lunedì 20 giugno 2011

L'ANARCHIA NEL PALLONE

Post storico calcistico che guarda principalmente all'Argentina con incursioni in tutto il mondo con la storia di alcuni clubs più o meno noti che hanno avuto la medesima nascita avvenuta grazie all'impegno di alcuni anarchici che si sono raggruppati dando battesimo a tali società.
Tratto da Senza Soste l'articolo pone lo stretto rapporto tra la vita politica e quella sportiva,legata a doppio filo,in cui almeno nei primi anni di esistenza,ha saputo creare un'unione di persone animate dagli stessi desideri,passioni ed ideologie.
Tali squadre,tutte nate in quartieri popolari,hanno attinto proprio in tali luoghi sia i loro primi giocatori che i propri tifosi,arrivando in alcuni casi al top del livello calcistico mondiale come nel caso dell'Argentinos Juniors.

Calcio e anarchia.

Il calcio, come tutti sanno fu inventato il Inghilterra e poi 'esportato' nel resto del mondo dai marinai e dagli operai specializzati incaricati di rigenerare ogni giorno il capitale della borsa di Londra. In Buenos Aires, lo giocarono gli operai dei cantieri navali, i ferrovieri e i panettieri, affiliati alla Federacion Obrera Region Argentina, un sindacato capace in appena tre anni, di dichiarare 775 scioperi. E ad essa, fanno in riferimento squadre come ‘ Los Martires de Chicago’, che poi diventerà ‘ Los Argentinos Juniors’ fondata il 15 agosto dell’anno 1904 in una biblioteca anarchica del quartiere della Avellaneda, il quartiere proletario per eccellenza. I‘ Martires’, vincono 2-1 contro il ‘Sol de la Victoria. E l'anno dopo patiscono la sconfitta più disastrosa , contro ‘La Prensa’. La squadra dell'odiatissimo e reazionario quotidiano di Buenos Aires.I giocatori vestono una maglia nera con una stella rossa , mentre il nome di ‘Martiri’ ricorda i cinque anarchici condannati a morte e impiccati a Chicago il 4 maggio del 1886.
Malgrado in tutto il mondo nascessero squadre di forte impronta anarchica, come l’Hayduk di Spalato che si chiamava in origine ‘Anarkho’o il ‘Libertarios futebol clube’ della città di Santos in Brasile, il movimento , per quanto riguarda il calcio si divideva. Ma gli operai che praticano uno sport, di quelle polemiche non se ne danno per inteso e men che meno gli anarchici di Buenos Aires, loro vogliono continuare a giocare a calcio.La squadra dei ‘ Martiri’ passa con grande disinvoltura da sconfitte disastrose a vittorie folgoranti. In questa altalenanza di risultati non è estraneo il modulo di gioco adottato. La squadra si dispone con un 2-3-5, e con un modulo come questo, non può che andare in questo modo. Il primo maggio del 1906, sempre all’ Avellaneda, nasce l’Independiente. Il club lo fondano gli impiegati di un magazzino inglese, il ‘Ciudad de Londres’ che si proclamano ‘Indipendenti dai padroni’ I 'Martiri' si sono fatti ormai un nome tra i tanti club che stanno nascendo allora a Buenos Aires, tanto che nel 1912 viene loro proposto di entrare a far parte della Liga Central. Proposta che i dirigenti e i giocatori rifiutano con sdegno, perché loro in prima divisione ci vogliono arrivare per meriti sportivi e non certo per decreto.
I ‘Martiri’ vivono con spasmodica attesa la partita contro il ‘Club Sportivo Palermo’. Il ‘Palermo è infatti la squadra della borghesia che vive e lavora nel quartiere omonimo. E’ in quel quartiere che il 25 gennaio 1923 Kurt Gustav Wilckens ammazza il colonnello Varela. ‘Ha ucciso i miei fratelli’ dice ai poliziotti che l'hanno appena arrestato e tutti capiscono subito cosa egli intende dire. Varela ha fatto ammazzare in Patagonia due anni prima più di 2000 braccianti.Nascono anche altre squadre di calcio come quella fondata da Tomas Basanez lo scudo, i colori erano quelli anarchici e a Buenos Aires i suoi tifosi sono conosciuti come i ‘defensores de la huelga’, perché fanno da servizio d’ordine ai picchetti e alle manifestazioni operaie.E’ stato fondato anche il ‘Chacarita’, in una biblioteca anarchica del Barrio Independencia, nei pressi del più grande cimitero della città. Dove fu sepolto Severino Di Giovanni l’anarchico fucilato dalla dittatura. Nel 1925 fu inaugurato in avenida de San Martin y Punta Arenas il nuovo stadio.
Ma ormai tutto cambiava. Negli anni ’30 cominciava ad affermarsi il professionismo e il calcio proletario spariva. Cominciarono quelli del ‘River ’quando nel 1932 acquistarono per una cifra inaudita un centravanti .Anche lo Juniors si adeguò e cominciò a comprare e a vendere giocatori.E soprattutto abbandonò il quartiere che lo aveva visto nascere, trasferendosi al barrio della 'Paternal' nel centro di Buenos Aires. Lo 'Juniors' cominciò anche a vincere. Conquistò infatti il torneo del 1984, il campionato nazionale del 1985 e quello del 2010. Vinse anche una coppa 'Libertadores' e una 'Interamericana'. Tra i tanti vi giocò il divino Diego che con 116 reti è anche il miglior marcatore nella storia del club.Lo 'Juniors' era però diventato un club come tanti altri e nulla ormai ricordava quello che era stato un tempo. Però, come quasi sempre succede nella storia, ci sono dei fili sottili e tenaci da dipanare. Esistono infatti club che si rifanno a quei tempi.Oggi del calcio che fu dei 'Martiri' e di tante altre squadre , se ne trovano tracce. In Brasile, nella squadra del 'Primo Maggio' che si definisce: 'Anarchico-Autonoma' . La ‘Rash Skinheads Rojos y Anarquistas’, la ‘rete’ degli skinheads ha gruppi sportivi anche ad Oaxaca, la città messicana che da anni si autogestisce e che resiste allo stato messicano. Nella San Francisco Bay c'è l’ ‘Anarchist Soccer League’.La squadra migliore che partecipa al campionato è il ‘Kronstadt’, chiamata così in onore dei marinai rivoluzionari.
Un compagno del ‘Kronstadt’, prima di una partita, rispondendo a un intellettuale, supponente come lo sono di solito quelli di sinistra , che gli chiedeva se il gioco del calcio non lo allontanasse dalla rivoluzione , ha risposto:‘ Se non posso giocare a calcio, non voglio avere nulla a che fare con la tua rivoluzione’.Non si sa quale sia stato il risultato finale di quella partita ma in fondo non importa.
tratto da Senza Soste n.59 (aprile 2011)

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