mercoledì 8 giugno 2011

FIGLIO DEL PRECARIATO

Articolo che riguarda Crema e nello specifico la storia di una persona che ha cercato aiuto e che per ora ha avuto la solidarietà di alcuni compagni che militano nel sindacato Cobas che organizzeranno per domani mattina un presidio per far si che Mihai e la sua famiglia non vengano sfrattati.
La causa di tale sfratto è l'insolvenza che questo operaio ormai senza lavoro da mesi ha nel pagamento dell'affitto e delle bollette che gravano sulla gestione di un'abitazione:il tutto perchè non ha chinato il capo davanti ad un ingiusto licenziamento impugnato al tribunale di Crema.
Effetto di ciò è che Mihai è nella lista nera delle agenzie interinali,le uniche che fino a poco tempo fa hanno permesso al giovane rumeno di guadagnarsi da vivere,e da quel momento per lui è stato impossibile trovare un contratto anche di pochi mesi.
Questo altro"figlio"del precariato è solo un altro tassello del puzzle che nel corso degli ultimi quindici anni ha espanso il proprio volume con politiche del lavoro sempre più sorridenti ai padroni e agli evasori a scapito del lavoratore stretto nella morsa di un futuro senza futuro.
Articoli presi da Indymedia Lomnbardia e Cremona on-line.

-SFRATTO A CREMA - LOTTA PER IL DIRITTO ALLA CASA
GIOVEDÌ 9 GIUGNO DALLE ORE 07.00: PRESIDIO ANTI-SFRATTO A CREMA, VIA CREMONA, 48/B .
Mihai Claudiu, operaio, licenziato dopo circa 5 anni dalla Isoelectric di Bagnolo Cremasco è senza stipendio da 18 mesi, tutt’ora è senza lavoro.
Tutte le agenzie del lavoro hanno ormai immesso il suo nominativo nella “lista nera” e ogni sua richiesta di lavoro viene scartata, perché dopo il licenziamento è ricorso al Tribunale di Crema per il diritto ad essere reintegrato sul posto di lavoro. In carico ha moglie e una figlia di 6 anni. Lo sfratto è esecutivo, ma le uniche risposte del Comune di Crema alle sue richieste di aiuto, per un alloggio di emergenza, ha ricevuto solo atteggiamenti di stizza dai vari responsabili, alcuni tra i quali (alcuni assistenti sociali e l’assessore Capetti) a lui si son rivolti con: “ vai ad abitare nel parco o sotto i ponti” oppure “a te ti proponiamo di andare alla Caritas, a tua moglie la mandiamo dalle suore e tua figlia l’affidiamo agli assistenti sociali”.
Oltre al doveroso sforzo per impedire questa ennesima violenza anti-proletaria, vogliamo rivendicare il diritto alla casa, al lavoro, e chiediamo il blocco di tutti gli sfratti.
Invitiamo i lavoratori, i disoccupati, i precari, i compagni e le compagne, a sostenere la lotta per il diritto alla casa, perché la famiglia Mihai, così come tante altre a causa della crisi, non possano essere cacciati in mezzo alla strada, ma soprattutto per dare forza ad una prospettiva di autodifesa e autorganizzazione che ci deve vedere impegnati in una dura lotta contro un sistema che produce miseria e sfruttamento.
http://sicobas.org/notizie/506-lotta-per-il-diritto-alla-casa
Senza lavoro e futuro da un giorno all’altro.

Egregio direttore,
mi chiamo Claudiu Mihai Traian e ho 29 anni; sono un cittadino comunitario (romeno), vivo in Italia da 9 anni, sono sposato con una cittadina italiana e insieme abbiamo una figlia che ha 6 anni. Vivo a Crema in via Cremona 48/B insieme a mia moglie, mia figlia, mio fratello e mia sorella. Sono disoccupato da 18 mesi, in Italia ho lavorato un anno nel settore edilizia, poi 2 anni come giardiniere; la ditta ha cessato l’attività. Dopo ho lavorato quasi 5 anni in fabbrica, settore gomma e plastica; improvvisamente sono stato lasciato a casa, senza motivo o preavviso.
La disoccupazione non l’ho potuta prendere per motivi burocratici e tramite i sindacati ho fatto causa alla ditta per la riassunzione,ma il processo continua a rinviarsi (l’ultima udienza, forse quella finale, è l’8-11-2011). Il lavoro non lo trovo più perché tutti i lavori vanno tramite le agenzie interinali; io sono in causa con la ditta e con l’agenzia interinale e in tutte le agenzie per il lavoro dove sono andato mi chiedono del processo: «Come mai sig. Mihai la causa, come mai il sindacato?» e rimaniamo d’accordo che mi chiamano, ma non lo fanno. Ho chiesto aiuto in Comune a Crema ma non hanno fatto niente (aiuto affitto, casa comunale, un lavoro, niente); i servizi sociali, dopo tante insistenze, mi hanno detto che non c’è niente che loro possono fare, e che posso abitare sotto il ponte o nei parchi (...). Sono andato anche dall’assessore degli servizi sociali. Attualmente ho lo sfratto esecutivo che è stato rimandato dall’ufficiale giudiziario per la seconda e ultima volta il 9-06-2011; il gas è chiuso da un anno, la luce da qualche mese. Siamo disperati. Avevo un lavoro, un futuro davanti, adesso non c’è più niente, siamo diventati, da una famiglia normale, una famiglia senza tetto e senza futuro. Il Comune e gli assistenti sociali hanno deciso di separare la mia famiglia: io dovrei andare (se c’è posto) alla Caritas, mia moglie dalle suore emia figlia chissà dove. Tutti fanno scarica barile. Adesso mi hanno fissato un altro appuntamento con i Servizi sociali l’1-06-2011 e con il sindaco. Il giorno 9-06-2011, il giorno dello sfratto, l’Associazione S.I.Cobas — insieme a parenti, conoscenti, amici, abitanti cremaschi che sanno la mia storia e non possono credere che una simile ingiustizia può esistere—presidierà l’abitazione nell’ultimo disperato tentativo di opporsi alle ingiustizie che si stanno per compiere. Io non voglio perdere la mia famiglia perché una ditta cremasca milionaria ha puntato il dito contro di meed ha detto «Tu domani non ci sei più e in questa città, se fai la causa, tu non lavori più». Se c’è qualcuno in grado di fare qualcosa o solo di darmi un consiglio il mio numero di telefono è 3473453477. Il mio indirizzo e-mail è claudiu234234@yahoo.com
Claudiu Mihai Traian (Crema)

Abbiamo raccolto il grido di disperazione di questo cittadino romeno in Italia da nove anni e ormai cittadino ‘adottivo’ cremasco che è rimasto senza lavoro, rischia lo sfratto della casa e addirittura rischia di non poter mantenere unita la sua famiglia. Non si è arreso, ha combattuto, ha bussato a tante porte ma per ora non ha avuto soddisfazione. La sua lettera al giornale è un po’ l’ultima spiaggia. Credo che meriti risposte serie.

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