martedì 29 aprile 2014

MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA OGGI A MILANO

Oggi a Milano ci saranno due manifestazioni che in un paese normale non avrebbero ragione d'esserci se non fosse il fatto che una è conseguenza dell'altra e che quella autorizzata con tutti i canoni non potrebbe nemmeno essere minimamente autorizzata in quanto contro la carta costituzionale italiana.
Quella indetta dai cameratti in piazzale Susa in ricordo di tre fascisti morti tutte e tre casualmente il 29 aprile di diversi anni è infatti un'onta ad un paese liberato col sacrificio e col sangue dal nazifascismo,e solo il 25 aprile ricordo che si è celebrata la festa e ricordata la memoria di tutte quelle vittime che hanno combattuto contro l'invasore tedesco ed il collaborazionista fascista.
La contromanifestazione indetta dal mondo antifascista riunito nel "Comitato Milano 29 Aprile: Nazisti no grazie!”in piazzale Oberdan per le 19 è frutto della protesta contro la concessione del sindaco"di sinistra"Pisapia che ha lasciato la patata bollente in mano alla Prefettura,che ha da subito concesso il permesso a manifestare ai neo fasci e che ha impedito lo stesso permesso fino a qualche giorno fa agli antifascisti se non avessero spostato il luogo del concentramento iniziale del corteo.
Infatti siamo in uno Stato dove le croci celtiche e le svastiche ed inneggiare ai fascisti con tanto di saluti romani si può fare mentre un evento come quello del comitato antifascista viene vietato,e questo è frutto di una determinazione a non demolire un sistema ed un'ideologia che sarebbe bandita a priori dalla Costituzione italiana e che invece una parte della politica e tanta parte delle forze autoritarie poliziesche e militari vogliono nuovamente.

Milano, il 29 aprile sfilano i neofascisti: Pisapia scarica barile sulla Prefettura.

Da qualche giorno per le strade di Milano sono comparsi alcuni manifesti che indicono un corteo per domani sera con lo slogan “29 Aprile, noi non dimentichiamo”. Grafica e stile della locandina fugano subito ogni dubbio rispetto alla connotazione politica della manifestazione: la firma dell’evento è costituita da un secco “i camerati”, accompagnata da una grossa croce celtica.
Da sei anni a questa parte, infatti, la data del 29 aprile è diventata l’occasione per organizzazioni, militanti neofascisti e nostalgici del ventennio di tutta Italia per sfilare per le vie del capoluogo lombardo con una vera e propria parata fatta di saluti romani, svastiche e sventolio di bandiere nere e tricolori.

Il pretesto è dato dall’anniversario delle morti del gerarca fascista Carlo Borsani, fucilato dai partigiani durante la Resistenza, del militante del Fronte della Gioventù Sergio Ramelli e dell’avvocato ed esponente politico del Movimento Sociale Italiano Enrico Pedenovi. Per tutti e tre la data è quella del 29 Aprile, anche se gli omicidi sono avvenuti ovviamente in anni diversi (rispettivamente il 1945, il 1975 e il 1976).

La manifestazione viene indetta ogni anno a pochi giorni dalla festa della Liberazione per creare una sorta di provocatoria contrapposizione con la giornata del 25 aprile. L’anno scorso i partecipanti, partiti come di consueto da piazzale Susa, nei pressi del Politecnico, erano alcune centinaia e hanno sfilato in pieno stile militare gridando i nomi dei tre militanti fascisti uccisi.

Un evento inquietante e vergognoso che però per diverso tempo ha potuto contare sul lasciapassare o sulla non interferenza delle istituzioni locali, diventando così evento di richiamo per tutte le sigle dell’odierna estrema destra e per chi si autoproclama pubblicamente “fascista del terzo millennio”.

Pochi giorni fa il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha preso parola sulla parata, affermando sulla propria pagina Facebook che «Il 29 aprile ricorre il 39esimo anniversario della tragica morte di Sergio Ramelli la cui commemorazione è giusta e doverosa. Ma è altrettanto giusto e doveroso opporsi alla bieca strumentalizzazione di questo tragico evento attraverso la parata nazi-fascista che da anni deturpa la nostra città. Mi auguro vivamente che le autorità competenti facciano tutto quanto possibile per evitare questa grave offesa alla Milano Medaglia d’Oro della Resistenza».

Una dichiarazione che suona un po’ come una sgravo di responsabilità perché il primo cittadino sembra voler delegare l’intera faccenda alla Prefettura milanese, facendo così di una questione profondamente politica un mero problema di ordine pubblico.

E proprio l’ordine pubblico è al centro delle preoccupazione della Questura in questi giorni: contro la parata nazi-fascista, infatti, si è costituito il “Comitato Milano 29 Aprile: Nazisti no grazie!” che per domani ha lanciato un contro-evento per opporsi alla sfilata nera. Sul volantino di convocazione si legge: «Il 29 Aprile partecipiamo alla grande manifestazione antifascista. Concentramento ore 19 in piazza Oberdan per un corteo che terminerà nei pressi del luogo dove il 30 Aprile 1976 Gaetano Amoroso è stato ucciso da una banda di assassini fascisti usciti dalla sezione del Msi di via Guerrini. Questa mobilitazione riguarda tutti, giovani e meno giovani. E impegna anche le istituzioni pubbliche, le associazioni e i sindacati a fare la loro parte perché si chiuda per sempre questa pagina».

Nelle scorse settimane il Comitato antifascista aveva richiesto con ampio anticipo l’autorizzazione a partire con un corteo dallo stesso luogo scelto dai camerati per la propria parata ma il questore Luigi Savina l’ha rifiutata adducendo il rischio di gravi problemi per l’ordine pubblico. Il permesso per la manifestazione di chi non ci sta a veder sfilare i neofascisti è stato infine accordato ma per un’altra zona della città, lontana da piazzale Susa, nell’intento di tenere a distanza i due cortei.



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