giovedì 18 settembre 2014

LA BANDIERA PALESTINESE VIETATA NEGLI STADI

L'articolo odierno parla di Palestina ed Israele e come purtroppo come al solito sullo sfondo c'è la guerra anche se vi è una tregua momentanea molto vacillante,ma in questo caso grazie all'articolo di Senza Soste vi si parla per motivi di calcio e solidali.
Con l'inizio delle gare europee alcune squadre hanno esposto le bandire palestinesi in segno di supporto alla causa dello Stato mediorientale e tali club sono stati sanzionati proprio per questo.
Il pezzo sottostante analizza la questione sotto vari aspetti,partendo da quello ovvio che l'esposizione dal vessillo palestinese non dovrebbe avere conseguenze di sanzioni e di censura,mentre tifoserie come l'Ajax espongono la bandiera israeliana e non subisce lo stesso trattamento.
Poi c'è di mezzo il fatto che Israele vuole ospitare competizioni internazionali europee(Euro 2020 a Gerusalemme ed europei under 21,vedi http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2013/03/razzismo-nel-calcio-israeliano.html )e quindi pure la rilevanza economica è di primo piano.
I tifosi livornesi si sono visti vietare l'ingresso allo stadio per la partita Livorno-Latina della bandiera palestinese in quanto simbolo politico(http://www.senzasoste.it/tifo/livorno-latina-il-poliziotto-la-bandiera-della-palestina-non-puo-entrare-ordini-dall-alto-e-vista-peggio-di-quella-del-che-Guevara )e questo fatto è molto grave in uno Stato che ultimamente in democrazia deve ancora imparare molto.

L'Uefa punisce i tifosi per la solidarietà alla Palestina.

Nel tentativo di portare il torneo Euro 2020 a Gerusalemme, la Israeli Football Association (IFA) ha presentato una candidatura alla UEFA, l’organismo di governo del calcio europeo. La IFA propone il Teddy Stadium come sede del torneo. Ma questa struttura è anche lo stadio di casa della squadra israeliana ultra-razzista Beitar Jerusalem (nella foto i tifosi).
La campagna Red Card Israeli Racism [Cartellino rosso al razzismo israeliano, n.d.t.] ha fatto pressione per l’esclusione di Israele dalla procedura di selezione, ricordando alla UEFA l’illegale rivendicazione di Israele su Gerusalemme come sua “capitale” e il recente massiccio attacco su Gaza. La UEFA deciderà il 19 settembre.
La federazione chiede di non mischiare sport e politica. Ma se la UEFA accetterà la candidatura di Gerusalemme sarà una decisione politica. Israele è sicura di sfruttare l’occasione per promuovere un’immagine di Gerusalemme dove i Palestinesi non esistono.
Simbolo politico?
In realtà è la UEFA che mischia sport e politica.
La settimana scorsa è uscita la notizia che ha comminato delle multe a club di calcio scozzesi e irlandesi perché i loro tifosi hanno sventolato la bandiera palestinese e gridato slogan pro-Palestina durante partite di coppa europea. La UEFA a quanto pare ha considerato la bandiera della Palestina un simbolo politico perché il conflitto con le forze israeliane era in quel momento ancora in corso, ha scritto Scotland Now.
Un portavoce della UEFA ha dichiarato al sito informativo che i club hanno violato il regolamento disciplinare della UEFA che stabilisce che i club sono responsabili del comportamento inappropriato dei loro supporter, come “gesti, parole, oggetti o qualsiasi altro mezzo per trasmettere messaggi che non si addicono a eventi sportivi, in particolare messaggi di natura politica, ideologica, religiosa o provocatoria”.
Su Twitter
Christian Visser, un avvocato olandese specialista di calcio, ha criticato le sanzioni della UEFA su Twitter. I tifosi dell’Ajax Amsterdam sono noti per identificarsi con Israele e sventolano regolarmente la bandiera israeliana durante le partite.
Visser ha scritto dicendomi che considera ingiustificate le multe a St Johnstone, Celtic e Dundalk: “È sorprendente che la UEFA imponga multe per aver esibito la bandiera di un Paese membro della FIFA e della Confederazione Asiatica di Calcio. L’argomento che la Palestina è coinvolta in un conflitto con Israele è debole. Se uno seguisse l’argomentazione della UEFA, anche l’esibizione di bandiere di Paesi come Russia e Israele dovrebbe essere multata.”
Nessuna sanzione dovrebbe essere applicata ai club in nessuno di questi casi, ha aggiunto.
Giudaizzazione
Israele ha occupato la West Bank durante la Guerra del 1967, compreso il settore orientale di Gerusalemme. Israele ha immediatamente annesso Gerusalemme Est e smantellato il Municipio di Gerusalemme violando il diritto internazionale.
Il Consiglio di Sicurezza e l’Assemblea Generale dell’ONU hanno adottato numerose risoluzioni in cui si dichiarava che a Israele è proibito cambiare lo status di Gerusalemme o espropriare terre e proprietà.
Tuttavia il Parlamento Israeliano (la Knesset) ha mostrato un’assoluta mancanza di riguardo per il diritto internazionale quando nel 1980 ha dichiarato come “legge fondamentale” che “Gerusalemme, completa e unita” era la capitale di Israele.
Contemporaneamente la politica di Israele di costruire insediamenti, negare permessi di costruzione ai Palestinesi e demolire le case mira a ottenere il controllo demografico su Gerusalemme, un processo noto anche come Giudaizzazione.
Partite rimandate
La UEFA considera la bandiera della Palestina un “simbolo politico” a causa del conflitto con le forze israeliane.
Un “conflitto” c’è, ma per essere più precisi Israele occupa la Striscia di Gaza e la West Bank, compresa Gerusalemme Est, da decenni. Israele continua ancora a rifiutarsi di rispettare il diritto internazionale e continua a violare i diritti del popolo palestinese.
Israele ha una storia di mancato rispetto delle risoluzioni ONU, comprese quelle che chiedevano un completo ritiro dai territori che occupa. Si rifiuta anche di fermare le sue pratiche discriminatorie contro i Palestinesi. Al contrario, Israele ha attuato numerose violente aggressioni contro i Palestinesi di Gaza, l’ultima e più letale di queste nella quale ci sono stati più di 2.100 morti a luglio e agosto in maggioranza civili.
A luglio la UEFA ha deciso che nessun match ufficiale possa essere giocato in Israele fino a diverso avviso “a causa delle attuali condizioni di sicurezza”. Una partita tra Israele e Belgio in programma il 9 settembre è stata rimandata al 31 marzo 2015.
L’allenatore del Maccabi Tel Aviv si è dimesso a causa delle condizioni di sicurezza in Israele, ha scritto The Guardian il 26 agosto.
“Non puoi fare come se nulla stesse accadendo” ha detto il general manager del Maccabi, Jordi Cruyff. “Le partite vengono cancellate, la nazionale deve giocare all’estero, tutte le squadre israeliane devono giocare fuori Israele”. Anche l’inizio della stagione calcistica nazionale israeliana è stato rimandato, a causa dell’aggressione a Gaza.
Il popolo palestinese chiede che Israele renda conto dei crimini di guerra e dei crimini contro l’umanità che ha commesso e continua a commettere contro i Palestinesi in ogni luogo.
Accettare la candidatura israeliana di Gerusalemme per Euro 2020 sarebbe uno schiaffo a loro e una chiara decisione politica.
 
Traduzione per Senzasoste Andrea Grillo, 11/09/2014

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