Nel primo caso è entrata in vigore un'ordinanza che vieta l'insediamento sul suolo comunale del comune di Spino di allevamenti di animali per ottenere pellicce,allegando alla mozione pure dei regolamenti migliorativi per la vita degli animali domestici e il divieto di esplodere botti durante le feste e il divieto di stallo di circhi che utilizzano animali per i loro tristi spettacoli.
Per quanto riguarda Bagnolo invece nei giorni scorsi si è inaugurata una via dedicata ai martiri di Marzabotto,la località bolognese sugli Appennini protagonista suo malgrado di uno dei più terribili eccidi commessi dagli usurpatori tedeschi nazisti e dai traditori italiani fascisti che causarono quasi ottocento morti nell'autunno del 1944.
Spino d’Adda. Vietato l’allevamento di animali da pelliccia sul territorio comunale.
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di Antonio Margheriti
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Spino d’Adda - E’ ormai in vigore da una settimana, dopo il voto del consiglio comunale di Spino d’Adda, il divieto di allevare, catturare e uccidere animali per ottenere pelli o pellicce ricavate da animali appositamente allevati, catturati o uccisi sul territorio comunale approvando la mozione proposta da UnaRivolta.
Un regolamento per gli animali Stando alle parole del sindaco Paolo Riccaboni il divieto è un ulteriore passo verso il riconoscimento dei diritti degli animali e arriva dopo l’approvazione del regolamento per il benessere degli animali e l’apertura di uno stallo temporaneo per cani persi e in attesa di essere resi al padrone o portati al canile. Non mancano anche una colonia felina riconosciuta e attrezzata e uno spazio sanitario per i gatti.
Stop ai botti
Ma le decisioni più incisive nel campo sono state il divieto dei botti a San Silvestro, di fare fuochi d’artificio all’interno delle feste e delle sagre e addirittura il divieto di sosta ai circo on animali oltre che l’avvio di un progetto di conoscenza del cane presso la scuola materna e organizza ogni anno la festa del cane al Parco Rosselli. Con il parco Adda Sud “Il nostro comune – spiega Riccaboni - sta dimostrando una fortissima coscienza nel rispetto dei diritti degli animali. Vogliamo vietare anche l'allevamento di animali da pelliccia e in particolare dei visoni, anche perché buona parte del nostro territorio è all'interno del Parco Adda Sud che lo vieta, in più reputiamo questi allevamenti un possibile pericolo per la biodiversità e, soprattutto, queste aree produttive, che non danno alcun indotto, non sono necessari per la sussistenza umana, ma hanno esclusivi fini edonistici”. |
Bagnolo Cremasco, una via a memoria dell’eccidio che nel 1944 provocò 800 vittime. La lettera del
sindaco di Marzabotto.
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di Antonio Margheriti
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Bagnolo Cremasco - Nei giorni scorsi a Bagnolo Cremasco si è tenuta la cerimonia di intitolazione di una via ai Martiri di Marzabotto. Il sindaco della città Romano Franchi ha scritto una toccante lettera al sindaco di Bagnolo Doriano Aiolfi per “ringraziare di cuore, a nome di tutta la nostra comunità, all’Amministrazione Comunale ed alla sezione Combattenti e Reduci del vostro Comune”. Una lettera che riportiamo integralmente.
Occasione di riflessione “Questa iniziativa rappresenta un importante omaggio alla memoria di tutte le vittime civili uccise dal nazi-fascismo il cui sacrificio ha permesso al nostro paese di ritrovare la libertà. E’ anche un’occasione di riflessione per ribadire il comune impegno a lottare contro ogni forma di violenza, per il rispetto della dignità di ogni persona, indipendentemente dal colore della pelle, dalla convinzione politica, dal ceto di appartenenza o dalla religione professata. In un momento difficile come quello odierno è importante dare segnali di coesione, di difesa dei valori della nostra Costituzione, di sostegno ai più deboli". Memoria per il futuro “Dobbiamo quindi lavorare insieme per la memoria e guardare al futuro. La conoscenza dei luoghi della memoria, in particolare dei giovani, è il miglior antidoto affinché le tragedie del passato non succedano più. La scuola oltre ad istruire in modo efficace, deve anche educare, cioè costruire dei cittadini responsabili, attraverso la formazione di una coscienza civile civica. Ognuno di noi deve dare l’esempio, attraverso azioni che, con onestà, combattano le disuguaglianze e le ingiustizie. Le istituzioni, prima di altri, devono davvero rappresentare il bene comune e la politica deve lavorare per l’interesse generale”. Monte Sole “Vorrei ora, brevemente, ricordare cosa è stata la tragedia che si è consumata da noi, nell’Appennino Bolognese, nei comuni di Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi, su un territorio che oggi viene identificato con il Parco storico di Monte Sole, la cima più alta di quel luogo, dove è posta una stele che ricorda i caduti della brigata partigiana che ha operato da noi, la Stella Rossa”. La storia “Siamo tra l’inizio di novembre del 1943 e la fine di settembre del 1944. Monte Sole è situato al centro di un sistema montuoso tra due fiumi, il Setta e il Reno. Lungo le due valli scorrono le due principali linee ferroviarie, la Porrettana e la Direttissima e due fra le più importanti strade carrozzabili che convergono verso Bologna, a venti km di distanza. Per questa particolare posizione strategica, per la natura del suolo e la fitta vegetazione dei suoi boschi, fu scelto come fulcro dell’area operativa partigiana. I partigiani via via aumentavano di numero, e trovavano appoggio nella solidarietà della popolazione che talvolta offriva loro del cibo o riparo nelle stalle o nei fienili”. Terra bruciata “Anche se mal armati, riuscivano a contrastare efficacemente le operazioni dei tedeschi. Il crimine di guerra voluto dal comandante tedesco Walter Reder che decise di fare terra bruciata su tutto il territorio, non fu una rappresaglia per la presenza dei partigiani. Fu uno sterminio scientifico, pianificato e implacabile, in ogni villaggio, in ogni casa. Non furono risparmiate neppure le chiese”. Ottocento morti “Gli uomini giovani e sani erano fuggiti, convinti che i vecchi, gli infermi, le giovani madri con i loro bambini sarebbero stati risparmiati. Non fu così. Sui nostri monti avvenne il più terribile degli eccidi di civili della storia d’Europa. La più giovane di quelle vittime fu un bimbo di appena 24 giorni: 216 furono i bambini uccisi con meno di 12 anni. Circa 800 le vittime in quei terribili 5 giorni, dal 29 settembre al 2 ottobre 1944, in gran parte donne, vecchi e bambini, 5 i religiosi uccisi, intere famiglie di 15-20 componenti”. Crimini contro l’umanità “Non furono soltanto azioni di guerra. Furono crimini contro l’umanità, in violazione alle leggi vigenti e alle convenzioni internazionali. Era gente semplice, abituata al lavoro duro dei campi, ma che aveva una grande dignità ed un profondo senso di giustizia. Su quei luoghi, come ho già ricordato, abbiamo realizzato il Parco storico e la scuola di Pace di Monte Sole. La vostra decisione serve innanzitutto a non dimenticare. La pace e lo sviluppo di rapporti di amicizia e collaborazione con tutti, a cominciare dal popolo tedesco, acquistano nuovi impulsi dal vostro impegno”. |
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