giovedì 12 maggio 2011

SCARSEZZA DI ARGOMENTAZIONI PER LE AMMINISTRATIVE MILANESI

Più si avvicina la tornata elettorale per l'elezione del nuovo sindaco di Milano e più lo scontro si fa infuocato e la candidata per la successione Moratti,evidentemente povera di argomenti,parla di gossip e di presunti atti criminosi del candidato vendoliano Pisapia.
Tralasciando questo episodio tipico italiano,voglio sottolineare come lo fa il primo articolo proposto dalla redazione di Senza Soste,i milanesi tengono a disposizione molte sfaccettature che gli elettori hanno da contraltare al mero dibattito politico:si parte dall'influenza che ha avuto e che avrà la vittoria del Milan berlusconiano,l'ingerenza della 'ndrangheta,il fatto che il candidato consigliere Lassini non abbia fatto un passo indietro dopo la comparsa dei suoi manifesti e le ripercussioni che la scelta di Milano come città ospitante dell'Expo 2015 ha ed avrà nel futuro prossimo.
Il secondo contributo tratto da Indymedia Lombardia che riprende Repubblica on-line parla del fascista Marco Mantovani candidato sindaco per Fogna Nuova che assieme ad altri nove teste marce è stato indagato dopo le perquisizioni domiciliari in cui sono stati ritrovate armi e oggetti atti ad offendere oltre che materiale propagandistico fascista.
Le indagini sono state aperte non solo per le numerose aggressioni avvenute contro compagni ed antifascisti ma pure per scontri interni a queste merde che ben fanno ad eliminarsi tra di loro(vedi gli scontri tra ca$$apoundisti e fognanovisti per strada e alla Cattolica).
Ultima considerazione è quella che accomuna non solo i candidati milanesi ma quelli italiani in generale:troppa merda spalata a vanvera a scapito di parlare dei problemi reali e delle eventuali soluzioni che potrebbero interessare la gente
Per maggiori info sul degrado del centrodestra milanese consiglio di visionare questo link:(http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2011/05/che-succede-milano.html).

Milano, elezioni e familismo. Scontri e alleanze tra parenti.
Persino il Sole 24 ore, la cui moderazione nei confronti del berlusconismo sotto la dirigenza Riotta era diventata proverviale, si sta rivelando insofferente verso il centrodestra e il tipo di campagna elettorale che sta conducendo. Dal surreale manifesto sulle "Br in procura" in poi, al quale è seguita una altrettanto surreale faida interna e pubblica, il centrodestra non ce l'ha fatta a vestire i panni che piacciono all'establishment milanese. Panni che dovrebbero essere conservatori ma moderati, di destra ma illuminati. Con un riferimento ad un sistema di valori espressi in modo pragmatico e concreto. Come da canoni di ideologia lombarda. Solo che il centrodestra è complessivamente in calo di consensi, non ha l'appoggio dei finiani e dell'Udc come nel 2006 ed ha anche un disperato bisogno di urlare per mobilitare il proprio elettorato attualmente incline all'astensione. Come per le politiche nazionali del 2006, quando la remuntada di consensi portò Berlusconi al pareggio con il governo Prodi al senato decretando vita breve al governo di centrosinistra, il centrodestra ha soprattutto badato a fare una campagna elettorale basata sulla capacità di alimentare discorsi da bar, da metropolitana, da pausa sigaretta appena fuori dalla discoteca o dal ristorante. Così ecco le "Br in procura", la "sinistra che non si lava" e, buon ultimo, "Pisapia ladro di automobili" gridato dalla Moratti.
Il centrosinistra, a parte Grillo che ha fatto spettacolo in piazza duomo, ha badato soprattutto all'effetto logoramento di questa strategia. In piena dipendenza dal comportamento del centrodestra. Del resto, nel bene e nel male, è l'unica strategia che conosce. Vedremo a partire dal lunedì sera, chi avrà ottenuto voti con il proprio specifico comportamento.

Quello che oltretutto colpisce nella campagna elettorale milanese è un tratto tipico delle democrazie cosiddette liberali. Che sono basate sul primato di leadership e delle loro private reti di potere. Quello che la propaganda chiama "le persone al posto dei partiti". Infatti così è: praticamente scomparso il protagonismo dei partiti, anche rispetto agli anni '90 o ai primi anni 2000, sulla scena ci stanno i personaggi. Finisce così in modo perfettamente liberale: come negli Usa dove la presidenza è affare di potentati familiari che in qualche modo si allocano in politica (un tempo i Kennedy poi i Clinton o i Bush. O la dinastia di sindaci Daley a Chicago). A Milano abbiamo invece una Letizia Moratti, moglie di Gianmarco il petroliere, candidato sindaco contro la cognata. Che altro non è che Milly Moratti, sorella del presidente dell'Inter, che fa campagna attiva per il centrosinistra. Così in Italia la politica liberale del personaggio, e della sua rete di potere familiare, non cerca di occupare uno schieramento ma produce persone che hanno reti di rapporti familiari, e di potere, che di schieramenti ne toccano almeno due. Al derby tra familiari finisce per sovrapporsi, per capire come funzionano i rapporti reali di potere nel momento in cui si cerca di estrarre consenso, anche quello calcistico. Il Moratti presidente dell'Inter, fratello di Gianmarco, ha fatto dichiarazione di voto contro il centrodestra, che è guidato dal presidente del Milan.
Squadra che proprio il 14 maggio, giorno elettorale, organizzerà una festa per lo scudetto dove il presidente, che sostiene il sindaco uscente, non mancherà certo di comportarsi in modo di raccogliere consenso per l'urna specie tra chi ancora deve andare a vortare.

E che dire di Pisapia? Per lui si sta dando un gran daffare il cugino che altro non è che Luigi Agnoletto. E così spoliticizzazione, familismo, calcio come strumento di raccolta voti, campagna elettorale da battute di basso cabaret (tanto da rendere difficile il lavoro dei comici) si presentano come la cifra della politica della Milano liberale e avanzata. Quanto al familismo estremo bisognerà vedere quanto conterà quello della 'ndrangheta. Ha i propri candidati, sui quali convergeranno voti sicuri, e presidia un mondo importante per le relazioni comunicative ed elettorali di oggi: la discoteca. Di sicuro il test elettorale milanese ci dirà molto non solo dello stato del governo ma anche della morfologia di un territorio.

(red) 12 febbraio 2011

Milano: indagato il candidato sindaco di Forza Nuova.


Perquisita la casa di Marco Mantovani, trovate mazze forse usate in assalto a esponenti di «Casa Pound»

MILANO - La Digos di Milano mercoledì mattina ha perquisito le case di dieci militanti di Forza Nuova, tra cui il candidato sindaco Marco Mantovani. Tutti sono indagati per una serie di reati minori tra cui lesioni, violenza privata aggravata, porto di strumenti atti ad offendere e danneggiamento. A casa di Mantovani in particolare sono state trovate le mazze che si pensa siano state usate lo scorso 1° aprile in via Lanzone contro tre giovani appartenenti al movimento di estrema destra «Casa Pound». Negli appartamenti perquisiti è stata sequestrata una grande quantità di oggetti atti a offendere, tra cui coltelli, manganelli con la scritta Dux Mussolini, asce, tirapugni e verghe.

I BLITZ DI APRILE - In particolare, i militanti di Forza Nuova il 1° aprile scorso hanno aggredito in via Lanzone tre giovani di Casa Pound intenti a fare attività di «attacchinaggio». In quel caso sei appartenenti a Forza Nuova furono indagati. Il giorno successivo, altri militanti di estrema destra fecero irruzione in un presidio organizzato dalla Lega Nord, urlando frasi offensive. In quell'occasione furono lanciati alcuni fumogeni e esploso un petardo. Tredici in tutto le persone deferite. Il 14 aprile, militanti hanno fatto irruzione in uno stabile Aler di Viale Romagna (13 denunciati) mentre il 18 aprile simpatizzanti di Forza Nuova hanno interrotto un incontro elettorale (15 deferiti). Il 27 aprile, alcuni militanti hanno danneggiato, secondo quanto sostiene l'accusa, un gazebo in Piazza Argentina; due giorni più tardi, durante un convegno allo Spazio Guicciardini per commemorare un giovane militante di sinistra assassinato nel 1976, hanno fatto irruzione lanciando fumogeni e facendo esplodere diversi petardi.

«MACCHINA DEL FANGO» - In un comunicato, Forza Nuova di Milano respinge le accuse che vengono contestate ai suoi dieci militanti e parla di «macchina del fango contro un partito come Forza Nuova, privo di alcuna copertura politica "democratica"». Nel merito dei presunti episodi violenti contestati, Fn spiega che per quanto riguarda l'aggressione del 1° aprile scorso «ai ragazzi di Casa Pound non solo rigettiamo l'accusa ma denunciamo che non esistono né le vittime né la denuncia circa questo fantomatico atto». «Respingiamo anche l'accusa di aver danneggiato i gazebo del candidato sindaco Pisapia: poiché siamo regolarmente presenti alle elezioni noi avremmo voluto confrontarci democraticamente in un dibattito pubblico». Per gli altri episodi il partito di Roberto Fiore, parla di «interventi estemporanei di denuncia» e «brevi manifestazioni di protesta», così come per quella «alla pretestuosa commemorazione di Gaetano Amoroso alla sala Guicciardini». Infine, Forza Nuova spiega spiega che «le armi improprie» sequestrate nel corso delle perquisizioni «spicca per quantità il numero di spade medievali che sono oggetto di collezionismo». «Non c'erano mazze, ma un semplice pezzo di legno (dicesi uno) - conclude il comunicato - e alcuni cavi elettrici tagliati oggetto di trasloco recente, oltre ad un'arma regolarmente denunciata da anni con porto d'armi ad uso sportivo».

Redazione online
11 maggio 2011

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