La notizia della rivolta in Turchia e in particolar modo a Istanbul ha sempre meno rilievo all'interno degli organi d'informazione tradizionali,Internet offre come quasi sempre una più variegata disponibilità di news ed aggiornamenti,come questo articolo preso da Infoaut.
L'assassinio del giovane manifestante turco Ethem Sarısülük colpito in testa da uno sbirro è l'ennesima vittima del pugno duro di Erdogan che ha richiesto la tolleranza zero verso chi scende in piazza per protestare,ed il video agghiacciante preso da You Tube è la prova tangibile di questo delitto.
Taksim non cede agli assalti della polizia, la piazza
resiste!(aggiornamenti).
Dopo una lunga notte di scontri a piazza Taksim,
che durante la giornata ha lasciato un bilancio di centinaia di persone ferite
sotto il fitto lancio di lacrimogeni, idranti, pallottole di gomma e granate
assordanti, i manifestanti si sono spostati a Gezi Park, altro centro nevralgico
della protesta che in questi giorni sta dilagano in Turchia. I pugno duro di
Erdogan sul piano politico, che non si rassegna a mollare la presa, continua
quindi con la violenta repressione che sta attuando attraverso gli apparati di
polizia e non solo. Intanto il Consiglio Supremo della Radio e della Tv,
organismo di controllo nominato dall’esecutivo, ha multato tutte le televisioni
che hanno trasmesso in diretta le manifestazioni di protesta. Singolari le
motivazioni che ha utilizzato il governo turco per giustificare la sua mossa:
sembrerebbe infatti, a detta delle autorità, che hanno "danneggiato lo sviluppo
fisico, morale e mentale di bambini e giovani”. Per questo pomeriggio il primo
ministro Erdogan, prova la carta del dialogo con i manifestanti, e alle 16 si
svolgerà un incontro con una delegazione di 11 rappresentanti dei manifestanti
turchi. Tra loro artisti, professori universitari e studenti. All'incontro sono
stati esclusi coloro che fanno parte di Taksim Platform, uno dei gruppi
iniziatori delle proteste. In un clima di tensione, la giornata di oggi sembra
apparentemente calma, ma la resistenza nelle strade di Istanbul continua, e
mentre Erdogan cerca probabilmente di prendere fiato dalla situazione creatasi a
Istanbul e non solo, la resistenza continua ad organizzarsi.
Aggiornamento 11.06.2013 ore
21.00
Dall'attacco
della polizia iniziato questa mattina all'alba, Taksim è stata per ore
teatro di scontri ininterrotti tra decine di migliaia di manifestanti decisi a
difendere la piazza e gli agenti che tentavano di avanzare facendosi strada con
gli idranti per sfondare le barricate e con un uso indiscriminato di lacrimogeni
e pallottole di gomma.
La brutalità della polizia ha causato nuovamente
moltissimi feriti, alcuni gravi perché colpiti al volto dal lancio senza tregua
di candelotti sparati ad altezza uomo che in breve hanno reso l'aria soffocante
e irrespirabile ma le infermerie di fortuna allestite sul posto e protette dai
manifestanti, il continuo affluire di nuove persone verso Taksim e la
determinazione hanno costretto gli agenti a conquistare a caro prezzo ogni
singolo centimetro della piazza.
Nel tardo pomeriggio il fronteggiamento che
durava ormai da ore ha fatto avere la meglio alla parte di piazza Taksim che
resisteva: la polizia è stata costretta ad arretrare mentre i manifestanti
avanzavano riconquistando la piazza ed erigendo nuove barricate.
Gli scontri sono ripresi poche ore dopo, quando
migliaia di persone hanno ricominciato ad affluire verso Taksim per una
manifestazione convocata per le 19. La polizia ha di nuovo aggredito la piazza e
si è spinta fino a Gezi Park (già bersagliata dai lacrimogeni da questa
mattina), smentendo così definitivamente i tentativi di dividere la protesta
fatti dal sindaco di Istanbul, il quale aveva affermato di voler sgomberare solo
i 'provocatori' di piazza Taksim mentre gli occupanti di Gezi sarebbero stati
tutelati. Una divisione rispedita prontamente al mittente da tutti i
manifestanti che da giorni condividono assieme questa battaglia. In giornata il
sindaco ha confermato di voler proseguire col pugno di ferro contro la rabbia di
Taksim ma la protesta non accenna a scemare né a disperdersi.
Durante la giornata gli attacchi della polizia si
sono estesi anche al di fuori della zona di Taksim: in mattinata più di 70
avvocati sono stati arrestati mentre protestavano al palazzo di giustizia contro
la brutalità delle forze dell'ordine e esprimevano il loro sostegno ai
manifestanti e dalla piazza arriva notizia di diversi giornalisti aggrediti
mentre tentavano di documentare la situazione. Sempre oggi la polizia ha poi
effettuato una retata in una sede del partito socialista democratico turco
(Sdp), arrestando diversi militanti dell'organizzazione con la motivazione che
uno dei manifestanti che questa mattina ha lanciato una molotov contro i mezzi
della polizia si stesse proteggendo con uno scudo che riportava una scritta
(fatta a mano) con la sigla del partito.
In questo momento sembra che la polizia abbia
accantonato il tentativo di entrare a Gezi park ma a Taksim gli scontri
proseguono e si preannuncia una nuova notte di battaglia al grido che da questa
mattina riecheggia senza tregua per la piazza: dimissioni!
La cronaca della giornata con le
corrispondenze da Istanbul (da Radio
Onda d'Urto):
Attorno alle sei e mezza – ora locale – di
Istanbul oggi, martedì 11 giugno 2013, centinaia di poliziotti in tenuta
anti-sommossa si sono radunati sul viale principale che porta a piazza Taksim,
dove si tiene il presidio dei dimostranti contro la distruzione del parco Gezi e
contro la politica del premier Erdogan. I poliziotti, con l’appoggio di blindati
con cannoni ad acqua, hanno attaccato le barricate intorno alla piazza, facendo
un uso massiccio di lacrimogeni. Da GeziRadyo, la radio gestita dagli attivisti
di Piazza Taksim, rimbalza la notizia dell’uso di pallottole di gomma da parte
della polizia contro i manifestanti. Decine i feriti e gli arrestati.
Ore
17.00: La polizia con l’appoggio di blindati con cannoni ad acqua dopo
aver attaccato le barricate intorno a piazza Taksim nel primo pomeriggio ha
attaccato anche Gezi park, facendo un uso massiccio di lacrimogeni. Decine i
feriti e gli arrestati. Tra questi anche 20 avvocati che difendono i
manifestanti, fermati questa mattina nel tribunale Çağlayan, mentre stavano per
fare un comunicato di solidarietà agli occupanti del parco Gezi. Continuano duri
scontri: lacrimogeni e idranti da un lato, pietre e bottiglie dall’altro. Su
tutto, lo slogan ripetuto in continuazione: “Dimissioni”.
Per l’Associazione medici turchi Tbb almeno 100
manifestanti sono stati feriti oggi, 5 dei quali sono gravi. Dall’inizio della
protesta antigovernativa, in tutta la Turchia tre manifestanti sono stati uccisi
e 5mila feriti.
La piattaforma Solidarity che riunisce tutti quelli che stanno manifestando per il parco Gezi ha convocato una nuova manifestazione a Taksim alle 19 ora di Istanbul, le 18 ora italiana. Intanto il presidente Abdullah Gül ha approvato la legge che prevede la restrizione della vendita e dell’esposizione di alcolici nel paese, uno dei motivi alla base delle proteste degli ultimi giorni a piazza Taksim e nel resto del paese. Ancora Serena da Istanbul.
La piattaforma Solidarity che riunisce tutti quelli che stanno manifestando per il parco Gezi ha convocato una nuova manifestazione a Taksim alle 19 ora di Istanbul, le 18 ora italiana. Intanto il presidente Abdullah Gül ha approvato la legge che prevede la restrizione della vendita e dell’esposizione di alcolici nel paese, uno dei motivi alla base delle proteste degli ultimi giorni a piazza Taksim e nel resto del paese. Ancora Serena da Istanbul.
Ore
10.00: Da Istanbul a Ankara, dove ieri sera quando la polizia ha
disperso, nell’undicesimo giorno di proteste antigovernative, migliaia di
giovani radunatasi a Tunali Hilmi, nel pieno centro città. Le violenze di
Istanbul e Ankara arrivano dopo l’annuncio, fatto solo ieri dal premier Erdogan,
di un incontro domani con i rappresentanti della protesta di Gezi Park. Il
premier ha comunque già ribadito la prosecuzione del taglio dei 600 alberi e la
costruzione di una caserma e di una moschea. Anche qui, la volontà è quella di
dividere: Erdogan incontrerà i rappresentati di #occupygezi, ma non la
cosiddetta “Piattaforma Taksim”, che rappresenta la maggior parte dei
manifestanti ed in particolare i tanti che, dalla semplice battaglia per un
parco, hanno iniziato a contestare tout court la politica governativa. Erdogan
è poi tornato a mostrare la faccia dura, sostenendo che “d’ora in avanti ci
sarà tolleranza zero contro le proteste”. Il leader dell’opposizione
socialidemocratica turca Kemal Kilicdaroglu ha reagito accusando il premier
Recep Tayyip Erdogan di essere un “dittatore”. I giovani che manifestano nel
paese, ha aggiunto in un discorso davanti ai deputati del suo partito Chp,
vogliono “una democrazia di prima classe”. Murat
Cinar, giornalista della sinistra turca.
L’ordine del governo era quello di confinare la protesta dentro il parco, riducendo la rabbia popolare ad una semplice questione urbanistica – la devastazione del parco – e togliendo ai giovani la centrale piazza Taksim, simbolo della lotta contro il governo conservatore islamico. Uno scippo respinto al mittente dalla piazza, dove continuano duri scontri: lacrimogeni e idranti da un lato, pietre e bottiglie dall’altro. Su tutto, lo slogan ripetuto in continuazione: “Dimissioni”. Ascolta la corrispondenza dalla piazza con Serena di DinamoPress.
L’ordine del governo era quello di confinare la protesta dentro il parco, riducendo la rabbia popolare ad una semplice questione urbanistica – la devastazione del parco – e togliendo ai giovani la centrale piazza Taksim, simbolo della lotta contro il governo conservatore islamico. Uno scippo respinto al mittente dalla piazza, dove continuano duri scontri: lacrimogeni e idranti da un lato, pietre e bottiglie dall’altro. Su tutto, lo slogan ripetuto in continuazione: “Dimissioni”. Ascolta la corrispondenza dalla piazza con Serena di DinamoPress.
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