mercoledì 16 aprile 2014

ZAINI O PERSONE?

Foto: Anticapitalist humor
#PENSAVOFOSSEUNOZAINO
La scusa dell'agente che ha calpestato una ragazza durante la manifestazione del 12 aprile per il diritto alla casa fa parte dello scenario immaginario del grande libro delle scuse delle forze del disordine quando commettono errori ed abusi,che in alcuni casi hanno portato alla morte di persone(vedi sassi volanti che deviano proiettili)e che in tantissimi hanno comunque provocato danni sia fisici che psicologici.
Il primo contributo che parla della scusa"non credevo di aver calpestato una persona,pensavo fosse uno zainetto"è una di quelle più fantasiose e più improbabili mai dette per giustificare un abuso di potere da parte della polizia,è presa dal sito Globalist(http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=56989&typeb=0 ).
Il secondo è un comunicato del Laboratorio Crash sulla scorsa manifestazione dove si ricordano i temi della protesta e la solidarietà alle persone rimaste ferite ed arrestate:possibile che le forze del disordine non riescano mai ad ammettere un proprio sbaglio?
Allego pure un link di Senza Soste dove vi sono testimonianze,video e immagini delle numerose persone che sono state scambiate per zaini lo scorso sabato(http://www.senzasoste.it/istituzioni-totali/12a-la-violenza-della-polizia-foto-e-video )

L'agente calpesta la ragazza e si giustifica: pensavo fosse uno zaino.
      
Il poliziotto è indagato per lesioni volontarie: è salito con un piede sull'addome della giovane durante gli scontri di Roma per poi allontanarsi come se nulla fosse.


"Non ho visto la manifestante, ho sentito di aver calpestato qualcosa, pensavo fosse uno zainetto". Si è giustificato così l'agente che ieri si è presentato ai colleghi della Questura dicendo di essere la persona che ha calpestato una ragazza a terra durante la manifestazione di sabato scorso per il diritto alla casa.
Stando al rapporto che la Digos ha inoltrato alla procura, l'agente, un artificiere, ha detto che stava guardando in aria "per controllare che nella nostra direzione non arrivassero bombe carta. Pensavo di aver calpestato uno zainetto abbandonato in strada".
Il poliziotto è indagato per lesioni volontarie. L'iscrizione è stata formalizzata dal pm Eugenio Albamonte, alla luce dell'informativa della Digos e dei filmati che ritraggono l'agente, un artificiere, mentre sale con un piede sull'addome della giovane per poi allontanarsi come se nulla fosse. La manifestante, al momento, non ha presentato alcuna denuncia.
Il rischio è che il reato sia improcedibile in assenza di querela, perché quello di lesioni è perseguibile d'ufficio solo per ferite superiori ai venti giorni.
I diritti si conquistano a spinta... anche in salita!

Il movimento contro l'austerità e la precarietà continua a mantenere le promesse! In tantissimi avevamo annunciato che il 12 aprile sarebbe stata la giornata dell'assedio al ministero del Lavoro e del Welfare e della spinta dei movimenti sociali alla conquista della nostra grande opera “casa, reddito e dignità!”, e così è stato. Più di 30000 manifestanti hanno riempito Porta Pia e si sono mossi insieme per costruire l'assedio. Un lunghissimo spezzone di apertura composto da migliaia di occupanti di case, studenti, precari, disoccupati e facchini ha dato il ritmo rabbioso e gioioso alla marcia degna e antagonista che ha coinvolto tutti i manifestanti e le lotte radunate dietro lo striscione “Ribaltiamo il Governo Renzi – CASA E REDDITO PER TUTT*” . La prima manifestazione della contrapposizione sociale al Governo Renzi ha rivendicato in questo modo le sue radici e la continuità con la Sollevazione del 19 ottobre forte del coraggio e della determinazione politica di chi ha saputo cogliere la sfida.

La lotta per la casa che dal nord a sud entra in relazione grazie alla rete Abitare nella Crisi si è confermata come baricentro dinamico del movimento. La composizione sociale delle lotte per il diritto all'abitare si è tramutata in energia politica antagonista e meticcia aprendo uno spazio accogliente per le variegate istanze di rifiuto e ostilità dell'austerità e della precarietà. Si tratta di una continua tensione che dal 19 ottobre ad oggi non ha cessato di prodursi: la rivendicazione di un tetto sotto cui abitare ha cominciato ad esprimere la sua politicità intrinseca, superando la stessa rivendicazione e aprendo la lotta a 360 gradi contro gli effetti della crisi. Su questo superamento, che porta sempre con sé, come un motore, la lotta contro le politiche abitative dei governi, si è aperto lo spazio di reciprocità del movimento e si sono politicizzate le relazioni tra le lotte: gli operai in lotta contro Granarolo al fianco degli occupanti di casa, con gli studenti e gli universitari al fianco dei precari. Non è un caso che il movimento ha trovato del tutto naturale costruire la spinta e l'assedio al ministero del welfare e del lavoro, dando la possibilità alla povertà e alla precarietà organizzata di esprimere rabbia e ostilità al nuovo corso targato Jobs Act. L'accampata di Porta Pia davanti al ministero delle infrastrutture aggrediva l'articolo 5 del Piano Casa muovendosi nella direzione dell'assedio al ministero del Lavoro. Questa capacità del meticciato metropolitano è una ricchezza su cui insistere e di cui bisogna prendersi cura: afferma gioiosamente un metodo di per sé a-egemonico che rifugge e neutralizza i tentativi di far prevalere un'istanza di lotta sull'altra, lasciando insoddisfatti solo gli appetiti dei vecchi e stanchi ceti politici affannati in una competizione comprensibile solo a loro stessi, e in ultima analisi ormai anche incapaci di essere tappi del conflitto sociale. Bene così! E' segno che la spinta ha preso la direzione giusta ed è stata capace, anche in salita, di produrre la prima rottura del conflitto sociale contro il Governo Renzi.

L'assedio e la spinta praticata sotto il Ministero del Lavoro ha espresso le possibilità adeguate alla composizione sociale e politica del 12 aprile. Le giuste e legittime pratiche che si sono espresse a pochi metri dal Ministero della Lega Coop hanno disegnato l'orizzonte di possibilità collettivo che in quel contesto si dava. Davvero semplice sarebbe stato fare dell'altro, esprimendo altri livelli di organizzazione. Ma cosa ce ne saremmo fatti? A chi avrebbe giovato una sovra-determinazione? Ci riflettano quei pochi che si baloccano a fare gli strateghi da bar dello sport de noialtri, che da veri irresponsabili dileggiano migliaia di precari, studenti, occupanti di case, disoccupati e facchini che con generosità hanno contribuito all'iniziativa del 12 aprile. Dal nostro punto di vista la spinta, l'assedio e la resistenza alle cariche brutali della celere si sono articolate nell'orizzonte di possibilità proprio di un processo politico e sociale di movimento che ha iniziato a muovere i suoi primi passi. E che passi! In appena otto mesi ci ritroviamo già diretti verso il vertice sulla disoccupazione giovanile dell'Unione Europea dell'11 luglio a Torino. Avvicinandoci a questo nuovo entusiasmante e decisivo appuntamento da costruire dobbiamo dare continuità al metodo della sollevazione determinato dalla composizione sociale e politica della nostra piazza in movimento. I contributi da dare non saranno sintesi, o capi d'abbigliamento o slogan, ma lotte su lotte e potenziamento di conflitto sociale senza tregua sui territori. Bologna antagonista è pronta a nuove spinte anche in salita nei nostri quartieri ribelli, durante gli assedi ai padroni della logistica, nelle occupazioni di case, e tra le scuole e le facoltà in movimento. E' questo il contributo che vogliamo dare in uno spazio politico di relazione che puntando sull'appuntamento di Torino deve saper cogliere la possibilità di apertura trans-nazionale e far emergere politicamente quel nuovo internazionalismo del meticciato metropolitano e antagonista che con rabbia e passione pratica quotidianamente solidarietà e giustizia sociale.
Solidarietà a tutti i compagni e tutte le compagne ferit* o arrestati!
Alla spinta! All'assedio!
Laboratorio Crash!

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