martedì 15 aprile 2014

COMMERCIANTI,COMMESSI E CLIENTI MANIFESTANO AD ATENE

E' proprio vero che siamo artefici del nostro destino,e la situazione italiana che ha visto,per quanto riguarda il lavoro domenicale nel settore commerciale,un menefreghismo generale che alla fine ha portato a situazioni grave ed estreme.
E questa condizione permane da parecchi anni sin da quando furono introdotte le"domeniche Bersani"ovvero quando si lavorava ancora solo la prima domenica del mese,e poi siamo passati a due,e poi a tutte con lo stipendio che si è abbassato sempre di più fino ad essere giunti a dover passare obbligatoriamente le domeniche e molti festivi al lavoro venendo pagati come un giorno qualsiasi della settimana.
E poi ora che c'è al Ministero del lavoro e delle politiche sociali il boss di Legacoop Giuliano Poletti la strada verso i job acts renziani e la spending review è sempre più spianata verso il profitto e non verso la mutualità che dovrebbe essere l'arma in più di una cooperativa.
Invece il capitalismo la fa da padrona,con i manager che guadagnano cifre esorbitanti e se ne infischiano di tutte le tematiche che i clienti ed i dipendenti si sorbiscono tutti i giorni,ovvero la solidarietà,l'eticità e l'attenzione ai lavoratori ed all'ambiente.
In Grecia invece,sempre più strozzati dai ricatti europei,da meno di un mese il governo ha acconsentito all'apertura domenicale degli esercizi commerciali in prossimità delle sole festività,occasione che ha fatto discutere molto sia i dipendenti dei grossi centri commerciali che quelli dei medio piccoli minacciati dai colossi della grande distribuzione,con una concorrenza che se non controllata da giuste regolamentazioni finisce per danneggiare entrambe le categorie.
Quello evidenziato nei primi sei mesi di tale situazione greca è pressoché lo stesso avvenuto qui da noi,ovvero guadagni irrisori rispetto alle altre aperture settimanali,costi di gestione del personale elevati ed un aumento esponenziale dei prezzi dei prodotti in vendita(ovvero i clienti non afferrano proprio il fatto che se c'è l'apertura domenicale e festiva i prodotti per forza di cosa lievitano per coprire le spese gestionali).
I greci,molto più svegli degli italiani in materia sociale o forse memori di quello che accade in Italia,sanno già che le aziende commerciali,piccole o grandi che siano,per abbassare i prezzi abbattono linearmente le condizioni contrattuali dei lavoratori,spremendo,complici i sindacati compiacenti come la Cgil che va a braccetto col Pd in alcune realtà,sempre più la mano d'opera costretta ad orari assurdi con uno stipendio sempre più basso.
Quello accaduto ad Atene la scorsa domenica,con la manifestazione che ha messo assieme piccoli commercianti,dipendenti dei negozi e dei centri commerciali e i loro clienti,è quello che mai è accaduto in Italia e che credo che mai accadrà,perché siamo sempre più rincoglioniti dalla televisione ed incapaci a lottare senza che qualcuno indichi la strada,stiamo lì ad aspettarci la pappa pronta solo che non capiamo proprio che tra non molto il cibo ce lo leveranno dalla bocca.
Concludo anticipando chi potrebbe commentare questa protesta come un piagnisteo asserendo che siamo dei fortunati ad avere un posto di lavoro in un tal momento di crisi,di potersene andare allegramente in culo e di non fare la spesa alla domenica,e di non azzardare nemmeno a poter tentare di fare paragoni se non si ha la voglia o la decenza di mettersi nei panni degli altri.


Grecia: manifestazione contro l'apertura dei negozi la domenica. La polizia carica.


Ieri ad Atene diverse centinaia di persone, tra piccoli commercianti, artigiani, commessi e altri cittadini, hanno bloccato la via centrale dei negozi e delle boutique di lusso per protestare contro la proposta di legge che sancisce l'apertura dei negozi anche la domenica. In seguito il presidio si è trasformato in corteo, il quale è sfilato lungo la via distribuendo volantini ai passanti e scandendo slogan contro le politiche d'austerità e altri tagli in arrivo al settore pubblico. Verso la fine della via, senza un motivo chiaro, la polizia ha attaccato il corteo, caricando i manifestanti e poi usando lacrimogeni e spray al peperoncino. Molti candelotti sono atterrati nei negozi aperti, diversi passanti sono rimasti intossicati dalla coltre di fumo.
Nel mese di luglio 2013 il parlamento ha approvato l'apertura degli esercizi commerciali durante le domeniche in prossimità delle festività, ma ora, in seguito alle recenti ricette prescritte dalla troika per poter accedere alla terza tranche d'aiuti finanziari, il governo Samaras ha l'urgenza di estendere gli orari e i giorni lavorativi e sfruttare di più i dipendenti. Una manovra che favorirà i colossi commerciali e penalizzerà ancora di più le imprese di famiglia o medio-piccole, le quali sono già in ginocchio dopo 6 anni di profonda crisi. Varie agenzie, le quali hanno monitorato l'andamento delle vendite durante le aperture domenicali, hanno rilevato che gli acquisti in quei giorni erano così irrisori che i commercianti a malapena riuscivano a coprire i costi fissi della gestione del negozio. Inoltre, vi si aggiunge un altro dato preoccupante: molti dipendenti commessi/e non percepiscono lo stipendio da 15 mesi, ma nel frattempo continuano a lavorare con orari massacranti. I manifestanti hanno sottolineato che la popolazione greca stenta ad arrivare alla fine del mese e ciò di cui ha bisogno non sono più ore di shopping, bensì servizi elementari come la sanità, l'istruzione e un posto di lavoro.

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