venerdì 22 aprile 2011

FOLLOW YOUR LEADER

Che emulatori di uno dei più grandi personaggi negativi della storia dell'umanità(anche se di umano aveva proprio zero),Adolf Hitler,siano sparsi un poco ovunque nel mondo è un dato di fatto,sul lato di un loro possibile recupero ci stiamo lavorando,al limite se proprio dovessero essere coerenti col padre del nazismo allora dovrebbero estinguersi come lui fece sparandosi in testa.
Che è stata,resta e sarà la miglior cosa che un nazista possa fare,uccidersi senza però colpire anche altre persone come spesso è accaduto nel mondo e soprattutto nelle scuole statunitensi dove nel giorno del compleanno dell'arianissimo Hitler si sono verificate delle stragi.
Dopo la doverosa premessa oggi i due articoli sono tratti da Repubblica.it(il secondo segnalato da Indymedia Lombardia),dove nel primo si parla di italianissimi stronzi che fanno gli auguri all'infamissimo mentre nel seguente c'è la presentazione di un libro edito in Germania che parla delle esecrabili gesta dei nazisti.
Il primo contributo parla nello specifico di due appartenenti alla Gioventù italiana(Mattia Salina e Francesco Erwin Poggi,oltre al cassapoundista Enrico Tarantino,chi li conosca li eviti o ci pensi su un pò sul daffarsi),dirigenti e candidati ad elezioni comunali che si vantano di essere adoratori del fuhrer e di scattare foto davanti alla camera dei deputati esibendo il saluto romano.
Questi figliocci de La Destra di Storace hanno poi cercato di nascondersi cancellando il loro profilo da Facebook ma sono stati sorpresi da un dirigente dei Verdi che ha denunciato il tutto:sono pure spariti dagli organigrammi della loro associazione letamaica(ora sono rimasti in tre-quattro deficienti).
A seguire c'è la presentazione del libro"Soldaten, Protokolle von Kaempfen, Toeten und Sterben", cioè "Soldati, protocolli del combattere, dell'uccidere e del morire",un malloppone che documenta centinaia di testimonianze dei prigionieri tedeschi incarcerati dagli alleati che è un campionario di nefandezze e di orrori cui i protagonisti appartenenti alla Wehrmacht si vantano d'aver compiuto.

E' il compleanno di Hitler,i nazisti allo scopertoIn Rete messaggi firmati da simpatizzanti di movimenti legati alla destra estrema, o da iscritti e persino dirigenti di movimenti politici, candidati alle elezioni comunali. Con nome e cognome. Grandi protagonisti, i giovani dirigenti della Destra.

di MARCO PASQUA

Per i neofascisti, quella del 20 aprile è una data da ricordare e da celebrare: quel giorno, nel 1889, nasceva, a Braunau am Inn, Adolf Hitler. Ogni anno, sulle pagine web - dai forum, ai blog fino ai social network - è un susseguirsi di messaggi inneggianti all'uomo responsabile della morte di milioni di persone. Sono firmati da simpatizzanti di movimenti legati alla destra estrema, o da iscritti e persino dirigenti di movimenti politici. Fino ai candidati alle elezioni comunali.

Su Facebook, ad esempio, si trovano dediche al Führer anche sui profili dei responsabili di Gioventù italiana, il movimento politico giovanile della Destra di Francesco Storace. Mattia Salina, membro della segreteria nazionale e coordinatore regionale del movimento in Lombardia, scrive stamattina: "Oggi nasceva uno dei più grandi personaggi del Novecento. Alles gute zum Geburstag. Ora e sempre 88". Quest'ultima formula, molto frequente tra le formazioni neonaziste, sostituisce la frase "Heil Hitler" (il numero 88 sta per "HH"). Una simpatia, quella del giovane militante, classe 1986, che si ritrova anche negli album fotografici, nei quali spiccano foto di carri armati nazisti, di Benito Mussolini e celtiche, inviti a boicottare Israele, e molti scatti in cui giovani si esibiscono nel saluto romano.

Uno, in particolare, è stato provocatoriamente realizzato, alcuni giorni fa, davanti alla Camera dei deputati, in pieno giorno: "Questa foto è tanta roba - scrive Mattia nella didascalia - Saluto romano davanti alla camera dei deputati". Auguri di buon compleanno a Hitler anche sulla bacheca del toscano Francesco Erwin Poggi, che, secondo il sito ufficiale di Gioventù italiana, è responsabile nazionale dell'organizzazione. "Oggi un pensiero allo zio che ci ha lasciato. Buon compleanno Adolf", scrive Poggi sul suo profilo. Post subito commentato dai suoi amici: "Sh" (sieg Heil) e "Heil Hitler". Mirko Saracco, segretario provinciale di Gioventù italiana, ad Asti, indica tra le persone che lo ispirano Benito Mussolini e Erwin Rommel (generale scelto da Hitler come comandante delle truppe tedesche in Africa).

A Napoli, invece, un candidato della lista "Liberi con Lettieri" (centrodestra), ha festeggiato il compleanno di Hitler pubblicandone una foto. La segnalazione arriva dal commissario regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, che ha denunciato la presenza di "un candidato neonazista" nella lista (si tratta di Enrico Tarantino, protagonista insieme a Casa Pound di un'occupazione di un centro sociale, l'anno scorso). Immagine che adesso risulta essere stata cancellata, anche se sono ancora presenti foto di Hitler, del Duce e altre della Germania nazista.

Tra i forum neonazisti, si segnala quello di Stormfront (sul quale venne anche pubblicata, recentemente, una blacklist di ebrei italiani influenti). In un thread, dedicato ad Hitler, si vuole commemorare "un grande uomo", di cui bisogna ricordare l'"attuale" messaggio di difesa della razza. Decine i messaggi che inneggiano al leader del partito nazionalsocialista, qua definito "il più grande statista del Novecento".

A proposito: la Destra è nell'alleanza del governo presieduto da Silvio Berlusconi.

Aggiornamento ore 20: dopo la pubblicazione di questo articolo, alcuni personaggi citati hanno cancellato il loro profilo Facebook.

Aggiornamento ore 24: i due esponenti di Gioventù italiana sono stati cancellati dall'organigramma sul sito del movimento.

(20 aprile 2011)

I racconti shock dei nazisti "Che gioia uccidere italiani".


I dialoghi dei soldati della Wehrmacht rivelati in un libro da due storici tedeschi. Bambini e donne massacrati: "Ma che pena i cavalli"

dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI

BERLINO - "In Italia, in ogni luogo dove arrivavamo, il tenente ci diceva sempre "cominciate ad ammazzarne un po'". Io parlavo italiano, avevo compiti speciali". Conversazione quotidiana tra un caporalmaggiore della Wehrmacht e un suo compagno di prigionia, registrata dai servizi segreti alleati durante la seconda guerra mondiale. Una delle tante. Citando e narrando questi documenti, un libro d'imminente uscita in Germania racconta con la precisa freddezza degli storici una realtà agghiacciante, che i tedeschi del dopoguerra, nelle due Germanie e dopo la riunificazione, avevano amato rimuovere: la Wehrmacht non fu l'esercito implacabile ma "pulito" e cavalleresco. Fu nell'animo collettivo pieno complice sia dell'Olocausto, sia dei crimini di guerra.
Ancora una volta la Germania democratica, antinucleare, pacifista fino al no alle bombe contro Gheddafi, rifà i conti con il passato.

"Soldaten, Protokolle von Kaempfen, Toeten und Sterben", cioè "Soldati, protocolli del combattere, dell'uccidere e del morire", s'intitola il libro degli storici Soenke Neitzel e Harald Welzer, in uscita per i tipi della S. Fischer Verlag di Francoforte (524 pagine, 22,95 euro). Un documento nuovo, testimonianza dell'onestà spietata con se stessi con cui i nuovi tedeschi guardano alla loro Storia. Per anni, Neitzel e Welzer hanno studiato oltre 150mila pagine di archivi dell'Intelligence Service britannico e dello Oss americano. Erano le registrazioni dattiloscritte dei colloqui tra prigionieri tedeschi, selezionati a caso dai servizi alleati. I britannici effettuarono l'operazione soprattutto a Trent Park, concentrandosi sugli ufficiali, gli americani a Fort Hunt privilegiando soldati semplici e graduati. Volevano capire la psicologia del nemico, scoprirono l'orrore. Ignari d'essere ascoltati, soldati e ufficiali della Wehrmacht parlavano liberamente, si vantavano a gara tra chi era stato più spavaldo e spietato.

"In un villaggio in Russia c'erano partigiani. E' chiaro che dovevamo fare terra bruciata, uccidemmo donne, bambini, tutto e tutti", dice un soldato a un altro. Oppure, ricordando l'aggressione alla Polonia: "Bombardavamo e mitragliavamo a volo radente attorno a Poznan, volevamo fare tutto il possibile con le mitragliatrici di bordo. Soldati, civili? La gente non mi faceva pena, ma uccidemmo anche cavalli, per i cavalli fui dispiaciuto fino all'ultimo giorno".

Diciotto milioni di uomini, 4 uomini tedeschi adulti su 10, servirono nella Wehrmacht. Queste conversazioni di prigionia tra gente comune, non tra nazisti convinti prescelti nelle SS, narrano l'adesione spontanea alla guerra totale hitleriana. Torniamo ai massacri in Italia: "Il tenente ci diceva, ammazzatene venti, così avremo un po' di pace, alla minima loro sciocchezza via altri cinquanta. Ra-ta-ta-ta con le mitragliatrici, lui urlava, "crepate, maiali", odiava gli italiani con rabbia". Anche altrove: "In Caucaso, se uccidevano uno di noi, il tenente non aveva bisogno di impartire ordini. Pistole pronte, donne, bambini, tutto quel che vedevamo, via!":

Il raptus sterminatore non contagiava solo fanti, bensì anche marinai della Reichskriegsmarine e i piloti della Luftwaffe tanto mitizzati come cavalieri dell'aria. "Col nostro U-Boot affondammo un cargo trasporta-bambini", dice il marinaio Solm nel 1943 a un compagno di prigionia. (Ndr erano le navi con cui i bimbi inglesi venivano portati in salvo dai bombardamenti, in Usa e Canada).
"Tutti affogati? Sì, tutti. E la nave? Seimila tonnellate".

Durante la Battaglia aerea d'Inghilterra, affrontare in duello Spitfires e Hurricanes della Royal Air Force non faceva piacere, ma accanirsi sui civili sì. "Avevamo un cannone da 20 mm, volando bassi su Eastbourne abbiamo visto una festa in una villa, abbiamo sparato, ragazze in abito sexy e uomini eleganti schizzavano via nel sangue, amico mio che divertimento!", si confessano gli ex piloti Baeumer e Greim. Poi c'era il sesso di guerra: "In quella casa a Radom in Polonia", disse il soldato Wallus, "ci portavano con i camion, ogni donna doveva avere una quindicina di noi ogni ora, ogni due settimane dovevano sostituirle". Con le partigiane, ancora più duri, ricorda il militare Reimbold: "In Russia prendemmo una spia, le infilzammo i seni con spini, le infilammo la canna del fucile di dietro, poi ce la facemmo. Poi la buttammo giù dal camion, le tirammo granate attorno, figurati, urlava ogni volta che esplodevano vicino!".

(04 aprile 2011)
repubblica.it

Nessun commento: