mercoledì 24 ottobre 2012

DAVVERO SONO ESPERTI,STUDIOSI E SCIENZIATI?

Dopo la sentenza che ha condannato(ma purtroppo già sappiamo che la sentenza cadrà nel vuoto)dei componenti della commissione"grandi rischi"colpevoli secondo i giudici di gravi negligenze per i fatti che hanno riguardato il terremoto che ha devastato L'Aquila e le zone limitrofe il 6 aprile 2009, una domanda mio sorge spontenea:gli sismologi,i geologi ed in parte la protezione civile e la stessa commissione condannata che ci stanno a fare?
I due articoli seguenti parlano della cronaca e delle proteste suscitante nell'ambiente scientifico in tutto il mondo per questa che è stata definita una sentenza schok,in quanto si pregiudicherebbe la ricerca scientifica riguardante i terremoti e non solo,includendo tutte le altre calamità naturali come alluvioni,eruzioni vulcaniche,frane,etc.
Tutti i dimissionari elencati qui sotto e che certamente non vivono d'aria ed anzi hanno uno stipendio ben renumerato ed"offerto"per gran parte da tutti i contribuenti,non sopportano la responsabilità cui sono onorati e secondo le loro dichiarazioni oberati:l'istituto nazionale di sismologia allora che funzione ha se non quella di rilevare un sisma dopo che è accaduto?
Questi signori puniti ora da una sentenza del tribunale solo una settimana prima,allertati da altri colleghi e da studiosi,hanno glissato gli avvertimenti della terra che brontolava sempre più spesso in Abruzzo e che poi è esplosa col botto,con polemiche che hanno da subito colpito la commissione"grandi rischi"e la protezione civile anche se per altri motivi.
Secondo me la maggior parte di questi esperti,studiosi e scienziati potrebbero benissimo lavorare per dei privati o per loro stessi come se si dedicassero ad un hobby,che di certo non provocherebbe danni enormi come quelli che hanno contribuito ad aumentare:i terremoti ci sono sempre stati e sempre ci saranno,ma nel caso abruzzese davvero non poteva essere previsto?
Contributi presi dal Corriere della sera e dal sito del Tg3(vedi anche:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2009/04/sul-terremoto-ed-altro.html ).

L'Aquila, l'allarme della Protezione civile dopo la sentenza: «Si rischia la paralisi»  

Intanto si è dimesso Maiani, il presidente della Grandi Rischi «Non vedo le condizioni per lavorare serenamente»

La prima conseguenza della sentenza di condanna emessa lunedì nei confronti dei componenti della ex commissione Grandi rischi è «la paralisi delle attività di previsione e prevenzione». Lo afferma il Dipartimento della Protezione civile.

« A RISCHIO ALTRE PROFESSIONALITA'»- Secondo la Protezione civile «tocca invece pesantemente altre realtà e professionalità cardine del servizio nazionale della protezione civile: a partire dalle centinaia di tecnici dei centri funzionali e dei centri di competenza che ogni giorno si occupano di monitorare, sorvegliare e valutare i fenomeni naturali al fine dell'allertamento delle amministrazioni e delle strutture operative». Ma, secondo la Protezione civile, «anche i moltissimi professionisti dei numerosi Ordini che gratuitamente e volontariamente mettono a disposizione il proprio tempo e la propria esperienza in emergenza. Ultimo esempio, in tal senso - conclude il dipartimento - è stato il lavoro svolto nella fase post-sisma in Emilia, dove hanno contribuito allo svolgimento di decine di migliaia di verifiche di agibilità degli edifici danneggiati».
LE DIMISSIONI DI MAIANI - Lo aveva annunciato lunedì, martedì il fisico Luciano Maiani ha agito di conseguenza e si è dimesso da presidente della commissione Grandi Rischi:«Non è possibile fornire allo Stato una consulenza in termini sereni, professionali e disinteressati sotto questa folle pressione giudiziaria e mediatica». E non ha lasciato solo Maiani. Dopo di lui, a quanto pare, arriveranno le dimissioni di tutti i vertici della commissione Grandi Rischi: dal vicepresidente Mauro Rosi e quelle del presidente emerito, on. Giuseppe Zamberletti. Intanto è una levata di scudi generale da parte dei sismologi americani a difesa dei colleghi italiani: i commenti sulla sentenza variano da «assurda» a «vergognosa».

(modifica il 24 ottobre 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA
Sentenza de L'Aquila.Si dimettono i vertici dei Grandi Rischi.

Raffica di dimissioni, lasciano Maiani e Dolce. Intanto, gli scienziati insorgono contro la sentenza del tribunale abruzzese che ha condanato i i sette membri della commissione grandi rischi tutti colpevoli di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose
 
L'intero ufficio di presidenza della Commissione nazionale Grandi Rischi, composto oltre che dal presidente Luciano Maiani, dal presidente emerito Giuseppe Zamberletti e dal vicepresidente, Mauro Rosi, ha rassegnato le dimissioni al presidente del Consiglio Mario Monti. Lo rende noto il Dipartimento della Protezione Civile sottolineando che "all'esito dell'iter amministrativo previsto, il professore verrà assegnato ad altro incarico". Maiani ha deciso di dimettersi per "l'impossibilità che la commissione Grandi Rischi possa lavorare serenamente e offrire pareri di alta consulenza scientifica allo Stato in condizioni così complesse".
Anche il direttore dell'ufficio rischio sismico e vulcanico del Dipartimento della Protezione Civile, Mauro Dolce, ha presentato le dimissioni dopo la sentenza del tribunale de L'Aquila che ha condannato a sei anni tutti i partecipanti alla riunione della Commissione Grandi rischi del 31 marzo 2009.

Intanto, il mondo della scienza internazionale insorge contro la sentenza di condanna del tribunale de L’Aquila. Il giudice Marco Billi ha ritenuto i sette membri della commissione grandi rischi tutti colpevoli di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. A Franco Barberi, Enzo Boschi, Mauro Dolce, Bernardo De Bernardinis, Giulio Selvaggi, Claudio Eva e Gianmichele Calvi sono state concesse le attenuanti generiche. I sette sono stati condannati anche all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.


Una decisione "assurda e pericolosa", secondo la Union of Concerned Scientists, una influente Ong statunitense. “Dopo che L'Aquila è stata investita da terremoti di piccola intensità, gli scienziati hanno affermato che un sisma di grande potenza era improbabile ma possibile, sottolineando l'incertezza in questo campo - si legge in un comunicato - Quando il forte sisma ha colpito, causando vittime, gli scienziati sono stati messi sotto processo. In quell'occasione l'American Geophysical Union ha messo in guardia sul fatto che le accuse potevano mettere in crisi gli sforzi internazionali per capire i disastri naturali, perché il rischio di un contenzioso scoraggia gli scienziati e i funzionari dall'avvisare il proprio governo o anche lavorare nel campo della previsioni rischi in sismologia".

"Immaginate se il governo accusasse di reati criminali il metereologo che non è stato in grado di prevedere l'esatta rotta di un tornado. O un epidemiologo per non aver previsto gli effetti pericolosi di un virus. O mettere in carcere un biologo perché non è stato in grado di prevedere l'attacco di un orso. Gli scienziati devono avere il diritto di condividere ciò che sanno e ciò che non sanno senza la paura di essere giudicati criminalmente responsabili se le proprie previsioni non si avverano", continua il testo. "Ciò arriva dalla terra natale di Galileo. Crediamo che alcune cose non cambieranno mai", è la polemica conclusione.

La notizia ha avuto grande eco anche in Giappone. Shinichi Sakai, professore associato dell'Earthquake Research Institute di Tokyo, scrive: "Se fossi stato io lì avrei detto le stesse cose perché non è possibile stabilire quando può verificarsi una forte scossa sismica. - Sakai rileva che - Non è chiaro se la sentenza debba essere imputata ai componenti del comitato perché avevano la responsabilità di dare informazioni su provvedimenti e misure da prendere o perché i componenti sono colpevoli di valutazioni sbagliate come scienziati. Resta il fatto che in Giappone (che registra annualmente il 20% delle scosse pari e superiori a magnitudo 6 in tutto il mondo ndr) non ci sono mai stati processi simili. La previsioni dei terremoti - conclude - sono considerate attualmente molto difficili, come ha del resto ribadito l'ultima e recente riunione della Seismological Society of Japan".

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