Comunque la riforma,che ricordiamo è stata votata in maniera bipartisan la scorsa legislatura,è il proseguo di altre approvate prima dove l'età pensionabile è sempre più elevata e su questo è solo una continuità con gli ultimi governi.
A questo giro però quando finalmente si arriva al fatidico giorno del meritato riposo lavorativo vi potrebbero essere sorprese come un allungamento di qualche mese o addirittura di più oppoure un decurtamento della pensione stessa in quanto la somma di malattie,permessi di vario tipo,anni di studio universitario e assenza dal lavoro per aver donato il sangue non saranno valide nel conteggio dei giorni stabiliti per decretare la somma del pagamento del mensile stesso.
Qui di seguito il contributo che s'incentra soprattutto sull'ultima voce in capitolo,quella dei donatori di sangue che sarebbero penalizzati da questa nuova-vecchia riforma.
Sei un donatore? Allora vai in pensione più tardi .
Per colpa della Riforma Fornero sono decine coloro che rischiano di trovarsi costretti ad allungare la propria permanenza sul posto di lavoro per un numero di giorni pari a quelli in cui hanno donato. L’alternativa è una decurtazione del 2% dell’assegno previdenziale nel caso in cui non volessero e non potessero recuperare le giornate che la nuova legge ritiene perse.
Il sangue langue! Così recita uno degli spot più conosciuti lanciati dalle associazioni dei donatori e dai centri trasfusionali. Senza le migliaia di volontari che ogni giorno offrono gratuitamente la loro disponibilità donando a chi ne ha bisogno un bene così prezioso quale il sangue.
E allora lo Stato cosa fa? Invece di premiare e di incentivare le donazioni, penalizza i donatori. E’ infatti di queste ultime ore la notizia pubblicata dal Sole24ore secondo la quale tutti i pensionati che hanno donato il sangue devono recuperare i giorni di regolare permesso dal lavoro, presi per aiutare il prossimo, oppure rinunciare al 2% della pensione. Questo quanto previsto dalla riforma Fornero che stavolta torna a far parlare di sé, non per l'altrettanto disastrosa vicenda degli esodati, ma per un'altra nefandezza arrecata proprio ai danni dei lavoratori-donatori di sangue e delle migliaia di pazienti ricoverati che attendono di essere trasfusi.
Secondo l'AVIS, i donatori in procinto di andare in pensione, sarebbero costretti proprio dalla riforma Fornero a rimandare l’uscita dal lavoro per recuperare i giorni in cui, con regolare permesso, hanno goduto della giornata di astensione dalla prestazione lavorativa per effettuare il prelievo. Dopo un rapido calcolo, per chi dona il sangue da quando ha 18 anni e lo fa a pieno regime (quattro volte l'anno), è emerso che in quarant'anni di vita lavorativa il donatore dovrà recuperare 160 giornate di astensione dal lavoro, che si traducono il 7-9 mesi in più di servizio. L'alternativa è quella di smettere comunque di lavorare alla data prevista, ma con una decurtazione del 2% sull’assegno previdenziale.
La notizia si commenta da sè: certe cose accadono solo in Italia!
tratto da http://www.contropiano.org
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