Non tutti i notiziari e quotidiani hanno dato grande rilievo all'arresto del boia di Srebrenica Ratko Mladic,responsabile di qualche migliaia di omicidi(stando bassi con le cifre),di tortura,genocidio,stupro e molte altre nefandezze.
Nel senso che ieri mattina durante(per citare quello che ho visto)le brevi notizie del tg5 del mattino in rotazione ogni quarto d'ora si è parlato di G8,Berlusconi che spara a zero sui giudici e sull'Italia intera,ballottaggi(ovvero incendio nella sede di Lettieri),il delitto di Avetrana e Bolt che vince i 100 metri:solo nella rassegna stampa si cita l'arresto dell'ex comandante serbo nei quotidiani più rappresentativi del paese(e quindi senza riferimenti in prima pagina di Libero e Il Giornale,e che lo dico a fare!).
La cronaca del dopo arresto e dei successivi passi per la condanna del boia Mladic(fateci caso che quando arrestano un mafioso,un criminale di guerra o un evasore fiscale si autodefiniscono tutti quasi in punto di morte!)è tratta nel primo contributo di"Repubblica on line"mentra la breve biografia successiva è dell'agenzia multimediale italiana(Ami),anche se qualcuno trasformerà la verosimile condanna al tribunale dell'Aja in un martirio.
Ed è il caso dell'europarlamentare Porchezio che oltre sputare nel piatto dove mangia dicendo di non aver fiducia nel sovracitato tribunale che giudica i criminali di guerra aggiunge che Mladic per lui è un patriota che aveva tentato di fermare l'invasione musulmana in Europa.
Precisando che la maggior parte degli italiani considera Porchezio un idiota e relitto umano per non offendere più di tanto un fascista con problemi di socialità molto gravi,questo grasso maiale padano(foto terminale tratta da http://xenopuslaevisfan.deviantart.com/art/Porchezio-191621485) deve sempre stare attento dove viaggia poiché gli incontri in piazze,vagoni di treni e strade e stradine possono essere sempre ricche di sorprese per i nazileghisti come lui.
L'ARRESTO.Mladic, "Può essere trasferito all'Aja".
Borghezio (Lega): "E' un patriota"I familiari visitano l'ex generale: "Sta male, ha bisogno di un ricovero". Secondo indiscrezioni sarebbe malato di cancro. Ma il giudice di Belgrado conferma il trasferimento alla Corte penale Internazionale. Intanto Frattini apre: "Ora la Serbia più vicina alla Ue"
La prima foto diffusa dai giornali serbi dopo il suo arresto 1 mostra un Ratko Mladic diverso dagli scatti diffusi dai media nei 16 anni di latitanza. L'ex generale accusato del massacro di Srebrenica appare oggi con il volto stanco e quasi impaurito 2. Un'altra persona rispetto a quella dallo sguardo fiero e impassibile vista nelle immagini circolate fino ad ora. Malgrado le denunce dei familiari però, secondo cui Mladic sarebbe in gravi condizioni di salute, il giudice del tribunale di Belgrado ha rotto gli indugi e annunciato che l'ex generale potrà essere trasferito alla Corte Penale Internazionale dell'Aja.
La moglie: "Sta male, ricoveratelo". In mattinata, la moglie, in visita insieme al figlio Darko, aveva chiesto l'immediato ricovero del marito e la possibilità di farlo visitare da un'equipe di medici russi. Secondo voci che circolano negli ambienti giudiziari di Sarajevo l'uomo soffrirebbe di cancro allo stadio avanzato. Indiscrezioni però che fino ad ora non hanno trovato alcun riscontro.
Frattini: "Ora la Serbia più vicina alla Ue". Intanto, intervendo a margine di un convegno, il ministro Franco Frattini ha accolto molto positivamente l'arresto del generale ricercato, sottolineando che la cattura di Ratko Mladic conduce "certamente la Serbia alla porta dell'Ue" e ha auspicato che "entro quest'anno" le sia riconosciuto lo status di Paese candidato".
Nato: "Cattura Mladic avvertimento per tutti". Soddisfazione espressa anche dalla Nato, che ha parlato attraverso la portavoce Oana Lungescu: "Il messaggio che arriva da questo arresto è che a livello internazionale viene sempre fatta giustizia. Quello che è accaduto a Mladic è un avvertimento per tutti coloro che continuano ad attaccare i civili". Per la Lungescu si tratta di un arresto che "pone fine a uno dei capitoli più neri e sanguinosi della storia europea e accelera il processo dell'integrazione euroatlantica". Paragonando l'intervento della Nato in Bosnia e quello attualmente in corso in Libia, Lungescu ha sottolineato che "nel secondo caso le forze alleate hanno reagito meglio di quanto accadde negli anni 90. Per avviare quella operazione ci vollero mesi, qui invece sono bastati pochi giorni. Per noi la tempestività significa efficacia".
Russia: "Processo sia imparziale". Sull'arresto del generale è intervenuto anche il ministero degli Esteri russo, paese tradizionalmente alleato della Serbia "Contiamo - ha fatto sapere il ministero - che il futuro processo a Ratko Mladic sarà giusto e imparziale, e non sarà usato al fine di allungare in modo artificioso le attività del tribunale penale internazionale per l'ex jugoslavia".
La stampa serba. 'Questo è Mladic', titola a caratteri cubitali il popolare Kurir, che al pari degli altri giornali pubblica la foto del Mladic di oggi accanto a quella di quando era nel pieno delle forze a capo delle truppe serbo-bosniache durante il conflitto armato in Bosnia. Mladic, scrive Kurir, è "fortemente invecchiato e cammina con difficoltà. Parla male e si confonde su quello che dice, un braccio è semiparalizzato. Un vicino lo ha aiutato a vestirsi prima che la polizia lo portasse via. Non ha opposto resistenza. si è limitato a dire: io sono Ratko Mladic", scrive Kurir. "Hanno arrestato un uomo morto" è il titolo in grande in prima dell'altro quotidiano popolare Alo, che come gli altri ha la foto di Mladic in divisa da generale negli anni novanta e quella di oggi, dimagrito, pallido, con il cappellino da baseball blu, lo sguardo verso l'alto e l'aspetto non del tutto in salute. Secondo Blic, che ha anch'esso in prima le due foto dell'ex generale a confronto, ai medici Mladic avrebbe detto di non temere per un suo possibile suicidio: "Non abbiate paura, Mladic non se la prenderà con Mladic", avrebbe detto il criminale di guerra.
Borghezio: "Un vero patriota". "Non ho visto le prove, i patrioti sono patrioti e per me Mladic è un patriota. Quelle che gli rivolgono sono accuse politiche". L'europarlamentare della Lega, Mario Borghezio si schiera apertamente a sostegno dell'ex generale, parlando ai microfoni de la Zanzara, su Radio24. "Sarebbe bene fare un processo equo, ma del Tribunale dell'Aja ho una fiducia di poco superiore allo zero" , dice ancora Borghezio. "I Serbi avrebbero potuto fermare l'avanzata islamica in Europa, ma non li hanno lasciati fare. E sto parlando di tutti i Serbi, compreso Mladic. Io comunque - assicura - andrò certamente a trovarlo, ovunque si troverà".
15 anni di latitanza,finalmente arrestato il boia di Srebrenica, Ratko Mladic.
La sua cattura potrebbe rappresentare una svolta per il cammino europeo di Belgrado, così come per la giustizia internazionale.
La polizia serba ha arrestato Ratko Mladic, l'ex capo militare dei serbi di Bosnia latitante dal 1996 e ricercato per genocidio e crimini contro l'umanità. Ideatore dello stupro etnico come arma da guerra, si è reso colpevole di due milioni e mezzo di persone cacciate dalle loro terre e dalle loro case. La notizia dell'arresto di un uomo, Milorad Komadic «fisicamente simile a Mladic» era è stata data inizialmente da una fonte del ministero degli Interni che aveva preferito mantenere l'anonimato e annunciato di essere in attesa dell'esito del test del Dna. Che l'uomo fosse sotto falsa identità e che si trattasse invece del "boia di Srebrenica" è stato confermato poco dopo da un amico di famiglia, che ha aggiunto: «Mladic si trova nel quartier generale del Bia (i servizi segreti con sede a Belgrado) ed è stato preso in Serbia». Il presidente serbo Boris Tadic sta parlando in una conferenza stampa.
Genocidio e crimini contro l'umanità.
Contro Ratko Mladic, così come contro Radovan Karadzic e l'ex capo politico dei serbi di Croazia Goran Hadzic, il Tribunale penale delle Nazioni unite (Tpi) ha formalizzato, nel luglio e nel novembre 1995, due atti di accusa per genocidio e crimini contro l'umanità. Nel 1996, il Tpi emette contro i due un mandato di cattura internazionale.
L'odio per i croati e i musulmani.
Ufficiale dell'esercito serbo-bosniaco, uomo duro e spietato, non si è fermato di fronte a vittime inermi. Fu lui a guidare i reparti d'attacco a Srebrenica. La sua vita è segnata dalla violenza. Aveva appena due anni quando il padre viene ucciso dagli ustascia croati, alleati dei nazifascisti. La morte del padre lo segna per sempre, al punto da fargli odiare per tutta la vita sia i croati che i musulmani. Quando esplode la guerra con la Croazia nel 1991, Mladic con il grado di colonnello assume il comando delle unità dell'esercito federale jugoslavo a Knin, che diventa di lì a poco la capitale dei secessionisti serbi di Croazia.
Bombardamenti, pulizia e stupro etnico.
Di quel periodo si ricordano i pesanti bombardamenti che Mladic ordinò su Zara dalla montagna che sovrasta la città, tattica che viene poi perfezionata con gli assedi di Sarajevo, Gorazde, Bihac, Srebrenica nella successiva guerra in Bosnia. Mladic diventa il comandante dell'esercito dell'autoproclamata Repubblica Serba di Bosnia. In sei mesi di guerra Mladic conquista il 70% del territorio della Bosnia, avendo a disposizione la potenza militare dell'Armata popolare jugoslava (Jna) contro bosniaci e croati disarmati e inesperti. I suoi uomini attuano una brutale pulizia etnica (due milioni e mezzo di persone cacciate dalle loro terre e dalle loro case) in nome della Grande Serbia. Con lui tornano in Europa i campi di concentramento nei quali migliaia di prigionieri vengono picchiati, torturati, affamati e uccisi. I suoi uomini praticano lo stupro etnico come arma di guerra.
Vive in clandestinità.
Nel novembre del 1996 Mladic viene destituito dal comando dell'esercito serbo bosniaco ma continua a vivere tranquillamente tra Bosnia e Serbia, protetto dall'esercito dei suoi ex subordinati bosniaci e da quell'esercito jugoslavo di cui ha sempre fatto parte. Protezioni che dureranno anche dopo la caduta del presidente jugoslavo Slobodan Milosevic, nell'ottobre 2000, almeno fino a tutto il 2001. Dal 2002, deve iniziare a nascondersi con maggiore prudenza, ma può sempre contare su una rete di appoggio clandestina di militari, ex militari e civili nazionalisti.
Il suidicio della figlia.
Tra le vittime della guerra in Bosnia vi è stata anche l'unica figlia di Mladic Ana, che a 23 anni, nel 1994, si suicida a Belgrado. Secondo alcuni per quello che il padre stava facendo in Bosnia, secondo altri per la morte del suo fidanzato che Mladic, per allontanarlo da lei, aveva mandato al fronte. Mladic, 69 anni, era uno dei due ultimi criminali di guerra serbi ancora latitanti e richiesti dal Tribunale penale internazionale dell'Aja. L'altro è Goran Hadzic, ex capo politico dei serbi di Croazia. Ma la latitanza del boia di Srebrenica è terminata oggi.
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