Anche oggi pomeriggio guardando uno speciale dedicato a lui su Rai Storia è venuto fuori il ritratto di una persona umile,pronta al sacrificio e vogliosa di scoprire e di imparare sempre qualcosa di più,uno scrittore e anche docente universitario con comparsate in politica in diversi schieramenti.
L'articolo preso dal Corriere della sera parla della sua carriera e raccolgie alcuni commenti dopo la notizia del suo decesso:correrà anche lassù,ne possiamo star certi.
Morto a 60 anni il velocista azzurro, per anni ha detenuto il record del mondo
Addio a Pietro Mennea, il re dei 200
Da tempo lottava contro un tumore
Berruti: «Era un asceta. Noi come Platone e Aristotele»
Morto a 60 anni il velocista azzurro, per anni ha detenuto il record del mondo
Addio a Pietro Mennea, il re dei 200
Da tempo lottava contro un tumore
Berruti: «Era un asceta. Noi come Platone e Aristotele»
È morto in una clinica di Roma, all'età di 60 anni, Pietro Mennea, ex velocista azzurro, campione olimpico a Mosca 1980 e per 17 anni detentore del record del mondo dei 200 metri. Da tempo lottava contro un tumore, sembra al pancreas.Berruti: «Era un asceta. Noi come Platone e Aristotele»
L'ORO OLIMPICO - L'anno dopo a Mosca, ai Giochi Olimpici, Mennea vince l'oro, beffando per due centesimi Allan Wells. «La Freccia del Sud», questo il soprannome dato all'atleta italiano, torna dalla Russia anche col bronzo della 4X400 e nel 1981 annuncia il ritiro salvo poi tornare sui suoi passi. Per lui arrivano altre due medaglie mondiali (bronzo nei 200 e argento nella 4X100 a Helsinki '82) e un oro ai Giochi del Mediterraneo nei 200 mentre le successive partecipazioni olimpiche (Los Angeles '84 e Seul '88) gli riservano solo delusioni anche se in Corea del Sud si toglie la soddisfazione di fare da alfiere per l'Italia durante la cerimonia d'apertura. Per lui, nel 1983, anche il primato mondiale dei 150 piani con 14"8 a Cassino. Sposato con Manuela Olivieri, Mennea ha ricoperto, a livello sportivo, anche la carica di direttore generale della Salernitana nella stagione '98-99 ma è stato anche eurodeputato dal '99 al 2004 e docente universitario all'Università Gabriele d'Annunzio di Chieti-Pescara.
«ERA UN ASCETA» - «Scompare un asceta dello sport, interpretato sempre con ferocia, volontà, determinazione». Livio Berruti, medaglia d'oro nei 200 metri alle Olimpiadi di Roma 1960, ha ricordato così Mennea: «È stato un inno alla resistenza, alla tenacia e alla sofferenza. All'atletica italiana manca questa grande voglia di emergere e di mettersi in luce». «Tra noi c'è stato un rapporto molto dialettico - ricorda ancora Berruti -: per lui l'atletica era un lavoro, io lo facevo per divertirmi; lui era pragmatico, io idealista. Il nostro è stato uno scontro, come tra Platone e Aristotele».
LA CAMERA ARDENTE - Appresa la notizia della morte del campione, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è rientrato precipitosamente da Milano, dove si trovava per impegni di lavoro. Il numero 1 dello sport italiano ha disposto l'allestimento della camera ardente per giovedì pomeriggio, nella sede del Coni, a Roma. In una recente intervista al Corriere del Mezzogiorno aveva tracciato un bilancio sulla sua vita.
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