Durante una manifestazione degli operai della Ast di Terni in sciopero,la polizia ha caricato selvaggiamente le persone partecipanti al corteo manganellando a destra e a manca sull'onda dell'esempio turco e ferendo tra gli altri il sindaco Di Girolamo,colpito secondo le forze del disordine da un ombrello"amico",fatto subito scartato visto che ci sono chiare immagini dove si vede la testa dell'uomo sfondata dall'arma sbirresca.
L'articolo preso da Senza Soste racconta dell'episodio e delle varie reazioni di alcuni sindacalisti e di organizzazioni,accomunati dal fatto che evidentemente quest'altro spregevole caso di violenza non vedrà nessun responsabile e nessuna conseguente punizione.
Terni, polizia carica gli operai e ferisce il sindaco.
Un corteo degli operai Ast, in sciopero per quattro ore contro la vendita della fabbrica da parte dei padroni finlandesi di Outokumpu. Si dirige verso la stazione e la polizia carica a freddo.
Alcune centinaia di dipendenti dell'Ast di Terni ha partecipato stamattina allo sciopero di quattro ore, dalle 9 alle 13, di tutti i reparti dell'acciaieria, indetto per oggi dai sindacati dopo l'esito non soddisfacente degli ultimi incontri con la proprietà del sito siderurgico, la multinazionale finlandese Outokumpu.
I manifestanti, partiti dai cancelli dell'Ast, in corteo hanno raggiunto la sede della prefettura. Saracinesche dei negozi abbassate al passaggio del corteo.
Un corteo silenzioso e senza striscioni, ma determinato ad alzare il tono della protesta in merito alla vertenza Ast; semplice il criterio: se non ti fai sentire con forza, nessuno si occupa di prenderti in considerazione.
Gli operai dell’acciaieria hanno raggiunto la stazione ferroviaria ed hanno deciso di bloccare i binari per alcuni minuti, prima di recarsi sotto al palazzo della Prefettura, ultima tappa del corteo. La polizia ha caricato ad occhi chiusi, senza badare a nulla e a nessuno A rimetterci, tra i primi, è stato il sindaco della cittadina umbra, Leo Di Girolamo, colpito alla testa da una manganellata, rimasto ferito.
E' stato poi medicato al pronto soccorso. Il sindaco si è sentito al telefono con il prefetto Vittorio Saladino, che si è detto ''addolorato'' per quanto successo (inevitabilmente ora ci saranno provvedimenti, trasferimenti di personale,etc). Di Girolamo ha infatti parlato di ''violenza incomprensibile'' da parte di poliziotti che, evidentemente, in questi giorni si sono "gasati" con l'esempio turco.
Oltre al sindaco, sono rimaste ferite anche numerose altre persone che si trovavano alla testa del corteo. I testimoni raccontano di un'azione assolutamente fuori controllo da parte dei poliziotti, che non si sono limitati a sbarrare la strada agli operai, ma hanno iniziato a manganellare a più non posso. Poi il corteo ha raggiunto egualmente la Prefettura. Permane ovviamente molta tensione, la polizia controllo a distanza.
I manifestanti, partiti dai cancelli dell'Ast, in corteo hanno raggiunto la sede della prefettura. Saracinesche dei negozi abbassate al passaggio del corteo.
Un corteo silenzioso e senza striscioni, ma determinato ad alzare il tono della protesta in merito alla vertenza Ast; semplice il criterio: se non ti fai sentire con forza, nessuno si occupa di prenderti in considerazione.
Gli operai dell’acciaieria hanno raggiunto la stazione ferroviaria ed hanno deciso di bloccare i binari per alcuni minuti, prima di recarsi sotto al palazzo della Prefettura, ultima tappa del corteo. La polizia ha caricato ad occhi chiusi, senza badare a nulla e a nessuno A rimetterci, tra i primi, è stato il sindaco della cittadina umbra, Leo Di Girolamo, colpito alla testa da una manganellata, rimasto ferito.
E' stato poi medicato al pronto soccorso. Il sindaco si è sentito al telefono con il prefetto Vittorio Saladino, che si è detto ''addolorato'' per quanto successo (inevitabilmente ora ci saranno provvedimenti, trasferimenti di personale,etc). Di Girolamo ha infatti parlato di ''violenza incomprensibile'' da parte di poliziotti che, evidentemente, in questi giorni si sono "gasati" con l'esempio turco.
Oltre al sindaco, sono rimaste ferite anche numerose altre persone che si trovavano alla testa del corteo. I testimoni raccontano di un'azione assolutamente fuori controllo da parte dei poliziotti, che non si sono limitati a sbarrare la strada agli operai, ma hanno iniziato a manganellare a più non posso. Poi il corteo ha raggiunto egualmente la Prefettura. Permane ovviamente molta tensione, la polizia controllo a distanza.
Immediata la reazione anche del presidente della Regione Umbria. "Ho appreso in questo momento dall'assessore Vincenzo Riommi quanto accaduto a Terni nel corso della manifestazione dei lavoratori delle Acciaierie che in modo pacifico, come è sempre avvenuto negli ultimi 30 anni in questa città e in tutta l'Umbria, stavano manifestando a difesa del futuro delle acciaierie e del proprio posto di lavoro". E' quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini.
Secondo la presidente dell'Umbria, "appare gravissima l'azione messa in atto dalle forze di polizia che anziché farsi interpreti e comprendere il legittimo diritto a manifestare hanno reagito in maniera violenta, ferendo addirittura lo stesso sindaco della città di Terni Leopoldo di Girolamo cui va in questo momento tutta la mia affettuosa solidarietà, così come agli altri cittadini coinvolti". "Come presidente della Regione - prosegue Marini - chiederò formalmente al ministro degli interni, Angelino Alfano, di approfondire quanto avvenuto facendosi egli si interprete della difficile situazione economica e sociale che vive il paese e anche la nostra regione. I lavoratori e le famiglie giustamente preoccupati del futuro delle proprie aziende e del proprio posto di lavoro non possono essere assolutamente trattati come un problema di ordine pubblico".
Per la presidente Marini "il Governo deve affrontare questi temi sul piano del dialogo e del confronto di fronte a questa grave emergenza economica e sociale".
"Voglio ricordare - afferma ancora la presidente - che le istituzioni territoriali umbre, Regione, Provincia, Comuni da sempre, con senso di responsabilità, hanno svolto una funzione propositiva di dialogo e di comprensione dei fenomeni sociali con una gestione che non ha mai prodotto in questa terra tensioni tali da richiedere l'intervento delle forze dell'ordine. Sorprende pertanto che lo schieramento del reparto mobile della Polizia di Stato di fronte alla stazione di Terni anziché essere un contributo all'ordinato svolgimento della manifestazione dei lavoratori è divenuto elemento di tensione, determinando tafferugli che hanno portato al ferimento dello stesso sindaco della città".
"Ribadisco con forza - aggiunge Marini - tutto il mio disappunto e nelle prossime ore assumerò un'iniziativa formale su quanto accaduto a Terni anche al fine di evitare che le prossime settimane, nelle quali ci troveremo ad affrontare nel merito la vicenda del passaggio proprietario dell'AST di Terni, si possa rischiare di aumentare la tensione sociale che sarebbe in contrasto con la storia decennale della nostra terra dove il diritto a manifestare è sempre avvenuto nel rispetto delle regole e dell'ordine pubblico".
Anche più "radicali" le critiche delle personalità con meno responsabilità istituzionali. «Dimissioni del questore», Il segretarla Fiom Cgil di Terni ha chiesto le dimissioni del prefetto di Terni Luigi Vita per i gravi fatti avvenuti alla stazione.
Galanello, Mariotti e Stufara: «Un atto di violenza inaudito e inaccettabile quello perpetrato oggi a Terni dalle forze di polizia che presidiavano la pacifica manifestazione dei lavoratori della Ast e a cui partecipavano rappresentanti delle istituzioni locali, regionali e nazionali. Un episodio determinato da una pessima gestione della piazza da parte della Questura di Terni, di cui i responsabili dovranno rendere conto». Così i consiglieri Fausto Galanello e Manlio Mariotti (Pd) e Damiano Stufara (Prc-Fds) presenti alla manifestazione insieme ad altri colleghi dell’Assemblea legislativa umbra.
«Si chieda scusa a Terni» «Quello cui abbiamo assistito oggi – aggiungono Mariotti e Galanello – è un evento totalmente estraneo alla tradizione delle lotte e dei confronti sui temi del lavoro della città di Terni, e per questo ancora più incomprensibile. Le forze di polizia che presidiavano lo spazio antistante la stazione non avevano di fronte dei facinorosi e violenti individui, ma lavoratori, sindacalisti, rappresentanti delle istituzioni locali, regionali e nazionali che chiedevano, come atto simbolico, di ‘occupare’ la stazione ferroviaria, per dare maggior risalto alla propria protesta, come peraltro fatto anche in altre occasioni. Una avventata e inetta gestione della piazza da parte della Questura ha provocato degli incidenti che si sarebbero potuti evitare senza problemi, con atti di violenza di cui hanno fatto le spese anche il sindaco di Terni Di Girolamo e diversi manifestanti, a cui va tutta la nostra solidarietà. Occorre ora – concludono – che dopo questi fatti gravissimi i rappresentanti dello Stato chiedano scusa alla città di Terni e ai lavoratori, quale condizione necessaria per avviare una riconciliazione che smorzi le tensioni e consenta di riprendere con serenità, maggior forza e spirito unitario una vertenza difficile che riguarda non solo la città di Terni ma che ha un grande rilievo anche nazionale».
Secondo la presidente dell'Umbria, "appare gravissima l'azione messa in atto dalle forze di polizia che anziché farsi interpreti e comprendere il legittimo diritto a manifestare hanno reagito in maniera violenta, ferendo addirittura lo stesso sindaco della città di Terni Leopoldo di Girolamo cui va in questo momento tutta la mia affettuosa solidarietà, così come agli altri cittadini coinvolti". "Come presidente della Regione - prosegue Marini - chiederò formalmente al ministro degli interni, Angelino Alfano, di approfondire quanto avvenuto facendosi egli si interprete della difficile situazione economica e sociale che vive il paese e anche la nostra regione. I lavoratori e le famiglie giustamente preoccupati del futuro delle proprie aziende e del proprio posto di lavoro non possono essere assolutamente trattati come un problema di ordine pubblico".
Per la presidente Marini "il Governo deve affrontare questi temi sul piano del dialogo e del confronto di fronte a questa grave emergenza economica e sociale".
"Voglio ricordare - afferma ancora la presidente - che le istituzioni territoriali umbre, Regione, Provincia, Comuni da sempre, con senso di responsabilità, hanno svolto una funzione propositiva di dialogo e di comprensione dei fenomeni sociali con una gestione che non ha mai prodotto in questa terra tensioni tali da richiedere l'intervento delle forze dell'ordine. Sorprende pertanto che lo schieramento del reparto mobile della Polizia di Stato di fronte alla stazione di Terni anziché essere un contributo all'ordinato svolgimento della manifestazione dei lavoratori è divenuto elemento di tensione, determinando tafferugli che hanno portato al ferimento dello stesso sindaco della città".
"Ribadisco con forza - aggiunge Marini - tutto il mio disappunto e nelle prossime ore assumerò un'iniziativa formale su quanto accaduto a Terni anche al fine di evitare che le prossime settimane, nelle quali ci troveremo ad affrontare nel merito la vicenda del passaggio proprietario dell'AST di Terni, si possa rischiare di aumentare la tensione sociale che sarebbe in contrasto con la storia decennale della nostra terra dove il diritto a manifestare è sempre avvenuto nel rispetto delle regole e dell'ordine pubblico".
Anche più "radicali" le critiche delle personalità con meno responsabilità istituzionali. «Dimissioni del questore», Il segretarla Fiom Cgil di Terni ha chiesto le dimissioni del prefetto di Terni Luigi Vita per i gravi fatti avvenuti alla stazione.
Galanello, Mariotti e Stufara: «Un atto di violenza inaudito e inaccettabile quello perpetrato oggi a Terni dalle forze di polizia che presidiavano la pacifica manifestazione dei lavoratori della Ast e a cui partecipavano rappresentanti delle istituzioni locali, regionali e nazionali. Un episodio determinato da una pessima gestione della piazza da parte della Questura di Terni, di cui i responsabili dovranno rendere conto». Così i consiglieri Fausto Galanello e Manlio Mariotti (Pd) e Damiano Stufara (Prc-Fds) presenti alla manifestazione insieme ad altri colleghi dell’Assemblea legislativa umbra.
«Si chieda scusa a Terni» «Quello cui abbiamo assistito oggi – aggiungono Mariotti e Galanello – è un evento totalmente estraneo alla tradizione delle lotte e dei confronti sui temi del lavoro della città di Terni, e per questo ancora più incomprensibile. Le forze di polizia che presidiavano lo spazio antistante la stazione non avevano di fronte dei facinorosi e violenti individui, ma lavoratori, sindacalisti, rappresentanti delle istituzioni locali, regionali e nazionali che chiedevano, come atto simbolico, di ‘occupare’ la stazione ferroviaria, per dare maggior risalto alla propria protesta, come peraltro fatto anche in altre occasioni. Una avventata e inetta gestione della piazza da parte della Questura ha provocato degli incidenti che si sarebbero potuti evitare senza problemi, con atti di violenza di cui hanno fatto le spese anche il sindaco di Terni Di Girolamo e diversi manifestanti, a cui va tutta la nostra solidarietà. Occorre ora – concludono – che dopo questi fatti gravissimi i rappresentanti dello Stato chiedano scusa alla città di Terni e ai lavoratori, quale condizione necessaria per avviare una riconciliazione che smorzi le tensioni e consenta di riprendere con serenità, maggior forza e spirito unitario una vertenza difficile che riguarda non solo la città di Terni ma che ha un grande rilievo anche nazionale».
Dura la presa di posizione di Ross@ che denuncia come ormai ad ogni istanza sociale e sindacale l'unica risposta che le autorità sono in grado di mettere in campo sia quella delle manganellate. "Le imprese italiane chiudono, delocalizzano, portano i soldi e il lavoro all'estero e i lavoratori vengono prima lasciati soli e poi bastonati se reagiscono. Quanto successo a Terni in qualche modo è la cifra del governo Letta, altro che ammortizzatori e ricontrattazione con la Troika".
Insomma, è esploso un vero e proprio caso politico, con al centro il comportamento della polizia. Che ha fatto quello che va facendo da un po' di tempo in ogni piazza italiana, trovando persino il plauso dei politici di infimo rango e della stampa nazionale. Stavolta, però, hanno preso di mira un gruppo operaio che non aveva mai dato problemi né espresso una conflittualità esasperata. Anzi... E soprattutto se l'è presa con un sindaco.
Proprio sfortunati, 'sti poliziotti di Terni... Stavolta non possono proprio addebitare la propria follia alla presenza di qualche "black bloc"...
tratto da http://www.contropiano.orgProprio sfortunati, 'sti poliziotti di Terni... Stavolta non possono proprio addebitare la propria follia alla presenza di qualche "black bloc"...
5 giugno 2013
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