei diritti tv Mediaset), congelati proprio a causa del lodo. La Corte ha quindi accolto i dubbi di legittimità sollevati dai magistrati del capoluogo lombardo. La Consulta ha invece dichiarato inammissibile il terzo ricorso, proposto dal gip di Roma chiamato a decidere se archiviare (come chiesto dalla procura) la posizione di Berlusconi - indagato per istigazione alla corruzione di alcuni senatori, eletti all'estero durante la scorsa legislatura. Corte divisa. I giudici costituzionali sono entrati in camera di consiglio ieri, ma la giornata si è conclusa con una fumata nera. Da qui la seconda riunione, quella odierna: mattinata ancora con un nulla di fatto, e poi, nel pomeriggio, la pronuncia è arrivata. Una scelta non facile, quella dei giudici. Anche perché tra i membri della Corte si è consumato uno scontro tra i favorevoli e i contrari. Fino alla decisione finale: a quanto sembra nove dei quindici membri si sono espressi per l'illegittimità, sei erano di parere diverso. Il caso Bossi. Prima della pronuncia della Consulta, le parole più forti le ha pronunciate Umberto Bossi: "Non sarà bocciato, speriamo bene: ma non si può sfidare l'ira dei popoli. Se il lodo sarà bocciato la Lega trasformerà le elezioni regionali in un referendum sul premier". Parole, le sue, che hanno provocato reazioni forti di condanna, da parte di tutti i partiti di opposizione. Le motivazioni della sentenza. Si conosceranno solo tra qualche settimana, quando il giudice relatore, Franco Gallo, le avrà messe nero su bianco, per poi sottoporle nuovamente al voto dei giudici in camera di consiglio.
L'immunité pénale de Berlusconi invalidée.

Cette décision de la Cour constitutionnelle italienne pourrait ouvrir la porte à des poursuites judiciaires contre le président du Conseil italien. Le porte-parole du Cavaliere dénonce une «sentence politique» mais assure qu'il ne démissionnera pas.

La décision pourrait avoir d'importantes conséquences sur le mandat de Silvio Berlusconi. Les quinze juges de la Cour constitutionnelle italienne ont invalidé mercredi la loi d'immunité qui protégeait le chef du gouvernement italien depuis son retour au pouvoir il y a un peu plus d'un an.
Les magistrats ont jugé qu'il était nécessaire d'avoir recours à une loi constitutionnelle et non pas une loi ordinaire pour octroyer une immunité pénale aux quatre plus hautes fonctions de l'Etat italien, dont le président du Conseil. Ils ont également estimé que la loi Alfano, du nom du ministre de la Justice qui l'avait promue en juillet 2008, violait le principe constitutionnel d'égalité des citoyens devant la loi.
Le porte-parole du président du Conseil, Paolo Bonaiuti, a qualifié cette décision de «sentence politique» mais a affirmé que le Cavaliere continuerait à gouverner.
Des poursuites judiciaires possibles
Silvio Berlusconi pourrait néanmoins se retrouver rapidement sur le banc des accusés pour le procès Mills, dans lequel il est accusé d'avoir versé 600.000 dollars à son ex-avocat fiscaliste britannique David Mills pour des faux témoignages en sa faveur lors de plusieurs procès dans les années 90.
Une autre procédure concernant la surfacturation de l'achat de droits d'émission télévisée pour le groupe Mediaset serait également automatiquement débloquée.
Les journaux italiens consacraient tous leur Une mercredi au «Lodo Alfano» (la loi Alfano) et à ses éventuelles conséquences pour Silvio Berlusconi, même si les politologues ont exclu qu'il démissionne compte tenu de la solide majorité de centre-droit dont il dispose au parlement et de la faiblesse du Parti démocrate, principale formation d'opposition.
Italian court rules Berlusconi's immunity law unconstitutional.

Judges reject prime minister's act which would exempt him from facing a series of trials for fraud, tax evasion and bribery.

Silvio Berlusconi. Photograph: Tony Gentile/Reuters
Italy's constitutional court today threw out a law passed by Silvio Berlusconi's government which gave him immunity from prosecution while he remained prime minister.
The decision represented a severe blow for the prime minister, already struggling to contain the damage from a lurid sex and drugs scandal in which he was accused of using the services of prostitutes.
As the judges were deliberating, Berlusconi's leading ally, the Northern League leader, Umberto Bosssi, warned them not to "defy the anger of the peoples [of Italy]" and vowed that if the law were rejected "We will enter into action, bringing out the people."
Berlusconi has for years been claiming he is the victim of a plot by leftwing judges and prosecutors. His followers argued the immunity bill was needed to protect him. Before today's ruling, some had been counselling a snap election to strengthen his position.
Today's ruling marked the second time in five years that Italy's most august tribunal had rejected an attempt by the right to put its leader above the law.
Initial reports said that the judges had reached their decision because a constitutional reform was needed, and the government had used a routine law. As Berlusconi's lawyers acknowledged in their pleading to the court, the immunity act represented a breach in the constitutional principle that all Italians were equal before the law.
The detailed reasoning behind the judges' decision will not, however, be released for several weeks. In the meantime, the government must decide whether to attempt to alter the constitution by means of another bill.
A trial in Milan in which Berlusconi is charged with tax evasion, which was suspended last year after parliament approved the immunity law, will now resume. Having passed the age of 70, under Italian law, the prime minister can no longer be jailed if found guilty.
But his resumed prosecution will nevertheless be a severe embarrassment. It comes at a time when his government is leading a high-profile campaign against tax dodgers and offering an amnesty to Italians who have siphoned money abroad to avoid tax.
The judges' decision could also mean Berlusconi is again put on trial for allegedly bribing David Mills, the husband of the Olympics minister, Tessa Jowell. The British lawyer will tomorrow launch an appeal against a four and half-year prison sentence for accepting US $600,000 (£378,000) in return for skewing his testimony in two cases in which Berlusconi was a defendant in the 1990s.
The prime minister was scratched from the trial because of the immunity law, but in May, the court ruled he had given the bribe. Since the case against him will have had to be started again, however, it is highly likely to be "timed out" by a statute of limitations before the judges have a chance to reach a verdict.
A more important consequence of today's decision will be to give a new relevance to two investigations in which Berlusconi is a suspect. In one, where charges are thought unlikely to be laid, allegations are being investigated that he "bought" two members of parliament with the aim of bringing down Italy's last, centre-left government. In the second investigation, he is accused of embezzlement and tax evasion in both Italy and the US.
The law, which the court today ruled unconstitutional, offered immunity from prosecution to the four top state officials: the president, the speakers of the two chambers of parliament and the prime minister.
The controversy over the role of the judiciary has reached fever pitch in recent days, following an announcement by a judge in Milan on Saturday that he had awarded damages of €750m (£691m) against Berlusconi's Fininvest group. The company at the apex of the prime minister's business empire was told to pay damages to the CIR group as compensation for having bribed a judge to ensure it won a battle for control of the publishing group, Mondadori.
Judge Raimondo Mesiano ruled that Italy's prime minister had been "jointly responsible" for the offence. Berlusconi's lawyer was convicted of bribing the judge two years ago.
El Constitucional echa por tierra la ley de inmunidad que protege a Berlusconi.
La decisión del tribunal italiano, por nueve votos a seis, abre la puerta al procesamiento de 'Il Cavaliere".
La Corte Constitucional italiana ha declarado inconstitucional por nueve votos a seis la ley de inmunidad conocida como Laudo Alfano que mantiene paralizados cuatro procesos contra el primer ministro, Silvio Berlusconi. La decisión es el peor escenario previsto por los abogados del magnate milanés. La Corte considera que la ley atenta contra dos artículos de la Constitución: el 138 (la inmunidad de los altos cargos debe legislarse por la vía constitucional y no por la ordinaria) y el artículo tres (todos los ciudadanos son iguales ante la ley). La consecuencia inmediata es que al menos dos de los cuatro procesos abiertos por los jueces contra Berlusconi podrán ser reabiertos.
Cuatro procesos paralizados
El abogado de Berlusconi: "La ley es igual para todos, no su aplicación"
El fallo del Alto Tribunal ha llegado al borde de las seis de la tarde, después de tres sesiones dedicadas a analizar el laudo, y fue tomado por mayoría de la sala. La decisión desprecia con argumentos estrictamente jurídicos las crecientes presiones políticas ejercidas en los últimos días por los medios de Berlusconi y sus propios ministros.
Bossi amenaza
Durante la mañana, el líder de la Liga Norte y ministro del Gobierno, Umberto Bossi, amenazó con "recurrir" al pueblo si los jueces tumbaban la ley Alfano. "Nosotros tenemos el pueblo", dijo Bossi, "pero yo estoy por la prudencia. ¿Quién querría retar la ira de los pueblos?". La intimidación del líder padano al Tribunal mientras éste se encontraba reunido a puerta cerrada para deliberar sobre una ley clave para el futuro político de Italia irritó a la oposición. Dario Franceschini, secretario general del Partido Democrático, afirmó que Bossi "obvia el más elemental conocimiento de las reglas de la democracia".
La decisión de la Corte fue apoyada por varios constitucionalistas, entre ellos Alessandro Pace, el representante de la Fiscalía de Milán (impulsora de dos de los tres recursos contra la ley Alfano) que no fue autorizado por la sala a participar en la audiencia pública del martes. A juicio de Pace, el Laudo Alfano "viola la Constitución en cinco puntos: el principio de igualdad; el automatismo generalizado porque se aplica incluso si se viola o se mata; la duración irracional del proceso; el tratamiento diverso a los presidentes y a los organismos que presiden; y la aprobación por ley ordinaria y no constitucional".
Berlusconi se reunió con sus ministros más cercanos en el palazzo Chigi en torno a las cuatro de la tarde. Seguramente sabían ya que el Tribunal iba a rechazar, por segunda, vez, el intento de elaborar leyes personales para salvar a Berlusconi de la acción de la justicia.

Cuatro procesos paralizados.
El Laudo Alfano ha paralizado cuatro procesos contra Silvio Berlusconi.
- 'Caso Mills'. Según la fiscalía, Berlusconi pagó 410.000 euros al abogado inglés David Mills, especialista en crear sociedades opacas en paraísos fiscales, para que testificara a su favor y mintiera en sede judicial durante los procesos All Iberian y Mediaset. Mills mintió a los jueces sobre el papel principal de Berlusconi en la estructura offshore creada para él por el abogado "para actividades ilegales y operaciones reservadas de Fininvest". Mills ha sido condenado en primer grado, aunque se declara inocente. La juez Gandus tiene la certeza de que el corruptor es Berlusconi. Pero, por ley, el juicio de Berlusconi debería comenzar de cero porque ya se sentenció al primer imputado.
- 'Caso Mediaset'. Dos sociedades offshore creadas por Mills compraron y vendieron entre 1994 y 1999 derechos de televisión y cine por 470 millones de euros. La Fiscalía de Milán cree que esas sociedades revendían los derechos a sucesivas empresas gemelas de Berlusconi, encareciendo el precio en cada pase. La diferencia entre el valor inicial y el valor final permitía crear millones de euros en dinero negro. Berlusconi tiene pendiente una acusación por fraude fiscal y otra por balance falso.
- 'Caso Mediatrade'. En fase de investigación preliminar, el fiscal De Pasquale cree que Berlusconi era el socio oculto de un intermediario, el egipcio estadounidense Frank Agrama, que compraba derechos a las majors americanas y luego los revendía a Fininvest y a Mediaset hinchando los precios. La técnica, similar a la anterior, serviría para detraer recursos al fisco italiano y al estadounidense y a los otros accionistas. Posible apropiación indebida y fraude fiscal.
- 'Caso de los senadores'. La Fiscalía de Roma (a diferencia de la de Milán, favorable a Berlusconi) solicita el archivo. Algunas escuchas telefónicas, ya publicadas, permitieron saber que, cuando era jefe de la oposición, además de recomendar a velinas y actrices al jefe de RAI Ficción, Agostino Saccà, Berlusconi conspiraba con dos senadores del centro-izquierda elegidos en el extranjero para que hicieran caer al Ejecutivo de Romano Prodi, que finalmente cayó, pero gracias al tránsfuga Clemente Mastella. La acusación es la de instigar a la corrupción.

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