mercoledì 31 ottobre 2012

LA SENTENZA SUL CASO MASTROGIOVANNI

Il primo grado del processo a carico di medici ed infermieri dell'ospedale San Luca di Vallo della Lucania,imputati per la morte del maestro elementare Francesco Mastrogiovanni(Franco),si è concluso con la condanna dei primi e l'assoluzione dei secondi,in una sentenza che farà storia nelle competenze giuridiche italiane.
A parte che il reato iniziale di omicidio colposo sia stato derubricato a sequestro di persona e che quindi le pene sono state più lievi in quanto siano state accettate dal giudice le attenuanti piuttosto che le aggravanti,d'ora in poi ci sarà molta più attenzione in quei casi in cui il tso(trattamento sanitario obbligatorio)venga richiesto ed attuato.
E'infatti emerso che la contenzione fisica di un individuo è illegale e che comunque immobilizzare e legare dei pazienti con problemi più o meno gravi diverrà nel prossimo futuro materia su cui ragionare e lavorare con diversi accorgimenti e regolamenti.
L'articolo è preso da Indymedia,per maggiori approfondimenti consiglio il link:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/search?q=mastrogiovanni .

VALLO DELLA LUCANIA: Processo Mastrogiovanni, condannati i medici mentre sono stati assolti gli infermieri. Il Comitato: “Giustizia è fatta”.
 
Condannati i medici, assolti gli infermieri. E' questo l'ultimo atto del processo Mastrogiovanni che così chiude i battenti per il primo grado di giudizio. La giudice del Tribunale di Vallo della Lucania Elisabetta Garzo, dopo quasi cinque ore di camera di consiglio, ha deciso di condannare per sequestro di persona, morte come conseguenza di altro reato e falso in cartella tutti i camici bianchi del reparto di Psichiatria dell'ospedale “San Luca”, ribaltando le richieste del pubblico ministero che invece aveva chiesto di derubricare il reato di sequestro di persona e sostituirlo con quello di omicidio colposo. Così Rocco Barone e Raffaele Basso sono stati condannati a 4 anni di reclusione (nel loro caso si sono visti imputare anche il sequestro di persona e il falso in cartella per la vicenda Mancoletti); Michele Di Genio a 3 anni e 6 mesi di reclusione; Anna Angela Ruberto e Amerigo Mazza a 3 anni di reclusione; Michele Della Pepa, unico presente in aula, a 2 anni di reclusione, ma con pena sospesa. Per tutti i medici, tranne che per Della Pepa, il giudice ha deciso inoltre di applicare l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e il pagamento delle spese legali. La Garzo nel leggere il dispositivo di sentenza ha anche tenuto a sottolineare che “...sono state riconosciute le attenuanti generiche equivalenti a quelle aggravanti”. Gli infermieri tutti presenti, sono invece stati tutti assolti perché il fatto non costituisce reato. La sentenza è stata accolta con molta discrezione sia da parte degli accusati che da parte degli accusatori in un'aula che traboccava di persone. “E' un risultato soddisfacente – ha detto l'avvocato Caterina Mastrogiovanni legale della famiglia del maestro più alto del mondo – perché il pubblico ministero ci ha abbandonato da soli nell'accusa. In ogni caso si è stabilito che la contenzione è illegittima. Viene così ridata dignità a Franco dopo la morte”. I legali dei medici si sono chiusi nel silenzio: “Vedremo le motivazioni del giudice e faremo le nostre valutazioni”, si è lasciato sfuggire Marco Nigro che ha assistito Michele Di Genio. Più loquaci gli avvocati degli infermieri: “E' stata accettata dal giudice la nostra valutazione in merito al caso”, ha detto Michele Avallone che ha difeso Antonio Tardio. “Siamo soddisfatti – ha aggiunto Claudio Mastrogiovanni legale di Raffaele Russo – perché è stata riconosciuta la nostra estraneità al fatto”. Francesco Bellucci, difensore di Antonio Luongo e Alfredo Gaudio, ha invece chiosato: “Non commento le sentenze, ma aspetto le motivazioni per capire come il giudice si è orientata”. Motivazioni che arriveranno entro 90 giorni. Piangono e si abbracciano invece i familiari di Franco Mastrogiovanni dopo che il giudice Elisabetta Garzo ha letto la sentenza che ha condannato i medici che hanno operato nel reparto di Psichiatria dell'Ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania dal 31 luglio fino al 4 agosto del 2009. “Mio fratello – esordisce la sorella Caterina Mastrogiovanni le cui parole sono rotte da un pianto frenato a stento – sarà contento perché è stata fatta giustizia. Da questa sentenza si è capito che in un ospedale pubblico si curano le persone e non si trattano come bestie come invece è successo a Franco. Ora spero che i camici bianchi capiscano come comportarsi con i propri pazienti”. Sulla stessa lunghezza d'onda il cognato del maestro più alto del mondo Vincenzo Serra: “Da oggi ci sono più garanzie per chi si reca in un'ospedale per essere curato perché se a morire è stato Franco al suo posto ci si poteva trovare qualsiasi altro cittadino”. Per il Comitato Verità e Giustizia ha invece parlato Giuseppe Galzerano che ha tenuto a ribadire: “Per noi è soddisfacente la sentenza così come è stata stilata dal giudice perché così come non auspichiamo il carcere a nessuno allo stesso modo vogliamo che nessuno venga ucciso in un'ospedale pubblico come invece è capitato a Franco. Grazie alla presenza del video i medici sono stati così inchiodati alle loro responsabilità”. Alla lettura della sentenza sono stati presenti, fin dal mattino, pure numerosi cittadini che sono giunti da ogni parte del Cilento, ma anche da altri parte d'Italia “...perché – hanno aggiunto gli aderenti al Laboratorio 31 di Sapri – volevamo dimostrare vicinanza e solidarietà alla famiglia Mastrogiovanni”. L'avvocato Giaocchino Di Palma di Telefono Viola ha posto l'attenzione sulla contenzione: “Dopo questa sentenza il legislatore deve affrettarsi a regolamentare questa pratica perché i medici che credono di poterla usare come cura devono invece rendersi conto che vanno contro la legge”. Sulla stessa linea Michele Capano che ha rappresentato il Movimento Robin Hood: “E' una sentenza che fa storia e che viene a ribadire il principio che la contenzione è illegale”.
www.buco1996.wordpress.com

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