lunedì 16 maggio 2011

ANCORA UN MASSACRO DEI MAIALI IN DIVISA A GENOVA

Approfitto dell'occasione che purtoppo mi fornisce Indymedia Ligura per accorpare un paio di articoli che riguardano Genova,cominciando a parlare del secondo(tratto da"Senza Soste però)scritto un mesetto fa e che riprende un pezzo de"Il fatto quotidiano"in cui sono scritte le motivazioni per le condanne dei 28 sbirri  indagati(e condannati)per la famosa irruzione con relativi pestaggi e torture che avvennero durante il tristemente famoso G8 del 2001(la celeberrima macelleria messicana).
Condanne mai scontate per la prescrizione dei fatti e tutt'ora non so quanti risarcimenti siano stati pagati alle vittime delle torture fisiche e psicologiche che centinaia di ragazzi,molti dei quali stranieri,hanno subito(ah,dimenticavo,quegli indennizi li pagheremo tutti noi!).
L'articolo primo è invece la triste storia che per protagonisti hanno sempre degli sbirri picchiatori,falsi e omertosi stile mafia che hanno massacrato un portuale genovese durante un controllo nei pressi di un'uscita autostradale a Genova.
Giuseppe Martelli,Stefano Efori,Igor Piperis e Simone Attanà,questi i nomi degli sbirri della stradale indagati per lesioni e falso,hanno altresì dichiarato che l'uomo martirizzato abbia combinato tutto da solo dando craniate al muro...e sperando che vengano giudicati e condannati come la legge impone,vedremo se pure loro godranno della prescrizione dei reati.

GENOVA: Polizia Stradale nella bratta.


4 Poliziotti della Polizia Stradale giocano a pungiball con la capoccia d’un operaio della CULMV.


Genova ed il rapporto conflittuale con le sue “forse” di Polizia.
Dopo lo scioglimento della Squadra Antidroga (Commissariato Centro), un’inchiesta su sbirri in odor di mala (nientepocodimeno che l’ex Questore di Genova Fioriolli), capi della Squadra Mobile Genovese che pippano coca tra un risotto e n’aragosta (v. Claudio Sanfilippo) e numeri uno dei vertici delle “forse” di Polizia rinviati a giudizio per gravissimi reati (v. Vincenzo Canterini, Francesco Gratteri, Giovanni Luperi, Spartaco Mortola, Alessandro Perugini etc etc) adesso e la volta della Polizia Stradale di Genova Sampierdarena.
Giuseppe Martelli, Stefano Efori, Igor Piperis e Simone Attanà. Son i 4 agenti della Stradale di Genova-Sampierdarena che all’interno della caserma adiacente l’uscita autostrada Genova-Ovest, hanno saccagnato di botte un operaio portuale reo d’aver preteso rispetto e detto: “e cosa fate ora? Mi Picchiate?”.
Trauma cranico, frattura alla mandibola e al naso, tanto da fargli perdere i sensi. Per gli agenti, Igor Parrilli (l’operaio autolesionista) s’è l’è date di santa ragione da solo (consueta sindrome genovese di autopestamento).
La stessa da cui erano affetti i manifestanti del G8 e della Diaz nel 2011 che si sono massacrati da soli.

Doc. pdf.: “Polizia_Stradale_Genova_nella_bratta”
http://piemonte.indymedia.org/attachments/may2011/polizia__stradale_geno...

Articoli (più o meno) correlati:

- “Oscar Fioriolli, sbirro in odor di mala”.
http://piemonte.indymedia.org/article/12113

- “Colucci: per telefono non si parla…”
http://piemonte.indymedia.org/article/9156

- “Spartaco Mortola Condannato a 3 anni e 8 mesi di reclusione”
http://piemonte.indymedia.org/article/8806

- “Canterini, Gratteri, Luperi, Caldarozzi e Mortola subito a casa ...”
http://piemonte.indymedia.org/article/8872

- “Spartaco Mortola: PP - pregiudicato promosso”
http://piemonte.indymedia.org/article/9632

- “Claudio Sanfilippo cocainomane marcio”
http://piemonte.indymedia.org/article/6638

- “Carabinieri Vs Polizia: Commissariato Centro Matteotti perquisito”
http://piemonte.indymedia.org/article/12286

G8 di Genova: “A Bolzaneto ci furono episodi di tortura per motivi abbietti”.
Le motivazioni della sentenza che ha confermato la colpevolezza degli agenti, raccontano l'inferno della caserma: "Insulti, percosse, uso di sostanze urticanti. E costrizione a pronunciare frasi inneggianti al nazismo e al fascismo. E' il massimo del disonore di cui può macchiarsi la condotta di un pubblico ufficiale"

Definizione del concetto di “tortura”, più l’aggravante dei “motivi abbietti”. Dieci anni dopo, le motivazioni della condanna in appello contro gli imputati della “macelleria messicana” del G8 di Genova del 2001, non risarciranno le vittime di tre giorni di “sospensione della democrazia”, ma daranno un contributo fondamentale al ripristino di uno stato di diritto. Emessa il 5 marzo 2010, da una corte presieduta da Maria Rosaria d’Angelo, con Roberto Settembre giudice a latere, la sentenza aveva confermato tutte le accuse del verdetto di primo grado, dichiarando però il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione per 28 imputati, mentre ha confermato la sentenza di primo grado a carico di altri quattro.

Tra i primi, spicca l’allora vice-capo della Digos Alessandro Perugini, filma­to mentre sferrava una micidiale ginocchiata in faccia un quindicenne già sanguinante e gonfio di botte. Tra quelli per cui la sentenza di primo grado è stata confermata, invece, c’è l’ assistente capo Massimo Pigozzi che , afferrata una mano di Giuseppe Azzolina, uno degli arrestati, ne aveva divaricato le dita sino a lacerarla fino all’osso. Richiamandosi alla legge 3/11/1988 n° 498 con cui l’Italia ha fatto propria la convenzione contro la tortura (firmata a N.York il 10/12/1984) il giudice Settembre scrive – contro l’opinione dei difensori degli imputati – che il termine tortura indica “qualsiasi atto mediante il quale sono intenzionalmente inflitti a una persona dolore o sofferenze fisiche o mentali, al fine di ottenere da essa o da una terza persona informazioni o confessioni, di punirla per un atto che essa ha commesso o è sospettata di aver commesso, di intimorirla o di far pressione su di lei … qualora tali sofferenze siano inflitte da un agente della funzione pubblica o da ogni altra persona che agisca a titolo ufficiale o su sua istigazione o con il suo consenso…”.

Secondo il giudice infatti, rientrano sotto questa categoria gli atti commessi all’interno della caserma di Bolzaneto. Ecco alcuni passaggi delle motivazioni della sentenza, che raccontano ciò che accadde quella notte: “Insulti e percosse all’arrivo degli arrestati”, “l’imposizione di ‘posizioni vessatorie’”, “il passaggio tra due ali di agenti che percuotevano con schiaffi e calci, ingiuriavano e sputavano”, il fatto di costringere gli arrestati “ a stare in ginocchio con il viso alla parete per 10,18 o 20 ore”, anche se feriti, le “percosse al corpo compresi i genitali, con le mani coperte da pesanti guanti di pelle , o con i manganelli…”, “l’uso di “sostanze urticanti nelle celle”, gli “insulti a sfondo sessuale, o razzista o le minacce di percosse o di morte o di stupro” , ”la costrizione a pronunciare frasi lesive della propria dignità inni al fascismo, al nazismo e alla dittatura di Pinochet”.

Scritti in due anni di lavoro “matto e disperatissimo” da Roberto Settembre, gli ‘elenchi’ che motivano la condanna non hanno nulla da invidiare a quelli della trasmissione di Saviano, specie dove richiamano l’ aggravante dei “motivi abbietti” : «Richiamarsi platealmente al nazismo e al fascismo, al programma sterminatore degli ebrei, alla sopraffazione dell’individuo e alla sua umiliazione – scrive Settembre – proprio mentre vengono commessi i reati contestati o nei momenti che li precedono e li seguono, esprime il massimo del disonore di cui può macchiarsi la condotta del pubblico ufficiale». Lo Stato italiano deve prendere atto dell’esistenza di reparti fascistizzati nella polizia, ma non c’è una presa di posizione né tantomeno le scuse alle vittime. L’unico sprazzo di verità che emerge da questa storia balcanica viene dalle parole del magistrato, che oggi suonano come l’epitaffio di una democrazia al tramonto: “I fatti specifici di violenza causarono alle parti offese dolore fisico, dolore psicologico, lasciarono tracce visibili sui loro corpi, sui volti, sulle braccia, sulle gambe, e indussero moltissimi di loro a urlare il loro dolore”.

tratto da http://www.ilfattoquotidiano.it

18 aprile 2011

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