martedì 26 novembre 2013

L'INCONTRO CON I COMPAGNI DI SEGI A MILANO

Lo scorso giovedì si è tenuto presso lo spazio occupato nella facoltà di scienze politiche di Milano uno degli incontri programmati per far conoscere la situazione dei compagni di Segi indagati dall’Audiencia Nacional di Madrid e prossimi al processo. Questo dibattito,presenziato oltre che dai due compagni baschi,è stato organizzato dai compagni universitari e da Euskal Herriaren Lagunak,gli amici ed amiche del popolo basco,e seguito da un buon numero di ragazzi quasi tutti di giovane età. Dopo una breve introduzione e qualche parola di ringraziamento per i militanti di Segi e per la loro disponibilità ad essere presenti in Italia grazie ad un permesso speciale,il compagno di Ehl ha descritto in maniera precisa per qualche minuto la storia politica dei paesi baschi facendo una digressione indietro negli anni per far capire meglio la situazione attuale di Euskal Herria analizzando e sviluppando le problematiche che hanno portato ad un conflitto questo paese nel cuore dell’Europa che lotta per il socialismo e l’indipendenza. Riguardo a Segi,che è stata l’organizzazione giovanile politica nata nel 2001 e illegalizzata dopo poco meno di un anno in Hegoalde(la parte sotto amministrazione spagnola)mentre in Iparralde(quella sotto il dominio francese)è stata messa al bando lo scorso anno,ci si è soffermati parlando delle altre formazioni nate negli anni precedenti,Jarrai ed Haika che facevano da parallelo ai gruppi politici di Kas(Koordinadora Abertzale Sozialista)e di Batasuna,anch’esse dichiarate fuori legge. Oggi invece la formazione giovanile,speriamo che vada avanti senza altri intoppi legali e politici,è Ernai,che fa da spalla a Sortu che è il movimento politico della sinistra abertzale che fa parte del gruppo di Eh Bildu. Ebbene Segi ha portato avanti il discorso indipendentista e socialista della passate formazioni che raccoglievano proseliti dai movimenti per le occupazioni agli antifascisti passando per il movimento femminista e gli antirazzisti,sempre in maniera diretta e pubblica. Il filo del ragionamento e della storia passa per il 1998,anno in cui ci fu il primo incontro tra il governo spagnolo,guidato allora dal PP(partito popolare)che incontrò le organizzazioni di sinistra basche,con risultati di illegalizzazioni di quotidiani in euskera,chiusura fisica di movimenti ideologici e politici baschi ed incarcerazioni di compagni alcuni dei quali ancora dietro le sbarre. Ci furono altri due tentativi di negoziazione stavolta col Psoe(socialisti)come interlocutore sordo di tentativi di trattare tra le parti,resi vani per colpa dello stato spagnolo che ha proseguito il suo processo di fascistizzazione promettendo,ed in questo caso avulso allo scenario politico anche mantenendo,l’arresto di centinaia di persone organizzando vere e proprie retate di amici presenti in stesse compagnie. Dal 1998 siamo passati al 2005 dove Segi ha avuto numerosi arresti per organizzazione illecita per arrivare nel 2007 dove quella incriminazione grazie ancora al persecutore Baltasar Garzon si aggravò in partecipazione in un’organizzazione terroristica vincolata a Eta. Le testimonianze dei compagni baschi,parlando dei 34 arresti avvenuti il 24 novembre del 2009 solo per aver manifestato i propri diritti in un corteo a Bilbao preceduta di un solo mese da un'altra maxi operazione avvenuta a San Sebastian,si soffermano sulle condizioni della maggior parte dei prigionieri che poi trovarono(e alcuni anche tutt’ora)molto difficile tornare a vivere in quanto non riuscivano a studiare,a dormire e ad avere problemi psichiatrici oltre a quelli fisici. Successivamente vi furono altre azioni contro Segi,Askapena(organizzazione internazionalista),Askatasuna(organizzazione contro la repressione)con altri arresti,più di 600 arrivando ad incarcerare pure gli avvocati dei compagni in lotta. Attorno al decennio 1997-2007 la gente non poteva esprimere liberamente il proprio voto in quanto tutti i movimenti dell’izquierda abertzale erano fuori legge,ma clandestinamente e allo stesso tempo alla luce del sole la lotta è proseguita lo stesso creando un processo politico per una risoluzione del conflitto basco,combattendo politicamente e socialmente contro i governi spagnoli e francesi. Parlando ancora a nome dei quaranta imputati del processo che parte il 26 novembre,oggi,si evidenzia il fatto che 36 di essi hanno denunciato le torture subite avvenute nei cinque giorni di incomunicabilità che gli aguzzini hanno come garanzia per poter ottenere l’autoincriminazione e lo sputtanamento dei propri amici. Ti arrivano in casa di notte,dove e come ne hanno voglia e si subisce una perquisizione violenta sia sulla propria persona che nel luogo dove si è:mentre avviene questo è presente una persona esterna alla polizia come figura di garante,ma appena questa esce di scena cominciano le minacce,le posture forzate e le violenze in auto o in camionetta prima ancora che ti portino a Madrid,sede dell’Audiencia Nacional. Durante questo tragitto sono tirate di capelli,colpi in testa e nei genitali e non è ancora niente di quello che ti può accadere,cominciano a distruggerti fisicamente oltre che come persona. Il momento più duro è proprio a Madrid,dove il compagno ci parla di due o tre interrogatori al giorno che durano fino a quattro ore ciascuno,il tempo esatto non lo conosce perché si è rinchiusi al buio e non si hanno orologi per misurare il trascorrere del tempo:è stato picchiato fino a perdere conoscenza,mentre gli inquisitori minacciano verbalmente azioni contro la fidanzata e la famiglia. Ci sono situazioni psicologicamente forti,con le grida dei compagni picchiati,in alcuni casi perché non sapevano dire il Padre Nostro in castigliano,gli facevano sentire l’inno spagnolo usato durante il periodo fascista,è stato spogliato simulando violenza sessuale,e racconti di compagne testimoniano che alcuni torturatori prima leccano la faccia e poi palpano i genitali(in un caso denunciato nel 2001 una ragazza ha subito la penetrazione vaginale con una pistola). Tutte queste denunce hanno riguardato circa diecimila persone,e solo in tre casi si è investigato,e comprensibilmente cinque giorni così lasciano strascichi che difficilmente si possono superare durante la vita. Dopo il periodo di incomunicabilità dove parenti ed amici non sanno nulla di te e di avvocati naturalmente non c’è presenza,vieni giudicato ed incarcerato per il momento con un minimo di otto mesi fino ad un massimo di due anni,pene che facilmente possono aumentare dieci volte tanto. Il processo che comincia oggi ha già alle spalle una spesa sociale altissima,infatti tra i quaranta compagni di Segi e altri appartenenti all’izquierda abertzale sono 76 i compagni in giudizio che hanno già pagato 1.700.000 Euro di cauzione per poter uscire dal carcere,con restrizioni sugli spostamenti(come già detto i due compagni hanno avuto un permesso speciale per poter essere in Italia),e con un impianto accusatorio che si basa solamente sull’autoincriminazione e la diffamazione verso compagni ed amici avvenute sotto torture. Tutti loro rischiano una pena da un minimo di sei ad un massimo di dodici anni,circa un milione di Euro di spese legali oltre al rischio di vedere chiuse 110 herriko taberne,le taverne del popolo,non dimenticando le altre duecento persone che sono ancora in attesa di giudizio. Tutti gli imputati vogliono,cosa che il governo assolutamente non tollera,che questo procedimento sia appellato come processo politico affermando nuovamente tutte le torture subite,in quanto i riscontri che hanno per giudicare,ripeto,sono solo politici perché i capi d’imputazione sono estorti dalle sevizie fisiche e psicologiche ricevute. Quattro imputati attualmente sono in clandestinità e verranno arrestati se presi,ed i compagni concludono la parte che riguarda la loro situazione attuale affermando orgogliosamente di essere pronti nuovamente a ripercorrere tutto quello che hanno fatto,anche con il rischio di venire arrestati e torturati nuovamente,indice del loro estremo amore verso il loro paese. Il dibattito si è svolto alternando anche delle immagine prese dalla rete e si è concluso parlando dei muri popolari che la gente di Euskal Herria ha organizzato per far sapere agli indagati che il popolo gli è vicino e parlando della Dottrina Parot che è stata dichiarata inammissibile dalla corte europea di giustizia di Strasburgo. Ho cercato di sintetizzare tre ore e mezzo di discussione che hanno catturato l’attenzione mia e dei presenti,auspicando il migliore esito possibile ai due ragazzi baschi che ora sono sotto il giudizio dello stato fascista spagnolo e anche ai loro compagni coimputati,con l’augurio di vedere realizzato un giorno il sogno di Euskal Herria. Gora Euskal Herria askatuta! Gora Euskal Herria sozialista! Jo ta ke independentzia eta sozialismoa lortu arte!

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